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“Basta business dei profughi”, cittadini bloccano la Cassia contro il centro accoglienza



“Non ci fermeremo, qualcuno dovrà ascoltarci e soprattutto vederci!!”. Così Alberto Meoni del comitato dei residenti di Casale San Nicola, zona a nord di Roma, che questa mattina a partire dalle sette circa per più di un’ora con un folto gruppo di cittadini ha bloccato la via Cassia all’altezza del bivio con la via Braccianese per dire no al centro di accoglienza profughi che dovrebbe essere ospitato in un’ex scuola della zona.
Un invasione di striscioni e cartelloni, ‘Sicurezza prima di tutto’, No alla tratta degli schiavi’ , ‘No al business dei profughi’, ‘Legalità, trasparenza e sicurezza’ incorniciati dal suono di fischietti e dalla voce amplificata da un megafono che spiega le ragioni della protesta. Ed è proprio contro l’arrivo di un centinaio di profughi, in una struttura non adeguata e non a norma, che da quasi un mese il Comitato ha istituito un presidio permanente non lontano dallo stabile che dovrebbe ospitare i migranti.
“Chiediamo un poco di pazienza e ci scusiamo per il disagio – dice la voce al megafono – per dirvi che nell’ex scuola Socrate, nell’area di Casale San Nicola, qui vicino, stanno arrivando un centinaio di profughi, richiedenti asilo che verranno ospitati in una struttura non idonea, non a norma. Noi temiamo per la nostra sicurezza. La decisione di utilizzare questa ex scuola è piovuta dal cielo, non ne sapevamo nulla, nessuno ci ha informato. Vogliamo solo farvi sapere cosa sta succedendo e vorremmo farvi sapere anche cosa stanno facendo con i nostri soldi”.
Code di automobilisti, tre o quattro chilometri, si sono venute a formare sia sulla via Cassia che sulla Via Braccianese, con automobilisti, ai quali sono stati distribuiti volantini, che hanno espresso solidarietà e diversi hanno ringraziato per le iniziative del Comitato, altri invece hanno mostrato grande nervosismo e qualcuno anche rabbia. La protesta si è svolta in maniera del tutto pacifica, alla presenza di un’auto dei Carabinieri e di una volante della polizia.
Non è la prima iniziativa dei residenti di Casale San Nicola, già il 18 maggio scorso avevano bloccato, a singhiozzo, la via Braccianese, vicino al presidio, sempre per dire no al centro di accoglienza che verrebbe ospitato in uno stabile privo di fogne, sarebbe stata creata una fossa settica che potrebbe non essere sufficiente, le strade non sono illuminate e i primi esercizi commerciali sono ad almeno due o tre chilometri di distanza e anche i mezzi di trasporto sono ad almeno quattro chilometri: “tutto è troppo lontano. Questi profughi rischiano di essere ghettizzati e di non riuscire a muoversi e cosa faranno?”, si chiede una residente preoccupata per ciò che potrebbe accadere dal punto di vista sicurezza.


hanno consegnato il paese al pd......e la fine..
 
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[h=1]Genova, carabinieri colpito con un cacciavite da un senegalese. E' grave[/h]
Un maresciallo dei carabinieri del nucleo radiomobile è stato ferito gravemente stamani, alle 8, da un immigrato senegalese che lo ha colpito al torace con un cacciavite. Il sottufficiale è stato soccorso da personale del 118 e ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale Galliera. Il senegalese, che si trovava insieme a un connazionale, si è dato alla fuga dopo avere ferito lievemente anche il collega di pattuglia del carabiniere accoltellato. I due immigrati sono stati immediatamente rintracciati alla stazione Marittima da altri militari accorsi sul posto e tratti in arresto.
I fatti - Secondo quanto ricostruito, i due senegalesi erano vicini a un furgone parcheggiato in in via Mura degli Zingari, quando i carabinieri insospettiti dal loro atteggiamento, gli hanno chiesto i documenti. Da qui la reazione dei due. Gli arrestati hanno 31 e 49 anni: il primo sarebbe l'autore materiale del ferimento. I due dovranno rispondere di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Il carabiniere è stato giudicato fuori pericolo: il fendente non ha leso organi vitali. Sarà dimesso nelle prossime ore.
Reazioni - Immediata la reazione di Matteo Salvini. Il leader della Lega ha scritto su Facebook: "Il senegalese è stato arrestato. Io non lo metterei in galera, lo rispedirei subito al suo Paese! Quante belle ’risorse'". Solidarietà a tutti gli agenti è arrivata da Giovanni Toti, candidato presidente del centrodestra della Regione Liguria. "Tutto questo è inaccettabile soprattutto se si pensa che Genova è una delle otto città che il governo Renzi ha escluso dall’operazione strade sicure", ha tuonato inoltre su Fb. "Vogliamo che nel centro storico di Genova, dove ormai ogni giorno si registrano casi di violenza e di degrado, siano istituiti presidi militari visibili alla cittadinanza per controllare i territori e ripristinare la legalità. La Liguria che vogliamo è una regione che non accetta più clandestini. I tanti cittadini che incontro durante il mio tour nella regione sono stanchi delle chiacchiere e delle promesse". "Servono fatti concreti perché la sicurezza dei liguri viene prima delle slide e dei tweet inutili e buonisti del governo Renzi e delle amministrazioni locali incapaci di proteggere e tutelare la sicurezza dei cittadini", ha concluso Toti. "Ora #cambiamoinsieme la Liguria e l’Italia".


una risposta del commento
L'Italia è fuori controllo, é finita. Non ci sono piu' gli italiani. C'è una miscela esplosiva di etnie assolutamente diverse e spesso incompatibili. Qui finisce molto male. Bisogna ricordarsi "chi ci ha messo in questa situazione" e nonostante tutto continua a pontificare.
 

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