Alien.
Advanced Premium Member
[h=1]Elenchi telefonici: costi addebitati
in bolletta per chi non disdice[/h] [h=2]Ancora una volta negli ultimi mesi c'è stata la distribuzione degli elenchi telefonici, con la consegna addebitata in bolletta. Ma si può chiedere di essere esentati: ecco come.[/h] [h=3]di Gianfranco Giardina[/h]
shadow
5
177
87
1
Servono ancora gli elenchi telefonici, nell’era Internet in mobilità? Chiunque abbia uno smartphone sa che la risposta è no e almeno per due motivi: si fa prima a cercare un numero su telefono, magari con la app stessa di Pagine Bianche; e poi, oramai, con il necessario assenso esplicito per comparire sugli elenchi introdotto da qualche anno, quasi sempre non si trova il numero cercato. Eppure negli ultimi mesi le case degli italiani, come di tradizione in tarda primavera, sono state raggiunte dall’edizione 2015 degli elenchi: una montagna di carta che oramai non serve a molto e che è tristemente destinata al macero.
[h=5]Addebito automatico[/h] La cosa che in pochi sanno è che le società di telecomunicazioni da qualche anno inseriscono in bolletta un compenso per la consegna degli elenchi, pari a un corrispettivo variabile a seconda dei gestori, da 1,17 a 3 euro per ogni linea fissa: lo spiega ne dettaglio un interessante articolo di DDAY.it, chiarendo anche che questo compenso è stato automaticamente applicato a tutte le vecchie utenze senza la richiesta di un assenso esplicito.
[h=5]Come fare per evitarlo[/h] Questo extra costo, di cui si accorgono solo coloro che “spulciano” le bollette telefoniche con attenzione, lo pagano tutti gli intestatari di linee telefoniche fisse tranne coloro che fanno esplicita richiesta di non ricevere gli elenchi: per farlo, a seconda dei gestori, la procedura può essere più o meno semplice. Per TIM basta una telefonata; Fastweb richiede un’email; altri gestori una raccomandata, che rischia di costare più del contributo stesso dal quale si vuole sfuggire.
[h=5]Un valore da 30-40 milioni di euro[/h] Pochi euro all’anno, certo; spiccioli che non stravolgono il bilancio familiare neppure dei meno abbienti. Ma – tenendo conto degli oltre 20 milioni di linee presenti in Italia – si tratta pur sempre di un salasso cumulato per le tasche dei cittadini di 30-40 milioni di euro all’anno che proprio - visto anche il non-servizio al quale corrispondono - si fa fatica davvero a giustificare.
in bolletta per chi non disdice[/h] [h=2]Ancora una volta negli ultimi mesi c'è stata la distribuzione degli elenchi telefonici, con la consegna addebitata in bolletta. Ma si può chiedere di essere esentati: ecco come.[/h] [h=3]di Gianfranco Giardina[/h]

shadow
5
177
87
1
Servono ancora gli elenchi telefonici, nell’era Internet in mobilità? Chiunque abbia uno smartphone sa che la risposta è no e almeno per due motivi: si fa prima a cercare un numero su telefono, magari con la app stessa di Pagine Bianche; e poi, oramai, con il necessario assenso esplicito per comparire sugli elenchi introdotto da qualche anno, quasi sempre non si trova il numero cercato. Eppure negli ultimi mesi le case degli italiani, come di tradizione in tarda primavera, sono state raggiunte dall’edizione 2015 degli elenchi: una montagna di carta che oramai non serve a molto e che è tristemente destinata al macero.
[h=5]Addebito automatico[/h] La cosa che in pochi sanno è che le società di telecomunicazioni da qualche anno inseriscono in bolletta un compenso per la consegna degli elenchi, pari a un corrispettivo variabile a seconda dei gestori, da 1,17 a 3 euro per ogni linea fissa: lo spiega ne dettaglio un interessante articolo di DDAY.it, chiarendo anche che questo compenso è stato automaticamente applicato a tutte le vecchie utenze senza la richiesta di un assenso esplicito.
[h=5]Come fare per evitarlo[/h] Questo extra costo, di cui si accorgono solo coloro che “spulciano” le bollette telefoniche con attenzione, lo pagano tutti gli intestatari di linee telefoniche fisse tranne coloro che fanno esplicita richiesta di non ricevere gli elenchi: per farlo, a seconda dei gestori, la procedura può essere più o meno semplice. Per TIM basta una telefonata; Fastweb richiede un’email; altri gestori una raccomandata, che rischia di costare più del contributo stesso dal quale si vuole sfuggire.
[h=5]Un valore da 30-40 milioni di euro[/h] Pochi euro all’anno, certo; spiccioli che non stravolgono il bilancio familiare neppure dei meno abbienti. Ma – tenendo conto degli oltre 20 milioni di linee presenti in Italia – si tratta pur sempre di un salasso cumulato per le tasche dei cittadini di 30-40 milioni di euro all’anno che proprio - visto anche il non-servizio al quale corrispondono - si fa fatica davvero a giustificare.