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E questa si chiama europa? Usciamo subito dall'euro

Alien.

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[TD]Germania, violenze contro gli italiani
tifosi azzurri picchiati e umiliati
«Ci tiravano addosso spaghetti»


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BERLINO - Scontri e violenze, ieri notte in Germania, dopo la sfida per la finale di Varsavia vinta dagli azzurri: la faccia peggiore dei tedeschi è uscita con la sconfitta, quando in diverse città centinaia di pseudo-tifosi hanno aggredito fisicamente e verbalmente gli italiani in festa, bersagliandoli anche con spaghetti in segno di disprezzo. La stampa tedesca riporta che gli scontri più violenti si sono avuti a Berlino, Monaco, a Wolfsburg - la città della Volkswagen, dove vivono migliaia di immigrati italiani - a Lubecca, Kassel, Marl.
L'episodio più eclatante è avvenuto a Wuppertal, dove la polizia ha impiegato ore per sedare una maxi-rissa tra circa 800 tedeschi e 600 italiani, contro i quali sono stati gridati slogan razzisti. Le forze dell'ordine, riportano le agenzie, sono intervenute con spray al pepe e manganelli per fermare le aggressioni e separare i contendenti. Complessivamente gli scontri hanno coinvolto migliaia di persone e il bilancio della nottata di violenze è stato di decine di feriti e di fermi, con centinaia di denunce per lesioni.
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[h=3]TELECRONISTI DELLA TV ARD[/h] [h=1]«Balotelli e Cassano? Due cani randagi»
I telecronisti tedeschi perdono la misura[/h] [h=2]«Sono persone non autosufficienti». I loro commenti subito criticati. La stampa svizzera: «E' ora che escano di scena»[/h]
MILANO - Quella doppietta di Balotelli al termine dei primi 45 minuti di gioco non è proprio andata giù ai commentatori sportivi sulla tv pubblica in Germania. Il duo Reinhold Beckmann e Mehmet Scholl, seriosi e spesso competenti telecronisti degli Europei sulla Ard, sono finiti al centro di una polemica per le offese rivolte a Mario Balotelli e Antonio Cassano: due «cani randagi»,«persone non autosufficienti».

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La coppia di commentatori Beckmann e Scholl, telecronisti per la Ard
L'«ANALISI» - La pericolosa scivolata in diretta tv dei due «esperti» tedeschi è avvenuta mentre i giocatori si trovavano negli spogliatoi. Nell’analizzare la prima fase della partita, Beckmann - visibilmente irritato da quel risultato parziale - definisce Balotelli e Cassano due «Straßenköter» in area di rigore (letteralmente due «cani randagi»). La sfortunata scelta del termine ha però fatto irritare molti telespettatori e tifosi. Forse il telecronista aveva in mente i «cani sciolti» che, contestualizzato, può essere un complimento. Scholl, in ogni caso, non vuole essere da meno e bolla la coppia di attaccanti come «Pflegefälle» (persone non autosufficienti), nel contesto da intendersi soprattutto come «casi disperati», riferendosi probabilmente alla serie di clamori suscitati in passato dai due giocatori fuori dal campo e al loro particolare modo di giocare. La vicenda ha avuto per ora una grande eco soprattutto in Svizzera: il tabloid Blickch iede ai due commentatori di «uscire di scena al più presto, come gli undici di Löw». L’incontro sulla Ard è stato seguito ieri sera da 28 milioni di tedeschi. Elmar Burchia
 
MOLTI NON SANNO LA DIFFERENZA TRA DEMOCRAZIA E DITTATURA

«Hitler? Un protettore dei diritti umani»

Sondaggio choc nelle scuole tedesche: metà degli studenti non sa chi era il Führer e un terzo pensa fosse un democratico


BERLINO – Klaus Schroeder, il professore di scienze politiche della Freie Universität di Berlino che ha diretto la ricerca è abbastanza sconsolato: «Forse dovremmo aumentare le lezioni di storia contemporanea e diminuire lo studio delle altre epoche». Il problema, infatti, è che la metà degli studenti liceali tedeschi non sa che Hitler era un dittatore, mentre un terzo di loro pensa che abbia protetto i diritti umani. Per quattro ragazzi su dieci i concetti di democrazia e dittatura si equivalgono. «Democrazia o dittatura? E’ la stessa cosa!», è proprio il titolo dell’articolo di uno dei giornali tedeschi che ha dato notizia dei risultati dello studio, realizzato intervistando 7.400 studenti in cinque tra i maggiori Länder del Paese: Baviera, Baden-Württenberg, Nord Renania- Vestfalia, Sassonia-Anhalt e Turingia. Tre all’Ovest e due all’Est.

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Un'esposizione di busti di Hitler(Epa)
E’ ancora Schroeder ad ammettere che «questi studenti non hanno quasi nessuna conoscenza politica e non hanno nessuna idea di concetti come ‘libertà di parola’ o ‘diritti umani’». Secondo la ricerca, due terzi degli studenti non sono in grado di dire se la Repubblica democratica tedesca, nata dopo la seconda guerra mondiale e crollata con la caduta del muro di Berlino, fosse uno Stato totalitario. Solo la metà è capace di affermare che l’ex Germania Occidentale era uno Stato democratico, mentre il 40% per cento dimostra di non conoscere quale sia il tipo di governo attuale del Paese dove vive. Anzi, per il 39 per cento degli interpellati anche la Germania di oggi, quella di Angela Merkel, non è un Paese democratico. Un particolare interessante è che i ragazzi maggiormente in grado di distinguere tra democrazia e dittatura risiedono in un Land che prima faceva parte della Germania comunista come la Turingia. «Sono troppi a non riconoscere la linea che separa democrazia e dittatura», dice ancora Schroeder. Quali sono i rimedi a questo fenomeno, che si registra tra l’altro in un Paese dove il sistema scolastico è ritenuto particolarmente efficiente? L’opinione del professor Schroeder è che a fianco di un insegnamento più moderno della storia vada rafforzata la preparazione dei giovani sui valori-chiave della nostra epoca, come la libertà, la protezione dei diritti umani, il pluralismo, lo Stato di diritto. Sono molto utili, inoltre, le visite ai luoghi-simbolo del passato. Un accenno significativo, questo, dopo la polemica scoppiata qualche tempo fa per la decisione della federazione calcistica tedesca di inviare solo una ridotta delegazione, e non tutta la squadra nazionale, a visitare l’ex campo di concentramento nazista di Auschwitz.
Paolo Lepri



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