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Buffoni, non vi voto più

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[h=1]L'ira della base: "Buffoni, non vi voto più"[/h] [h=2]
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I militanti si sfogano: niente accordi con gli arroganti, meglio le urne

Chiara Giannini - Mer, 28/08/2019 - 09:04
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Un governo che nasce da un accordo tra 5 stelle e Pd? Gli elettori del Movimento non lo vogliono.
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La protesta parte dai social, dove i commenti non si sprecano. «Buffoni - scrive qualcuno sotto a un post di Luigi Di Maio su Facebook -, siete andati all'esecutivo con la Lega per liberarci dal Pd e dopo poco più di un anno lo rimettete al potere. Non vi voterò più».

La base dei pentastellati è letteralmente in rivolta. «Ma vi rendete conto di quello che state facendo - commenta Renzo Gordini -? Zingaretti ha dettato le regole per un governo giallorosso che snaturano completamente il Movimento, portandolo a perdere ulteriori consensi. A questo punto tanto vale riprendere i colloqui con la Lega, almeno quello che è stato fatto rimane». Un altro sostenitore, Salvatore Pagliarello, dice a chiare lettere: «Siamo noi che dobbiamo dare le carte e non essere sottomessi. Il mio pensiero è: mai col Pd. Meglio andare al voto o sarebbe la fine del Movimento».

Sulla stessa linea Ombretta Costa: «Dopo averli sentiti parlare non perdete tempo. Vi ho sempre seguiti e sostenuti, ma se fate accordi con questi personaggi più arroganti di prima io non andrò più a votare».

Sotto ad alcuni post del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, c'è chi si sfoga. «Voi andate avanti - scrive Maria Foti - per salvare la poltrona perché sapete che non sarete più eletti». Mentre Giovanni Vaglio spiega: «Ah, niente poltrone? Solo gli italiani? Allora saranno elezioni anticipate.
Perché qualunque altra scelta sarebbe un'ulteriore conferma di ciò che state dimostrando di essere veramente. Vi rimane l'ultima possibilità per mantenere un briciolo di credibilità: chiedere le elezioni».

E poi c'è chi domanda di avere l'opportunità di decidere: «In qualità di attivista - chiarisce Giampiero Vallati - vorrei poter esprimere sulla piattaforma Rousseau il mio parere per decidere se tornare o no al voto».

Una possibilità che per ora non è stata contemplata, ma solo paventata. «Alleati con il Pd - commenta Ivano Fadda -? Dopo avervi sostenuto, il voto mio e della mia famiglia alle prossime elezioni ve lo scordate.
Siete dei venduti e fate parte della stessa casta che dovevate demolire. Godetevi questi tre anni di stipendi, poi preparate la lapide per il Movimento».

E c'è chi assicura: «È la fine di pentastellati e Pd. Salvini, al prossimo giro, prenderà il 60 per cento».

Insomma, i vertici del M5s, per ora, non hanno il consenso della base, che a un accordo col P, preferisce il voto. Almeno, a decidere, saranno gli italiani.
 
LA GIUSTIZIA DIVINA ARRIVA PRIMA E NON HA SCADENZA



[h=1]Da Mineo a Cona, il piano Pd per riaprire i centri[/h] [h=2][/h] [h=1]I dem e l'idea di rimettere in piedi il sistema di accoglienza. I costi: 150 milioni per partire

Antonella Aldrighetti - Mer, 28/08/2019 - 09:19
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Governo giallorosso o governo di scopo per traghettare gli italiani alle elezioni della prossima primavera, per gli strenui propugnatori dell'accoglienza, non è sostanziale.
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L'obiettivo piuttosto, una volta allontanato Matteo Salvini dal Viminale, risiede nel riaprire velocemente i centri Cas chiusi in questi 15 mesi. Non riuscendo a cancellare con un colpo di spugna i decreti Sicurezza e Sicurezza bis l'obiettivo che si prefiggono i fiancheggiatori del Partito democratico è diventato piuttosto quello di accogliere i neo arrivati, presunti profughi, scaricati dalle navi delle Ong e rimettere in moto la macchina dell'invasione.

Di fatto è stata interrotta sia l'era dei porti chiusi che quella degli sbarchi fantasma nelle calette e rade siciliane. Onlus, cooperative sociali, enti benefici ripartono proprio da dove aveva lasciato il governo Gentiloni. Tant'è che l'esercito dei benefattori si sta rimettendo all'opera assieme a sindacati e patronati per realizzare velocemente un progetto da sottoporre al futuro ministro dell'Interno e ridare ossigeno a quell'elettorato attivo che costituisce l'esercito degli operatori umanitari, degli assistenti di comunità e collaboratori del mondo dell'interpretariato sociale che era rimasto a secco di risorse fresche. Matteo Salvini ha chiuso, in ordine, i centri di accoglienza straordinaria di Cona e Bagnoli in Veneto, di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia, quello di Castelnuovo di Porto a due passi da Roma e la smisurata realtà di Mineo a pochi chilometri da Catania. Non ultimo ha abbattuto la baraccopoli di San Ferdinando a Reggio Calabria. Riavviando le pratiche per aprirli di nuovo la sinistra sa bene di riuscire a mettere le mani su un plafond di 150 milioni almeno. Conteggiati solo come spesa preventiva.

A oggi l'idea che campeggia tra i Dem è proprio quella di è rimettere in moto la macchina dell'ospitalità facendo leva sul buon cuore degli italiani contro la cattiveria dell'orco Salvini. Obiettivo prioritario è riaprire Mineo. Che consentirebbe di distribuire le mani su un plafond di 150 milioni almeno e riattrezzare i 2.400 posti. Senza contare l'appalto milionario per la ristrutturazione delle casette e dei giardinetti circostanti. A seguire la riattivazione di Borgo Mezzanone. Qui la torta, a preventivo, sarebbe di 32 milioni annui per 650 posti. E ancora Castelnuovo di Porto dove la cooperativa Auxilium è in trepidazione per partecipare a quello che potrebbe essere il nuovo appalto milionario: 21 milioni iniziali all'anno per 500 ospiti. Più cauti si dovrà andare in Veneto tra Cona e Bagnoli (gli ultimi impegni di spesa sono stati di 20 e 30 milioni rispettivamente): qui però la popolazione locale e altrettanto l'amministrazione ha intenzione di opporsi con tutte le proprie forze alla riapertura d'imperio dei ghetti.

Allo stesso modo non sono da sottovalutare gli appalti assegnati e poi congelati per le tensostrutture portuali a Reggio Calabria. Risorse complessive dell'ordine di qualche milione. Insomma conclusasi l'era salviniana si riparte peggio di prima. La corsa per il recupero dei 15 mesi perduti potrebbe interessare anche altri capitoli dei decreti Sicurezza: la rievocazione dello spauracchio della protezione umanitaria e l'ospitalità negli ex centri Sprar (ora Sip[/h] [h=1]roimi) non soltanto dei minori non accompagnati, come stabilito dalla normativa in vigore, ma riaprire le porte ai richiedenti asilo e ai diniegati che hanno fatto ricorso a certa magistratura docile dinanzi ai clandestini dichiarati.[/h] [h=1][/h]
QUESTI LI PAGHIAMO NOI CON LE TASSE E MANTENIAMO I NULLA FACENTI IN ETERNO

Sarebbe di 32 milioni annui per 650 posti


le mani su un plafond di 150 milioni almeno

21 milioni iniziali all'anno per 500 ospiti.
 
[h=1]Pietro Senaldi: "Se Paragone molla i 5 stelle vuol dire che sono finiti. E lui...". Il clamoroso scenario[/h]
27 Agosto 2019
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Il senatore Paragone è uno spirito inquieto avvolto in una personalità affabile. Ha un talento artistico nel cambiare idea e amici spesso e riuscire a lasciarsi quasi bene con tutti. È un maestro della diplomazia con capacità uniche al mondo che, con benevolenza e affetto, gli invidio. Egli direbbe che è fedele a se stesso ma mutano gli altri e le contingenze intorno a lui. L'Italia però è popolata di una sfilza di suoi ex che non la pensano così. In realtà, dopo un po' si sente in gabbia, nome che aveva scelto per la sua trasmissione tv anti-casta che gli è valsa il seggio grillino. Ma è pure un uomo di mondo, che non serba rancore e riesce a farsi sempre meravigliosamente i fatti propri, in genere senza rompere le scatole al prossimo.


Torniamo a occuparci di lui a distanza di due giorni dall' intervista a Libero, nella quale dichiarava di volere il voto perché M5S non può buttarsi a sinistra e governare con Renzi, in quanto giusto ieri il senatore ha dichiarato ufficialmente che, in caso di un esecutivo giallorosso, egli lascerà Cinquestelle. Lo farà, e almeno per una volta sarà coerente sia a detta degli amici sia a parere dei nemici. Paragone infatti ha speso le ultime due settimane a cercare di ricucire i rapporti tra Di Maio e Salvini per far ripartire l' alleanza gialloverde. Ha prestato la propria esperienza in operazioni pirotecniche alla coppia di amanti in lite, essendo da sempre convinto che M5S e Lega stessero bene insieme come il cacio e le pere, mentre noi pensiamo che c' entrino tra loro come i cavoli a merenda.


FALLIMENTO
Siccome il suo lavoro di ricucitura sembra destinato al fallimento, è probabile che egli molli il Movimento, ma è certo che non lasci lo scranno. Comunque, non è il caso di preoccuparsi del suo futuro. L' uomo ha la medesima abilità di saltabeccare da una parte all' altra che aveva Tarzan di volare di albero in albero aggrappandosi a provvidenziali e immancabili liane. Balza dal ponte della nave di Della Valle al sellino dello scooter di Di Battista, dal quotidiano di Bossi alla tv di Cairo, dalle scrivanie della Rai leghista alle sedie parlamentari di Grillo, giustificando ogni passaggio con ragionamenti impeccabili. È riuscito perfino a essere direttore di Libero ma festeggiare in pubblico il taglio dei finanziamenti alla stampa. Cadere in contraddizione non lo turba, tanto lui è coerente a se stesso e, ovunque sbarchi, pare a casa sua dopo cinque minuti.


È scontato che il prossimo ex senatore grillino abbia già pronto un piano B. D' altronde, nei Cinquestelle non si è trovato benissimo. È approdato come una star ma l' hanno trattato come l' ultimo arrivato, negandogli ruoli di governo. Ha provato a fare allora il consigliere di Di Maio, ma questi ne soffriva la forza mediatica, e anche un po' la lingua lunga e indipendente, e non gli ha mai dato lo spazio che Gianluigi è convinto di meritare. Perciò il nostro ha ballato un valzer pure con Di Battista, ma ha scoperto presto che il tribuno giramondo non lo portava lontano. Quel che è interessante di Paragone però non è il passato, che egli stesso è il primo a dimenticare, bensì il futuro. Considerato che si trova sempre dalla parte giusta - fu anche amico di Berlusconi e Alfano quando i due erano al governo in rapporti di delfinato -, l' addio a M5S può essere una buona notizia. Significa che i grillini, anche se riusciranno a evitare le urne anticipate che li avrebbero asfaltati, e a confermare Conte a Palazzo Chigi e Di Maio vicepremier, forse non hanno prospettive così rosee. Altrimenti Gianluigi resterebbe dov' è.


SEMPRE PIÙ IN ALTO
Paragone infatti vede sempre lontano. Giura che questa, comunque vada, è la sua ultima e unica legislatura.
Ma siccome ogni passo che muove lo porta più in alto, ciò significa solo che sta perseguendo obiettivi più importanti di uno scranno parlamentare da comparsa. Già, ma quali? Fioccano i retroscena. Il più gustoso è che Gianluigi non sia solo, e quando mai? Sarebbero una decina i senatori grillini allergici all' accordo M5S-Pd, numero esiguo ma sufficiente a formare un gruppo parlamentare e pure a impedire il varo della nuova maggioranza, a meno di un provvidenziale soccorso berlusconiano, o quantomeno a complicarle la vita. Al vertice pentastellato di ieri che ha deciso l' inciucio mancavano poi molti pezzi da novanta del Movimento. Se è molto probabile che il governo più impopolare e a sinistra della Repubblica parta, è altresì probabile infatti che esso possa cadere presto. Per allora Paragone si sarà rifatto una perfetta verginità con il centrodestra, nelle cui file troverà comoda collocazione. E nessuno si azzardi a sostenere che è un voltafaccia. Sono stati i grillini a dire che con il Pd non ci si poteva alleare, figurarsi governare. Lui è stato ancora una volta coerente, a suo modo.

di Pietro Senaldi
 
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ULTIMA ORA DA VIOLAZIONE: scambio email non consentito ! SALVINI INDAGATO PER SEQUESTRO DI PERSONA DALLA MAGISTRATURA AGRIGENTINA DAL PROCURATORE CAPO INTEGERRIMO SIGNOR PATRONAGGIO . SI SAPEVA GIA' TAR ANNULLA DECRETO TONINELLI NON FIRMA LA MINISTRA TRENTA NON FIRMA SALVINI DA SOLO QUESTA E LA LEGGE DELLA MAGISTRATURA AGRIGENTINA ..
 
L'ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI SI RIFERISCE AL CASO OPEN ARMS QUELLA CHE NON HA VOLUTO SCARICARE 39 IMMIGRATI A MALTA E AVUTO UN PORTO SICURO IN SPAGNA LA RIFIUTATO . SOSTANDO PER 15 GG IN ACQUE DI LAMPEDUSA LORO NON SEQUESTRANO IL GOVERNO SI … COMPLIMENTI SIGNOR PATRONAGGIO LE ONG POSSONO SPERONARE MOTOVEDETTE DELLA GDF E NON SUCCEDE NULLA . MI VERGOGNO VERAMENTE
 

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