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Tedeschi contro francesi: aggrediti e insultati perché ritenuti "untori"

Nella regione del Saarland diversi cittadini francesi hanno segnalato aggressioni verbali e sputi nei loro confronti: il motivo è il timore da parte dei tedeschi di essere contagiati dal coronavirus

Mauro Indelicato - Mar, 14/04/2020 - 10:50





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Sembrano lontani adesso i tempi in cui i francesi si prendevano beffa degli italiani, con lo spot sul “Corona Pizza” trasmesso su Canal+, poi prontamente rimosso ad onor del vero, in cui l’Italia era vista come “Paese untore” del coronavirus in tutta Europa.

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Oggi sono gli stessi francesi ad essere caduti vittime dei pregiudizi legati all’epidemia da Covid-19, con diversi episodi segnalati in cui i cittadini transalpini risultano essere stati presi di mira dai tedeschi. In particolare, è nella regione confinante del Saarland che i francesi sembrano non poter avere più vita facile.
Qui le comunità dei due Paesi confinanti vivono pacificamente da diversi anni, senza particolari episodi di tensione. Diversi francesi lavorano qui e viaggiano quotidianamente come transfrontalieri, un po’ come accade ad esempio tra la Lombardia ed il Canton Ticino.
Ebbene, sui social sono sempre di più coloro che denunciano di non potersi più recare dalla Francia al Saarland in quanto insultati od addirittura aggrediti dai tedeschi. Un episodio emblematico sarebbe accaduto, come si legge su Libero, in una farmacia poco oltre il confine: una cittadina francese ha denunciato che, alla richiesta di un farmaco da acquistare, le è stato rivolto dal bancone l'invito a comprare quanto desiderato in Francia.
Un invito quindi a non mettere più piede nel Saarland, segno del timore dei cittadini locali di contrarre il virus a causa della presenza dei francesi. Con la Germania che ha iniziato già a discutere delle possibili manovre per la riapertura post crisi coronavirus, molti tedeschi hanno quindi visto i francesi come possibili “untori” per i contagi di ritorno.
In Francia infatti la luce in fondo al tunnel dell’epidemia ancora non si vede: da giorni la curva epidemiologica sembra appiattirsi, ma lunedì sera il presidente Emmanuel Macron ha annunciato il prolungamento dello stop alle attività non essenziali fino al prossimo 11 maggio. Segno di come la situazione al momento non sia affatto sotto controllo.
Ed intanto i francesi che vanno nel Saarland sono costretti a tornare indietro. Sempre sui social, sono stati segnalati lanci di uova al loro indirizzo oppure addirittura sputi da parte dei passanti. Una circostanza che ha costretto da Berlino il ministro degli esteri tedesco, Heiko Mass, ad intervenire: “Il coronavirus non ha nazionalità – si legge nelle sue dichiarazioni – e tali comportamenti non sono tollerabili, perché siamo tutti nella stessa barca”.
Ad intervenire è stato anche il ministro dell’economia del Saarland, Anke Rehlinger: “Si sente dire che i francesi sono insultati e che vengono lanciate uova contro di loro – si legge nelle sue dichiarazioni su Twitter – Chiunque faccia questo offende l'amicizia tra i nostri popoli. Porgo le mie scuse ai nostri amici francesi per questi incidenti isolati”.
Episodi isolati forse, ma non rari. La paura di vedere il Saarland trasformarsi in una sorta di Lombardia tedesca sotto il profilo dell’emergenza sanitaria, è tale da far ritenere i francesi come possibili untori. Una nomea che, anche ad epidemia conclusa, sarà difficile adesso scrollarsi di dosso.


A PAROLE DICONO :perché siamo tutti nella stessa barca
 
QUESTI ADESSO ARRIVANO TUTTI IN ITALIA CON I BARCONI:




Rischio contagio nelle carceri turche: Erdogan libera migliaia di detenuti

I detenuti che non potranno uscire dal carcere sono soltanto quelli condannati per terrorismo, tra cui però figurano molti attivisti anti-Erdogan

Gerry Freda - Mar, 14/04/2020 - 10:11





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L’epidemia di coronavirus non risparmia la Turchia del presidente Erdogan, costretta ultimamente a liberare migliaia di detenuti per scongiurare un’esplosione di contagi nelle carceri.
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Il Paese anatolico è ormai secondo solo all’Iran nel Grande Medio Oriente per numero di infezioni da Covid-19, avendo superato Israele, Pakistan e India. Attualmente, l’ex Sublime Porta registra 56.956 persone malate del morbo incriminato, appena definito dall’Oms come “10 volte più mortale del virus H1N1”, e 1.198 morti.
Nel pieno della crisi sanitaria nazionale causata dal coronavirus, il governo Erdogan ha già adottato provvedimenti straordinari, come il coprifuoco totale per tutto lo scorso fine settimana, ma è stato in questi giorni costretto, fa sapere La Stampa, a disporre anche la scarcerazione di ben 45mila prigionieri.

I detenuti saranno liberati in applicazione di una legge promossa dall’esecutivo Akp e appena votata dal parlamento nazionale con l’urgenza di evitare la comparsa di focolai incontrollati di contagio all’interno degli istituti di pena.
La normativa introdotta recentemente, spiega il quotidiano torinese, autorizza il rilascio temporaneo soltanto dei carcerati condannati non per il reato di terrorismo.
Le disposizioni approvate dal parlamento turco, evidenzia l’organo di informazione, sono state però immediatamente condannate dall’ong umanitaria Human Rights Watch, poiché a scontare oggi nel Paese islamico condanne per terrorismo vi sono anche tanti giornalisti indipendenti e attivisti critici nei confronti del presidente Erdogan.
Di conseguenza, queste personalità dissidenti resteranno in cella, esposte al rischio dell’infezione da coronavirus.
Oltre a decidere la scarcerazione di migliaia di ospiti delle strutture detentive turche, il governo a guida Akp ha anche ultimamente annunciato che il coprifuoco verrà osservato nel territorio nazionale ogni fine settimana, dalla mezzanotte del venerdì a quella della domenica.
Nonostante i tentativi di contenimento dei contagi messi in campo dalle autorità di Ankara, l’avanzata del morbo non si arresta, ma continua a colpire i compatrioti del presidente.
Il Paese musulmano, afferma a tale proposito sempre La Stampa, “ha visto un aumento giornaliero di 4.789 casi di coronavirus e 97 decessi nelle ultime 24 ore”.


 
TANTO LORO NON PAGANO NULLA SONO ROM:


Rom di via Bolla festeggiano Pasqua con grigliata e assembramenti

Soltanto l'arrivo di pattuglie di carabinieri, polizia e vigili ha ridimensionato i nomadi. A dare l'allarme tutti gli altri residenti nel noto condominio di proprietà dell'Aler, esasperati dallo "spettacolo" mentre loro restavano regolarmente chiusi in casa seguendo le normative vigenti. Le forze dell'ordine hanno multato una quarantina di persone

Salvatore Di Stefano - Mar, 14/04/2020 - 10:32





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Una Pasqua con una maxi grigliata accompagnata da balli, canti ed ingenti quantitativi di alcoolici quella appena trascorsa da un ben nutrito numero di cittadini rom residenti in modo peraltro abusivo nell'arcinoto condominio di proprietà dell'Aler - Azienda Lombarda Edilizia Residenziale - sito in via Bolla, periferia Nord-Ovest di Milano.

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Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Milano Today sono stati tutti gli altri residenti, quelli assolutamente regolari, a chiamare diverse volte le forze dell'ordine ed avvisarle di tutti quegli assembramenti - non consentiti in tempi di pandemia da coronavirus - ed esasperati dalle scene viste pressochè quotidianamente dai balconi delle loro abitazioni.
In via Bolla nel primo pomeriggio si sono così presentate pattuglie di polizia locale, carabinieri e polizia di stato. Gli uomini in divisa hanno provveduto ad identificare i circa quaranta partecipanti alla festa, multandoli per non aver rispettato tutte le ormai arcinote norme governative atte a contenere il diffondersi della pandemia.
Anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala è tornato a parlare della questione assembramenti all'interno dei cortili condominiali, intervenendo con un video messaggio sulla propria pagina Facebook proprio nel giorno di Pasqua: ""Deve essere anche chiaro che i piccoli assembramenti in un angolo di una piazza, in un cortile condominiale, non sono consentiti ma soprattutto sono un danno per tutti noi. Quindi da questo punto di vista è ovvio che chi è in casa e rispetta le regole guarda con diffidenza e a volte anche con un po' di rabbia questi comportamenti" - ha concluso così il primo cittadino della città meneghina.
Quello dei rom resta un problema davvero annoso per la giunta comunale di Milano. Appena pochi giorni fa infatti Riccardo De Corato, l'attuale assessore alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale della regione Lombardia, aveva denunciato con forza il fatto che numerosi nomadi alloggiano abusivamente nelle case degli anziani ricoverati per coronavirus a Milano, richiedendo a gran voce al primo cittadino l'invio di almeno 62 agenti di polizia locale a supporto e sostegno.
A tutto questo si deve purtroppo aggiungere che la situazione legata alla diffusione del contagio da Covid-19 in città sia ancora parecchio seria. Nonostante gli sforzi dei milanesi i dati che ha diffuso ieri l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera continuano a essere preoccupanti: nel Milanese si sono registrati 296 nuovi positivi, il doppio (481) nella provincia, il numero in assoluto peggiore rispetto anche alle province «rosse» di Bergamo e Brescia.
 
Giorgia Meloni attacca il governo: "Chiedono sacrifici e permettiamo a decine di africani di sbarcare in assembramento?"
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"Conte ha un'ossessione". Salvini lo umilia: "Invece di insultare la Lega e Mentana, pensi alle mascherine"


"Che impressione mi ha dato Conte". Anche l'anti-salviniana Aprile difende Matteo. A Otto e mezzo, la Gruber resta di sasso







14 aprile 2020
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Tutti i controsensi del governo in una fotografia, rilanciata sui social da Giorgia Meloni nel giorno di una Pasquetta blindata a causa del coronavirus. Già, perché gli italiani sono costretti a restare in casa. Eppure gli sbarchi di immigrati proseguono, senza che a questi vengano fatte rispettare le regole sul distanziamento sociale. Ciò che vedete nella fotografia lo spiega, con tono polemico, la leader di Fratelli d'Italia: "Mentre gli italiani rimangono (giustamente) a casa per isolare il #Coronavirus, a Portopalo di Capo Passero (Siracusa) decine di immigrati africani sbarcano e circolano in assembramento. Come possiamo chiedere sacrifici e rispetto regole ai cittadini se poi permettiamo tutto ciò?", conclude Giorgia Meloni. Una domanda, retorica, a cui Giuseppe Conte dovrebbe trovare una risposta.



Giorgia Meloni ?? ن

@GiorgiaMeloni

https://twitter.com/GiorgiaMeloni/status/1249714861283696641

Mentre gli italiani rimangono (giustamente) a casa per isolare il #Coronavirus, a Portopalo di Capo Passero (Siracusa) decine di immigrati africani sbarcano e circolano in assembramento. Come possiamo chiedere sacrifici e rispetto regole ai cittadini se poi permettiamo tutto ciò?
Visualizza l'immagine su Twitter

4.569

17:03 - 13 apr 2020

https://support.twitter.com/articles/20175256
 

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