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Buon Natale

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PANDORA - I MALI DEL MONDO E LA SPERANZA
Dopo aver disobbedito a Zeus, rubando il fuoco e donandolo agli uomini, Prometeo era stato incatenato e condannato ad atroci sofferenze.
La punizione riservata agli uomini fu invece più indiretta ed ingannevole. Il re degli Dei ordinò ad Efesto di creare la prima donna. Il suo nome fu Pandora (da pân, "tutto" e δῶρον, dôron, "dono" - "tutti i doni") e ogni dio le offrì un dono: bellezza, virtù, abilità, grazia, astuzia e ingegno.
Fu condotta da Epimeteo che era stato avvisato dal fratello Prometeo di non accettare doni da Zeus. Non potè tuttavia fare a meno di innamorarsi di quella donna intelligente e bellissima, decidendo di sposarla.
Pandora portava con sé un vaso (o scrigno) donatole da Zeus con l'avvertimento che non avrebbe mai dovuto aprirlo. Per la curiosità di sapere che cosa contenesse la donna aprì il vaso e ne uscirono tutti i mali da cui l'umanità fu afflitta. Il mondo divenne cupo e gli esseri umani iniziarono a confrontarsi con le sofferenze terrene, la malattia e la morte. Sul fondo del vaso restò la speranza, non avendo fatto in tempo ad uscire prima che questo fosse chiuso.
In seguito Pandora aprì nuovamente il vaso, lasciando uscire la speranza. Con Epimeteo ebbe una figlia di nome Pirra, destinata a sposare Deucalione e a divenire madre della nuova umanità dopo il diluvio.
Ancora una volta la condizione umana deriva dalla necessità di andare oltre un limite posto alla conoscenza. Il divieto di Zeus già prevede la sua violazione così da rendere l'umanità responsabile di quella complicazione che è insita nel sapere e nell'autocoscienza. Anche qui è una donna a incarnare la ricerca della verità così come nella sua simbologia inconscia il vaso (o lo scrigno) rimanda al femminile.
La Pandora di Alexandre Cabanel è la celebre cantante lirica svedese Christine Nilsson (1843-1921). Il pittore francese la ritrasse anche nei panni di Ophelia. Sembra che a lei si sia ispirato Gaston Leroux per il personaggio di Christine Daaé nel suo romanzo "Il Fantasma dell'Opera" (1910).
Alexandre Cabanel "Pandora" (1873), Olio su tela, 70,2 x 49,2 cm, Walters Art Museum, Baltimora, USA.
 

Prudente curiosità

Il dipinto rappresenta il momento nella vita di una donna in cui avviene il passaggio dall'infanzia alla gioventù.
In quel breve momento di grazia, l'animo femminile è insieme attratto dall'amore e spaventato dai suoi effetti, e mentre lo guarda ammirata, lo tiene a distanza, cercando di difendersi da esso, temendo la punta della sua freccia nel cuore.

(William-Adolphe Bouguereau - 1880 - Una giovane si difende da Amore - Paul Getty Museum - Los Angeles, CA)

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Vita da cani

Diogene è considerato uno dei fondatori della scuola cinica.

Il termine "cinico" deriva dalla parola greca κύων (kyon - "cane") – soprannome di Diogene, che ne fu l'esponente più importante. I cinici professavano una vita randagia e autonoma, indifferente ai bisogni e alle passioni, fedeli solo al rigore morale.

Ecco la rappresentazione visiva simbolica, per similitudine, della sua filosofia.



Jean-Léon Gérôme - Diogene nella sua botte - 1860 - Walters Art Museum,
Baltimore



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Simboli, segreti e misteri

Misteri celati nei capolavori, segreti sepolti fra i colori e le forme, simboli indecifrabili nelle opere d'Arte che riemergono con chiarezza alla luce.

Studiosi esperti di simbologia e docenti universitari ti accompagnano alla scoperta di ciò che è nascosto nei capolavori, spiegando i significati reconditi inseriti dagli artisti del Passato nelle loro opere.

Per scoprire i tesori dei significati criptici della simbologia religiosa, alchemica o filosofica nell'arte c'è uno scrigno virtuale, dedicato ai veri intenditori.

https://simbolinellarte.blogspot.com/


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PROMETEO - L'UMANITÀ CHE NASCE DA UN ATTO DI RIBELLIONE
Il significato del nome Prometeo (colui che riflette prima) si contrappone a quello del fratello Epimeteo (colui che riflette dopo). Uno rappresenta la riflessività e l'astuzia, l'altro l'impulsività e l'istinto.
Ai primordi dell'umanità il titano Prometeo rubò il fuoco agli Dei per consegnarlo al genere umano. Il gesto che è all'origine della condizione umana.
"Con acqua e terra Prometeo plasmò gli uomini e donò loro il fuoco che celò in una ferula, di nascosto da Zeus" (Apollodoro. I miti greci l,7,1).
Zeus aveva affidato a Prometeo il compito di forgiare gli esseri umani. Successivamente Atena e gli altri dei avevano messo a disposizione un numero limitato di "buone qualità" da attribuire agli esseri viventi. Epimeteo cominciò la distribuzione senza aver cura di pianificarla tanto che nessuna qualità restò disponibile per il genere umano. Prometeo rubò così ad Atena uno scrigno contenente l'intelligenza e la memoria che donò agli umani.
Zeus, che aveva nel frattempo deciso di distruggerli, non ne fu contento. Il re degli dei riteneva pericolosi quei doni che avrebbero reso gli umani sempre più potenti e capaci.
Durante un banchetto Prometeo ingannò Zeus facendo in modo che agli umani fossero riservate le parti migliori di un bue mentre agli dei spettarono le ossa. Zeus lanciò allora la sua maledizione sugli uomini, tolse loro il fuoco condannandoli a morire sulla terra, esiliati dall'Olimpo.
Prometeo rubò il fuoco e lo portò agli umani. Subì per questo la punizione di essere incatenato nudo su una rupe. Un'aquila mangiava il suo fegato che ogni notte ricresceva.
Secondo il mito l'umanità come la conosciamo nasce dalla trasgressione, dalla ribellione a un'autorità superiore. L'elemento sovversivo è la conoscenza, la conquista del fuoco come simbolo di potere dell'intelletto. La punizione divina pone un argine all'ambizione di onnipotenza degli esseri umani. Il loro destino sarà quello di dover conciliare l'ardore di sfidare i propri limiti con l'umiltà di accettare la propria finitezza.
Nel mito di Prometeo possono essere riconosciute interessanti analogie con la Genesi come quella tra il furto del fuoco e il morso al frutto dell'albero della conoscenza, tra la cacciata dall'Olimpo e quella dal Giardino dell'Eden.
Eduard Müller (1879) "Prometeo incatenato e l'Oceanide", Marmo, Alte Nationalgalerie, Berlino, Germania.

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