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COME NEVE AL SOLE

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[h=1]L’arrembaggio del Pd alla Sea Watch aumenta l'approssimazione del partito[/h]
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ANSA
Lo sforzo di Marco Minniti di Ridare i neuroni alla sinistra”, come scriveva su Il Foglio del 24 giugno, non ha prodotto i risultati sperati. Tanto meno l’esempio della trionfale vittoria elettorale dei socialdemocratici danesi con una linea dura sull’immigrazione. La salita di alcuni esponenti del Pd sulla Sea Watch, proni al modello Fratoianni (Nicola, il leader di Sinistra Italiana) è l’ennesima ondivaga posizione del partito di Zingaretti sui migranti che l’ha condotto alle recenti sconfitte elettorali.

Pare non capirlo il Pd. Astruso da sciogliere la contraddizione che lo accompagna da quando Renzi sottovalutò la questione dei migranti, nascondendola, senza accorgersi che arrivata ben prima di lui a lambire, negativamente, stati d’animo e sensibilità dei cittadini.

Il Pd ha colto l’occasione della Sea Watch per crogiolarsi ulteriormente nel grande calderone intriso di bontà, umanità, accoglienza che poco hanno a che spartire con sicurezza, legalità, ordine e rispetto delle leggi di uno Stato. Che non sono da rigettare a piacimento, tra una libera obiezione di coscienza e l’insopportazione epidermica per il “capitano” Matteo Salvini.

Questa aria movimentista è sostenuta da autorevoli opinionisti e giornali che hanno colto l’occasione di abbracciare spassionatamente la capitana della Sea Watch mettendo a repentaglio il valore dello Stato, delle sue leggi, la rispettabilità, favorendo, al contrario, una immagine colabrodo, dove tutto è possibile ed è interpretabile secondo l’occasione, facendo emergere una decina di centri di comando, chiamati a decidere su porti chiusi, aperti, salvaguardia dei confini, aiuti umanitari, un pot-pourri dove, a un certo punto, non ci capisce più nulla e ci rende per forza maggiore inferiori e caotici rispetto ad altri stati del Vecchio Continente che, su alcuni punti fondanti, riuniscono la totalità della nazione.

In Italia non funziona così. Valgono i distinguo. Le interpretazioni. La caciara umanitaria. A chi si fa più bello.

A Lampedusa arrivano disperati, con le loro barchette e attraccano senza intralci. Porti aperti, chiusi, frontiere da recintare, trattato di Dublino da riscrivere, Schengen da rivalutare, l’integrazione latitante, che continua non esserci preferendo blaterarla a babbo morto.

La Sea Watch è la rappresentazione plastica della vaghezza. L’opposto del sistema Paese compatto, agghindato per i giochi invernali del 2026.

Appunto, qui non si capisce chi comanda. Se ci sono leggi da rispettare. O è un optional rispettarle. Perché c’è la disobbedienza civile. Una sorta di arrembaggio politico. Con appelli, liturgie alle quali la stragrande maggioranza degli italiani non crede.

Avremmo preferito un altro svolgimento. Su questioni delicate che mescolano diritto, regole e umanità, e quindi si prestano facilmente ad affabulazioni elettorali mistificatorie. Di una Italia che si fatica a capire quando è carne e quando è pesce. Con più versioni, variegate, a sostegno. A partire dall’economia per finire ai migranti.


E stupisce che nel marasma odierno il Pd ci sia cascato in pieno dando di sé una immagine di partito inaffidabile. A quel punto non meravigliamoci se sollevano i cittadini più le parole, anche se sono spesso solo parole, del Ministro dell’Interno che il disordinato esprit internazionalista dei democratici italiani.

Bastava vedere in queste ore gli esponenti del Pd nei vari talk. L’imbarazzo evidente di sostenere tesi che non possono essere proprie di un partito che ambisce a ritornare al governo del Paese.
In piena contraddizione con la realtà. Confermando l’impressione del partito di sempre, senza regole e pro immigrati comunque.

Le disarmanti dichiarazioni della comandante della nave olandese non lasciavano dubbi: una risposta incerta dell’Italia non faceva altro che aumentare il caos. La signorina Carola ha detto che non aveva alternative perché gli altri paesi del Vecchio Continente non gli davano retta. Erano disinteressati a quanto avveniva. Descriveva il dolce far niente dell’Europa.

Chiaro, quindi, che calare il capo e accondiscendere a una situazione pasticciata voleva dire arrendersi. Alzare le braccia e far finta che niente succeda. Che va bene continuare così. Dare l’immagine che in Italia è possibile la qualunque.


Occorreva una risposta decisa dell’Italia che non può continuare a fare la parte del pugile suonato. Avremmo auspicato che dietro le norme, le leggi dello Stato si facesse sentire unito l’intero Paese. Per uscire da un limbo dove tutto è interpretabile, si fa e si disfa. Per convenienze. E opportunismi. Con un Pd schierato in difesa delle leggi dello Stato impedendo così che la parte del buon padre di famiglia spetti oggi solo al ministro dell’Interno.

Ma per raggiungere questo occorre sciogliere un po’ nodi che partono dal disconoscimento del lavoro di Marco Minniti di cui gode oggi Salvini. Lo stesso Minniti ha disconosciuto se stesso, volendo alzare il suo range con slanci umanitari che francamente erano fuori luogo. E’ sotto gli occhi la situazione. L’Europa che dorme. Gli Stati che fanno orecchie da mercanti. L’Italia debole. Che in queste sue maglie deboli si insinua la confusione, l’impreparazione, l’assenza di norme sull’integrazione di valore, i rimpatri, acciuffare i clandestini e quant’altro.

Attaccarsi come fa il Pd alla Sea Watch, a una signorina tedesca facendola diventare una eroina non si capisce di cosa, vedendo Delrio ex ministro delle Infrastrutture nel governo Gentiloni salire sulla nave che, guarda caso, battibeccò con Minniti proprio sulla chiusura dei porti, o l’onorevole Orfini dissenziente in toto ancora oggi sugli impegni presi dall’ex ministro degli Interni piddino, ecco questo e molto altro ancora portano a chiedersi quando Zingaretti capirà che il fritto misto, le caponate, il tutti insieme beatamente può funzionare giusto in un musicarello degli anni Sessanta.


Ringrazio di cuore il PD con questa"uscita" è diciamo salita sulla nave farà andare SALVINI al 50% bravissimi,grazie.
Tra no molto vi scioglierete come neve al sole.Amen
 
[h=1]Il Viminale smonta la capitana: ​"Nessun migrante stava male"[/h] [h=2][/h]
Rackete ha forzato il blocco delle motovedette invocando lo "stato di necessità" per i 40 migranti a bordo. In realtà stavano tutti bene: così il Viminale smonta le sue bugie

Andrea Indini - Sab, 29/06/2019 - 22:43
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Quello che ha raccontato Carola Rackete quando è scesa dalla Sea Watch 3 non corrisponde affatto alla verità.
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Per giustificare la folle manovra, che ha portato l'imbarcazione dell'ong tedesca nel porto di Lampedusa speronando una motovedetta della Guardia di Finanza, la capitana ha invocato lo "stato di necessità" per i quarantun immigrati clandestini che si trovavano a bordo. In realtà, come confermano fonti del Viminale al Giornale.it, nessuno di loro stava male. "Resta quindi da capire a cosa si riferisse l'ong per giustificare l'attracco non autorizzato", ci spiegano.

La situazione è precipitata la notte scorsa quando la Rackete ha deciso di forzare il blocco delle motovedette. Intorno all'1.50 la nave della ong tedesca, battente bandiera olandese, è entrata nel porto commerciale di Lampedusa (guarda il video). Subito dopo è salita a bordo la Guardia di Finanza e, intorno alle 3 di notte, la capitana è stata portata via in stato d'arresto co l'accusa di violazione dell'articolo 1100 del codice della navigazione, che richiama il comportamento del comandante o dell'ufficiale che commetta atti di resistenza o di violenza contro una nave da guerra nazionale, ed è punibile con la reclusione da tre a dieci anni. "Entrare nel porto di Lampedusa anche senza le autorizzazioni è stata una decisione dell'equipaggio della Sea Watch e non solo della capitana", ha detto l'avvocato dell'ong tedesca, Leonardo Marino. "Siamo orgogliosi del nostro capitano, ha agito nel modo giusto. Ha insistito sulla legge del mare e ha portato la gente al sicuro", ha fatto eco il ceo della Sea Watch, Johannes Bayer.

Nelle prossime ore gli inquirenti accerteranno sicuramente cosa è successo durante le procedure di attracco, quando la motovedetta della Guardia di finanza si è accostata al molo mentre la nave della ong continuava ad avvicinarsi all'unità militare fino a speronarla. Nel frattempo, però, il Viminale ha già accertato che lo "stato di necessità" invocato dalla Rackete non aveva alcuna fondamenta. "Nessuno dei 41 immigrati scesi dalla Sea Watch presenta malattie o problemi particolari come scabbia o disidratazione", fanno sapere fonti del Viminale asicurando, tra le altre cose, che tutte le persone che si trovavno a bordo "sono stati rifocillati" e "hanno passato una notte serena". Per nessuno di loro è stato, dunque, disposto alcun accertamento specifico né il trasferimento in elisoccorso verso l'ospedale di Palermo. La notizia non sembra sorprendere il ministero dell'Interno che probabilmente si aspettava che lo stato di salute degli extracomunitari non fosse al centro delle preoccupazioni della capitana. I malati e i bambini con i loro accompagnatori erano stati già fatti scendere a terra nei giorni scori con il via libera del governo italiano. "Resta quindi da capire a quale 'stato di necessita" si riferisse la ong - si chiedono le stesse fonti -
per giustificare l'attracco non autorizzato con speronamento della motovedetta della Guardia di Finanza".

Schettino ,obbligato a fare l'nchino ha causato la morte di persone in modo involontario ma questa ha fatto di proposito e poteva fare vittime,omicidio premeditato che gli fanno? Nulla scommettiamo ? Con il primo aereo la rimandano dal padre miliardario in germania.
 

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