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Dai ridiamoci su

Alien.

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OTTIMO come già detto il coronavirus è tutta una farsa economica.E far volare in borsa le case farmaceutiche .Ci sono tanti finti invalidi con i certificati dai medici vuoi che se uno muore non dicano che è stato il virus?Ma se fosse vero è stato fatto tutto a tavolino per far fuori molte persone ed anche politici un ottimo omicidio pulito la colpa sarà del virus.Un nuovo tipo di terrorismo e ci riescono molto bene.vedremo.


VINTA SENTENZA CONTRO IL 5 G

 
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R

Rubino

Guest
Questa mattina ero in posta e c'era una fila di persone, poi ne sono entrate due con la mascherina,
"Panico totale" tra i presenti
Poi hanno detto
Questa e' una rapina!!!

E ci siamo tranquillizzati tutti.

:LOL::ROFLMAO::love:
 

Alien.

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stanlio_e_ollio_che_ridono.gif
 

Roberto57

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QUESTA NON E' UNA BARZELLETTA

Ieri sono dovuto andare in farmacia per comprare cerotti di sutura e mercurocromo, entro e la Dottoressa mi dice "si fermi li e mi dica cosa ha bisogno, il banco era almeno a tre metri, Le dico di cosa ho bisogno, mette i farmaci sul banco con lo scontrino e poi mi dice il costo e se possibilmente pago con carta di credito, se ne va nel retro e mi dice di mettere la tessera sul bancone e di allontanarmi.....Lei torna di qua e mettendo tutto in un sacchetto, tessera compresa, mi dice ora può prendere il tutto mentre Lei si allontanava :eek::eek::eek:
Sono rimasto di stucco, un'operazione che richiedeva dieci minuti ci ho messo quasi mezzora e intanto si era formata la coda fuori dalla Farmacia,
Dove è arrivata la fobia o ignoranza!!!!!
 

Alien.

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Ma veramente siamo noi ITALIANI LA barzelletta ci trattano come dei burattini,c'è chi dice prova per una dittatura
Ripeto è una semplice influenza fatta passare per pandemia, 1)in caso di pandemia il governo non può cadere per legge.2) Roberto ma non ti sei chiesto perchè devi pagare con la carta di credito ?-----I soldi sono sporchi da sempre e non è mai morto nessuno,ma per aiutare le Banche dobbiamo pagare tutti con carta di credito,sono da mesi che lo dicono. 3) non vogliono che la destra vada al governo. Soros il magnante miliardario Ebreo che comanda tutto il mondo è lui a capo dello ONG con la complicità del PD -CGIL- Banche- Vaticano ecc....per far entrare gli africani in Italia e farci diventare Meticci color cappuccino un misto di sangue . Vedo già ragazze accompagnate da africani ci vogliono far diventare come gli Americani. Ma dite ai vostri nipoti di stare con Italiani non è razzismo ma Italianità. W l' Italia.Usiamo il nostro cervello non quello che ci vogliono imporre,le bugie ripetute diventano verità solo per chi.............

Franca hai indovinato , ho visto negozi di cinesi con la mascherina ,gli untori siamo noi !

con la paura ,l'ansia ci si ammala si creano malattie come diabete ecc.
 
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Roberto57

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Ma veramente siamo noi ITALIANI LA barzelletta ci trattano come dei burattini,c'è chi dice prova per una dittatura
Ripeto è una semplice influenza fatta passare per pandemia, 1)in caso di pandemia il governo non può cadere per legge.2) Roberto ma non ti sei chiesto perchè devi pagare con la carta di credito ?-----I soldi sono sporchi da sempre e non è mai morto nessuno,ma per aiutare le Banche dobbiamo pagare tutti con carta di credito,sono da mesi che lo dicono. 3) non vogliono che la destra vada al governo. Soros il magnante miliardario Ebreo che comanda tutto il mondo è lui a capo dello ONG con la complicità del PD -CGIL- Banche- Vaticano ecc....per far entrare gli africani in Italia e farci diventare Medicci color cappuccino un misto di sangue . Vedo già ragazze accompagnate da africani ci vogliono far diventare come gli Americani. Ma dite ai vostri nipoti di stare con Italiani non è razzismo ma Italianità. W l' Italia.Usiamo il nostro cervello non quello che ci vogliono imporre,le bugie ripetute diventano verità solo per chi.............

Franca hai indovinato , ho visto negozi di cinesi con la mascherina ,gli untori siamo noi !

con la paura ,l'ansia ci si ammala si creano malattie come diabete ecc.
Ciao Alien questo già l'avevo capito prima ancora che scoppiasse sta FOBIA, voglio sapere dove vanno a finire i nostri soldi, mi sembra di aver capito che probabilmente slitteranno le votazioni del 29 marzo
 

Alien.

Advanced Premium Member
Ciao Roberto.


E' FACILE nello spreco delle amministrazioni e privilegi politici ecc. Il problema è che questo Stato è fallito così come è strutturato ha portato al suicidio molti onesti lavoratori Italiani quando è iniziata questa crisi voluta da altri ma dato che io non ho fatto mai debiti perchè devo pagare debiti altrui ?Poi vi è :
Ha scoperto il patto sporco tra Mafia e Stato. Ma in Italia non se ne parla

se vuoi approfondire :




Quindi lo stato è debole con i forti e forte con i deboli.
Vedi la cosa buffa è che gli animali non hanno bisogno di medici,avvocati,giudici,polizia ,tasse,non inquinano per il semplice fatto che hanno tutto dentro il proprio DNA ed ho seri dubbi che siamo inferiore ai primati.
Noi esseri umani non abbiamo predatori,sbagliato ne abbiamo solo uno il peggiore: noi stessi.
Dai finisco qua andrei oltre con il rischio di ripetermi. Ma tu fatti scivolare tutto quello che ti pesa e sorridi sempre anche se ti girano i "coglioni" tanto se sei triste non risolvi nulla ...anzi peggiori le cose poi vedrai andrà tutto meglio e vaffanculo al mondo.
 

ciccio68av

Advanced Member >PLATINUM<
...................................2) Roberto ma non ti sei chiesto perchè devi pagare con la carta di credito ?-----I soldi sono sporchi da sempre e non è mai morto nessuno,ma per aiutare le Banche dobbiamo pagare tutti con carta di credito,sono da mesi che lo dicono.3) non vogliono che la destra vada al governo. ..............................................

Se " Quelli" Pagavano con la carta di credito si sapeva dove erano finiti i 49 milioni,
ma siamo in ITALIA ,ci sono molti Maghi nel far sparire soldi Pubblici

La destra al governo Ricordo ha votato il pareggio di bilancio ( su Wikipedia lo spiega)

Per la votazione del 29 marzo ,bisogna RINGRAZIARE quella politica dalle tasche bucate ,
tanto spendere 300 e passa milioni ,Spendi spandi spandi spendi effendi
Concludo
....."Ti sei fatto il palazzo sul Jumbo
Noi invece corriamo sempre appresso all'ambo
Ambo terno tombola e cinquina
Se vinco mi danno un litro di benzina"........

Rino gaetano
 

Alien.

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cICCIO SIAMO iTALIANI DIVISI DA POLITICA E RELIGIONE COME TUTTI MA DATO CHE SIAMO DI "SOTTO" SIAMO TUTTI "SERVI" DEL POLITICO DI TURNO.SCEGLIAMO IL MENO PEGGIO.MA SE TUO PADRE RUBA 49 MILIONI POI SE LA RIFANNO CON TE ED I TUOI PARENTI ? PECCATO AVERE LA MENTE "CORTA"


QUESTI CHI LI HA FATTI SPARIRE ?





Da Montepaschi a Banca Etruria tutti i crac che il Pd non può cancellare



Gian Maria De Francesco - Gio, 19/10/2017 - 08:06





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Roma - La protervia di Matteo Renzi nell'imputare al governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ogni responsabilità della cattiva gestione delle crisi bancarie ha una genesi ben precisa.
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Ed è quella descritta dall'ex direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli, nella sua autobiografia: la moral suasion di Maria Elena Boschi presso l'ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, affinché trovasse un partner per l'allora periclitante Banca Etruria di cui il padre era vicepresidente. Il conflitto di interessi, in quel caso, era duplice: non tanto perché vi fosse coinvolta la famiglia di un'importante componente di quel gabinetto, ma perché la Toscana, cuore del potere renziano, è una terra nella quale il confine tra politica e finanza non è praticamente mai esistito.
I prestiti facili agli «amici degli amici» non hanno fatto saltare solo Etruria, ma hanno messo in difficoltà realtà più piccole come il credito cooperativo Chianti Banca (che il Giglio magico avrebbe voluto conservare come spa autonoma e che invece Bankitalia farà confluire nella grande centrale Iccrea) e come la Cassa di risparmio di San Miniato, «salvata» dai francesi di Crédit Agricole tramite l'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi assieme alla riminese Carim e a Caricesena, realtà bancarie di una zona rossa come la Romagna.

Insomma, queste «bombe» sono esplose proprio mentre Matteo Renzi era a Palazzo Chigi senza riuscire a trovare soluzioni efficaci. Con quella mozione il segretario del Pd ha trovato il capro espiatorio perfetto. Oggi come oggi viene difficile ricordare che si tratta dello stesso Matteo Renzi che a inizio 2016 invitava le famiglie a investire nella Mps risanata da Alessandro Profumo (che oggi guida Leonardo-Finmeccanica su designazione renziana), quella stessa Mps nazionalizzata da Gentiloni e dal ministro dell'Economia Padoan perché il precedente esecutivo non era riuscito a cavare un ragno dal buco. Il Fondo Atlante, creato su pressing dell'ex presidente del Consiglio, ha però
bruciato 3,4 miliardi su Popolare Vicenza e Veneto Banca, rilevate a fine giugno da Intesa Sanpaolo a un euro prima che un nuovo bail in devastasse tutto.
E se si guarda agli altri casi di crisi (Carige, Banca Marche, Cariferrara, Carichieti, la teramana Tercas salvata a caro prezzo dalla Popolare di Bari) ci si ritrova in scenari simili a quelli del Monte dove Fondazioni con il cuore a sinistra intervenivano direttamente nella gestione delle banche seguendo criteri «politici». Renzi, va detto, ha pagato il prezzo di un passato dissennato, ma anche l'insipienza nel trattare con la Vigilanza Bce e con la Commissione Ue condizioni meno vessatorie. Trattative impossibili visto che l'unica cosa che gli interessava era ottenere più deficit per bonus e mance.

 

Alien.

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Banca Etruria, 35mila toscani hanno perso tutto
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Nella notte del decreto "salva banche" in Toscana si sono volatilizzati 300 milioni di azioni e obbligazioni. All’Etruria la perdita media è di 15-20mila euro a cliente: «Ora chi lo dice a mio padre?»


DI ALFREDO FAETTI29 NOVEMBRE 2015


In una sola notte, sono spariti circa 300 milioni di euro. Tanti soldi, in buona parte risparmi che le famiglie avevano messo da parte con fatica per avere una vecchiaia tranquilla, oppure per un progetto o per i figli.

In Toscana parliamo di 35mila persone coinvolte. Sogni infranti, che lasciano spazio a un senso di disorientamento e incredulità, accompagnato da una buona dose di rabbia. Sono queste le sensazioni che corrono sotto pelle ai risparmiatori che avevano affidato i loro risparmi alla “vecchia” Banca dell’Etruria e del Lazio, vedendoli sparire domenica quando è nata la Nuova Banca Etruria: praticamente la stessa, ma senza perdite e con un capitale ricostituito da 442 milioni di euro.
Un’operazione figlia del bail-in, la nuova direttiva europea che prevede il salvataggio degli istituti di credito coprendo le perdite con i capitali degli azionisti e degli obbligazionisti, adottata da Bankitalia e dall’Unione Europea e ratificata dal governo per riportare a galla l’ente aretino, insieme ad altri tre: la Banca delle Marche, Cassa di Ferrara e CariChieti. Così l’istituto è stato salvato con un capitale fresco di 442 milioni di euro, con buona pace degli azionisti, quasi tutti inconsapevoli dei rischi che correvano.





CHI LO DICE A MIO PADRE?

«Chi glielo dice a mio padre che abbiamo perso tutto?» scrive un uomo in una lettera indirizzata alla Federconsumatori, dove le segnalazioni in questi giorni non si contano. «Non riusciamo a staccarci dal telefono» ammettono dall’associazione. Ma va peggio nelle 84 filiali toscane di Banca Etruria, prese d’assalto dai propri azionisti. Prendiamo ad esempio Venturina, nel Livornese, dove i risparmiatori si sono riversati inferociti agli sportelli, sentendosi rispondere che sì, il loro denaro è sparito. Se ci spostiamo poi a Vitolini, piccola frazione di Vinci, la situazione è ancora più drammatica perché, oltre alle Poste, l’unica banca in paese è l’Etruria. Venerdì 27 è stata invasa dai risparmiatori, che non hanno lesinato anche parole grosse nei confronti della direzione.
CI SIAMO FIDATI
Ma come è potuto accadere? Andiamo ad Arezzo, patria natia della banca, dove il caso di una signora è l’esempio calzante. «Ci siamo fidati, Etruria era la nostra banca da trenta anni, avevamo lì il conto corrente, la pensione – racconta la donna – e invece hanno approfittato della nostra fiducia». Lei e suo marito avevano delle obbligazioni ordinarie con un tasso d’interesse del 2 per cento e prima che scadessero, nel 2013, la banca propose di convertirle in obbligazioni subordinate con un tasso al 5 per cento a scadenza nel 2023; poi, a febbraio, quando l’istituto è stato commissariato per tamponare una crisi senza precedenti, la coppia aretina ne chiese il rimborso, sentendosi rispondere picche perché il mercato è rimasto bloccato. Così sono passati i mesi e domenica è arrivato il bail-in.
UN BAGNO DI SANGUE
«Un bagno di sangue» dicono le associazioni in coro: il 60 per cento delle azioni Banca Etruria sono in Toscana, per un equivalente di circa trentamila persone, a cui si aggiungono i cinquemila obbligazionisti. Il calcolo stimato delle perdite nella nostra regione è di 300 milioni, una media di 8.500 euro a risparmiatore che raggiungono secondo le associazioni dei consumatori i 15-20mila euro se si aggiungono gli interessi che ciascuno di loro avrebbe potuto vantare.
Sui moli di Porto Santo Stefano, all’Argentario, c’è un pensionato che passeggia pensieroso. Ha sessantacinque anni ed è cliente di Banca Etruria dal 1978. «Io sono un operaio in pensione che si fidava della gente che aveva davanti – spiega – ma nessuno mi ha detto dei rischi che stavo correndo. Anzi, gli operatori della banca mi parlavano di un rischio medio-basso». Il suo pacchetto d’investimenti nell’istituto di credito ammontava a 70.000 euro, suddivisi tra due fondi (uno di 55.000 euro e un altro di 15.000) più 6.000 euro di azioni, a cui si aggiungono quelle dei figli. Oggi non valgono più nulla. «Erano tutti i miei risparmi – dice il pensionato – Ora devo mandare avanti la famiglia solo con la pensione». (Investe in titoli e perde tutto)

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Alien.

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ITALIA RISPARMIATORI PROTESTANO IN PIAZZA AD AREZZO (LAPRESSE) FOTO 1 DI 21 - See more at:










Assalto a Banca Etruria al grido di "rivogliamo i soldi rubati". Le foto della protesta ad Arezzo 28 DICEMBRE 2015 Una cinquantina di risparmiatori ha protestato davanti alla sede centrale di Banca Etruria ad Arezzo. Gli ex obbligazionisti della banca, come annunciato dal comitato 'Vittime del salva-banche', che hanno perso i loro soldi, sono arrivati in treno e auto, sfidando il freddo e la nebbia, per protestare contro quella che definiscono "una truffa" ai loro danni. Hanno issato striscioni e cartelli con scritto "Qui giace la fiducia nel sistema bancario" e "Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato". - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/me...zzo-e2b2bc0b-7959-48a0-aad7-ee0ed4feab90.html
 

Alien.

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Il mito dei 60 miliardi “regalati” alle banche
Pachidermi&Pappagalli smonta il luogo comune degli istituti di credito salvati con soldi pubblici. L’intervento dello stato è sempre stato accompagnato dal salvataggio privato, che ha contribuito per più di due terzi. Fatti e numeri
di Tortuga
12 Agosto 2018 alle 06:16

Il mito dei 60 miliardi “regalati” alle banche

Foto LaPresse




Pachidermi&Pappagalli è la rubrica dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano diretto da Carlo Cottarelli. La rubrica, curata da Tortuga, primo think tank italiano di studenti di economia e giovani professionisti, cerca di smitizzare alcuni luoghi comuni sull’economia italiana che non trovano fondamento nella realtà, spiegandone la natura e analizzandone il contenuto in modo analitico e critico. Tortuga scrive articoli su temi di economia, politica e riforme, e offre alle istituzioni un supporto professionale alle loro attività di ricerca o policy-making.


Si ripete spesso che le operazioni di messa in sicurezza del sistema creditizio italiano dal 2013 a oggi abbiano avuto un obiettivo chiaro: “salvare le banche” (fino a “60 miliardi di soldi pubblici”!). Questa convinzione è diffusa e implica che lo stato abbia sovvenzionato ricchi banchieri con soldi che avrebbero potuto essere usati per migliori finalità. Questa nota presenta gli interventi degli ultimi anni e il loro costo per le casse pubbliche. In realtà, i limitati interventi sono stati volti a tutelare, per quanto possibile e senza aggravare troppo le già deboli finanze pubbliche, i piccoli risparmiatori.


La crisi finanziaria dei debiti sovrani, la stagione di bassi tassi di interesse, il cambiamento strutturale del settore e la riforma dell’unione bancaria europea hanno messo a dura prova gli elementi più fragili del sistema creditizio italiano. Non solo: le banche hanno dovuto affrontare due riforme settoriali ancora in attuazione (riforma delle banche popolari e riforma del credito cooperativo), volte a favorirne la concentrazione e la loro trasformazione in Spa. Il settore bancario ha anche conosciuto l’emergenza dei crediti deteriorati, o Non Performing Loans (Npl). In questo quadro critico sono stati assunti alcuni provvedimenti, da parte del settore pubblico (governo o vigilanza bancaria), che hanno provocato scalpore e numerose critiche.


In ordine cronologico, questi sono stati gli interventi pubblici o misti dal 2013 a oggi:

- Monti Bond (2012-2013): Sottoscrizione da parte del Tesoro di circa 3,9 miliardi di euro di obbligazioni di Monte dei Paschi di Siena, oggi restituiti dalla banca senese;
- Decreto Imu-Bankitalia (gennaio 2014): riforma dell’assetto proprietario di Banca d’Italia;
- Istituzione del Fondo Nazionale di Risoluzione (novembre 2015): fondo costituito con versamenti di istituzioni finanziarie private, destinato al risanamento e alla risoluzione delle banche in difficoltà (in ottemperanza alla direttiva europea sul bail-in);
- Burden sharing di Banca delle Marche, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti (novembre 2015): azzeramento del capitale di azionisti e obbligazionisti subordinati, per risanamento delle banche che vengono messe in vendita;
- Entrata in vigore della direttiva comunitaria sul bail-in (gennaio 2016): l’obiettivo è evitare il salvataggio esterno delle banche, tramite fondi pubblici, e favorire il salvataggio interno;

- Nascita di Fondo Atlante 1 (aprile 2016): gestito da Quaestio Capital Management e partecipato, su impulso del governo italiano, da banche, fondi di investimento, Cdp e Poste. Intende ricapitalizzare banche in difficoltà e acquistare crediti in sofferenza. Tra maggio e giugno 2016 sottoscrive il 99 per cento del capitale di Banca Popolare di Vicenza e il 97 di Veneto Banca;
- Nascita di Fondo Atlante 2 (agosto 2016): gestito da Quaestio Capital Management e partecipato, su impulso del governo italiano, da banche, fondi di investimento, Cdp e Poste. Può intervenire solo con investimenti di crediti deteriorati;
- Decreto “Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio” (dicembre 2016): il governo stanzia 20 miliardi a debito e interviene in Mps, su richiesta della banca, con al massimo 5,4 miliardi per una ricapitalizzazione precauzionale;
- Decreto per la liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto banca (giugno 2017): è disposta la liquidazione coatta amministrativa di Banca popolare di Vicenza e di Veneto Banca, vendute poi a Banca Intesa che riceve anche 5 miliardi dal fondo pubblico come anticipo di cassa.

Anche se è necessaria una visione d’insieme per comprendere la ratio dei singoli provvedimenti, può essere utile approfondirne alcuni, in particolare quelli più dibattuti.

Decreto Imu-Bankitalia
Tra i primi interventi a venire contestato è stato il decreto Imu-Bankitalia, convertito in legge a gennaio 2014. Il decreto, rivedendo l’assetto proprietario di Banca d’Italia, ha previsto la rivalutazione del capitale nominale passato da 156 mila a 7,5 miliardi di euro, tramite la trasformazione di parte delle riserve dell’istituto. Ciò non significa che gli enti (banche, assicurazioni e casse previdenziali private) che detengono il capitale della Banca d’Italia abbiano ricevuto un trasferimento di liquidità o attività dallo stato. L’operazione, infatti, è stata puramente contabile. Banche e assicurazioni hanno goduto di due benefici. Innanzitutto, un’accresciuta stabilità di bilancio.

La seconda conseguenza sono stati i maggiori dividendi per i detentori, pagati da Banca d’Italia. Corrispondentemente, però, lo stato ha tassato le plusvalenze per un importo pari a circa 1,5 miliardi nel 2013 e quasi 2 miliardi nel 2018 incassando risorse una tantum utilizzate per l’abolizione della seconda rata dell’Imu quell’anno e per la copertura del decreto legge n. 66 del 2014 (quello sul bonus 80 euro). […]

L’intervento sulle quattro banche del centro Italia
Di diversa natura è stato invece l’intervento per salvare quattro banche del centro Italia. Queste versavano in pessime condizioni a causa di anni di cattiva amministrazione, accentuate dalla crisi economica iniziata nel 2008: si tratta della Banca dell’Etruria, Banca Marche e le Casse di Risparmio di Ferrara e di Chieti. Già commissariate da Banca d’Italia, le banche sono state messe in risoluzione tramite decreto a novembre 2015. Per evitare le conseguenze del fallimento (dannose per risparmiatori, imprese, dipendenti e l’intero sistema del credito) e per limitare il costo per le finanze pubbliche, lo stato ha fatto ricorso alla procedura di burden sharing. In altre parole, il valore di azioni (i soci proprietari delle banche) e obbligazioni subordinate (junior) è stato azzerato, mentre sono stati tutelati i conti correnti e le obbligazioni senior (che rispetto alle subordinate sono meno redditizie ma più sicure). Per esempio, Banca Etruria deteneva 289 milioni di conti correnti e 331 milioni di obbligazioni senior, che sarebbero stati in parte persi in caso di fallimento.

Le perdite non erano però tali da poter essere assorbite dagli azionisti e dagli obbligazionisti junior. Il contributo al ripianamento, seguendo la filosofia della direttiva sul bail-in, è stato però completamente privato: a coprirlo è stato il Fondo Nazionale di Risoluzione, istituito nel 2015, partecipato dalle banche operanti in Italia e destinato al risanamento delle banche in difficoltà. L’esborso del fondo è stato di 4,7 miliardi di euro: questi sono serviti a ricapitalizzare le quattro banche, a coprire le perdite derivanti dai crediti sofferenti e a creare l’istituto destinato al recupero di tali crediti (le cosiddette bad bank). Non c’è stato quindi alcun contributo in termini di liquidità da parte dello stato, ed è per questo infondato sostenere che la manovra sia stata un tentativo del governo di favorire gli istituti finanziari e la loro proprietà (il cui capitale è stato invece azzerato). Al contrario, il salvataggio ha mirato a tutelare per quanto possibile chi nella banca aveva depositato o risparmiato. Peraltro, è stato sempre il sistema interbancario (tramite il Fondo interbancario per la tutela dei depositi) a provvedere ai rimborsi degli obbligazionisti truffati, per un valore totale di circa 200 milioni.

L’unico intervento pubblico è stato molto più recente e modesto: nella legge di stabilità 2018 è stato introdotto un fondo finanziato dallo stato di 100 milioni, per coprire i risparmiatori truffati che ancora non sono stati risarciti. Ancora una volta, quindi, a pagare sono stati soprattutto i privati.

La ricapitalizzazione di Monte dei Paschi di Siena
A dicembre del 2016 è stato deciso il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena (quarto gruppo bancario in Italia), anche questa in crisi dopo anni di cattiva gestione. Diversamente da quanto successo alle quattro banche del centro Italia, nel caso di Mps lo Stato ha finanziato parte dell’operazione, attingendo a un fondo di 20 miliardi di euro presi a debito varato a questo scopo. Di questi, circa 3,9 sono stati spesi per la ricapitalizzazione e al massimo 1,5 riservati al ristoro degli investitori al dettaglio che detengono le passività subordinate della banca oggetto di conversione in azioni nell’ambito del burden sharing. Azionisti e obbligazionisti hanno da parte loro contribuito per altri 2,8 miliardi, secondo il principio della condivisione degli oneri previsto dalla normativa dell’Ue. A pagare sono stati quindi sia i contribuenti sia i privati, e anche in questo caso i soci proprietari hanno visto il proprio capitale azzerarsi mentre parte dei risparmiatori è stata tutelata. A dicembre 2016 la banca senese deteneva 39 miliardi di euro in conti correnti (in parte comunque tutelati dal Fondo Interbancario) e circa 18 miliardi di obbligazioni ordinarie , che sarebbero stati persi in caso di liquidazione della banca.

A proposito del fondo varato dal governo, è importante evidenziare che si è trattato di una acquisizione di attività, le azioni della banca, e non di un contributo a fondo perduto: potrà dunque tornare allo stato attraverso la vendita. Se la manovra avrà costituito un guadagno o una perdita dipenderà dall’andamento delle azioni nei prossimi tre anni: il Tesoro dovrà infatti uscire da Mps entro il 2021.

Le due banche venete
L’operazione più importante, in termini di contributo dello stato, è stata quella che ha riguardato la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, acquisite a giugno del 2017 dal Gruppo Intesa Sanpaolo dopo la liquidazione coatta amministrativa. A perdere sono stati principalmente i titolari di azioni, mentre depositi e obbligazioni sono stati tutelati, anche se non integralmente per le obbligazioni subordinate . Ancora una volta a essere colpita è stata la proprietà delle banche (cioè gli azionisti, anche se questi includono certamente anche piccoli risparmiatori), mentre i depositanti e altri prestatori di fondi sono stati in buona parte tutelati. L’obiettivo perseguito con la liquidazione è stato evitare “una improvvisa cessazione dei rapporti di affidamento creditizio per imprese e famiglie, con conseguenti forti ripercussioni negative sul tessuto produttivo e di carattere sociale, nonché occupazionali” (dall’introduzione al decreto legge 25 giugno 2017). Dai bilanci dell’esercizio 2016 delle due banche popolari si evince, in assenza di intervento pubblico, che si sarebbero persi 7,6 miliardi di obbligazioni e 11,5 miliardi di conti correnti (in parte comunque tutelati, sotto i 100 mila euro).

Intesa San Paolo, che ha acquistato le due Banche Venete alla cifra simbolica di 1 euro, ne ha ereditato principalmente le attività sane , come prestiti concessi ai debitori affidabili. I crediti deteriorati sono stati invece trasferiti a una bad bank, che raccoglie le attività non più esigibili.

L’intervento per cassa dello stato è stato pari a circa 4,8 miliardi di euro, destinati a soddisfare il fabbisogno di capitale, nonché la ristrutturazione aziendale. A questi vanno aggiunti circa 400 milioni di garanzie, a fronte di un capitale garantito di 12,4 miliardi. Risorse che non è ancora possibile sapere se dovranno essere impiegate o meno: la valutazione del Sole 24 Ore rileva che circa la metà dovrebbe essere recuperata.

Va poi sottolineato che la spesa sarà bilanciata dal valore dei crediti recuperati dalla Sga, la società per la gestione di attività controllata totalmente dal Tesoro e che ha comprato i crediti deteriorati delle due banche venete. In altre parole, ci si aspetta che tramite la Sga lo stato recuperi una parte consistente, se non la totalità, di quanto investito nell’operazione.

Quanto è stato speso
In sintesi, il quadro mostra che ad oggi sono stati spesi, per il salvataggio degli istituti di credito, circa 650 milioni investiti da Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane in Fondo Atlante 1 e i 4,8 miliardi destinati a Banca Intesa come contributo di capitale e per la ristrutturazione del business. Questi soldi non potranno essere recuperati.

Ciò che invece è stato stanziato, ma potrebbe tornare allo stato nel giro di alcuni anni, si aggira tra i quasi 12,5 e i 18,5 miliardi di euro , circa un punto percentuale di pil. La forchetta varia a seconda di come si valutano gli investimenti nell’ex Fondo Atlante 2 e le garanzie per il risanamento delle due banche venete.

Questi importi vanno confrontati con il costo che le operazioni hanno avuto per l’intero sistema economico, tra capitali e risparmi azzerati, interventi del sistema bancario e intervento pubblico. Il costo totale si aggira tra i 60 e i 70 miliardi di euro, coperto quindi per meno di un terzo dallo stato.

Conclusioni
Il luogo comune che siano stati spesi troppi soldi pubblici per salvare le banche, fino a considerarli un “regalo”, parola tanto ricorrente quanto vaga, si è diffuso nel dibattito pubblico degli ultimi anni. Che il settore del credito sia stato oggetto di scandali e opacità è stato provato, anche dalla commissione parlamentare di inchiesta della precedente legislatura. Ma l’accusa di aver salvato le banche con soldi pubblici non corrisponde al vero: in tutti i casi l’intervento dello stato è stato accompagnato dal salvataggio privato che ha contribuito per più di due terzi. In ogni caso, gli interventi pubblici sono stati volti a contenere il costo per i piccoli risparmiatori derivante da crisi bancarie. Se confrontati con quanto accaduto nel resto d’Europa, gli interventi pubblici nel settore creditizio rimangono di modesta entità.

E’ probabile che gli interventi pubblici avrebbero potuto essere più tempestivi per ridurre l’entità dei salvataggi esterni. E’ tuttavia chiaro che la direzione intrapresa dall’Unione europea, Italia compresa, non corrisponde al luogo comune sui “regali” alle banche. In realtà i proprietari degli istituti sono stati sempre penalizzati dagli interventi di salvataggio: sia nel caso delle quattro banche del centro Italia, che per Mps che per le due banche venete le azioni sono state azzerate e i soci hanno perso tutto il loro capitale. Certo questo ha coinvolto anche piccoli azionisti, ma l’uso di soldi pubblici per “salvare le banche” sarebbe stato più elevato se anche questi fossero stati completamente protetti da perdite. Gran parte dei manager è stata inoltre sanzionata dalle autorità di vigilanza, e alcuni di loro si trovano ora sotto processo. Naturalmente le responsabilità penali di tali manager vanno comunque lasciate alla valutazione giustizia che si spera segua un corso più rapido di quello di molte esperienze passate.
 

ciccio68av

Advanced Member >PLATINUM<
cICCIO SIAMO iTALIANI DIVISI DA POLITICA E RELIGIONE COME TUTTI MA DATO CHE SIAMO DI "SOTTO" SIAMO TUTTI "SERVI" DEL POLITICO DI TURNO.SCEGLIAMO IL MENO PEGGIO.MA SE TUO PADRE RUBA 49 MILIONI POI SE LA RIFANNO CON TE ED I TUOI PARENTI ? PECCATO AVERE LA MENTE "CORTA"
Premesso che ( ho votato solo Craxi al mio primo voto(avevo 18 anni)a quei tempi la dIS'INFORMAZIONE Regnava...beata ignoranza)
in vita mia fino ad Adesso non ho mai VOTATO ne le DESTRE..... e ne.... PD ,SINISTRA
Ma se mio padre avesse rubato non lo terrei in AZIENDA,non gli darei la pacca sulla spalla
,"Bravo BABBO hai fatto bene",non ti posso cacciare perchè cè l'hai ancora DURO!!!!!!
sul fatto della mente corta,quello che hai allegato forse è anche POCO
MA se vuoi fare INFORMAZIONE non essere a SENSO UNICO mi sembri un Alieno !!!!!
stamattina ho visto che la ZAPPA senza manico è arrivata a 28 euri
(premesso che sto Zappando intorno alle viti per poi concimarle) mi tocca rimandare l'acquisto

SCEGLIAMO IL MENO PEGGIO
WWW ruby nipote mubarak

Mojito a volonta'
 
R

Rubino

Guest
E' scritto
Quando vedrete queste cose, siate felici, perche ' la vostra liberazione e' vicina.

Alien, non credere con tanta semplicita' che tutto si risolvera' in qualche mese, credo personalmente che ci stiamo addentrando in una recessione mondiale che durerà qualche anno, nei quali accadranno molte cose attualmente inimmaginabili, e che dovremo far fronte, economicamente
Psicologicamente non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

1 tempo , dei tempi , meta' di 1 tempo.

Meta' di un tèmPo e' gia" passato, restano gli altri da passare con il
Crollo finanziario mondiale e qualche evento fino ad oggi impensabile.
Un salArio per una chenice di grano.
 
R

Rubino

Guest
L ho appena letta e l ho raccontata a mia moglie

Un signore distinto si presenta nello studio di un dentista e chiede delle informazioni sui prezzi, per fare un estrazione di un dente

Il dentista dice

"Per levare un dente sono 200 euro con anestesia, altrimenti 100 euro senza anestesia."


"Ah, bene, allora facciamo senza anestesia."


E' sicuro ? "Lei è molto coraggioso!"

Bhe io non ho alcun problema

"Il dente deve toglierlo mia moglie..."!!!!


mia moglie sorridendo mi ha detto "stronzo "
 
R

Rubino

Guest
Uno zingaro e un napoletano entrano dal tabaccaio

Lo zingaro appena vede la commessa che si gira e intenta nel prendere un pacchetto di sigarette, girata di spalle, prende dal banco un twiks e se lo metto in tasca.

Guarda il napoletano e gli dice ," hai visto che classe ".?

Il napoletano gli sorride e gli risponde ti faccio vedere cose'la classe.

la commessa nel frattempo si gira allora il napoletano gli dice
Signorina vuole vedere un gioco, una magia?

Ma certo, risponde.

Allora il napoletano gli chiede
Signorina mi dia uno twiks e se lo mangia.

La commessa gli dice, beh dove' questa magia?

Allora il napoletano gli risponde

Provi guardare in tasca allo zingaro.
:LOL::LOL:
 

Ultima estrazione Lotto

  • Estrazione del lotto
    sabato 16 marzo 2024
    Bari
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