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BMW, maxi richiamo per un milione di auto: problema all’impianto frenante​

Grossi guai in vista per BMW che deve fronteggiare i problemi di mercato in Cina e organizzare una maxi campagna di richiama per milioni di veicoli

11 Settembre 2024 09:23https://www.VIOLAZIONE: scambio email non consentito !/motori/wp-content/uploads/sites/4/2023/10/TOMMASO.jpg?w=60&h=60&crop=1
Tommaso Giacomelli
giornalista automotive


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Fonte: Getty ImagesBMW:
parte la campagna di richiamo per oltre un milione di veicoli
Un altro nuvolone scuro si abbatte sull’auto tedesca, dopo le voci di tempesta che capeggiano sulla crisi di Volkswagen e sulla possibile chiusura di uno o più impianti nel corso dei prossimi mesi. Adesso tocca a un’altra istituzione teutonica fronteggiare un’avversità non da poco: BMW. Il marchio bavarese è costretto al richiamo di 1,5 milioni di vetture per problemi ai freni IBS. Si prevede un danno ingente.

Indice

  • Le paure di BMW
  • Il richiamo delle auto
  • Poco sostegno dalla Cina

Le paure di BMW

Dicevamo come stia soffiando un’aria di tempesta sopra la grande industria tedesca dell’automobile. Tra i pensieri nebulosi di Volkswagen sull’elettrico, la potenziale chiusura dell’impianto di Bruxelles da parte di Audi, adesso si aggiunge la problematica di BMW. Si stima che il richiamo di oltre un milione e mezzo di veicoli comprometterà il raggiungimento degli obiettivi aziendali prefissati, portando a picco le stime.

In questo 2024 le consegne di veicoli dovrebbero diminuire leggermente rispetto al 2023 che, tuttavia, era stato un anno da record. Questa performance avrà delle ripercussioni sulla redditività dell’azienda, dato che il margine operativo del settore automobilistico, la divisione di punta del gruppo, dovrebbe ora essere compreso tra il 6% e il 7%, rispetto al precedente 8%-10%, secondo quanto riportato in un comunicato stampa. In borsa, il costo delle azioni BMW è sceso di quasi l’8% in seguito all’annuncio della maxi operazione di richiamo.





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Il richiamo delle auto

BMW non soltanto dovrà occuparsi di richiamare modelli già circolanti, ma anche in pronta consegna, perché il problema al sistema frenante riguarda anche quest’ultimi. Tutto ciò potrebbe comportare dei costi di garanzia aggiuntivi nell’ordine di diversi milioni di euro, secondo le stime effettuate proprio da BMW. Secondo quanto dichiara il comunicato rilasciato dalla casa automobilistica tedesca, il problema è stato individuato nel sistema frenante integrato (IBS) realizzato da un fornitore.

Intanto, i richiami riguardano numerose serie di modelli BMW prodotte dal giugno 2022 al 2024, questo è ciò che sostiene la rivista Auto, Motor und Sport. È possibile che siano stati installati componenti che potrebbero causare un guasto al sistema antibloccaggio dei freni. Di seguito le vetture che sono oggetto dell’operazione di richiamo:

  • BMW Serie 2 Active Tourer (U06)
  • BMW X1 incl. iX1 (U11)
  • BMW XM (G09)
  • BMW X5M LCI (F95)
  • BMW X6 LCI (G06)
  • BMW X6M LCI (F96)
  • BMW X7 LCI (G07)
  • BMW Serie 5 Sedan incl. i5 (G60)
  • BMW Serie 7 Sedan (G70)
  • BMW Alpina XB7
  • Mini Cooper (F66 e J01)
  • Mini Countryman (U25)
  • Rolls-Royce Spectre (RR25)

Poco sostegno dalla Cina

In questo scenario poco allettante si aggiunge un mercato cinese, punto di riferimento assoluto per il marchio tedesco, che sta tradendo le previsioni. La domanda troppo debole all’interno dei confini della Cina sta causando un impatto molto negativo sui dati di vendita. “Nonostante le misure di sostegno del governo, la riluttanza all’acquisto continua“, si legge in un comunicato rilasciato da BMW.

Anche l’affaire asiatico contribuisce in modo netto al cambio degli obiettivi che tutti quanti a Monaco speravano potessero essere diversi. Ora, non resta che rimboccarsi le maniche e affrontare nel migliore dei modi le avversità, sperando che all’orizzonte ci possa essere qualche gioia in più e un po’ di serenità.


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Auto elettriche, problema software: cosa succede se la Casa fallisce

Le auto elettriche continuano a dividere. Questa volta il problema riguarda i software dei Marchi falliti. Il problema potrebbe essere davvero grosso e causare guai

9 Settembre 2024 07:00https://www.VIOLAZIONE: scambio email non consentito !/motori/wp-content/uploads/sites/4/2024/05/russo_da2395.jpg?w=60&h=60&crop=1
Antonio Russo
giornalista pubblicista



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Fonte: iStockNuovi guai per le auto elettriche legati ai software
Il mondo attuale si sta spostando sempre di più verso la tecnologia, che in molti casi ce la semplifica, ma in alcuni ce la complica anche. Uno dei casi più eclatanti è stato il bug di qualche settimana fa di Microsoft che ha bloccato i sistemi di mezzo mondo. Il futuro però è ormai quello e giorno dopo giorno sta penetrando sempre di più anche nelle nostre vetture, che presentano sistemi di infotainment sempre più raffinati.

In particolare le auto di nuova generazione si interfacciano con i nostri cellulari e con l’ambiente esterno attraverso internet restituendoci ogni tipo di informazione. Giorno dopo giorno questi veicoli stanno diventando sempre di più degli smartphone viaggianti. L’importanza dei software all’interno delle auto diventa ancora più centrale per quelle elettriche dove c’è bisogno di qualcosa che gestisca la batteria.

Indice

  • Nuovo problema
  • Il caso WM Motor

Nuovo problema

Un nuovo allarme però si fa strada di recente in questo settore e riguarda proprio i software. Negli ultimi anni i Marchi che producono auto si sono moltiplicati a dismisura e alcuni di questi hanno anche chiuso i battenti in pochissimo tempo. Di recente ad esempio abbiamo assistito al fallimento della Fisker. L’ansia dei clienti che hanno acquistato vetture di costruttori ormai andati in bancarotta è proprio legata ai software.
 

Terremoto Volkswagen, licenziamenti più facili dal 2025: cosa sta succedendo

Il periodo negativo di Volkswagen si ripercuote anche sulla categoria dei lavoratori, con il colosso di Wolfsburg che non rinnova i contratti collettivi

11 Settembre 2024 10:14https://www.VIOLAZIONE: scambio email non consentito !/motori/wp-content/uploads/sites/4/2023/10/TOMMASO.jpg?w=60&h=60&crop=1
Tommaso Giacomelli
giornalista automotive


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Fonte: Getty ImagesNubi sopra Volkswagen: tanti contratti collettivi non confermati
C’era fino a poco tempo fa una locomotiva nel settore dell’industria automobilistica europea, che rappresentava al meglio le forza dirompente del suo Paese. Quel treno pronto a scalare vette mondiali, riuscendo addirittura a issarsi al primo posto come maggior costruttore del globo, sta deragliando: il suo nome è Volkswagen. Il gigante di Wolfsburg ha affrontato sfide molto complesse nell’arco di questi anni, a partire dal Dieselgate, ma adesso la situazione appare un tantino ingarbugliata perché la previsione per i lavoratori è quella di andare incontro a dei licenziamenti che potrebbero essere molto più facili.

Indice

  • Cambia il rapporto col sindacato dei metalmeccanici
  • Come cambia la vita in Volkswagen

Cambia il rapporto col sindacato dei metalmeccanici

Ciò che è cambiato rispetto al recente passato è il rapporto con il sindacato tedesco dei metalmeccanici, come ha affermato lo stesso IG Metall, il quale ha dichiarato di aver ricevuto dal costruttore di Wolfsburg la lettera di disdetta di diversi contratti collettivi: tra questi, c’è anche l’accordo che prevede esplicitamente la salvaguardia dei posti di lavoro e delle fabbriche tedesche fino al 2029.

L’intesa, che in atto dal 1994, è stata più volte confermata e rinnovata nell’arco di questi trent’anni, per questo motivo la decisione di Volkswagen di andare avanti con la rescissione potrebbe rappresentare una svolta epocale (in negativo) nelle relazioni sindacali. A incrinarsi è soprattutto il rapporto con Daniela Cavallo, presidente del consiglio di fabbrica generale e membro del consiglio di sorveglianza del colosso di Wolfsburg, la quale sostiene a spada tratta: “Ci difenderemo con fermezza da questo storico attacco ai nostri posti di lavoro”, ha detto Cavallo. “Con noi non ci saranno esuberi“.

 

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