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L’UE ha deciso: stop a queste auto e da quando

  • 26 Marzo 2025
  • Web
  • Redazione Business.it
    Redazione Business.it
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L’Unione Europea ha fissato una data decisiva per l’industria automobilistica: dal 2035, non sarà più possibile vendere nuove auto con motori a combustione interna. Questa misura fa parte di un pacchetto più ampio che punta alla neutralità climatica entro il 2050. A partire da quella data, i produttori di auto non potranno più immettere sul mercato veicoli alimentati a benzina o diesel. Tuttavia, chi possiede già un’auto con motore termico potrà continuare a usarla, e la compravendita di veicoli usati non sarà vietata. Il divieto non sarà assoluto per tutti i tipi di veicoli. Potrebbero esserci deroghe per quelli alimentati con carburanti sintetici o a idrogeno, a condizione che non emettano CO₂. Tuttavia, si prevede che le auto elettriche a batteria diventeranno la scelta principale per il futuro della mobilità.

Chi continuerà a guidare auto a combustione interna potrebbe trovarsi a sostenere costi maggiori a causa di:

  • Maggiori tasse ambientali
  • Possibili imposte sulle emissioni di CO₂
  • Riduzione o eliminazione degli incentivi per i combustibili fossili
Queste misure sono pensate per spingere i consumatori verso veicoli meno inquinanti.

Il settore dei trasporti rappresenta una parte significativa delle emissioni di CO₂ in Europa. Per affrontare questa sfida, sono stati fissati obiettivi stringenti, tra cui:

  • Riduzione del 55% delle emissioni di CO₂ per le auto nuove entro il 2030
  • Riduzione del 50% per i veicoli commerciali leggeri entro la stessa data
Questi target impongono ai produttori automobilistici di accelerare lo sviluppo di tecnologie più sostenibili.

L’evoluzione verso l’elettrico coinvolge non solo le case automobilistiche, ma anche i fornitori di componenti e l’intera catena di produzione e distribuzione. Diverse aziende stanno già modificando le proprie strategie per adattarsi a questa trasformazione.

Per agevolare il passaggio alla mobilità elettrica, l’Unione Europea ha avviato una serie di iniziative, tra cui:

  • Investimenti nel settore delle batterie per favorire la produzione europea
  • Maggiore accesso alle materie prime critiche necessarie per la transizione
  • Snellimento delle procedure per incentivare l’innovazione
Inoltre, vengono messi a disposizione incentivi economici per i consumatori che scelgono di acquistare veicoli elettrici, rendendo la transizione più accessibile a tutti..
.E I NOSTRI "PASTORI" CONDUCONO IL "GREGGE" AL MATTA........TOI O MATTA...RELLO?
SERVI DELL'EU.


HA .... E AVRANNO SOLO I RICCHI LE AUTO ELETTRICHE ED I NON RICCHI A PIEDI DENTRO LE GABBIE DI CITTA'.TI PIACE ?
 
SAI CHI SONO I COMPLICI ? QUELLI A CUI VAI A METTERE UNA X PER CAMBIARE PASTORE MA IL PASTORE FARA' SEMPRE IL PASTORE TI MUNGE, TOSA ED INFINE MA*/#CE*/ LLA##

L’Euro ha massacrato gli italiani. Ecco quanto abbiamo perso in 20 anni: “Una cifra colossale” Lo studio tedesco

euro italiani studio tedesco

Qual è il Paese dell’UE che ha sofferto di più con l’entrata dell’Euro? La risposta è scontata: l’Italia. A vent’anni dall’introduzione della moneta unica, i dati lo confermano. Abbiamo visto con i nostri occhi il costo della vita triplicare e gli stipendi dimezzarsi. Abbiamo assistito impotenti alla perdita dei nostri gioielli nazionali e delle ricchezze strategiche.
Leggi anche: Gli Italiani pagano la corrente a tedeschi e francesi”. Come l’Europa ci ha fregato di nuovo: il diabolico meccanismo

Questo è quanto emerge da uno studio del Centro per la politica europea (Cep), un think tank tedesco specializzato in politiche economiche dell’UE. Secondo lo studio, la Germania è il Paese che ha maggiormente beneficiato dell’Euro, mentre l’Italia ha subito le perdite maggiori. I dati parlano chiaro.

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Quanto ha perso l’Italia con l’euro in 20 anni

Il rapporto “Vent’anni di euro: vincitori e perdenti” rivela quali Paesi hanno visto le proprie casse e le tasche dei cittadini riempirsi grazie alla moneta unica e quali, al contrario, sono sprofondati. Lo studio ha stimato il PIL pro capite che ogni Paese avrebbe avuto senza l’Euro. L’Italia, con una perdita totale di 4.325 miliardi di PIL bruciati, si piazza all’ultimo posto per crescita economica nella zona euro. Nessuno peggio di noi.

Gli esperti del Cep sono categorici: “In nessun altro Paese l’Euro ha portato a perdite così elevate di prosperità come in Italia”. Il PIL pro capite italiano è rimasto stagnante dall’introduzione dell’Euro, con una perdita pro capite di 73.605 euro dal 1999 al 2017. Al contrario, la Germania ha guadagnato in totale 1.893 miliardi di euro, ovvero 23.116 euro per abitante nello stesso periodo. Dietro la Germania troviamo i Paesi Bassi, e, ironia della sorte, perfino la Grecia ha subito perdite minori rispetto all’Italia. Questo dato è emblematico e ci fa riflettere su quanto l’introduzione dell’Euro abbia avuto effetti devastanti sulla nostra economia.

MA SE IN CASA SIETE IN TRE ?=23.116X3 QUANTO FA ?(MI SEMBRA UN PO POCO COME STIMA)

MI RACCOMANDO LA X
 

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