Novità

CONTRO IL VIRUS

Alien.

Advanced Premium Member
1583532993082.png












L’aglio rappresenta uno tra gli ingredienti decisamente immancabili nelle cucine di tutto il mondo. Il caratteristico sapore si armonizza facilmente con gli altri condimenti mentre esalta il sapore di numerosi piatti conferendo “carattere”. Tuttavia sia l’odore che il sapore, specie se uno spicchio finisce sotto i denti, tende inevitabilmente a compromettere l’alito, piccola problematica che può essere facilmente risolta con una mela o consumando semplice lattuga. Proprio l’aglio nero ad esempio risulta dunque apprezzato fin dall’antichità e in virtù delle innumerevoli e conclamate proprietà, costituisce un potente rimedio naturale contro una vasta gamma di problematiche a carico dell’organismo.


Trattandosi infatti di un efficace antibiotico naturale, si è rivelato letteralmente fenomenale in presenza di infiammazioni, malattie croniche e vari tipi di infezioni. Per fruire di tutti i suoi benefici, non si è obbligati a mangiare spicchi d’aglio freschi: in commercio esistono svariati integratori naturali ma in alternativa è possibile consumare tale elemento immergendolo nel miele e costituendo in questo una vera “bomba” utile per preservare l’organismo.

Aglio e miele: un potente sciroppo antibatterico
Quando siamo particolarmente stressati o a causa del cambiamento climatico o di un’alimentazione scorretta, è facile durante la stagione fredda prendersi un raffreddore o l’influenza. Un sistema immunitario debole apre le porte a numerose infezioni e batteri che hanno modo di attecchire e proliferare. Ricorrere agli antibiotici che distruggono la nostra flora batterica e lasciano residui chimici nell’intestino dovrebbe essere l’ultima opzione da valutare, dato che esistono numerosi rimedi naturali che funzionano bene e agiscono sinergicamente con le difese dell’organismo senza causare effetti collaterali. Inoltre l’uso smodato di antibiotici ha portato alla creazione di virus sempre più resistenti ai farmaci. In numerosi casi, i rimedi naturali hanno dimostrato avere effetti migliori rispetto ai farmaci per il fatto che spesso sono troppo forti oppure hanno effetti collaterali indesiderati che si manifestano creando ulteriori problematiche.


Secondo i più recenti studi scientifici, gli straordinari poteri curativi dell’aglio sarebbero determinati dalla presenza di una particolare sostanza, l’ajoene, in grado di contrastare anche i batteri più resistenti, che risultano invece rafforzati dall’utilizzo di antibiotici convenzionali.
Le proprietà antibatteriche dell’aglio sono state avvalorate da una ricerca condotta presso l’Università di Copenaghen e pubblicato sulla rivista Future Medicine. L’aglio rappresenta inoltre un potente antiossidante in grado di rigenerare le cellule cutanee: ecco che un utilizzo prolungato comporta una pelle liscia, detossinata e priva di impurità.

Sciroppo aglio e miele caratteristiche
Se si desidera combattere ogni malattia da raffreddamento quale febbre, tosse, influenza e raffreddore, mediante l’utilizzo di un rimedio naturale, è utile ricorrere allo sciroppo aglio e miele, indicato in presenza di:


  • asma
  • tosse persistente
  • mal di gola
  • infezioni delle vie respiratorie
  • bronchiti croniche
  • difficoltà respiratorie
Lo sciroppo aglio e miele contiene 3 ingredienti che in genere sono presenti nelle nostre dispense o che possono essere facilmente reperiti a un costo pressoché irrisorio:

  • Miele: è dimostrato che funziona meglio di ogni altro farmacocontro la tosse. Gli utilizzi medicinali del miele si perdono nella notte dei tempi, e la prima trascrizione del suo uso risale ad oltre 4000 anni fa. Il miele è ricco di sostanze battericide ed antibiotiche naturali. In questo caso sarebbe utile utilizzare un miele manuka biologico ad esempio.
  • Aceto di Mele: l’aceto di mele, diversamente da quello di vino, non è un semplice condimento, ma molto molto di più. Sono infatti attribuite tantissime attività terapeutiche all’aceto di mele: utile per le allergie, per combattere l’artrite, l’asma, la bronchite, i calcoli, la psoriasi, per ridurre il colesterolo, l’ipertensione, lo stress. Ha un’azione disinfettante in grado di agire contro l’influenza e il mal di gola.
  • Aglio: è una vera e propria medicina presente in tantissime ricette curative fin dall’antichità. È un antibiotico naturale così potente che anche se viene diluito 100 mila volte è ancora in grado di uccidere batteri patogeni. Le sue proprietà sono davvero tante e per approfondire vedi Come ATTIVARE l’aglio per assorbirne le proprietà medicinali.
Ricetta sciroppo aglio e miele ad azione antibiotica naturale
La preparazione dello sciroppo aglio e miele è relativamente semplice: occorre in primo luogo, schiacciare l’aglio e poi tritarlo per poi mescolare insieme tutti gli ingredienti, conservando in ultimo tale miscela in un barattolo di vetro. Sarebbe opportuno lasciar riposare lo sciroppo all’aglio almeno una notte per amalgamare al meglio ogni elemento per poi filtrarlo la mattina successiva, avendo cura di conservarlo in un luogo fresco, asciutto e preferibilmente buio.


Sciroppo all’aglio benefici
Il miele (quello biologico e non pastorizzato e allungato come è facile vedere negli scaffali dei supermercati) rappresenta una preziosa fonte di vitamine, minerali ed enzimi, e combatte con successo i radicali liberi poiché agisce come antiossidante. Inoltre, ha forti proprietà antinfiammatorie e antibatteriche che fornisce grande sollievo nel caso di raffreddore, tosse o mal di gola. L’aceto di mele dispone invece di potenti proprietà antivirali e antibatteriche, quindi potenzia il sistema immunitario e aiuta nella lotta contro i virus e batteri. L’aceto di mele è anche ricco di minerali, enzimi e batteri che migliorano la salute di tutto il corpo. L’aglio è un altro rimedio naturale popolare, che è stato utilizzato per migliaia di anni nel caso di problemi respiratori. L’aglio ha potenti proprietà antivirali e antibatteriche e stimola il sistema immunitario.

Come utilizzare lo sciroppo aglio e miele

Qualora si desideri utilizzare lo sciroppo all’aglio e miele come rimedio naturale per rinforzare il sistema immunitario, sarebbe opportuno assumerne regolarmente un cucchiaino ogni giorno. Se lo si utilizza invece al fine di trattare un problema di salute specifico, è necessario assumere un cucchiaio di sciroppo ogni due ore fino percepire l’effettivo miglioramento.

Di seguito sono elencati due tipi di aceto di mele non pastorizzato e due tipi di miele anch’essi non pastorizzati per ottenere il massimo dei principi attivi e nutrizionali.
 

Alien.

Advanced Premium Member
SANITÀ E SOCIALE, UNA MONTAGNA DI PAROLE | LUGLIO 31, 2018
L’aglio, la prevenzione naturale che salvò molte vite dalla “Peste nera”
Sono passati cento anni esatti dall'esplosione della “spagnola”, la gravissima epidemia che causò milioni di morti in tutto il mondo. Allora si cercò di difendersi utilizzando grandi quantità di aglio. Una saggezza popolare riconosciuta a posteriori dalla scienza: recentemente l'Università di Copenaghen ha scoperto anche la sua funzione antibiotica
DI MAURIZIO FERRARI
Tempo di lettura: circa 1 minuti


Le ricorrenze hanno il compito di risvegliare le coscienze, di celebrare gli esempi positivi e attivare anticorpi sociali contro le piaghe di vario genere ereditate dalla storia. Nell’anno in corso cade il centenario dall’inizio della grande pandemia che, tra il 1918 e il 1920, falcidiò milioni di vite in tutto il mondo e che venne denominata “La Spagnola”, perché ne parlarono per primi i giornali spagnoli, che non erano sottoposti alla censura di guerra (la Spagna non era coinvolta nella I guerra Mondiale).
GLI ENORMI DANNI DELLA “PESTE NERA”
Le gravi pandemie non sono rare nella storia dell’umanità; si pensi che nel 1300 l’Europa fu colpita dalla “Peste nera” che provocò 20 milioni di vittime, ma la “spagnola” è sicuramente la più grave, avendo prodotto tra i 25 e i 50 milioni di morti, specialmente giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Recenti studi medici hanno evidenziato che sono state le complicanze batteriche, combinate con i disagi e le problematiche della guerra, anche di tipo igienico-sanitario, a determinare tali conseguenze; e pensare che, solo pochi anni dopo, Fleming avrebbe scoperto la penicillina!! Molte furono le vittime illustri, fra cui il poeta francese Guillaume Apollinaire, lo scrittore senese Federigo Tozzi e il filosofo tedesco Max Weber.
AGLIO, BARRIERA CONTRO LA “SPAGNOLA”
Anche nella nostra montagna la “spagnola” ha strappato la vita a molti giovani, però la sapienza popolare aveva trovato un rimedio, l’aglio, che con ogni probabilità ha evitato molti decessi. Il consiglio dei più anziani era, infatti, quello di tenere in bocca tutto il giorno degli spicchi d’aglio che avrebbero tenuto lontano il morbo letale. Del resto, nell’antichità, gli Egizi ritenevano che l’aglio fosse una divinità e un autore latino diceva che “Le parole degli antichi sapevano d’aglio”.
LA FUNZIONE “ANTIBIOTICA” DELL’AGLIO
Oggi potrebbe sembrare una bufala, una “fake new”, come dicono gli anglofoni, salvo scoprire che recentissimamente l‘Università di Copenaghen ha scoperto la funzione antibiotica dell’aglio, che si aggiunge ad altre proprietà testimoniate scientificamente, come quella immunostimolante, quella anti ipertensiva, quella antitumorale e antibatterica.
SAPIENZA POPOLARE IN ANTICIPO SULLA MEDICINA
Però, che cosa strana:
la sapienza popolare in tema di medicina naturale è arrivata molto prima delle acquisizioni legate al metodo scientifico.

la sapienza popolare QUELLA CHE HA DISTRUTTO LA CHIESA CON LA "SANTA INQUISIZIONE" le donne a quei tempi avevano tutto tramandato il modo di curare e creare "miracoli" con le erbe inoltre avevano il potere di trascinare il popolo alle rivolte alle oppressioni-poi sono diventate "streghe" e messe al rogo"vive" non deve essere stato divertente.

Peccato le donne hanno la mente corta, vero Montanelli dice: gli Italiani sono un popolo di "servi..tori"
 
Ultima modifica:

Alien.

Advanced Premium Member
LA "SANTA" INQUISIZIONE

1583534034685.png



Per oltre 500 anni la chiesa cattolica ha imposto la propria supremazia spirituale con la violenza, eliminando fisicamente ogni oppositore dalle zone sotto la sua influenza politica.
In tempi recenti, qualcuno prova ad operare una sorta di "revisionismo storico" per tentare di negare il crudele sterminio di milioni di persone.
Tuttavia, poichè tali crimini non erano dovuti a "deviazioni" occasionali, ma rappresentavano pienamente l'ortodossia cattolica, col pieno consenso dei vari papi coinvolti e di tutti gli ordini ecclesiastici, oggi disponiamo di molti documenti ufficiali, paradossalmente prodotti dalle stesse autorità ecclesiastiche cattoliche, che forniscono le dettagliatissime prove storiche delle stragi compiute in nome di Dio.


L'arroganza della chiesa cattolica era talmente sconfinata da non far comprendere, all'epoca, che tali documenti, un giorno, potevano essere visti non come "atto di fede", (come essi definivano gli omicidi degli "eretici")
bensì come spietata repressione delle opinioni altrui.

Il documento che presentiamo in questa pagina è storicamente abbastanza recente, risale al 1559.
L'America è stata scoperta da più di 60 anni, il mondo sembra entrato in una nuova èra di civilizzazione, il buio medioevo è finito, ma non per la chiesa: a Valladolid, in Spagna, 15 luterani (fra cui vari sacerdoti) vengono "abbrusciati" nelle fiamme del rogo e i loro beni confiscati.
Decine di altre persone, che sotto tortura hanno "accettato" la forzata riconversione al cattolicesimo, ottengono il carcere a vita in luogo della pena di morte, e la confisca dei beni.
Interessante notare che il documento viene stampato a Bologna, in Italia.
Riportiamo alcuni passi salienti per coloro che trovassero difficile leggere i caratteri tipografici cinquecenteschi:

"E poi che arrivorno Sue Altezze, venne la processione delli prigionieri penitenti, con il clero e la croce coperta di tela nera, e con la bandiera del santo Officio, tutti ordinatamente...
Arrivati tutti al Palco, si affrettarono e subito predicò il maestro fra' Melchior Cano, il vescovo che fu di Canaria, dell'Ordine di santo Domenico, e fece una predica molto dotta, prudente e solenne, come in tal tempo e luogo si ricercava.
Finita la predica, l'Arcivescovo di Siviglia andò dove stavano Sue Altezze, e li fece giurare sopra una croce e un messale, sopra che posero sue regali mani in questo modo.
Perché, per decreti apostolici e sacri canoni è ordinato che li Re giurino di favorire la santa fede cattolica e religione cristiana, pertanto conforme a questo, vostre Altezze giurano per Dio, per santa Maria, per li santi Evangeli e per il legno della croce, dove han posto sue reali mani, che daranno tutto il favore necessario al santo Officio dell'Inquisizione e ai suoi ministri contro gli heretici e apostati e contra tutti quelli che li favoriranno e difenderanno e contra qual si vogliano persone che dirette o indirette impediranno le cose di questo santo Officio e che costringeranno tutti i suoi sudditi ad obbedire.....
Sue altezze risposero: così giuramo, e l'Arcivescovi li disse: e per questo nostro Signore prosperi per molti anni le Real persone e stati di vostre altezze.
...et allhora cominciarono a leggere le sentenze dei condannati
[Segue la lista dei nomi, per ognuno dei quali si specifica:]
"... abbrusciato in persona per lutherano, con confiscation de' beni"






Le radici dell’orrore
articolo apparso sull’inserto ALIAS del
«Manifesto» dell’ 11 settembre 2004

A SEI ANNI DAL SIMPOSIO INTERNAZIONALE SULL’INQUISIZIONE, SVOLTOSI IN VATICANO NEL 1998, ESCE UN IMPONENTE VOLUME DI QUASI 800 PAGINE CHE RACCOGLIE GLI ATTI, E CHE CONFERMA LA CINICA SPIETATEZZA DI QUEL SISTEMA DI DOMINIO E ANNIENTAMENTO.
UN METODO E UNA IDEOLOGIA CHE CONTINUANO A SEMINARE DOLORE E MORTE

L’impero del male
di Adriano Petta

Martedì 15 giugno scorso nella Sala Stampa della Santa Sede i cardinali Georges Cottier e Roger Etchegaray, assieme al bibliotecario ed archivista di S. Romana Chiesa Jean-Louis Tauran, hanno presentato gli atti del simposio internazionale sull’Inquisizione che si tenne in Vaticano dal 29 al 31 ottobre del 1998.
Questi atti sono stati presentati e illustrati anche dal curatore dell’opera professor Agostino Borromeo, sotto la forma di un volume imponente di ben 788 pagine dal titolo L’Inquisizione – Atti del Simposio Internazionale edito nella collana “Studi e Testi” dalla Biblioteca Apostolica Vaticana nel 2003. IL Simposio era stato voluto da papa Wojtyla perché, in occasione del Giubileo del 2000, intendeva chiedere perdono «per le forme di antitestimonianza e di scandalo» praticate nell’arco della storia dai figli della Chiesa (cosa che fece il 12 marzo 2000 nella «Giornata del perdono»). Ma prima di chiedere perdono, era necessario avere una conoscenza esatta dei fatti.

La Commissione teologico-storica del comitato giubilare aveva quindi invitato una cinquantina di professori specializzati nel campo, storici che abbiano dismesso i panni del giudice e si siano proposti solo di comprendere il passato (i testi in corsivo sono stati estratti dagli atti del simposio. Ndr.).
Mercoledì 16 giugno scorso quasi tutti i giornali hanno riportato la notizia della presentazione del volume, accompagnata da tabelline e commenti che riassumevano più o meno acriticamente le parole del professor Borromeo e dei cardinali che avevano presentato il libro: il numero degli eretici mandati al rogo dalla Santa Inquisizione non giungeva nemmeno a 100: erano stati solamente 99, e veniva così ristabilita la verità storica che finalmente sfatava la leggenda nera sull’Inquisizione, creata ad arte dalla propaganda anticattolica, come sottolineava esultante il principe dei giornali cattolici L’Avvenire: «tanto appassionante quanto ricco di scoperte si rivela l’imponente volume nel negare la «leggenda nera».
Il card. Georges Cottier (Pro-teologo della Casa Pontificia) ha ribadito, infatti, che «una domanda di perdono che la Chiesa deve fare a riguardo dei propri errori del passato, non può riguardare che fatti veri e obiettivamente riconosciuti. Non si chiede perdono per alcune immagini diffuse all’opinione pubblica, che hanno più del mito che della realtà».
Ma una domanda nasceva spontanea: come mai erano trascorsi oltre sei anni per la pubblicazione degli atti del simposio? E come mai il comitato organizzatore si è premurato di assicurare che le cause stavano solo in motivi di salute di alcuni studiosi…? Occorreva leggere questo librone. I 60 euro sono stati ben spesi perché il risultato è stato effettivamente ricco di scoperte… ma non nel senso sbandierato dall’Avvenire o lasciato immaginare da gran parte della stampa (e dai numerosissimi siti cattolici di mezzo mondo) nei giorni successivi alla presentazione.
Innanzitutto la struttura di questo imponente volume. Dei 50 partecipanti al simposio, solo 30 hanno lasciato testi scritti, in italiano, inglese, spagnolo e francese (e note in portoghese e latino). Ognuno dei partecipanti aveva ricevuto un tema da trattare (origini, strutture territoriali, procedure, inquisizione romana e le scienze, l’inquisizione e le streghe etc.): molti testi sono ossequiosi nei confronti della Chiesa cattolica, testi blandi, ambigui… ma ci sono anche testi durissimi, con molte scoperte o fatti poco noti.

Papa Wojtyla e il comitato organizzatore del Simposio sapevano fin dall’inizio ch’era praticamente impossibile mettere nero su bianco una cifra esatta del numero delle vittime. L’Inquisizione cercò di far sparire quanti più archivi poté dei processi e delle sentenze. Non solo. Occorre tener presente che nel corso dei 600 anni di funzionamento di questo apparato repressivo, responsabile dei più grandi crimini collettivi della storia dell’umanità, spesso accadeva che il popolo terrorizzato ed esasperato assaltava i tribunali dell’Inquisizione distruggendo gli archivi che contenevano non solo la lista dei condannati, ma anche quella dei sospettati.
Napoleone, poi, quando conquistò l’Italia, portò con sé tutti gli archivi dell’Inquisizione che purtroppo non furono ben conservati e solo una piccola parte è ancora intatti a Parigi. Nella capitale francese i pezzi erano 7900 circa, di cui 4148 volumi di processi e 472 di sentenze fino al 1771; nella seconda metà dell’800 in concomitanza con situazioni politiche “pericolose” (Garibaldi, porta Pia) i funzionari della Congregazione del Santo Uffizio operarono distruzioni nella documentazione processuale degli anni 1772-1810 che non era stata portata a Parigi e in quella prodotta in seguito.
Dopo l’abolizione dell’Inquisizione in Spagna, il popolo bruciò quasi tutti gli archivi con i dati dei processi e delle condanne. Il governo illuminista del viceré Domenico Caracciolo fece bruciare tutti gli archivi di Palermo per mettere una pietra sopra quella storia di orrori e per tutelare le migliaia di persone segnalate, esattamente come accadde in tutte le terre portoghesi, come ad esempio il viceré del Portogallo conte di Sarzedas, a Goa, la capitale delle Indie.
Per avere un’idea delle proporzioni di quella macchina infernale, occorre ricordare che solo all’Inquisizione di Palermo lavoravano 25.000 persone! In un altro capitolo del librone risulta che le sentenze capitali eseguite a Roma dal 1500 al 1730 furono «solo» 128. Ma questi dati sono stati ottenuti da 11 dei 39 registri originari, quindi con una semplice proporzione è lecito pensare che le esecuzioni furono come minimo 453.
Ma questi sono dettagli, le vittime innocenti dell’Inquisizione furono almeno 500.000, senza contare i 100-150 mila presunti catari, uomini, donne e bambini, scannati vivi in poche ore a Béziers il 22 luglio 1209. Questa faccenda dei numeri è comunque fuorviante: l’orrore vero consisteva nel fatto che tutti, nessuno escluso, poteva essere sospettato, imprigionato, perdere tutte le proprietà ed essere arso vivo in quanto l’Inquisizione non giudicava dei crimini, ma le idee. Bastava un gesto, una parola, un litigio con un parente o un vicino di casa, il volersi liberare di qualcuno scomodo per essere denunziati o per denunziare.
Alcuni quotidiani hanno pubblicato la stessa tabellina che, nel librone, fa parte dell’articolo di Gustav Henningsen scritto in spagnolo. Alcuni nell’alto della tabellina hanno scritto correttamente «Caccia alle streghe», mentre sotto «le vittime dell’Inquisizione nel Seicento». S’immagini ora un qualunque lettore: prima riga, in Irlanda l’Inquisizione ha bruciato vivi solo due eretici; seconda riga, in Portogallo solo 7… ma allora è proprio vero che questa leggenda nera dell’Inquisizione è stata tutta un’invenzione!
Da notare la finezza: la tabellina inizia con Irlanda e Portogallo, di cui non si conoscono i dati, mentre poteva cominciare con quelli della Polonia (10.000 creature accusate di stregoneria, bruciate vive, su una popolazione di 3.400.000… solo nel Seicento!). Senti come cambia la musica di morte?
Altri quotidiani hanno compiuto veri e propri «capolavori» d’involontario depistaggio pubblicando la stessa tabellina ma intitolandola «Le esecuzioni in Europa» (esecuzioni generiche, quindi totali, mentre la tabellina in questione si riferiva solo ai condannati di stregoneria e solo al Seicento!).
Occorre ricordare che la Riforma di Lutero in pratica aveva rigettato tutto del cattolicesimo, tranne la caccia alle streghe. Comunque tutta la stampa (sia cartacea che sul web) ha riassunto i dati forniti direttamente dal curatore dell’opera Agostino Borromeo, secondo i quali le condanne al rogo comminate dai tribunali ecclesiastici sono state – in Italia, Spagna e Portogallo – 99.
È lecito pensare che i quotidiani abbiano fatto esattamente quello che il papa e il comitato organizzatore del Simposio si erano prefissi sei anni fa: hanno abboccato all’amo pubblicando dati che nulla hanno a che vedere con le proporzioni apocalittiche di quello ch’è accaduto in mezzo mondo per quasi 600 anni. E non è nemmeno vero che in questi atti ci sia una volontà sfacciata di negare la «leggenda nera»: è l’insieme della vicenda ch’è subdolo, ma tanto la gente non leggerà mai l’imponente volume, mentre quello che scrivono i giornali sì.
Non è tuttavia da escludere quell’effetto boomerang tanto temuto dai vescovi e cardinali più prudenti, che per sei anni si sono opposti alla pubblicazione degli atti del Simposio: sapevano che rimestando nello sterco del demonio poteva sprigionarsi qualche zaffata.
E infatti in questo librone si possono cogliere parecchie «noterelle», come la storia dell’Inquisizione spagnola e portoghese in centro-sud America e nelle Indie. Il pretesto che innescava le denunzie e i processi erano nella grande maggioranza dei casi le proprietà.
Per appropriarsi dei beni della gente, la Chiesa, il Comune, la Città e lo Stato hanno accusato di eresia via via catari, valdesi, apostati, convertiti, apostolici, ebrei, ebrei neri, ebrei bianchi, musulmani, protestanti, marrani, nestoriani, induisti, blasfemi, sodomiti, streghe, illuse, illudenti, bigami, superstiziosi, anabattisti, criptogiudei, criptomusulmani, pagani, illuminati, scismatici, peccatori di magia, sortilegi, divinazione, abuso di sacramenti, disprezzo delle Chiavi, studiosi, medici, alchimisti, atei, oppositori politici, filosofi, matematici, scienziati… e li mandavano al rogo, perché l’eretico non può possedere beni, che invece sono della Chiesa la quale non lo spoglia ma si riprende ciò che è suo… anche in presenza di figli cattolici; per questo l’Inquisizione fu una macchina che macinò un’enorme massa di capitali finanziari e l’immanitas tormentorum spingeva gli accusati innocenti ad autoaccusarsi per sfuggire alla sofferenza: il risultato era che non vi si difendeva la pietas religiosa, ma se ne faceva pretesto per impadronirsi dei beni altrui.
Vale la pena riportare una sola frase del Manuale degli inquisitori di Nicolau Eymerich (il «vangelo» dell’Inquisizione per secoli): «Bisogna ricordare che lo scopo principale del processo e della condanna a morte non è salvare l’anima del reo, ma… terrorizzare il popolo».
In genere la ripartizione dei beni depredati era 1/3 agli inquisitori, 1/3 alla Chiesa e un terzo al comune, alla città o allo stato. A Viterbo e a Roma, sedi papali, 1/3 al comune e 2/3 agli inquisitori.
Oltre allo scopo primario (minimizzare la quantità dei bruciati vivi) il Simposio aveva altri due intenti. Quello di parlare di numerose inquisizioni, di fenomeni differenziati, diversi d’epoca in epoca e di stato in stato e di far risaltare che la più umana fu – guarda caso – quella romana; e quello di addossare agli stati (soprattutto quello spagnolo e portoghese) la responsabilità di aver esagerato con la tortura e i roghi.
L’ossequioso Adriano Garuti scrive, infatti, che
la stessa carcerazione in S. Ufficio è forse stata soffusa da un alone eccessivamente tetro… non mancavano però normative o prassi che ne attenuavano il rigore: non si carceravano facilmente le donne, specie se nobili… e la capacità del soggetto ad essere sottoposto alla tortura era vagliata e confermata da un medico…
L’inquisitore si faceva assicurare da un medico se l’eretico era forte e se si poteva divertire a sazietà. Significative sono alcune pagine di Henningsen quando racconta che quasi la metà dei 200 processi di stregoneria li portarono a compimento due inquisitori tedeschi: Jacob Sprenger (1436-1495) e Heinrich Institoris (1432-1492). La loro fanatica persecuzione delle streghe nel sud della Germania si scontrò con l’opposizione delle autorità civili ed ecclesiastiche.
Allora i due inquisitori si lamentarono col papa Innocenzo VIII che il 5 dicembre 1484 emanò la bolla “Summis desiderantes affectibus” con cui dette ai due l’appoggio di cui avevano bisogno, elencando dettagliatamente quello che combinavano le streghe: «uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e dei greggi, tolgono la fertilità ai campi, mandano a male l’uva delle vigne e la frutta degli alberi; stregano gli uomini, donne, animali da tiro, mandrie, greggi ed altri animali domestici; fanno soffrire, soffocare e morire le vigne, piantagioni di frutta, prati, pascoli, biada, grano e altri cereali; inoltre perseguitano e torturano uomini e donne attraverso spaventose e terribili sofferenze e dolorose malattie interne ed esterne; e impediscono a quegli uomini di procreare, e alle donne di concepire…».

All’inizio del sec. XVI gli inquisitori di Germania, Francia e Italia intrapresero una violenta campagna di persecuzione verso la setta delle streghe con la completa approvazione del Vaticano grazie alle circolari papali emesse da Alessandro VI, Giulio II, Leone X e Adriano IV.
Nel 1501 papa Alessandro VI scrive all’inquisitore della Lombardia Angelo da Verona raccomandandogli di
procedere più duramente contro le tante streghe della zona che rovinano le persone, gli animali ed i raccolti.
Il senato di Venezia protestò verso l’Inquisizione che aveva bruciato vive 70 streghe in Valcamonica e di sospettare che altre 5.000 facessero parte della setta satanica… ma papa Leone X nel 1521 scrisse una bolla violenta nella quale autorizzava gli inquisitori a scomunicare le autorità civili che dovessero opporsi ai roghi delle streghe condannate dal Santo Ufficio
. In soli 10 anni vennero bruciate vive 3.000 «streghe».
Nella stampa populista si continua ad incontrare una cifra di nove milioni di vite sacrificate durante la persecuzione delle streghe di quell’epoca. Oggi si stima che il numero di processi di stregoneria in quell’epoca è di 100.000 in totale e circa una metà, 50.000 persone, finirono al rogo. Delle 1300 vittime in Portogallo, Spagna e Italia, meno di cento roghi possono essere attribuiti all’Inquisizione dei suddetti paesi. Il resto si deve ai tribunali civili e vescovili degli stessi paesi.
Come se quei tribunali civili e vescovili non fossero emanazione diretta del potere della Chiesa che tutto permeava in quei secoli bui. Con questa operazione del Simposio, papa e cardinali hanno provato a mischiare le carte, a introdurre distinguo, a confondere, a scaricare responsabilità che sono state e resteranno sempre di coloro che crearono e mantennero vivo quel sistema di sterminio: la Chiesa cattolica, i suoi vertici.
Nel 1600 l’inquisitore don Alonso de Salazar Frías girò in lungo e in largo per tutto il Paese Basco spagnolo portando un Editto di Grazia alla setta delle streghe. 2000 persone si presentarono davanti all’Inquisizione chiedendo che fosse loro concessa l’amnistia promessa alle streghe. Le suddette 2000 streghe denunziarono altre 5000. Quel clima apocalittico era stato alimentato dalle bolle papali. Soprattutto la bolla di Innocenzo VIII, più di nessun altro, legalizzò la persecuzione delle streghe. Scrive Adriano Prosperi:
A partire dal 1559 e per volontà di Paolo IV, in maniera sistematica e capillare, tutti i cristiani che si recarono a fare la confessione dei loro peccati furono interrogati su eventuali loro reati o semplici conoscenze di reati di eresia o lettura di libri proibiti; e se qualcosa emergeva, vennero rinviati al tribunale dell’inquisizione. Se la violenza della tortura e del patibolo spezzava i corpi, la violenza morale esercitata attraverso la subordinazione della confessione all’inquisizione spezzò le coscienze: e lo fece su tutta la popolazione in età di confessione.
Due anni prima lo stesso Paolo IV aveva investito tutta la travolgente irruenza del suo carattere nella trasformazione di un tribunale (della Santissima Inquisizione) spesso interlocutorio e prudente, incline a interrogarsi su se stesso, frenato e intralciato da altri centri di potere, in un’arma affilata di repressione e annientamento conferendogli (il 29 aprile 1557) per mezzo della minuta «Pro votantibus» licenza e facoltà di emettere voti e sentenze che comportassero tortura, mutilazioni e spargimento di sangue, fino alla morte inclusa, senza per questo incorrere in censura o in irregolarità. Il 28 ottobre dispensò tutti i cardinali e inquisitori del Santo Ufficio dall’irregolarità in cui incorrevano infliggendo tortura reiterata. Lo stesso papa, il 5 novembre dell’anno prima, aveva reso solenne e consacrato il rogo che sarebbe avvenuto la domenica successiva concedendo l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che avrebbero assistito allo spettacolo.
L’uso della tortura nell’Inquisizione fu introdotto da papa Innocenzo IV il 15 maggio 1252, con la bolla Ad extirpanda, mentre Innocenzo III, con la bolla del 25 marzo 1199 Vergentis in senium, aveva modificato il reato d’eresia da religioso a crimine contro lo stato, coinvolgendo così accanto alla Chiesa tutti gli stati.

Le rare volte che ci fu un tentativo di evangelizzazione senza violenza, venne puntualmente stroncato dal papato.
Charles Amiel nel suo intervento L’inquisizione di Goa (capitale delle Indie portoghesi) racconta l’esperienza missionaria di due famosi gesuiti italiani, Matteo Ricci in Cina e Roberto De Nobili a Goa, nel 1605. De Nobili si stabilisce a Madurai nel paese tamil ove esercita il suo apostolato per 40 anni, adottando lo stile di vita degli eremiti brahmanici. Pratica l’ascesi e la maniera di vita di questi eremiti, opta per i loro costumi, si orna la fronte di ceneri simboliche, porta il cordone rituale e apprende il sanscrito, il tamil e il telegu. Entrambi furono prigionieri dell’accomodatio, il metodo di evangelizzazione che cercò di adattare la pratica cristiana agli usi e costumi degli autoctoni. Una missione gesuita francese creata da Luigi XIV prolunga e rivivifica nel Carnate nella prima metà del sec. XVIII l’operato di Roberto De Nobili. Ma la bolla Omnium sollicitudinum
di Benedetto XIV nel 1774 scaccia definitivamente i rischiosi accomodamenti che avevano alimentato la querelle dei riti… e si tornò al metodo tradizionale della tabula rasa: l’induismo era percepito come un’accozzaglia di superstizioni e di culti demoniaci che non meritavano nemmeno il nome di religione.
Ventisette anni prima che a Goa sbarcasse Roberto De Nobili, il 25 novembre 1578 l’inquisitore del tribunale di Goa, Bartolomé de Fonseca, scrive: «Mi hanno consegnato un tribunale pacifico, senza processi, prigioni con pochi prigionieri (una sola nuova cristiana, che si rifiutava di confessarsi, che non cedette in nulla e morì in quello stato); nel paese segretamente infiltrata questa gentaccia di nuovi cristiani, tranquilli e a riposo. Io ho reso il tribunale piegato sotto il peso dei processi, le prigioni sono riempite al massimo di prigionieri: ce ne sono stati di più in questo solo anno che nei tredici anni in cui lavoravano congiuntamente un arcivescovo e due inquisitori. Il paese è pieno di fuoco e di cenere dei cadaveri degli eretici e degli apostati, ed io vengo considerato più come uno sposo di sangue che come uno sposo di pace, odiato da tutti quelli che tengono nascosti i loro interessi con questa gentaccia, e sono numerosi.»


1583535045890.png



In effetti, aggiunge il relatore dell’articolo Charles Amiel, i roghi dal 1578 al 1579 sono i più micidiali del XVI secolo per gli ebrei: 43 alla volta. Soprattutto per gli ebrei non c’era scampo: si convertivano dappertutto ma, con la conversione, conservavano almeno le proprietà. Ed erano queste a cui davano la caccia papi e re. E allora bastava solo mettere in marcia la macchina infernale delle delazioni, arresti, incarcerazioni, processi, torture, moniti, giudizi, roghi…
Ma c’era qualcosa di peggio dei roghi, i forni, l’orrore apocalittico dell’inquisizione: los «quemaderos» di Siviglia.
Erano così tanti gli eretici condannati al rogo, che furono costretti a inventarsi qualcosa di speciale che consumasse meno legna dei tradizionali autodafé: costruirono uno accanto all’altro quattro enormi forni circolari sopra una piattaforma di pietra ognuno dei quali poteva contenere fino a quaranta «dannati». Accendevano un po’ di legna sotto la piattaforma, buttavano dentro le povere creature e le cuocevano a fuoco lento: occorrevano dalle 20 alle 30 ore per crepare. Funzionarono ininterrottamente per oltre tre secoli. 300 anni. Vennero chiusi da Napoleone Bonaparte nel 1808.
Questo è riuscito a fare la Santa Inquisizione, sublime spettacolo di perfezione sociale (come scrive Adriano Prosperi citando un numero di La Civiltà Cattolica del 1853).

1583535063570.png




L’operazione di minimizzare l’operato dell’Inquisizione ha toccato, naturalmente, anche il conflitto fede-ragione, fede-scienza: tra 1559 e 1707 il numero delle opere scientifiche proibite dall’Inquisizione di Spagna per questa regione superò la somma di quelle proibite per ogni altra e lo stesso è quasi certamente vero per l’Indice romano, per il quale uno studio quantitativo non esiste ancora. Vale la pena ricordare che il cardinale Bellarmino – il carnefice di Giordano Bruno e Galileo Galilei – non venne fatto santo all’epoca dei fatti, nel ’600, bensì pochi anni fa, nel 1930: ovverosia, nel 1930 la Santa Sede avallò tutto l’operato di Urbano VIII e dello spietato inquisitore Bellarmino!
L’Inquisizione depredava anime, coscienze, proprietà. Giustificava i genocidi. Il 90% degli indios del centro-sud America venne sterminato con il permesso e la giustificazione degli inquisitori. I conquistadores spagnoli e portoghesi depredavano le terre in nome del Bene, di Cristo.


Oggi, come allora, gli Stati Uniti continuano a depredare in nome del bene, in nome di Dio, torturando i prigionieri per il solo piacere di torturare, dopo aver ammazzato le loro famiglie, bombardato le loro città, depredato le loro terre, le loro proprietà, i loro prodotti.
1583534982277.png
Questo è il metodo e l’insegnamento che l’Inquisizione ha lasciato in eredità al mondo cristiano, a questo feroce e spietato Primo Mondo che detiene il potere economico, politico e militare. L’embrione del capitalismo era lì, nel fine e nel metodo dell’Inquisizione: appropriarsi di tutto, terre, proprietà, boschi, mari, col pretesto di diffondere la civiltà, usando qualsiasi metodo, spietati e indifferenti verso qualsiasi altra cultura, altra religione, provocando insanabili disastri umani e ambientali.
Lo stato della Germania, senza perdere tempo a indire simposi sul numero esatto degli ebrei massacrati nei campi di concentramento, ha eretto al centro di Berlino un importante museo sulla storia e gli orrori del nazismo, come monito al mondo intero e alle future generazioni tedesche.




La Santa Sede mistifica e minimizza il ruolo devastante dell’Inquisizione, invece di stigmatizzare la portata culturale e politica di quell’infernale sistema.
1583534999611.png
circa 60milioni di morti mica male in nome di Cristo.
la bestemmia più grande è andare in chiesa,Dio è dentro di te gli altri sono Impostori.

poverelle le pecorelle.
cattivo? no è storia.

per questo l’Inquisizione fu una macchina che macinò un’enorme massa di capitali finanziari

poi si parla di nazismo e fascismo ?
e comunismo a no questo no è vergine e santo.



1583535022148.png



 
Ultima modifica:

frami

Junior Member
a Narni in Umbria visitate i sotterranei....una vera scoperta: una chiesa antichissima e celle dell'inquisizione piu una stanza che non si può aprire perchè non arriva il permesso dove si pensa siano ancora nascosti documenti importanti....Visitate il sito Narni Sotteranea
 

Alien.

Advanced Premium Member
Grazie frami per l'informazione, vedi oggi vi è una Santa Inquisizione con il "velo" di un virus.
 

Alien.

Advanced Premium Member

NARNI SOTTERRANEA: L’INQUISIZIONE, I PROCESSI E… MISTERI E SUGGESTIONI AL DI SOTTO DELLA CITTÀ MEDIEVALE

Stampa
Categoria: Viaggi & Personaggi Pubblicato: 07 Luglio 2014 Visite: 5301
images/stories/umbria_Narni/NarniSotterraneaAltareMonaco.jpg

turismo italia news turismoitalianews Umbria medioevo Narni Sotterranea underground inquisizione Chiesa segreti Giovanni Bosi
Giovanni Bosi, Narni / Umbria

E’ proprio il caso di dirlo: quando la realtà supera la fantasia. E’ un vorticoso viaggio a ritroso nel tempo, con tanto di misteri, suggestioni, colpi di scena e straordinarie location quello che assicura la visita a Narni Sotterranea, nella cornice di grande richiamo nell’Umbria medievale. Nella cittadina che sovrasta il fiume Nera (che le valse l’interesse dell’antica Roma per la sua posizione strategica), resa immortale dal grande condottiero Erasmo il Gattamelata e portata alla ribalta mondiale dallo scrittore Walter Hooper con “Le cronache di Narnia”, nome latino della colonia romana, la visita non è un normale giro turistico, ma un’affascinante scoperta di storie che ancora oggi attendono di essere completamente svelate. Come quei processi nei sotterranei dell’Inquisizione…



(TurismoItaliaNews) E sì: inquisizione. Una delle pagine più buie della storia della Chiesa che anche qui, a Narni, ha trovato modo di essere scritta. La Narni Sotterranea non è un insieme di grotte naturali, né tantomeno delle semplici gallerie scavate nella roccia, come si potrebbe pensare e come si vede in altre città. Narni Sotterranea è l’insieme di ciò che resta dell’antico convento medievale di San Domenico costruito addossato alla collina (su cui è sorta la città intorno al 600 avanti Cristo) e poi raso al suolo dopo la seconda guerra mondiale. In realtà si pensava che fosse stato raso al suolo e che non fosse rimasto più nulla di quell’odiata struttura, perché la gente ha sempre saputo – tra Settecento e Novecento – che nelle sue segrete si celebravano processi e si comminavano tremende punizioni con il potere dell’Inquisizione. Con la scomparsa del convento tutto era stato dimenticato ed anzi, giustizia sembrava essere fatta nei confronti di un luogo più maledetto che benedetto.

NarniSotterraneaCella.jpg




Lo strumento ideato dagli antichi Romani per "traguardare" un punto e realizzare allineamenti indispensabili per lo scavo degli acquedotti

E invece no, perché quando nel 1979 sei giovani speleologi, curiosi quanto basta, hanno scoperto dietro alla vegetazione ormai imperante sul fianco della collina un passaggio murato dal quale fuoriusciva aria, si è riaperta una vera e propria finestra sulla storia. La prima ad essere riscoperta è stata una chiesa affrescata del XII secolo e poi, via via, i sotterranei dell’antico convento, i luoghi in cui si svolgevano i processi dell’Inquisizione. Ed è a quel punto che al visitatore (accompagnato dalle sagaci guide dell’associazione culturale Subterranea) si apre davanti agli occhi un mondo inimmaginabile. I recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce i resti della cripta e l’abside di quella che era l’antica chiesa di Santa Maria Maggiore, un tempo cattedrale di Narni, con uno splendido mosaico bizantino del VI secolo.

Ma il bello deve ancora arrivare. Attraverso un varco nella muratura si accede ad un locale con una cisterna romana, probabilmente resto di una domus. In questa sala, grazie ad alcuni effetti speciali, si può entrare in maniera virtuale nei cunicoli dell'Acquedotto Romano della Formina. Subito dopo, percorrendo un lungo corridoio, si giunge in una grande sala, dove avevano luogo gli interrogatori del Tribunale dell'Inquisizione: l'ambiente è chiamato Stanza dei Tormenti nei documenti ritrovati negli Archivi Vaticani e al Trinity College di Dublino, dove sono finiti parte degli atti processuali vergati proprio a Narni. Una piccola cella adiacente, unica nel suo genere, documenta con segni graffiti sulle pareti le sofferenze patite dagli inquisiti, uno dei quali ha voluto lasciare un messaggio attraverso un codice grafico, con simboli alchemico-massonici non ancora completamente decifrati. Una serie di casuali coincidenze ha portato a svelare un intricato mistero che si celava dietro quei simboli. Come il processo celebrato nel 1726 a carico di un uomo bigamo che per scappare dal carcere e incontrare la seconda moglie, uccise il suo carceriere.

NarniSotterraneaInquisizione.jpg






Le suggestive scritte lasciate in cella

Oggi sono tornati a parlare – perché sono oggetto di studio – i verbali di interrogatorio, documenti rari di cui si era trovata traccia anni prima nell’archivio storico comunale di Narni. “Un confronto tra tecniche di investigazione del XVIII secolo e quelle di oggi – sottolinea lo staff di Narni Sotterranea - dalle carte ritrovate risulta che il bigamo era una persona scaltra che dopo la cattura cercò di nascondere la sua vera identità ma, alla fine, sotto tortura parlò. Si racconta che al corpo del carceriere ucciso fu fatta l'autopsia per verificare la causa di morte e fu allegato il relativo verbale, mentre sull'uomo omicida fu diramato un identikit descrittivo della sua persona che per quei tempi era una cosa davvero eccezionale. Le fonti documentano che l'uomo fu ripreso dopo alcuni mesi. Era braccato, gli sbirri dell'Inquisizione, così chiamati, sapevano che si era rifugiato a L'Aquila ma non potevano catturarlo perché era Regno di Napoli e non Stato Pontificio. L'uomo, però, commise un errore. Si fece scrivere un biglietto, essendo analfabeta, e lo spedì alla seconda moglie perché lo raggiungesse al confine il 15 agosto del 1726, in un punto stabilito. Il messaggio però fu ‘intercettato’ e al posto della sposa trovò le guardie che di nuovo lo catturarono. Fu condannato alle galere a vita, ossia a remare in catene sulle galee pontificie”.

A rendere suggestiva la visita ci sono i racconti delle guide, l’illuminazione artistica, l’ambientazione ricostruita nei luoghi, ma soprattutto la consapevolezza di rivivere la storia come se si fosse attraversata una star-gate. Assolutamente da provare. A proposito: lo sapevate che Narni è considerato il centro geografico d'Italia (mentre Foligno è il centro del mondo)?





Volontari per mission, appassionati per vocazione

L’associazione culturale Subterranea è nata nel 1994 dalla passione di un nutrito gruppo di volontari che da anni operano a Narni. Lo scopo principale è la salvaguardia e la valorizzazione del sito archeologico stesso e di portare alla luce quelle porzioni di storia narnese cancellate nei secoli dagli uomini o dagli eventi. L’associazione è senza fini di lucro e nel corso degli anni si è già impegnata in importanti realizzazioni che hanno contribuito ad amplificare l’immagine del sito archeologico, tra esse la produzione di un film-documentario.

Per saperne di più
Associazione culturale Subterranea
Via San Bernardo 12 - 05035 Narni (Terni)
www.narnisotterranea.it
info@narnisotterranea.it
www.lultimoeletto.it
tel. +39 339-1041645 / 0744-722292



Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima
 

frami

Junior Member
Io vivo in Lombardia qui la situazione è angosciante.. le ambulanze hanno ripreso come a marzo a sfrecciare . Le mie amiche e amici che lavorano in ospedale mi dicono che i posti si stanno esaurendo... io avevo previsto tutto questo quest'estate....ma nessuno mi credeva. Ho studiato immunologia all'università anche se poi per pochissimo non mi sono laureata ma il mio campo era la ricerca in immunologia quindi sapevo per conto mio che tutto questo sarebbe tornato...e se ne andrà .. perchè se ne andrà quando saremmo in grado di produrre anticorpi clonati ( nn è il vaccino... arriverà anche quello) per la terapia così non si morirà più.. Insomma quelli che hanno dato in via sperimentele a Trump. Solo che noi comuni mortali dobbiamo aspettare la produzione su larga scala. Quando arriveranno gli ospedali cominceranno a svuotarsi e noi torneremo alla vita normale ( situazione economica a parte). Ma ora la nostra libertà è inversamente proporzionale al riempimento degli ospedali. Dobbiamo tenere duro questi 3 /4 mesi, In bocca al Lupo..caro amico e a presto.
 

Alien.

Advanced Premium Member
Complimenti frami se hai intrapreso questa strada vuol dire che ami il prossimo l'hai preso come una missione nel salvare le vite ,bene,


Descrizione
L’Immunologia è quella branca della Medicina che si occupa dello studio del sistema immunitario, ovvero di quelle difese che l’organismo mette in atto per contrastare le infezioni da parte di virus, batteri e altri agenti patogeni, responsabili di patologie che attaccano l’organismo e provocano la reazione del sistema immunitario.
Questa disciplina medica studia, quindi, come il sistema immunitario risponde agli attacchi patogeni e si occupa anche delle sue disfunzioni, come le malattie autoimmuni, i fattori di ipersensibilità e le malattie congenite causate da alterazioni del sistema immunitario, che possono portare ad un aumento delle probabilità di contrarre infezioni.
Inoltre, nel campo di applicazione dell’Immunologia rientrano le terapie immunologiche e, nel caso di trapianti di organo, le analisi di compatibilità tra donatore e ricevente e le terapie anti rigetto.

Disturbi e patologie generalmente trattate dagli immunologi
Prestazioni generalmente offerte dagli immunologi
Benissimo quando si va al market e si comprano i prodotti in "genere" si guarda l'etichetta " cosa contiene potrei essere allergico ad alcune cose oppure parte del prodotto non mi piace ecc.
Sai dirmi cosa contengono i vari vaccini? Si perchè in genere la gente non si fa le domande se lo fa e buona notte.
Grazie.



1603570415457.png


 

frami

Junior Member
ci sono vari vaccini.. quelli contro le infezioni virali contengono parti di virus ( proteine di membrana o pezzi di dna o rna) o virus interi che però sono disattivati cioè non danno malattia. questi prodotti chiamati antigeni una volta iniettati vengono riconosciuti dal nostro sistema immunitario come " non self" cioè non apparteneti all'individuo. in particolare vi sono alcune cell chiamate linfociti B che una volta venuti a contatto con l'antigene producono specifici anticorpi contro questi antigeni. cosa vuol dire tutto questo? che dopo la vaccinazione noi abbiamo costruito un esercito di linfociti B specifici per quel virus. se dopo il vaccino veniamo a contatto con il virus in questione, i nostri linfociti B si attivano e producono su larga scale una quantità enorme di anticorpi che come frecce avvelenate attaccano il virus e lo distruggono. questo il vaccino.
poi cè un altra arma che è la terapia anticorpale.
Le persone che si ammalano di coronavirus producono anche loro questi anticorpi..quindi una prima terapia utile sarebbe stata raccoglieregli anticorpi dei pazienti guariti e iniettarli in quelli malati..ma sembra che sia un' pò difficile costruire banche anticorpali...ora in Italia si sta procedendo a fabbricare in laboratori questi anticorpi su larga scala.. partendo la linfociti B di pazienti guariti. i linfociti B vengono stimolati e producono anticorpi... questo è quello che si chiama terapia anticorpale contro il coronavirus. Ma non si usano ancora perchè li stanno mettendo appunto..arriveranno ma ci vorrà ancora qualche mese. queste è l'unica terapia efficace gli antivirali fanno poco. tutti abbiamo visto il risultato su Trump che da da una situazione grave in pochi giorni si è miracolosamente ripreso. penso che vaccino e terapia riiveranno insieme cioè inizio primavera..speriamo anche qualcosa prima... comunque io non sono immunologa perchè poi per vari fatti non mi sono laureata...ho solo studiato . ma questo oramai fa parte di me anche se ora faccio altro.
 

franca46

Advanced Member >PLATINUM PLUS<
non ci resta che seguire le regole , mascherina , distanza e igiene e che Dio ce la mandi buona
con tutto quello che sentiamo ai Tg

buona domenica ragazzi
 

Roberto57

Advanced Premium Member
ciao Alien molto interessante il tuo post, la sotto riportata frase l'avevo sentita spesso da mio suocero che era proprio di Narni

A proposito: lo sapevate che Narni è considerato il centro geografico d'Italia (mentre Foligno è il centro del mondo)?
 

Alien.

Advanced Premium Member

Lattoferrina contro il Covid? "Mangia il nutrimento del virus"​

La lattoferrina avrebbe effetti benefici sui malati di Covid-19 e potrebbe aiutare nella lotta alla malattia: la scoperta degli studiosi di Tor Vergata. Ma la ricercatrice avverte: "Per sconfiggere il virus serve il vaccino"​

Francesca Bernasconi - Gio, 29/10/2020 - 18:25





commenta

La proteina contenuta nel latte materno, la lattoferrina, potrebbe aiutare a combattere il Covid-19.
1595240824-lapresse-20200720103600-33452201.jpg



È la scoperta di uno studio, condotto dai ricercatori dell'Università di Tor Vergata, tra cui anche la dermatologa Elena Campione che, in un'intervista a Repubblica, ne ha spiegato il funzionamento.
"Era marzo, all'inizio del lockdown quando abbiamo cominciato a ragionare sul perché ci fosse questa enorme differenza di esposizione al virus che esiste tra gli anziani e i bambini", ha raccontato la ricercatrice, che porta sulle spalle diversi riconoscimenti internazionali e una serie di lavori pubblicati sulle riviste scientifiche. E proprio partendo dai bambini è iniziata la ricerca: "Tutti noi veniamo al mondo con una immunità innata. Prima di compiere il terzo mese, i bambini non ricevono altra protezione che il latte della mamma. E proprio la lattoferrina è una proteina contenuta anche all'interno del latte materno". La sperimentazione è partita da circa 100 positivi, con sintomi lievi o asintomatici, "che sono stati curati solo con lattoferrina. È stata l'equipe stessa di ricercatori ad andare casa per casa per somministrare la proteina".
Così, hanno scoperto che la lattoferrina può avere effetti benefici e contribuire alla lotta contro il Covid-19. "Sappiamo che il virus Sars-Cov-2 si alimenta del ferro presente nell'organismo umano- spiega Elena Campione- La lattoferrina riduce il ferro e quindi mette il virus in una posizione di svantaggio". In poche parole, questa proteina lascia il virus senza il suo nutrimento. Non solo, perché provoca due effetti: "Il primo in chiave di prevenzione, rendendoci molto più forti e quindi meno vulnerabili al contagio; il secondo in chiave di cura, perché abbiamo dimostrato che rispetto ai tempi medi di guarigione che arrivano anche a 30, 32 giorni, i pazienti ai quali viene somministrata anche la lattoferrina si negativizzano dopo 12 giorni". Una precisazione, però, è necessaria: "Usciremo da questo incubo solo con il vaccino e il vaccino è la strada maestra per sconfiggere il Covid-19".
Come precisa Repubblica, lo studio è stato pubblicato sull'International Journal of Molecular Sciences, ma si tratta solo di "una prima parte della nostra ricerca". In arrivo, promette Campione, c'è molto di più: "Stiamo mettendo a punto la seconda parte del lavoro che è in procinto di essere pubblicata con nuovi e importanti risultati".
 

Ultima estrazione Lotto

  • Estrazione del lotto
    sabato 13 aprile 2024
    Bari
    36
    14
    82
    54
    13
    Cagliari
    30
    22
    07
    06
    10
    Firenze
    15
    90
    28
    24
    51
    Genova
    67
    14
    23
    85
    90
    Milano
    67
    53
    40
    90
    84
    Napoli
    62
    58
    64
    29
    05
    Palermo
    61
    36
    90
    70
    83
    Roma
    71
    49
    72
    12
    54
    Torino
    16
    41
    78
    17
    75
    Venezia
    52
    09
    56
    85
    81
    Nazionale
    17
    84
    54
    28
    15
    Estrazione Simbolotto
    Genova
    33
    25
    27
    15
    10

Ultimi Messaggi

Alto