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Ebola, tutte le cose da sapere

La scheda a cura degli specialisti italiani di malattie infettive e tropicali
di Mario Pappagallo

L’Organizzazione mondiale della sanità ora è preoccupata per il virus Ebola. Ha attivato anche gli specialisti italiani di malattie infettive e tropicali, che hanno fatto un sopralluogo nelle zone dove la pandemia è in atto. Sono 729 i morti e oltre 1.300 i casi accertati. Guinea, Sierra Leone, Liberia e ora anche Nigeria. Un medico e tre infermiere tra le vittime. Un medico americano tra gli infettati. Un colpito, forse tre, in Nigeria. Ora, almeno in quell’area (in estensione), è emergenza sanitaria. L’Europa comincia ad avere timore del virus. Forse troppo tardi. È certo che se questa nuova epidemia si riesce a bloccare, la prossima potrebbe uscire dall’Africa. E senza cure e senza una rigida prevenzione, sarebbe difficile ostacolare il virus dei pipistrelli.

Le cose da sapere
Ecco allora cosa sapere su Ebola (un virus comparso sulla scena la prima volta nel 1976):
1) Il periodo di incubazione di Ebola va da 2 a 21 giorni.
2) I sintomi sono: febbre alta, nausea, vomito e diarrea, fino ad arrivare ad emorragie diffuse.
3) Il contagio avviene solo nel momento in cui si manifestano i sintomi e soltanto per contatto con i fluidi corporei del paziente, mai per via aerea; pertanto attenzione a toccare vomito, saliva, sangue o feci.
4) Lavare spesso le mani e gli indumenti indossati: sapone, candeggina, luce solare o asciugatura uccidono facilmente il virus Ebola come altri virus.
5) Cucinare bene i cibi in particolare quelli di origine animale e mangiare frutta perfettamente integra, cioè non contaminata dai morsi dei pipistrelli della frutta (Pteropodidae).
6) Non esiste né vaccino preventivo, né una terapia specifica per il virus Ebola.
7) È fondamentale un intervento precoce appena si manifestano i sintomi: è questa la sola possibilità per abbassare la mortalità che è del 90%.
8) Chiedere ai primi sintomi subito assistenza medica, sia che siate all’estero che in Italia e riferite di contatti e posti in cui siete stati.
9) Sul portale del Ministero della Salute, una scheda con 15 domande e risposte a cura della direzione generale della prevenzione, l’Oms e l’Ecdm (Centro europeo per la prevenzione delle malattie) offre consigli ancor più dettagliati per chi deve viaggiare o è di rientro dall’estero.
 
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Il virus di Ebola fa paura: in allerta gli ospedali del Veneto

Fa paura il virus di Ebola. ​Gli ospedali di Treviso e Castelfranco sono già in allerta: pronti a far fronte a eventuali contagi da Ebola. Al momento non c'è un allarme ufficiale.

Ma i focolai epidemici che si stanno estendendo tra Guinea, Sierra Leone e Liberia non fa dormire sonni troppo tranquilli. Nemmeno nella Marca. Tant'è che il ministero della Sanità ha già raccomandato di adottare ogni utile azione di vigilanza in riferimento ad arrivi di persone provenienti dai paesi dell'Africa occidentale.

E i pronto soccorso si sono adeguati. Treviso e Castelfranco hanno concordato di tenere sotto osservazione i casi sospetti per 48 o 72 ore. Il tempo sufficiente per capire se il paziente ha realmente contratto il virus. Eventuali casi positivi verranno poi trasferiti nei centri attrezzati di Roma e Milano.
 
Ebola: 887 morti, oltre 1.600 casi. Usa, sperimentano siero segreto. L'esperto: "Nessun pericolo in Italia"
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Roma, 4 agosto 2014 - In un comunicato l'Oms aggiunge che i casi confermati di contagio sono oltre 1.600. Nel dettaglio, i dati segnalano che in Guinea sono morte 358 persone, in Liberia 255, in Sierra Leone 273 e in Nigeria 1. Il precedente bilancio risaliva al 31 luglio.

IL SIERO "SEGRETO" - Gli Stati Uniti avrebbero un siero segreto che potrebbe rivelarsi efficace contro il virus ebola. E' quanto rivela la Cnn secondo la quale tre fiale di questo siero sperimentale, mantenuto a temperature sotto zero, sono state inviate in Liberia la scorsa settimana per salvare i due volontari Usa che avevano contratto la malattia. Si tratta di Kent Brantly, rientrato sabato negli Usa, e Nancy Writebol, in viaggio in queste ore alla volta di Atlanta in Georgia. Il 'farmaco' è stato sviluppato dalla società biotech Usa, 'Mapp Biopharmaceutical'. Il siero non e' mai stato testato sugli esseri umani ma si è rivelato promettente nei test sulle scimmie. Secondo i dati della società 4 primati contagiati con il virus sono sopravissuti dopo aver ricevuto il siero entro 24 ore ed altre due sono sopravvissute dopo averlo ricevuto a 48 ore dall'inoculazione di
ebola. Una scimmia, l'unica del gruppo non 'curata', è morta cinque giorni dopo. Sia Brantly, il primo a contrarre il virus, che Writebol, hanno dato il consenso a che il siero (battezzato ZMapp) gli venisse somministrato. Entrambi hanno poi mostrato segni di un miglioramento.

L'ESPERTO - "Non c'è nessun pericolo in Italia per la diffusione del virus Ebola". A parlare è il professor Aldo Morrone, tra i medici italiani più esperti di malattie tropicali e in particolare africane. Primario di Medicina delle Migrazioni dell'IFO San Gallicano di Roma è stato l'ideatore, negli anni '80, del primo poliambulatorio italiano dedicato tanto a migranti quanto a italiani senza fissa dimora, a Roma, nell'antica sede dell'ospedale, a Trastevere. Da quell'avvio, nel 2008, alla presenza del Presidente Giorgio Napolitano, venne inaugurato l'Istituto Nazionale per la medicina della migrazione.

Sulle paure italiane da Ebola il professore Morrone ha parole chiare: "Il nostro Paese, già da dicembre 2013, durante la prima epidemia documentata di malattia da virus Ebola in Africa occidentale, ha attivato, in collaborazione con gli uffici dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'ECDC, European Center for Desease Control, il centro europeo di controllo per le malattie con sede a Stoccolma, la rete di sorveglianza internazionale e di sentinella epidemiologica".

"E' stato fatto - spiega il professore - proprio per contrastare l'ipotetica diffusione di qualsiasi virus che potesse arrivare, Ebola compreso, sul nostro territorio. Anche se siamo in presenza di un'epidemia che ha colpito tre paesi, Guinea, Liberia e Sierra Leone, non c'è allo stato attuale nessun rischio che qualche individuo contagiato dal virus Ebola, possa raggiungere l'Italia senza che le autorità sanitarie ne vengano a conoscenza. Non c'è nessun possibile innesco di un focolaio epidemico".

angelino leggi fai un po di cultura .
 
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Ebola ,coincidenze con ciò che assistiamo oggi? Forse viene usata come arma di sterminio delle masse? 0
BY MORA ON 4 APRILE 2014 ·

L’ebola è un virus appartenente alla famiglia Filoviridae estremamente aggressivo per l’uomo, che causa una febbre emorragica . Il primo ceppo di tale virus fu scoperto nel 1976 , nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). Finora sono stati isolati quattro ceppi del virus, di cui tre letali per l’uomo. Fin dalla sua scoperta, il virus ebola è stato responsabile di un elevato numero di morti. Verosimilmente il virus viene trasmesso all’uomo tramite contagio animale. Il virus si diffonde tra coloro che sono entrati in contatto con il sangue e i fluidi corporei di soggetti infetti. Considerati l’alto tasso di letalità, la rapidità del decesso, la localizzazione geografica delle infezioni (frequentemente in regioni isolate), il potenziale epidemiologico tuttavia è considerato di basso livello.

L’ebola pare essere un virus zoonotico e attualmente sta devastando popolazioni di gorilla di pianura dell’Africa centrale . Nel 2005, tre specie di pipistrelli sono state identificate come portatrici del virus ma, non mostrando i sintomi, non sono state ritenute ospiti naturali, o riserve virali.

La febbre emorragica dell’ebola è potenzialmente mortale e comprende una gamma di sintomi quali febbre ,vomito,diarrea, dolore o malessere generalizzato e a volte emorragia interna e esterna. Il tasso di mortalità è estremamente alto, variabile dal 50 al 89% secondo il ceppo virale, e un trattamento tramite vaccino non è tuttora disponibile. La causa della morte è solitamente dovuta a shock ipovolemico o sindrome da disfunzione d’organo multipla.

Il virus, secondo un criterio di pericolosità, è classificato come agente biologico di gruppo 4, così come agente di bioterrorismo di categoria A.

Potenzialmente il virus potrebbe essere utilizzato come arma biologica . La sua efficacia come agente di guerra biologica tuttavia è compromessa proprio dall’elevata mortalità e dal livello di contagio: un’epidemia tipica potrebbe diffondersi attraverso un piccolo villaggio o ospedale, contagiando l’intera comunità senza poter trovare altri ospiti potenziali, morendo quindi prima di raggiungere una comunità più ampia. È significativo che nessuno dei ceppi di ebola noti abbia una trasmissibilità di tipo aerea; solo il tipo ebola Reston (dalla città di Reston ,Virginia , dove fu identificato in un tipo di scimmia) sembra sia di tipo aereo.

Il virus prende il nome dalla valle dell’Ebola nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire ), dal sito della prima epidemia scoppiata nel 1976, in un ospedale missionario condotto da suore olandesi.


Nonostante numerosi studi, la riserva naturale di ebolavirus non è ancora stata identificata. Tra il 1976 e il 1998, nessun “ebolavirus” è stato riscontrato nelle 30.000 specie fra mammiferi,uccelli,rettili, anfibi ed artropodi prelevate nelle regioni colpite, fatta eccezione per del materiale genetico ritrovato in sei roditori (Mus setulosus e specie Praomys) e in un toporagno (Sylvisorex ollula) reperito nella Reppublica Centro Africana nel 1998. Ebolavirus furono scoperti in carcasse di gorilla ,scimpanzé e gazzelle durante l’epidemia del 2001 e del 2003 (le carcasse erano la fonte dell’epidemia umana iniziale), ma l’elevata mortalità dell’infezione preclude a queste specie la possibilità di tramutarsi in riserva.

Anche piante , artropodi e uccelli sono stati considerati riserve virali; tuttavia, i pipistrelli sono considerati i candidati migliori.Taluni pipistrelli erano noti per risiedere nella fabbrica di cotone nella quale i pazienti indiziati per le epidemie del 1976 e del 1979 lavoravano e che furono inoltre implicati nelle epidemie di Marburg nel 1975 e nel 1980.Tra le 24 specie di piante e le 19 specie di vertebrati inoculati sperimentalmente con ebolavirus, solo nei pipistrelli si è verificata l’infezione. L’assenza di segni clinici in questi pipistrelli è caratteristica delle specie-riserva. Nel 2002-03, un’indagine su 1.030 animali provenienti dal Gabon e dalla Repubblica del Congo che includeva 679 pipistrelli ha identificato RNA proveniente da ebolavirus in 13 di questi (Hyspignathus monstrosus, Epomops franquetti e Myonycteris torquata). I pipistrelli sono anche noti per essere la riserva virale di numerosi virus come nipahvirus, hendravirus e lyssavirus. Di recente è stato identificato uno dei recettori sfruttato dal virus, TIM-1, che sarebbe importante per l’attacco ad alcune cellule epiteliali (possibili via d’ingresso del virus). Sembra che il virus ebola si sia sviluppato in alcune caverne del kenya.

I microbiologi hanno descritto diverse sottospecie di ebola. L’elenco seguente non è esaustivo. Un nuovo ceppo di ebolavirus è stato identificato in Uganda durante un’epidemia e non sembra avere corrispondenze con nessuno delle quattro specie identificate in precedenza dagli studiosi.

Zaïre ebolavirus (ZEBOV)
 
Ebola in Italia? Improbabile secondo la SIMIT
di Valeria Leone
Pubblicato il 04-08-2014

- L’epidemia di malattia da virus Ebola in corso in Africa occidentale continua a preoccupare, ma la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) ribadisce che la diffusione dell’epidemia in Italia è da considerarsi improbabile.

La SIMIT ricorda infatti che i focolai di infezione si generano attraverso la trasmissione del virus da parte di un animale ospite in aree prossime alla foresta, lontane da aree metropolitane e dagli aeroporti internazionali.

Inoltre i soggetti affetti da Ebola manifestano - nella maggioranza dei casi – sintomi così gravi da costringerli a letto e impedirne gli spostamenti. Data poi la relativa brevità dell’incubazione (circa 7 giorni), l’ipotesi che l’infezione possa giungere via mare con persone che, partite dalle zone interessate dall’epidemia, abbiano attraversato il nord Africa via terra per poi imbarcarsi verso l’Europa, è destituita di fondamento.

Una persona portatrice dell’infezione potrebbe teoricamente raggiungere l’Europa mediante un volo diretto da uno dei Paesi colpiti: questa possibilità è tuttavia limitata considerata la lontananza tra il punto di insorgenza dei focolai epidemici, le vie di comunicazione internazionali (terrestri e aeree) e gli aeroporti intercontinentali, sui quali è stata intensificata la sorveglianza.«L’infezione da virus Ebola è solo una delle numerose infezioni emergenti segnalate negli ultimi anni –spiega Massimo Galli, infettivologo SIMIT, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche del Sacco di Milano - Di alcune di esse, come la SARS e la MERS, sono stati osservati in Italia solo casi importati, senza che si generassero nuove infezioni nel Paese. Altre invece sono presenti in Italia, come la febbre da virus West Nile, mentre un’epidemia di febbre da virus Chikungunya è stata registrata in Romagna nel 2007».

In Italia la rete dei reparti di malattie infettive è uno dei punti di forza per il controllo delle infezioni emergenti. La rete infettivologica, diffusa su gran parte del territorio nazionale, permette di identificare precocemente e gestire la cura delle infezioni, grazie a specialisti esperti e costantemente aggiornati.


secondo la SIMIT improbabile, pero si continua con mare mostrum e frontiere aperte , e vai paese di bananas
 
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Ebola, il ministero della Salute:

"In Italia non c'è alcun rischio"
Sono state date "disposizioni per rafforzare la sorveglianza" su navi e aerei, e secondo il ministero non c'è alcun rischio che il virus possa superare i controlli e arrivare nel nostro Paese

"In Italia non c'è alcun rischio" lo dicono i soliti buonisti ...
 
Ebola in Italia, le ultime notizie. Allarme contagio virus, Europa: gli esperti invitano alla cautela

In Europa c’è il rischio, prima ancora che si parli di fatti concreti, che prenda piede un allarmismo incontrollato, senza fondati motivi in grado di legittimare discorsi legati ad una presunta epidemia alle porte del Vecchio Continente.

Le parole del ministro britannico Philip Hammond, dichiaratamente preoccupato per la “minaccia” della malattia in arrivo dai paesi africani, hanno scatenato una prima ondata di psicosi collettiva, subito arginata dalle rassicurazioni di alcuni scienziati internazionali, anche se rimane l’allerta proclamato per i medici del Regno Unito in seguito all’emersione di un sospetto caso relativo ad un uomo atterrato a Birmingham via Parigi dalla Nigeria.

Il passeggero dell’aereo approdato allo scalo inglese, ricoverato per accertamenti nel timore che il mal di testa ed altri sintomi assimilabili a quelli comunemente associati a Ebola, è in queste ore sottoposto ad una serie di test che daranno una risposta in merito alla sussistenza o meno del temuto contagio.

(Ebola in Nigeria, allarme delle autorità sanitarie per la diffusione del virus)

Il ministero della Salute dell’Inghilterra ha già preso le dovute contromisure, chiedendo e ottenendo un immediato incremento dei controlli sugli arrivi ed un altrettanto rapido potenziamento delle strutture adibite alla ricerca sul pericoloso virus di ritorno in Africa occidentale.

Diversa è la situazione in Italia, dove gli strumenti di prevenzione messi in campo dalle autorità sembrano essere al momento più che sufficienti ad allontanare lo spettro di una diffusione di Ebola sul territorio nazionale, come assicurato da esperti di malattie infettive di conclamata autorevolezza.

La soglia dell’attenzione, ad ogni modo, resterà alta fino a che i casi segnalati dall’altra sponda del Mediterraneo (in Sierra Leone, proprio in questi giorni, è stato dichiarato lo stato di emergenza) non torneranno a decrescere in misura consistente, considerato che le 672 morti a causa dell’infezione verificatesi fino al 27 luglio 2014, per un totale di 1201 casi ufficialmente accertati in terra africana, rappresentano un campanello d’allarme da non sottovalutare.

Anche perché, di fronte ad un virus dotato di una elevata infettività ed una ridotta presenza di sintomi in virtù della recente trasformazione rispetto al ceppo originario, ad oggi non esistono efficaci rimedi né adeguate terapie di contrasto.
 
Ciao , se dovesse arrivare l'ebola in questo paese poi vedrai il fuggi fuggi , il primo a scappare sara angelino ahhahaha

buona serata Alien,
 
Ciao , se dovesse arrivare l'ebola in questo paese poi vedrai il fuggi fuggi , il primo a scappare sara angelino ahhahaha

buona serata Alien,


si,si ridi punto 1) ci vogliono sfoltire le manovalanze non servono più e i sindacati lo sanno adesso ci sono computer che fanno tutto 2) poi faranno un bel vaccino ed voilà ci faranno un sacco di soldini(ho guarda che è tutto in modo ironico ma reale......hahahhahha)
 
si,si ridi punto 1) ci vogliono sfoltire le manovalanze non servono più e i sindacati lo sanno adesso ci sono computer che fanno tutto 2) poi faranno un bel vaccino ed voilà ci faranno un sacco di soldini(ho guarda che è tutto in modo ironico ma reale......hahahhahha)

e una battuta nn ce niente da ridere qui ce solo da piangere
 

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