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Bibbiano si scaglia contro il presidente Bonaccini

Le famiglie del caso affidi pronte per il flash-mob di protesta davanti al municipio, ma Bonaccini annulla l'incontro in paese

Costanza Tosi - Sab, 04/01/2020 - 15:37





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Bibbiano si scaglia contro il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Mamme e papà organizzano un flash-mob per protestare contro il Pd emiliano dopo gli scandali sugli affidi illeciti.

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Bonaccini sarebbe dovuto essere a Bibbiano per un incontro “a porte chiuse”. Assieme ai volontari che hanno organizzato il “Festivald' Enza”. Niente di fatto. Dopo che la notizia dell’incontro ha iniziato a circolare, famiglie di tutta Italia hanno aderito alla proposta di organizzare un flash-mob davanti al municipio proprio in concomitanza dell’incontro fissato dal presidente del Pd, che ha poi deciso di annullare il confronto.
Tutto era partito da un messaggio whatsapp, rimbalzato sui cellulari di gran parte degli abitanti del paese, nel quale il segretario locale del Pd avvertiva militanti e simpatizzanti. “Ciao ragazzi, - scriveva Stefano Marazzi - domenica al parco Manara ci farà visita il nostro presidente della Regione nonché nostro candidato Stefano Bonaccini. Vista la delicatezza della ormai prossima scadenza elettorale, vi preghiamo di non mancare... Non faremo una divulgazione pubblica per evitare il sorgere di speculazioni politiche di cui non abbiamo bisogno... Vi chiedo pertanto di fare un passa parola via telefono o via mail a tutti coloro che, iscritti, elettori, simpatizzanti o volontari, ritenete possano essere interessati a questo evento... Vi aspettiamo!!!”. Eppure, nonostante l’espressa volontà di tenere “semi-segreto” l’incontro tra gli uomini della sinistra, per scappare da contestazioni o critiche, la notizia è arrivata a molti. Tra questi, anche alcune presunte vittime del caso affidi che, ancora una volta, hanno deciso di rispondere all’invito con una dimostrazione pacifica volta a ribadire la loro richiesta di giustizia.

Bibbiano scarica il Pd











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I genitori si sono messi in contatto con il comitato “Famiglia e Vita” di San Felice sul Panaro. Che, ormai da mesi, aiuta e supporta le famiglie in difficoltà. Il gruppo di militanti e genitori hanno organizzato il flash-mob davanti alla sede del comune di Bibbiano, esattamente lo stesso giorno e alla stessa ora in cui sarebbe dovuto avvenire l’incontro tra Bonaccini e i suoi. Il presidente del comitato, Franco Rebecchi, ha fatto partire il passa parola. Nel messaggio, inoltrato via whatsapp, si dava appuntamento per tutti coloro che volessero partecipare, domenica 5 gennaio alle 16. “Tutti con un giocattolo per i bambini che, secondo le indagini, sono stati tolti ingiustamente alle famiglie d’origine. Questo mentre Bonaccini sarà a Bibbiano tra gli elettori del Pd, probabilmente ad affermare che, proprio là, a Bibbiano, non è successo nulla.” Dopo tutto, per il Pd emiliano, questa volta non era facile scappare. Difficile non trovare il filo conduttore tra i fatti di Bibbiano e la presenza del presidente Bonaccini nel paese finito al centro degli scandali sui bambini. Proprio lui, che ha istituito la commissione d'indagine regionale sugli affidi dalla quale è emerso che, i fatti di "Angeli e Demoni”, sono stati solo un raffreddore all’interno di un sistema che, in realtà, funziona bene. Parole che hanno lasciato un segno indelebile nella mente di tutte quelle famiglie che hanno dovuto vedere il loro dolore minimizzato da chi prometteva giustizia e ha alla verità ha preferito, ancora una volta, il silenzio.
E così, dopo l’annuncio della dimostrazione delle famiglie, Bonaccini ha deciso di annullare l' incontro. “Chiaro che vogliamo evitare di far alzare i toni ancora una volta sul tema affidi”, ha commentato l' onorevole reggiano Andrea Rossi, coordinatore del comitato elettorale di Bonaccini. Rapida la risposta di Rebecchi, del comitato “Famiglia e Vita”, che non usa mezzi termini e si scaglia contro gli esponenti del Pd. “È vergognoso quanto sia impavido Bonaccini. Ha avuto paura di essere a 1 km di distanza da noi. Il Pd di Bibbiano sapeva che noi facevamo un presidio davanti al comune di Bibbiano e non saremmo andati ad incontrare Bonaccini nella sede locale del Pd. Bonaccini, che all'apparenza sembra molto sicuro di sé si è dimostrato più pauroso di un coniglio.
A quanto mi risulta nessun esponente politico del Pd locale, provinciale, regionale, nazionale e uomini di governo del PD hanno incontrato almeno una famiglia a cui hanno rubato i figli, per conoscere i fatti e condividere il suo dolore poi vogliono parlare che il ‘sistema affidi va tutto bene’”


TRANQUILLI PRIMA LI MANGIAVANO OGGI LI RUBANO HANNO FATTO UN PASSO IN AVANTI-MA POI A CHI LI VENDONO ?


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Elezioni Emilia-Romagna, la sinistra trema: ''Partita contendibile''
Lorenzo Pregliasco, direttore di Youtrend, al programma Omnibus ha sottolineato che il risultato del voto in Emilia-Romagna è incerto e bisogna ''essere molto cauti a fare previsioni''

Gabriele Laganà - Sab, 04/01/2020 - 11:54





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Il centro-destra ha concrete possibilità di vincere in Emilia-Romagna. Parola di Lorenzo Pregliasco, direttore di Youtrend, che intervenendo al programma Omnibus di La7 ha parlato di un testa a testa tra Lucia Borgonzoni e il dem Stefano Bonaccini, presidente uscente e candidato della coalizione di centro-sinistra.

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''I sondaggi ci dicono che la partita è contendibile'', ha affermato Pregliasco che ha anche aggiunto che ''dobbiamo essere molto cauti a fare previsioni''. D'altronde i numeri sono chiari: secondo l'ultimo sondaggio di Demopolis, il candidato del Pd è al 46%, solo due punti di vantaggio sulla leghista Lucia Borgonzoni che vanta il 44%.
Anche i dati meno recenti presentati da Emg, Ixè e Ipsos riportano un duello all'ultimo voto con il dem al 46,5% (Emg), al 47,2% (Ixè) e 44,2% (Ipsos) e la candidata sostenuta dal centro-destra rispettivamente al 43,5%, al 40,1% e al 42,2%. Nonostante il Pd stia cercando in tutti i modi di diminuire l'importanza delle Regionali in Emilia-Romagna, l’appuntamento elettorale del 26 gennaio è "un voto decisivo", ha dichiarato ancora Pregliasco.
E non potrebbe essere altrimenti. Una sconfitta della sinistra in quella che da sempre è una Regione rossa avrebbe conseguenze devastanti sullo stesso Pd che sul governo Conte. L’esecutivo, logorato da liti sempre più frequenti nella maggioranza che lo sostiene, difficilmente resisterebbe ad una onda d’urto di tale potenza.
Ma c’è un paradosso. Proprio il timore di tutte le forze della coalizione giallorossa di ritornare alle urne, dove si registrerebbe una netta vittoria del centro-destra, potrebbe essere il collante capace di rinsaldare il governo. Questo punto è sottolineato dal giornalista di Repubblica, Claudio Tito: ''Questo governo ha la forza della debolezza, i suoi sostenitori sono talmente deboli che difficilmente provocheranno una crisi di governo in modo consapevole''. Piuttosto sicuro in una vittoria di Bonaccini è, invece il sindaco di Pesaro Matteo Ricci che, nel corso della stessa trasmissione alcune settimnane fa, aveva affermato come ''l'Emilia Romagna sarà il secondo svarione per Matteo Salvini dopo il Papeete''.
Mancano tre settimane al grande giorno. Quello che per il centrodestra solo qualche anno sembrava impossibile, la vittoria cioè in una storica roccaforte della sinistra, ora è una concreta possibilità. Salvini ci spera e sta spendendo tutte le sue energie per compiere il “miracolo” tanto che il 30 dicembre scorso ha annunciato che nelle prossime settimane sarà in almeno 100 piazze ''ad ascoltare, raccogliere suggerimenti, proposte, dalla mattina alla sera. E il 18 gennaio saremo a Maranello per un'Emilia che corre e che inventa, l'unico rosso che ci piace insieme al lambrusco è quello della Ferrari". Il leader della Lega ha aggiunto che visiterà ''almeno due volte in ogni provincia. Saranno 28 giorni entusiasmanti perché il 26 gennaio sarà un passaggio storico, una data che rimane, che porterà speranza, affinché non si ripetano più casi come quello di Bibbiano che è un marchio d'infamia e il buongoverno della Lega sarà messo alla prova dei fatti''.


 
Caso Gregoretti, renziani verso il sì al processo a Salvini

La decisione della Giunta per le Immunità sul caso Gregoretti si gioca su un paio di voti. Molto probabile il sì di Italia Viva al processo per Salvini, ma Faraone apre una porta: "I nostri esponenti voteranno guardando le carte"

Gianni Carotenuto - Sab, 04/01/2020 - 17:26





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Continua a tenere banco nel governo il caso Gregoretti, la nave della Guardia di Finanza con a bordo 131 immigrati che l'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini, si era rifiutato di far sbarcare sulle coste italiane rimediando così, dal Tribunale dei Ministri della Procura di Catania, una richiesta di autorizzazione a procedere per sequestro di persona.
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Il capo del Carroccio rischia fino a 15 anni di carcere.
Per andare a processo, però, servono l'ok della Giunta per le Immunità del Senato e poi di Palazzo Madama. Gli occhi del sistema politico sono puntati sul 20 gennaio, giorno del voto in Giunta. Dove Salvini ha depositato la sua memoria in cui ha sottolineato "l'interesse pubblico evidente" della sua decisione, di cui ha messo in evidenza "il carattere collegiale".
Per il segretario della Lega, tutto il governo era d'accordo con lui: compreso il premier Giuseppe Conte. Che ormai lo ha scaricato. Con lui il Movimento 5 Stelle, che ha già fatto sapere che voterà sì alla richiesta di autorizzazione del Tribunale dei Ministri nei confronti dell'ex alleato. Scontato anche il sì di Pd e Leu, che voteranno di nuovo sì come già fatto per il caso della nave Diciotti.
Qualche dubbio in più, invece, su Italia Viva. I renziani non perdono occasione per far pesare i propri voti. Lo hanno fatto sulla manovra, ottenendo dall'esecutivo numerose concessioni in materia fiscale.
Ricatto dietro l'angolo anche sulla questione Salvini? Forse no. Il senatore Davide Faraone è stato chiaro: "I nostri esponenti in giunta voteranno esclusivamente guardando le carte. Se Gregoretti varrà Diciotti, allora non potremo che votare sì al processo per Salvini, in totale coerenza con quanto fatto in passato. Altrimenti, valuteremo". Nel pomeriggio le parole del coordinatore nazionale Iv, Ettore Rosato, lasciano poco spazio all'interpretazione. Interpellato sul tema da LaPresse, infatti, risponde: "Salvini ci ha spiegato che è identico al caso Diciotti". Lasciando intendere che la posizione dei parlamentari del suo gruppo ricalcherà le orme di quella già espressa ai tempi in cui il Senato fu chiamato a rispondere sulla vicenda della nave Diciotti.

 

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