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COMPAGNI.....Versate 15mila euro a testa

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[h=1]Immigrati, l'Onu agli italiani: "Versate 15mila euro a testa"[/h] [h=2][/h] L'Onu è sull'orlo della bancarotta. E l'Unhcr chiede ai milionari italiani di pagare il conto per tutti gli immigrati sbarcati



Sergio Rame - Lun, 07/09/2015 - 17:53









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La crisi internazionale degli immigrati ha messo finanziariamente in ginocchio le agenzie umanitarie dell’Onu.
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Le organizzazioni delle Nazioni Unite non sono più in grado di soddisfare i bisogni di milioni di persone, mentre l’emergenza continua a crescere, in Medio Oriente, Africa ed Europa.
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Tanto che, oggi, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha lanciato ai circa 219mila italiani che possiedono un patrimonio superiore al milione di euro un appello affinché si facciano carico dei conti degli immigrati sbarcati in Italia nell'ultimo anno. "Se appena l’1% dei milionari italiani donasse 15.000 euro - si legge nell'appello - l’Unhcr disporrebbe di fondi sufficienti per assistere 22.000 famiglie siriane, riducendo il rischio che migliaia di bambini finiscano nella rete dei trafficanti di esseri umani".
Conti in rosso, sprechi certificati e interventi inutili. Le Nazioni Unite affondano e non riescono a intervenure concretamente in quella che è la maggiore emergenza migratori degli ultimi anni. Secondo l’alto commissario dell’Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, "i bugdet (delle agenzie umanitarie, ndr) non possono essere paragonati con la crescita dei bisogni". "I nostri introiti nel 2015 saranno circa 10% in meno rispetto al 2014 - spiega Guterrex al Guardian - la comunità umanitaria globale non è a corto di soldi, nel suo complesso non è mai stata così efficiente. Ma dal punto di vista finanziario noi siamo rimasti a corto di fondi". Un numero su tutti rappresenta molto bene la crescita di un impegno sempre più grande da parte delle organizzazioni Onu: il numero di profughi a causa di un conflitto nel 2010 era di 11mila al giorno, l’anno scorso sono stati 42mila. Così l'Unhcr è messa a spulciare le liste del World Wealth Report del 2015 ed è andara a fare la questua dai circa 219.000 italiani che possiedono un patrimonio superiore al milione di euro. Si pure acaparrata una paginata sul Corriere della Sera per chiedere 15mila euro a testa per "assistere 22.000 famiglie siriane".

Come si legge nel testo dell’appello firmato dall'Unhcr, "una donazione di 15.000 euro sarebbe sufficiente per fornire a dieci famiglie di rifugiati siriani in Giordania mezzi sufficienti a vivere dignitosamente e se questo comportamento filantropico venisse adottato anche solo dall’1% dei milionari italiani, sarebbero 22.000 le famiglie che godrebbero di protezione e assistenza". Per Federico Clementi, responsabile raccolta fondi dell’Unhcr Italia, "è chiaro ormai a tutti che siamo dinanzi a una crisi epocale. Abbiamo deciso di rivolgere un appello ai milionari italiani, perché siamo convinti che questa sia una fase storica nella quale ciascun individuo, soprattutto chi ha la disponibilità economica di farlo, si debba assumere la responsabilità di agire concretamente per migliorare le condizioni di vita di migliaia di famiglie". L’alternativa, sottolinea l’esponente di Unhcr, "è quella di affidarsi ai trafficanti di esseri umani: non c’è altra scelta. Crediamo che sia arrivato il momento di dare un segnale forte di umanità e di generosità e siamo fiduciosi che la risposta degli italiani più abbienti sarà positiva".




 
[h=1]Migranti, lo sciacallaggio di Renzi: "Noi umani contro voi bestie"[/h] [h=2][/h] Renzi, a Milano per chiudere la Festa dell'Unità, usa la foto di Aylan per fare campagna elettorale. Salvini: "Io sono una bestia? Tu un clandestino"



Andrea Indini - Dom, 06/09/2015 - 20:38









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"Trasmettete quella foto lì...". Matteo Renzi fa passare sul mega schermo della Festa Nazionale dell'Unità a Milano la foto del piccolo Aylan, ventre a terra sulla spiaggia di Bodrum.
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La morte di un bambino viene così strumentalizzata per fare campagna elettorale a favore dell'immigrazione e, soprattutto, contro il centrodestra. "C’è un livello di umanità sotto il quale non bisognerebbe scendere - tuona il premier - davanti alle dichiarazioni di chi dice, davanti alle immagini del corpo del bimbo siriano che è un problema di questo governo, io dico che non c’è una destra contro una sinistra, ma umani contro bestie".
Nell’intervento che chiude la Festa Nazionale del Pd a Milano, Renzi prova a ricucire con il proprio partito ("Basta con le discussioni interne, parliamo dei problemi veri") e manda, soprattutto, un messaggio chiaro a un'Italia che non ha più fiducia in lui. Gli ultimi sondaggi danno il Movimento 5 Stelle a un passo dal Partito democratico e un drastico calo del sentiment degli elettori nei confronti del premier. E così, dopo aver ciancionato sul futuro delle aree Expo e del Comune di Milano, Renzi entra a gamba tesa in quello che è il tema caldo dell'estate: immigrazione. "Se si dice che il modello è l’Ungheria di Orban noi rispondiamo che siamo orgogliosi di essere una cosa diversa", attacca senza però dire qual è il modello che intende seguire l'Italia per affrontare l'emergenza. Perché, oltre a ripetere che "le vite vanno salvate", non spiega come sistemerà i 180mila clandestini sbarcati nel 2104 e i 120mila già sbarcati quest'anno. Né dice come farà ad arginare i barconi che nei prossimi mesi continueranno a partire alla volta delle coste italiche.

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Nel profluvio di parole pronunciate alla Festa dell'Unità Renzi non manca di affrontare anche le riforme che porterà in parlamento nelle prossime settimane. E anche qui è uno slogan via l'altro. Conferma l'abolizione della Tasi e dell'Imu ("A casa nostra le tasse sono troppo alte. Dobbiamo dirlo da sinistra") ma non dice dove troverà le coperture economiche né tantomeno come la farà digerire ai tecnici di Bruxelles. Poi, rilancia le unioni civili ("Lo facciamo per noi, per la dignità del nostro paese"), ma evita abilmente di affrontare lo spigoloso tema degli alleati alfaniani. E persino sulla riforma costituzionale si mette a fare il grosso: "Non accetteremo veti". Ma di tutte le chiacchiere, al termine dell'intervento, rimangono gli insulti al centrodestra e il vile sciacallaggio sulla morte di un bimbo di tre anni. "Sono una 'bestia' perchè difendo gli italiani? Allora sì, sono una bestia - replica Matteo Salvini - Renzi clandestino".



MA DI QUESTE MORTI DI CHI è LA COLPA? DI NESSUNO GIà DIMENTICATI.......DA TUTTI ..............MA OGGI SI ACCOGLIE LO STRANIERO..IN ALBERGHI A 5 STELLE VILLE CON PISCINE ECC...CON 35€ AL GIORNO =1035€ MENSILI...



[h=1]La lista nera degli imprenditori suicidi per colpa dello Stato[/h] [h=2]Solo a gennaio di quest'anno quattro persone si sono tolte la vita soffocate dalle tasse: l'estremo gesto contro il Fisco oppressivo[/h]
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Sono poco più di 60 i suicidi legati con un filo indiretto all'Agenzia delle Entrate. Il gesto del 58enne, che si è dato fuoco davanti alla sede di Equitalia di Bologna, non è infatti un caso isolato. Anzi ha avuto purtroppo numerosi precedenti tragici. Solo a gennaio 4 persone si tolsero la vita nello stesso giorno, soffocate dalle cartelle esattoriali dell'agente pubblico di riscossione. Molti di loro, imprenditori in difficoltà economiche per via della crisi, non hanno retto e hanno preferito farla finita. Per sempre.
27 marzo 2012 - Un imbianchino di 49 anni si lancia dal balcone a Trani perché da tempo non riusciva a trovare un posto di lavoro. E' solo l’ultimo di una lunga scia di casi che hanno visto coinvolti imprenditori, artigiani, operai e disoccupati, travolti dai debiti, da prestiti negati, da ritardi nei pagamenti.

23 marzo 2012 - Un imprenditore di 44 anni si impicca con una corda legata a un carrello elevatore nel capannone dell’azienda di cui era socio. Succede a Cepagatti, nel pescarese. Il suo corpo viene trovato dai dipendenti. Sembra che la ditta avesse problemi finanziari.

21 marzo 2012 - A Crispiano, in provincia di Taranto, un uomo di 60 anni, disoccupato da due anni e invalido civile, a causa dello sconforto per le precarie condizioni economiche, si rinchiude nello sgabuzzino della propria abitazione e tenta il suicidio impiccandosi. La moglie, non vedendolo più in casa e notando la porta del ripostiglio chiusa a chiave, si preoccupa e telefona ai carabinieri e tra grida e lacrime chiede il loro aiuto. Grazie all’intervento dei carabinieri e del personale del 118 l’uomo viene salvato.

20 marzo 2012 - Un uomo di 53 anni, residente in provincia di Belluno, a Sospirolo, viene trovato senza vita, impiccato, in una baracca dietro alla sua abitazione. Il 53enne, imprenditore edile, sarebbe l'ennesima vittima della crisi: da qualche tempo infatti era in difficoltà economiche non riuscendo a incassare alcuni crediti. Il gesto estremo è maturato dopo che l’uomo è stato multato e si è visto sequestrare l'auto per guida senza patente.

15 marzo 2012 - Una donna di 37 anni tenta il suicidio per aver perso il lavoro in provincia di Lucca. La vittima ingerisce del liquido per sgorgare gli scarichi, un prodotto fortemente tossico, e finisce in ospedale.

9 marzo 2012 - Un commerciante di 60 anni, in provincia di Taranto, durante la notte si toglie la vita impiccandosi in contrada Ciaurro, nella Marina della cittadina jonica. La causa del gesto è da attribuirsi a problemi di natura economica.

9 marzo 2012 - Un falegname di 60 anni si toglie la vita a Noventa di Piave (Venezia) per motivazioni riconducibili a problemi di carattere sia economico che personale. L'uomo lascia una lettera prima di compiere il folle gesto con una corda recuperata in azienda.
27 febbraio 2012 - A Verona un piccolo imprenditore edile, dicendo di vantare crediti con vari clienti per circa 34mila euro, si presenta in banca chiedendo un prestito di 4mila euro. L'uomo, un 50enne titolare di un’impresa edile, vistosi negare il prestito dalla sua banca, verso cui era già debitore, esce dalla filiale e si cosparge di alcol tentando il suicidio. I carabinieri della Compagnia di Verona, intervenuti sul posto lo salvano.
26 febbraio 2012 - Un imprenditore si toglie la vita impiccandosi nel capannone della sua ditta, in provincia di Firenze. Il cadavere viene trovato dai famigliari. All'origine del gesto le preoccupazioni dell’uomo, 64 anni, per la crisi economica che aveva investito la sua azienda: questo il senso del messaggio lasciato dall’imprenditore in un biglietto ritrovato accanto al corpo. L’uomo si impicca con una corda a una trave del capannone.
21 febbraio 2012 - Un piccolo imprenditore trentino, oppresso dai debiti, cerca di suicidarsi gettandosi sotto un treno merci, nei pressi della stazione ferroviaria di Trento. Viene salvato dal tempestivo intervento di agenti.
15 febbraio 2012 - A Paternò, in provincia di Catania, un imprenditore 57enne si uccide impiccandosi in preda alla disperazione a causa dei debiti della sua azienda. Il cadavere viene rinvenuto in un capannone in un deposito di proprietà della ditta della quale era titolare.

12 dicembre 2011 - Un imprenditore si suicida per problemi economici a Vigonza, nel padovano. Prima di uccidersi con un colpo di pistola nel suo ufficio lascia un biglietto sulla scrivania con scritto: "Perdonatemi non ce la faccio più". Soffriva perché costretto ad accettare la cassa integrazione per i suoi dipendenti a causa di mancanza di liquidità.

10 febbraio 2011 - Un commerciante si toglie la vita impiccandosi nel suo negozio situato al centralissimo corso Umberto a Napoli. E’ il figlio a fare la tragica scoperta. Prima di suicidarsi l'uomo lascia un biglietto ai suoi famigliari: "Perdonatemi, non ce la faccio più".
13 settembre 2010 -Troppi debiti. Questa la motivazione che spinge un imprenditore 57enne a bruciare nella notte, a Firenze, il ristorante che gestiva da tre anni, e poi a togliersi la vita impiccandosi nel gazebo esterno al locale. L'uomo, secondo quanto emerso, aveva uno scoperto di 18mila euro in banca. Prima di compiere il tragico gesto, invia degli sms ai suoi collaboratori, scrivendo: "Mi avete ammazzato con le vostre pretese, non riceverete più una lira, addio, arrangiatevi". L’imprenditore doveva ai suoi dipendenti degli stipendi arretrati.

2 marzo 2010 - Un imprenditore si suicida a Camposampiero, nel padovano, per le difficoltà della sua azienda.




E POI




[h=1]Suicidi per crisi economica. Link Lab pubblica i dati completi relativi al triennio 2012-2014[/h] In totale 439: nel 2014 sono stati 201, nel 2013 erano 149, nel 2012 se ne contavano 89. Il picco massimo nel 2° trimestre del 2014, poi in in diminuzione.
Il fenomeno non conosce più differenze geografiche o di tipologia lavorativa: 45% gli imprenditori suicidi, 42 i disoccupati.
Crisi economica: negli ultimi 3 anni più che raddoppiati i suicidi. Nell’anno 2014 sono state complessivamente 201 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni economiche, rispetto ai 149 casi registrati nel 2013 e agli 89 del 2012. Sale quindi a 439 il numero complessivo dei suicidi per motivi legati alla crisi economica registrati in Italia nel triennio 2012-2014.
Sono questi gli ultimi dati resi noti da Link Lab, il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica dell’Università degli Studi Link Campus University, che da oltre tre anni studia il fenomeno e che adesso pubblica i dati complessivi di un’attività di monitoraggio avviata nel 2012.
«La crisi economica continua a contare le sue vittime – dichiara Nicola Ferrigni, docente di Sociologia della Link Campus University e direttore di Link Lab – che negli ultimi tre anni sono cresciute in maniera esponenziale. Dopo l’impennata registrata nel 2013, infatti, i suicidi legati a difficoltà economiche hanno conosciuto un ulteriore e significativo aumento nel corso del 2014 risultando più che raddoppiati rispetto al 2012. Un’escalation che ben rappresenta un drammatico scenario in cui debiti, fallimenti, licenziamenti, stipendi non percepiti, disoccupazione diventano il movente di stragi che si consumano quotidianamente. L’analisi complessiva dei 3 anni, evidenzia un fenomeno che sta interessando in maniera trasversale strati sempre più ampi della popolazione senza alcuna particolare caratterizzazione geografica, investendo con la stessa forza Nord, Sud ed Isole, e che sta trascinando prepotentemente verso la disperazione non più solo imprenditori e titolari di azienda ma un numero sempre più considerevole di disoccupati: 45% gli imprenditori suicidi, 42% i disoccupati».
Segnale positivo negli ultimi mesi del 2014. « Un segnale positivo tuttavia prosegue Nicola Ferrigni – arriva dagli ultimi mesi del 2014 che registrano una significativa diminuzione del numero di suicidi: a partire dal mese di agosto con i 12 casi registrati per arrivare ai 10 e 11 casi rispettivamente nei mesi di novembre e dicembre», il numero più basso di vittime dall’inizio dell’anno contro i 26 tragici episodi di aprile che si conferma, come nel 2013, il mese con il maggior numero di suicidi. «Si tratta con molta probabilità – continua il direttore di Link Lab – dell’ennesima iniezione di fiducia degli italiani, in line con quella registrata dall’Istat a fine marzo che vede imprese e consumatori più ottimisti sulla ripresa dell’economia e del Paese e che riaccende dunque le speranze».
Si abbassa l’età delle vittime. Dal 2012 si assiste ad un abbassamento dell’età delle vittime: la classe d’età che va dai 35 ai 44 anni, infatti, ha conosciuto un notevole incremento passando dal 13,5% del 2012 al 21,4% del 2014. Appare altrettanto preoccupante il numero dei suicidi legati a problematiche e difficoltà economiche tra i più giovani: tra il 2012 e il 2014, il 5,5% delle vittime ha infatti un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (4% nel 2014) mentre l’1,4% ha meno di 25 anni (2,5% nel 2014 a fronte di una percentuale pari a 0 registrata nel 2012).
Il fenomeno non conosce più differenze geografiche: al Sud come al Nord. L’analisi complessiva dei dati relativi al triennio 2012-2014, pur confermando il triste primato del Nord-Est – che registra complessivamente il 25,3% del totale dei suicidi – rileva una progressiva uniformità della distribuzione del fenomeno nelle diverse aree geografiche. Le regioni dell’Italia centrale infatti dal 2012 al 2014 contano il 22,3% dei suicidi, il Sud il 20,3%, il Nord-Ovest il 20% e le Isole l’11,8%.
Nel dettaglio, dal 2012 scende la percentuale dei suicidi nel Nord-Est che passa dal 30,3% al 25,9% del 2014, mentre sale la quota di suicidi per crisi economica al Sud passando dal 14,6% del 2012 al 23,4% del 2014. Appare altrettanto significativo l’aumento del numero di suicidi nel Nord-Ovest, con una percentuale che passa dal 13,5% del 2012 al 20,4% del 2014. In leggera diminuzione la percentuale di suicidi nel Centro Italia che, se nel 2012 rappresentavano il 25,8% del totale, scendono al 20,9% nel 2014, così come la percentuale dei suicidi nelle Isole che passa dal 15,7% al 9,4%.
Le regioni più colpite dal fenomeno appaiono in ogni caso quelle del Veneto e della Campania che dal 2012 al 2014 fanno registrare rispettivamente il 17,7% e l’11,6% del totale dei suicidi per crisi economica.
Aumento vertiginoso tra i disoccupati. Dal 2012 al 2014 sono stati rispettivamente 198 gli imprenditori (il 45,1% del totale) e 183 i disoccupati (41,7% sul totale) vittime di suicidio per crisi economica. Quello che emerge con drammatica evidenza è però proprio l’aumento del numero di coloro che hanno deciso di togliersi la vita in seguito alla perdita del posto di lavoro: i disoccupati suicidi infatti passano dal 31,5% del 2012 al 38,9% del 2013 e al 48,3% del 2014. Tra i disoccupati, a destare preoccupazione è soprattutto il dato relativo ai più giovani, al di sotto dei 34 anni. A fronte infatti del 6,9% del totale dei suicidi registrati dall’inizio del 2012 a fine 2014, tra tutte le categorie occupazionali, si rileva una percentuale più elevata, pari al 12,4% fatta registrare dalla sola categoria dei disoccupati con età inferiore ai 34 anni.
Nel 2014 più che raddoppiato rispetto al 2012 anche il numero dei tentati suicidi. Preoccupante e significativo – conclude Nicola Ferrigni – anche il numero dei tentati suicidi: sono infatti 115 le persone che nel 2014 hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, a fronte dei complessivi 86 del 2013 e dei 48 del 2012. Salgono così complessivamente a 249 i tentati suicidi registrati in Italia per motivazioni economiche dal 2012 al 2014.

Scarica il comunicato stampa
Scarica lo Studio Completo Suicidi per crisi economica 2012-2014

Rassegna stampa
Il_Messaggero_(ed._Nazionale)_pag.14 – 04/09/2015
Il_Giornale_(ed._Nazionale)_pag.01_10 - 04/09/2015
Avvenire_pag.0804_09 2015_
Il_Tempo_(ed._Nazionale-Roma)_pag.10 –04/09/2015
Roma_pag.08 - 04/09/2015
Messaggero_Veneto_pag.21 – 04/09/2015
Leggo_(ed._Roma)_pag 01- 04/09/2015
La_Voce_di_Romagna_pag.07 – 04/09/2015
La_Nuova_Ferrara_pag.14 – 04/09/2015
Il_Resto_del_Carlino_(ed._Ferrara)_pag.48 – 04/09/2015
Corriere_di_Viterbo_pag.04 – 04/09/2015
Corriere_di_Siena_pag.04 – 04/09/2015
Corriere_di_Maremma_pag.04 – 04/09/2015
Corriere_dell’Umbria_pag.04 – 04/09/2015


CHI SONO LE BESTIE CHE HANNO UCCISO QUESTI ITALIANI CHE E' STATA TOLTA LA DIGNITA DI UN LAVORO DI UN FUTURO...........DAMMI UNA RISPOSTA ...........SE...........HAI..............


lo sciacallaggio di Renzi: "Noi umani E GLI UMANI HANNO CAUSATO TUTTI QUESTI MORTI BRAVINI....
 

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