R
Roby
Guest
l tema delle devitalizzazioni è ancora molto dibattuto, io non sono un dentista e non ho, per fortuna, la responsabilità e l'onere di devitalizzare alcunché tuttavia, sia per la mia personale salute, sia per quella delle persone che si rivolgono a me per un consiglio, sinrispondo di NON farsi devitalizzare anche un solo e </u>singolo dente</u>. Mi rendo perfettamente conto della radicalità di questa affermazione ma, la mia posizione è netta, conosciuta nell'ambiente dentale, nonché suffragata da innumerevoli motivi, di cui, ti faccio un breve riassunto: certamente saprai che, oltre ai rapporti fra denti ed organismo, legati alla propagazione energetica attraverso i meridiani, vi sono altrettanti significativi rapporti che si sviluppano attraverso il mesenchima (tessuto connettivo) e direttamente tra le cellule.
Nella statistica della gravità dei focolai, causa di malattie, ai primi posti sono elencati: il dente devitale e/o devitalizzato dal dentista, l'osteite della mascella, le lesioni parodontali ed i denti otturati con amalgama seguiti, a distanza, dalle infiammazioni croniche delle tonsille, delle cavità sinusali, dall'appendice ed altri organi focalizzati.
La definizione di focolaio è, più o meno la seguente: area d'infiammazione o distruzione di tessuto, che non possiede più la capacità di reazione e/o di guarigione né può essere ri-stabilizzato con qualsiasi terapia medica.
Questo campo di perturbazione neurale provoca l'indebolimento lento e continuo dell'organismo, tramite l'emanazione di tossine e batteri e concentra le difese immunitarie su di se, ostacolando l'intervento dell'intero sistema immunitario in altri parti del corpo umano e, spesso, "imbrogliandolo" subdolamente.
Conseguenze di questo fenomeno sono: malattia, invecchiamento anticipato, cancro e morte prematura.
Molti autori tedeschi affermano che, il 90 % di tutti focolai, si concentra nel dente già morto! In che cosa consiste il problema? Nel cosiddetto "trattamento della radice" il dente è purtroppo devitalizzato tramite la semplice ed, il più delle volte, incompleta eliminazione della polpa, cioè dell'insieme di nervi, vasi, tessuti infiammati e/o necrotici, ecc. (scagli la prima pietra chi è in grado, scientificamente, di affermare e, soprattutto, di dimostrare il contrario).
In questa cavità naturale, modificata con "lime" e strumenti abrasivi ultrasonici e sonici vari, sono poi inseriti miscugli, più o meno tossici, quali: formaldeide, antibiotici, batterio-statici, cortisonici, gutta-perca, coni d'argento, ecc., con l'improbabile intento di garantire, attraverso il perfetto isolamento dall'ambiente buccale, la sterilità del sito. Ciò dovrebbe, secondo le teorie allopatiche, ostacolare la crescita dei microbi che, ovunque presenti in natura sono in grado di digerire qualsiasi resto, compresi i "cadaveri dentali", al fine di ripulire naturalmente l'ambiente.
Il dente, così "mummificato", secondo le suddette teorie allopatiche, dovrebbe resistere a "tempo illimitato".
Come ben sai, la cruda realtà è ben diversa: entro pochissimo tempo il poroso tessuto dentario residuo della radice (la dentina), si popola d'innumerevoli colonie di microbi che si sono adatti da millenni ad un ambiente tipico, ove vi sia una qualsiasi putrefazione, capaci di resistere anche in assenza d'ossigeno.
Essi provocano, alla lunga ma sin dall'inizio, una decomposizione di tipo fungino del "cadavere dentale".
Questo descritto è il tipico fenomeno di degenerazione tissutale delle mummie, le quali ospitano una flora microbica aspergillosa.
In bocca di un essere vivente, questi stessi germi distruggono (digerendola letteralmente), la dentina e provocano, in seguito, la formazione di granulomi, che altro non sono che, "sacche" per il contenimento delle tossine batteriche e dei composti e residui del dente. I batteri penetrano, inoltre, anche nei tessuti vitali vicini e si diffondono lentamente in tutto il corpo mentre, le difese immunitarie, man mano s'indeboliscono a causa della lotta che devono condurre, sia nell'organismo
Nella statistica della gravità dei focolai, causa di malattie, ai primi posti sono elencati: il dente devitale e/o devitalizzato dal dentista, l'osteite della mascella, le lesioni parodontali ed i denti otturati con amalgama seguiti, a distanza, dalle infiammazioni croniche delle tonsille, delle cavità sinusali, dall'appendice ed altri organi focalizzati.
La definizione di focolaio è, più o meno la seguente: area d'infiammazione o distruzione di tessuto, che non possiede più la capacità di reazione e/o di guarigione né può essere ri-stabilizzato con qualsiasi terapia medica.
Questo campo di perturbazione neurale provoca l'indebolimento lento e continuo dell'organismo, tramite l'emanazione di tossine e batteri e concentra le difese immunitarie su di se, ostacolando l'intervento dell'intero sistema immunitario in altri parti del corpo umano e, spesso, "imbrogliandolo" subdolamente.
Conseguenze di questo fenomeno sono: malattia, invecchiamento anticipato, cancro e morte prematura.
Molti autori tedeschi affermano che, il 90 % di tutti focolai, si concentra nel dente già morto! In che cosa consiste il problema? Nel cosiddetto "trattamento della radice" il dente è purtroppo devitalizzato tramite la semplice ed, il più delle volte, incompleta eliminazione della polpa, cioè dell'insieme di nervi, vasi, tessuti infiammati e/o necrotici, ecc. (scagli la prima pietra chi è in grado, scientificamente, di affermare e, soprattutto, di dimostrare il contrario).
In questa cavità naturale, modificata con "lime" e strumenti abrasivi ultrasonici e sonici vari, sono poi inseriti miscugli, più o meno tossici, quali: formaldeide, antibiotici, batterio-statici, cortisonici, gutta-perca, coni d'argento, ecc., con l'improbabile intento di garantire, attraverso il perfetto isolamento dall'ambiente buccale, la sterilità del sito. Ciò dovrebbe, secondo le teorie allopatiche, ostacolare la crescita dei microbi che, ovunque presenti in natura sono in grado di digerire qualsiasi resto, compresi i "cadaveri dentali", al fine di ripulire naturalmente l'ambiente.
Il dente, così "mummificato", secondo le suddette teorie allopatiche, dovrebbe resistere a "tempo illimitato".
Come ben sai, la cruda realtà è ben diversa: entro pochissimo tempo il poroso tessuto dentario residuo della radice (la dentina), si popola d'innumerevoli colonie di microbi che si sono adatti da millenni ad un ambiente tipico, ove vi sia una qualsiasi putrefazione, capaci di resistere anche in assenza d'ossigeno.
Essi provocano, alla lunga ma sin dall'inizio, una decomposizione di tipo fungino del "cadavere dentale".
Questo descritto è il tipico fenomeno di degenerazione tissutale delle mummie, le quali ospitano una flora microbica aspergillosa.
In bocca di un essere vivente, questi stessi germi distruggono (digerendola letteralmente), la dentina e provocano, in seguito, la formazione di granulomi, che altro non sono che, "sacche" per il contenimento delle tossine batteriche e dei composti e residui del dente. I batteri penetrano, inoltre, anche nei tessuti vitali vicini e si diffondono lentamente in tutto il corpo mentre, le difese immunitarie, man mano s'indeboliscono a causa della lotta che devono condurre, sia nell'organismo