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CI FARANNO INVADERE#NO COMET#

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[h=1]Governo blocca Alan Kurdi, l'ira di Orfini: "Correggere subito questo errore"[/h] [h=2][/h]
La ong Sea Eye ha chiesto il permesso di sbarcare i migranti rimasti sulla nave Alan Kurdi. L'Italia ha negato l'ingresso. Orfini: "Così non va bene, per niente"

Giorgia Baroncini - Mar, 10/09/2019 - 12:00
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Il governo italiano è stato chiaro: la Alan Kurdi non può "entrare, transitare e fermarsi nelle acque territoriali italiane".
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Foto di repertorio

Un mossa alla Matteo Salvini che ha fatto andare su tutte le furie l'ong See Eye. "Se si utilizzano le politiche del segretario della Lega per dimostrare che non c'è bisogno di lui per bloccare Ong e persone soccorse, si fa comunque in modo che il suo obiettivo venga raggiunto", ha tuonato il portavoce.

A bordo dell'imbarcazione ci sono ancora cinque migranti: tutti gli altri sono stati già fatti sbarcare per motivi di salute. La ong ha così inviato una richiesta di assegnazione di un Pos a Italia, Francia, Spagna e Portogallo, ma il governo italiano ha risposto con un secco "no".

Da giorni Matteo Orfini sta condannando la decisione dell'esecutivo. Oggi l'ultimo tweet contro i giallorossi: "Il primo atto del nuovo governo è chiudere i porti alla Alan Kurdi che è ancora in mare con solo 5 naufraghi a bordo.
Così non va bene, per niente. Cacciare Salvini e tenersi le sue politiche non mi pare geniale. Chiedo al governo di correggere subito questo errore", ha scritto il deputato del Partito Democratico.
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orfini@orfini
Il primo atto del nuovo governo è chiudere i porti alla #AlanKurdi che è ancora in mare con solo 5 naufraghi a bordo.
Così non va bene, per niente. Cacciare Salvini e tenersi le sue politiche non mi pare geniale.
Chiedo al governo di correggere subito questo errore.
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10:12 - 10 set 2019
 

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[h=1]Altri 34 migranti a bordo della Ocean Viking[/h] [h=2][/h] La nave di Sos Mediterranée e Medici Senza Frontiere, adesso ha a bordo 84 migranti: attualmente il mezzo dell'Ong si trova in acque internazionali, ma potrebbe fare rotta verso l'Italia


Mauro Indelicato - Mar, 10/09/2019 - 11:47









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Sono 84 adesso i migranti a bordo della Ocean Viking, la nave dell’Ong Sos Mediterranée la quale la gestisce assieme a Medici Senza Frontiere.
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Dopo i 50 recuperati a largo della Libia nei giorni scorsi, adesso a bordo del mezzo dell’organizzazione non governativa francese sono saliti 34 migranti salvati poche ore prima dal veliero “Josefa”.
Ad annunciarlo su Twitter sono gli stessi membri di Sos Mediterranée: “A causa del rapido deterioramento delle condizioni meteo – si legge – 34 persone soccorse dalla barca a vela Josefa sono state trasferite sulla Ocean Viking, dopo che la situazione sulla loro barca di 14m è diventata di emergenza”.
Tra i 34 migranti saliti da poche ore sul mezzo di Sos Mediterranée, risulta anche una donna incinta ed un bambino di un anno. La nave attualmente si trova in acque internazionali, non lontana dalla Libia. Da vedere adesso la rotta che verrà intrapresa nelle prossime ore e se, in particolare, la Ocean Viking punterà o meno verso l’Italia.
Se la nave dovesse dirigersi verso il nostro paese, si tratterà verosimilmente del primo banco di prova sul fronte immigrazione per il nuovo governo. Le attenzioni, in particolare, potrebbero essere puntate sulle decisioni che prenderà in primis Luciana Lamorgese, il neo ministro dell’interno che ha sostituito Matteo Salvini alla guida del Viminale.
Il segretario della Lega ha fatto, del divieto di ingresso in acque italiane, uno dei cavalli di battaglia contro le Ong durante il suo mandato al dicastero, con nuove norme in tal senso inserite all’interno dei due decreti sicurezza varati dal primo governo Conte con l’appoggio del Movimento Cinque Stelle.
Ma adesso la situazione da questo punto di vista potrebbe cambiare: nel suo discorso alla Camera dei Deputati, lo stesso premier Conte nel chiedere la fiducia ai parlamentari ha confermato l’intenzione del nuovo esecutivo di modificare i decreti sicurezza.
Politicamente parlando dunque, il comportamento del governo giallorosso sulla Ocean Viking, nel caso in cui la nave dovesse dirigersi verso un porto italiano, potrebbe rappresentare la nuova linea di Roma sull’immigrazione e sulle Ong.
L’ultima querelle relativa ai rapporti con le organizzazioni non governative, riguarda il caso della nave Alan Kurdi della Sea Eye. Il mezzo dell’Ong tedesca si trova ancora in alto mare con otto migranti a bordo, con Malta che si rifiuta al momento di coordinare la fase dei soccorsi. Sulla Alan Kurdi pende il divieto di ingresso in acque italiane, firmato da Salvini e sottoscritto da Toninelli e Trenta nella loro qualità rispettivamente di ministro delle Infrastrutture e della Difesa.
Nessuno dei tre fa parte della nuova compagine governativa, dunque nel caso in cui la Ocean Viking punti le acque italiane sarà importante prendere atto della decisione che prenderanno i nuovi responsabili dei ministeri sopra citati.
Ecco dunque perché i salvataggi delle scorse ore operati da Sos Mediterranée risultano, politicamente parlando, tanto importanti quanto emblematici.
 

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[h=1]Carlo Nordio contro l'inciucio: "Dovevamo votare, non siamo cretini. M5s e Pd? Temo un nuovo Medioevo"[/h]
10 Settembre 2019
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Procuratore Nordio, leggo i suoi articoli sul Messaggero: da liberale è diventato leghista?
«No. Io mi iscrissi alla Gioventù Liberale nel 1963, anche se restituii la tessera appena entrato in magistratura. Nella mia vita ho cambiato tante idee ma non quella liberale».

Sul tema dell' immigrazione però è molto salviniano, come mai?
«Più che salviniano sono legalitario. Dai tempi di una legge di sinistra di vent' anni fa, la Turco-Napolitano,
i princìpi sono gli stessi: in Italia si entra con il permesso; se ne sei privo, vieni respinto alla frontiera; se sei espulso e non te ne vai, commetti un reato. Salvini ha avuto il coraggio di applicarla concretamente perché, almeno fino a Minniti, era rimasta sulla carta. Che poi Salvini si esprima in modo talvolta rude e pittoresco credo faccia parte del suo carattere. Personalmente lo preferirei più istituzionale».

Hanno fondamento le incriminazioni nei confronti dell' ex ministro dell' Interno per sequestro di persona o per aver detto che la capitana Rackete favorisce l' immigrazione clandestina?
«Secondo me nessuno.
Del resto, la stessa Corte Europea dei diritti dell' Uomo ha stabilito che lo Stato di approdo urgente ha il dovere di assistenza, ma non di accoglienza».

Come possiamo difenderci dalle Ong straniere che scaricano profughi sul nostro territorio?
«Penso che si debba coniugare la solidarietà e il realismo in un modo semplice e legale, in attesa che venga modificata l'aberrazione dell' accordo di Dublino: si obblighino i migranti a depositare la domanda di asilo nelle mani del comandante delle navi delle Ong. Egli a tutti gli effetti è pubblico ufficiale dello Stato di bandiera. A quel punto, potremmo anche fare sbarcare i profughi temporaneamente da noi, salvo trasferirli subito nello Stato di primo approdo dove è stato depositato il documento, perché questo dice proprio il trattato di Dublino».

Da osservatore, pensa che la politica sull' immigrazione dell' Italia cambierà con il nuovo governo giallorosso?
«Bel problema. Conte e Di Maio dovrebbero rinnegare loro stessi, e per di più la misura sarebbe molto impopolare. Credo che alla fine ritoccheranno i decreti sicurezza secondo i rilievi di Mattarella, ma non intaccheranno la ratio della norma. Sarà comunque la decisione più difficile per il nuovo esecutivo».

Il fatto che il nuovo ministro dell' Interno sia un prefetto, cioè un tecnico, limiterà l' azione politica del Viminale?
«Questo no. La ministra Lamorgese, che abbiamo conosciuto come prefetto a Venezia, è una delle migliori dirigenti del settore, ha grande esperienza, straordinaria intelligenza e determinazione. Piuttosto c' è da domandarsi perché, per una posizione così importante, il governo non abbia avuto il coraggio di scegliere una personalità politica. Certo è un segno della sua debolezza e delle sue difficoltà».

Quali sono i limiti che si possono mettere ai flussi migratori?
«
I limiti legali sono quelli delle leggi esistenti, i cui principi, ripeto, sono sempre quelli della legge Turco-Napolitano. I limiti umani, e razionali, sono quelli dei numeri: quanti ne possiamo accogliere e mantenere? E delle decine di milioni di africani che premono per migliorare le loro condizioni economiche che ne facciamo? Su questi punti occorrerebbero risposte chiare».

Il decreto sicurezza bis è anticostituzionale?
«Nella sostanza no, ma alcune parti, come le sproporzioni delle sanzioni e l'incertezza di alcune fattispecie, potrebbero esserlo. Sono i punti evidenziati da Mattarella, e credo che saranno modificati».

La nuova normativa sulla legittima difesa è da confermare o da rivedere?
«È da confermare. Tuttavia è inserita in un codice penale fascista, del 1930, che reca la firma di Mussolini.
Se non si fa un nuovo codice veramente liberale queste riforme saranno sempre insufficienti».

Esiste un allarme sicurezza in Italia?
«Sicurezza dello Stato no, sono finiti i tempi del terrorismo interno.
Sulla sicurezza dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli, direi invece che, anche se i reati sono in calo, la percezione di insicurezza è aumentata».

Lei è magistrato inquirente di impostazione liberale: la preoccupa la saldatura dei giustizialismi di M5S e Pd per il futuro della nostra giustizia?
«Si, molto; anzi, moltissimo».

Il Pd recentemente sembrava tendere a un maggiore garantismo. Cosa dovrebbe imporre Conte, che è un avvocato e in questo governo comanda davvero, al Guardasigilli grillino Bonafede?
«La sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado è un mostro giuridico, tuttavia era stata subordinata a una radicale riforma per render più rapidi i processi. Questa riforma non c' è, e quella che si prospetta è insignificante. Se non faranno slittare l' entrata in vigore della legge sulla prescrizione torneremo al Medioevo».

Dello scandalo che ha travolto il Csm e la magistratura non si parla più: come mai?
«Penso che se ne riparlerà ancora presto».

Finirà tutto a tarallucci e vino, compresa la riforma del Csm?
«Questo è possibile: l' associazione nazionale magistrati è sempre potente, e vuole che tutto resti più o meno così».

Troyan e intercettazioni: fino a che punto è giusto spingersi rispetto a quanto si fa oggi?
«Il troyan è un altro mostro da eliminare. E l' uso delle intercettazioni ha devastato i nostri diritti alla libera manifestazione del pensiero, che è strettamente legata alla riservatezza: non per nulla il voto è libero solo quando è segreto. Ma sono tabù difficili da scardinare».

Il leader leghista voleva votare, il nuovo governo è nato solo per evitare che egli vincesse: siamo destinati a un esecutivo di legislatura o Salvini potrebbe avere un asso nella manica?
«L'asso nella manica di Salvini potrebbe essere proprio il nuovo governo. Perseguendo programmi incompatibili, avendo un alto tasso di litigiosità, e comprendendo forze assai eterogenee, l' alleanza tra M5S e Pd potrebbe fallire clamorosamente. A quel punto Salvini andrebbe al 60%, come disse il segretario democratico Zingaretti quando prospettò la necessità di votare subito».

Cosa pensa del taglio dei parlamentari?
«Lo trovo inutile. Ma se la Lega vuol davvero votare subito, lo proponga lei sino da domani, dopo la fiducia al governo. Con i voti suoi, dei grillini e del Pd si supereranno i due terzi, e nulla vieta che si proceda a una nuova votazione successiva per confermare il quorum qualificato. Dopodiché il referendum è evitato, le Camere sono delegittimate e l' unica via sono le elezioni. Ma se anche questa via non fosse percorribile, chi, se non la Lega, avrebbe i numeri per domandare il referendum? Basta che vi rinunci, e la nuova la legge costituzionale entra in vigore, con le conseguenti votazioni. Immediate».

Con l'accordo M5S-Pd è finita la fase anti-casta in Italia?
«Non ci sono caste in Italia, ci sono solo diffusi poteri interdittivi.
Nessuno può decidere nulla, ma molti possono impedire praticamente tutto, dall' apertura di un cantiere a una bocciatura scolastica».

Da storico qual è: siamo oltre il trasformismo?
«Sarebbe lungo spiegare il significato di questa parola nella nostra storia. Diciamo che Conte aveva dichiarato chiusa la sua esperienza politica, e Zingaretti aveva chiesto discontinuità anche personale. Poi si è visto. Questi non sono trasformismi, sono espedienti giuridicamente leciti per evitare elezioni politicamente necessarie».

Crede che gli elettori puniranno due partiti che si insultano da matti e poi si alleano?
«Se lavoreranno bene no. Ma dubito che possano lavorare bene insieme».

Il Pd ha detto chiaramente che non si è votato per non far vincere Salvini, il quale avrebbe portato l' Italia verso una deriva autoritaria: ma si può negare il voto per difendere la democrazia?
«Come ho detto, dal punto di vista costituzionale certo si può. In realtà Cuperlo, una delle loro menti migliori, ha ammesso in tv che una ragione determinante è stata quella di non far vincere le destre. Ripeto, perfettamente legittimo. Ma per favore, non prendeteci per cretini...».

Salvini, uomo forte e che voleva pieni poteri, rappresentava davvero un rischio per la democrazia o questo allarme è solo figlio della propaganda dell' opposizione?
«Non credo proprio che Salvini fosse e sia un rischio per la democrazia. È un ritornello petulante che ci sentiamo ripetere da più di vent' anni, da quando è arrivato Berlusconi, e maschera una straordinaria povertà di cultura e di argomentazioni politiche. Che poi l' espressione "pieni poteri" sia stata infelicissima è un altro paio di maniche».

L'allarme fascismo è un' invenzione della stampa o della politica di sinistra?
«È una balla colossale. L' unico fascimo è quello del nostro vigente codice penale, che, come ho detto, è firmato Mussolini».

Tecnicamente: è lecito in Italia essere fascisti e, se sì, fino a che punto?
«Fascisti in senso stretto no, perché la ricostituzione del partito è vietata. Ma qui da noi l' epiteto fascista è spesso usato a vanvera. Anche Berlinguer e l' intero Pci furono accusati dagli extraparlamentari e dai Br di esser fascisti».

Il rischio democrazia non è piuttosto costituito dall' Europa, che di fatto è la grande sponsor di questo governo anti-sovranista?
«Nemmeno questo è vero. Ma il matrimonio europeo è nato malissimo, con varie incertezze e riserve mentali. Tuttavia il divorzio è impossibile, e quindi bisogna convivere in un coniugio difficile cercando di renderlo meno conflittuale».

La Ue sta cambiando perché si è accorta di aver sbagliato o per sconfiggere Salvini, Le Pen e Orbàn e gli altri?
«Una motivazione non esclude l' altra, hanno entrambe un fondo di verità».

La politica comunitaria è di fatto influenzata pesantemente da Germania e Francia, che sono i Paesi forti della Ue: quanto è democratico questo?
«Che la Germania unita, fortissima, disciplinata e rigorosissima sarebbe stato il contraente più forte dovevamo capirlo subito. Ma anche loro cominciano ad avere i nostri problemi. Speriamo che i tedeschi, e gli altri nordeuropei, comprendano che la strategia deve mutare».

di Pietro Senaldi
 

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[h=1]Movimento 5 stelle nel panico, l'"intergruppo abruzzese" e l'incubo Luciano D'Alfonso: "Così ci ammazzano"[/h]
10 Settembre 2019

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Il dialogo tra Movimento 5 stelle e Partito democratico non decolla. Tanto meno sui nomi. Ieri 9 settembre dopo il discorso di Giuseppe Conte a Montecitorio, si è improvvisato nel mezzo del Transatlantico un "intergruppo" abruzzese, di parlamentari che in comune, fino ad adesso avevano solo il luogo di nascita e che ora si trovano a stilare una lista delle priorità, con cui spiegare ai rispettivi elettori che questa alleanza porterà alla realizzazione della linea ferroviaria Roma- Pescara, di viadotti autostradali.

Leggi anche: Pd, la riunione "d'emergenza": vertice riservato con i ministri, già separati in casa con il M5s





Rivela il Fatto quotidiano in un retroscena che c'è un nome che più di tutti terrorizza i Cinque Stelle, quello di Luciano D'Alfonso: "Se fanno D' Alfonso sottosegretario i nostri attivisti ci ammazzano", si sfogano. Ma i dem non vogliono sentire ragioni: ""Luciano, ubi maior". "Ci siamo scannati, abbiamo fatto tutta la campagna per le Regionali contro di lui", si disperano i pentastellati. Che confidano in un perdono.

Insomma, i grillini dovranno "digerirlo". Qualcuno nel Palazzo ci sta provando. Ma non per tutti è facile. "Abbiamo saltato il fosso", dice una deputata Cinque Stelle.
 

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[h=1]CIAO BELLA CIAO,CIAO BELLA CIAO[/h]
[h=1]Otto e mezzo, Carlo De Benedetti dalla Gruber: "Il Pd rischia di più ma il M5s presto sparirà"[/h]
10 Settembre 2019

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"Il Pd rischia di più da questa alleanza, ma è destinato a restare. Invece i 5 Stelle sono destinati a scomparire". Carlo De Benedetti, ospite di Lilli Gruber per la prima puntata di Otto e mezzo su La7, spiega di "non credere nei partiti che non hanno un forte radicamento culturale" e bastona il governo giallorosso.



GUARDA IL VIDEO - "Cos'è questo governo". De Benedetti gela la Gruber in diretta




Il Conte-bis, spiega, non lo convince e non avrà vita lunga: "Avevo trovato bellissimo il discorso di Giuseppe Conte al Senato lo scorso 20 agosto. Ma poi ho ritenuto inadeguato sedersi con il Pd dopo aver firmato tutti i decreti sicurezza, la Diciotti... Penso che lui sia un manager, non un politico. Gestisce la politica come se dovesse rispondere agli azionisti, che per lui sono il popolo". "Non avrei votato la fiducia", aggiunge poi l'editore di Repubblica ed Espresso, secondo cui "i padri di questo governo si chiamano Renzi e Beppe Grillo, e non mi sembra un grande albero genealogico".


ADDIO LAUTO STIPENDIO.



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