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Il “naftone” di Roberto Parodi con sistema a ossidrogeno: come funziona

Un'innovativa soluzione a ossidrogeno per ridurre drasticamente le emissioni dei diesel e dare nuova vita ai vecchi motori

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Maurizio Chiogna
meccanico-elettronico automotive


Pubblicato: 25 Marzo 2025 05:58

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Fonte: ANSARoberto Parodi sta sperimentando l'applicazione di un sistema a ossidrogeno su un veicolo per dimostrarne il potenziale nel migliorare l'efficienza e ridurre l'inquinamento
È possibile trasformare un “naftone” in un veicolo più ecologico? Roberto Parodi sfida lo scetticismo con un innovativo sistema a ossidrogeno, applicato con successo su una Range Rover 2.4 turbodiesel degli anni ’80. Scopriamo insieme come funziona questa tecnologia e se può davvero rivoluzionare il futuro dei motori diesel e benzina.

Indice

  • Come funziona il sistema a ossidrogeno
    • Il principio di funzionamento
    • I componenti fondamentali
    • L’elettrolisi
    • Come si installa sul motore
  • Un’alternativa all’elettrificazione
  • Aspetti normativi e sicurezza
  • Confronto tra elettrico, idrogeno e ossidrogeno
    • Auto elettriche
    • Auto a idrogeno
    • Ossidrogeno
  • Il possibile futuro della mobilità

Come funziona il sistema a ossidrogeno

Per comprendere appieno il funzionamento del sistema testato da Roberto Parodi, è fondamentale analizzare il processo alla base della sua tecnologia e i componenti che lo costituiscono. Questa tecnologia si basa sul principio dell’elettrolisi per generare una miscela di gas (ossidrogeno) che viene poi utilizzata per ottimizzare la combustione nei motori diesel e benzina.

Il principio di funzionamento

I motori a benzina e diesel sono, in sostanza, carburanti inefficienti in quanto una buona quantità di essi rimane incombusta e crea inquinamento. L’ossidrogeno, grazie alle sue proprietà, favorisce una combustione più rapida e completa del carburante. Questo processo permette di bruciare interamente il combustibile che entra nel motore. Il gas HHO (ossidrogeno), anche conosciuto come “gas di Brown“, contribuisce a migliorare le prestazioni del veicolo, riducendo la richiesta di accelerazione con conseguente diminuzione dei consumi di carburante a parità di velocità.




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I componenti fondamentali

Ecco cosa serve per far funzionare tutto il sistema:

  • cella elettrolitica: è il componente centrale del sistema, dove avviene la trasformazione dell’acqua in gas. Al suo interno, l’acqua demineralizzata viene scomposta nei suoi elementi costitutivi, idrogeno e ossigeno, grazie al passaggio di corrente elettrica;
  • sistema HHO on-demand: questo sistema intelligente produce il gas (ossidrogeno) solo quando il motore ne ha effettivamente bisogno, evitando sprechi di energia e ottimizzando l’efficienza del sistema;
  • sensore di battito: questo sensore ha il compito di “misurare” le vibrazioni del motore e di utilizzare queste informazioni per regolare con precisione la quantità di ossidrogeno da iniettare nella camera di combustione. In questo modo, si ottimizza il processo di combustione e si riducono le emissioni inquinanti;
  • bubbler: questo dispositivo svolge una duplice funzione di sicurezza e purificazione. Da un lato, agisce come una barriera per bloccare eventuali ritorni di fiamma, proteggendo il sistema, dall’altro, purifica il gas prodotto, eliminando eventuali impurità.

L’elettrolisi

Immagina di prendere un bicchiere d’acqua e di dividerla nei suoi componenti fondamentali. Ecco, in termini semplificati, cosa accade all’interno della cella elettrolitica:

  • la cella contiene due elettrodi, ovvero due conduttori elettrici, immersi in un liquido conduttivo (acqua demineralizzata) e un additivo per migliorare il processo di elettrolisi;
  • quando si applica una corrente elettrica agli elettrodi, si innesca una reazione chimica che porta gli atomi di idrogeno a spostarsi verso un elettrodo, mentre gli atomi di ossigeno si dirigono verso l’altro elettrodo;
  • il processo genera due gas distinti: idrogeno (H₂) e ossigeno (O₂), che insieme formano una miscela gassosa chiamata ossidrogeno (HHO).

Come si installa sul motore

Questa tecnologia viene integrata nel motore diesel o benzina attraverso alcune modifiche relativamente semplici, vediamo come:

  • installazione della cella elettrolitica: questo componente ha il compito di trasformare il fluido elettrolita in ossidrogeno;
  • connessione alla sensoristica del motore: il sistema viene collegato al sensore di battito e al sensore di giri del motore, in modo da poter ricevere informazioni sulle vibrazioni e sulla velocità del motore stesso. Queste informazioni vengono utilizzate per regolare la quantità di gas da iniettare;
  • immissione nel condotto di aspirazione: tramite una tubazione il gas HHO prodotto dal sistema viene introdotto nel condotto di aspirazione, ovvero il “tubo” attraverso il quale il motore aspira l’aria necessaria per la combustione.

Un’alternativa all’elettrificazione

Il settore automobilistico si trova di fronte a una trasformazione epocale, guidata dalla crescente necessità di adottare soluzioni di mobilità più sostenibili. In questo contesto, dove il settore automotive è impegnato in una transizione che ridefinisce le priorità e le sfide per i diversi tipi di motorizzazione. L’elettrificazione, pur essendo una delle soluzioni principali, presenta ancora dei limiti, il futuro dei motori diesel è al centro del dibattito, e il sistema a ossidrogeno si propone come un’interessante alternativa, con i seguenti benefici:

  • miglioramento della combustione;
  • riduzione dell’inquinamento;
  • decarbonizzazione del motore;
  • aumento delle prestazioni del veicolo;
  • riduzione del consumo di carburante;
  • potenziale riduzione dei costi del veicolo;
  • riduzione della temperatura dei gas di scarico.

Aspetti normativi e sicurezza

I sistemi a ossidrogeno non richiedono modifiche strutturali al veicolo e rientrano nella categoria degli additivi, come quelli venduti nelle stazioni di servizio. Questo garantisce la loro legalità e non comporta incombenze legali per il proprietario del veicolo. Ecco i punti chiave:

  • nessuna omologazione obbligatoria: poiché non alterano le caratteristiche tecniche del motore, non è necessario modificare libretto di circolazione;
  • percentuale di idrogeno: la quantità di gas HHO iniettata nella maggior parte degli impianti è inferiore allo 0,016%, un valore paragonabile all’uso di additivi tradizionali;
  • assenza di serbatoi sotto pressione: a differenza dei sistemi ad idrogeno tradizionali, non utilizzano bombole ad alta pressione, eliminando rischi specifici legati alla sicurezza;
  • legalità degli impianti: gli impianti sono totalmente legali poiché rientrano nella categoria degli additivi;
  • impatto legale: l’installazione dei kit non comporta incombenze legali relative alle normative vigenti.

Confronto tra elettrico, idrogeno e ossidrogeno

Nel panorama delle soluzioni sostenibili, ogni tecnologia presenta dei vantaggi ma anche degli svantaggi. Vediamo come si confrontano elettrico, idrogeno e ossidrogeno.

Auto elettriche

Le auto elettriche non emettono fumi, ma richiedono un’attenzione particolare alla produzione delle batterie e al loro smaltimento.

  • manutenzione: nessun cambio olio o candele, ma controlli termici alle batterie ogni 2-3 anni;
  • costi: acquisto dell’auto iniziale elevato, ricarica della batteria più economica se fatta in casa in autonomia;
  • ambiente: emissioni dirette zero, ma dipendono dall’energia usata per produrre elettricità per la ricarica.

Auto a idrogeno

Le vetture a idrogeno bruciano solo acqua, ma il gas è difficile da produrre e distribuire negli impianti per effettuare il rifornimento.

  • manutenzione: ispezioni specializzate al sistema fuel cell (ogni 45.000 km);
  • costi: acquisto dell’auto elevato, con ricariche costose;
  • ambiente: le emissioni sono solo vapore acqueo, ma l’idrogeno spesso deriva da fonti fossili.

Ossidrogeno

Il sistema a ossidrogeno migliora la combustione del gasolio/benzina, riducendo emissioni e consumi.

  • manutenzione: pulizia degli elettrodi ogni 6 mesi anche con il fai da te e rabbocco dell’acqua demineralizzata;
  • costi: kit di installazione molto bassi rispetto alle altre tecnologie, con costi operativi irrisori;
  • ambiente: riduce NOx e particolato (-20-30%), senza nessuna modifica al motore.

Il possibile futuro della mobilità

Questa tecnologia si inserisce nella trasformazione del settore automobilistico verso una mobilità più sostenibile ed efficiente. Affiancandosi alle innovazioni come l’elettrico e l’idrogeno, offre un’alternativa per migliorare i motori a combustione e ridurre l’impatto ambientale. Il futuro vedrà probabilmente la coesistenza di diverse tecnologie, con un ruolo potenziale dell’ossidrogeno non solo per le auto, ma anche per altri veicoli e applicazioni industriali. L’innovazione e la ricerca saranno cruciali per realizzare questo potenziale.
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