Nomadi rubano camper, proprietario lo ritrova ma non può tornarne in possesso: “Sono senza casa”
Di Girolamo Minotto, il 25 marzo 2014 - # - 5 commenti
campo-nomadi_4_original-2“Diritti acquisiti”. Un concetto che ha scatenato una bufera in tempi di disquisizioni sulle pensioni d’oro, ma che mai e poi mai ci saremmo aspettati di dover trattare in casi di furto. Eppure, anche una merce rubata può trasformarsi in “diritto acquisito” se il ladro o colui che ha beneficiato del furto, perché di questo si tratta, è povero. Perlomeno è ciò che è accaduto ad una famiglia di nomadi che vive all’interno di un camper rubato: al momento, il mezzo rubato è stato sequestrato dall’autorità giudiziaria ma lasciato nella disponibilità di chi lo occupa. Costoro, bontà loro, non hanno un posto in cui vivere, quindi possono ancora soggiornare all’interno del camper. Il legittimo proprietario, Giorgio Capitanelli, dipendente comunale di Porto Recanati nonché allenatore di calcio ed ex calciatore, dovrà aspettare ancora un po’.
A raccontare la clamorosa storia è lo stesso Capitanelli sulle colonne del Corriere Adriatico.
Il furto risale al 20 novembre scorso: il proprietario, nel tentativo di ritrovare il camper, ha inserito tutti i dati utili all’identificazione anche su internet. Una mossa che è servita a fargli arrivare una segnalazione puntuale e precisa: il camper rubato si trova in un campo nomadi ai margini della A14, vicino a Bologna. Capitanelli raggiunge il luogo, individua il mezzo, lo riconosce ed avverte la polizia. Ma qui la storia prende una piega incredibile: “Svolti gli accertamenti e le procedure del caso mi aspettavo mi fosse restituito, invece non è andata così: il camper è stato posto sotto sequestro giudiziario e lasciato nella disponibilità dei ricettatori, perché – mi è stato detto – si trattava di una famiglia di nomadi senza casa. Cose dell’altro mondo. Ora il camper è a disposizione della Procura fino a non si sa quando. Dico io: il camper è mio ma è a disposizione della Procura e nella disponibilità, chissà di che genere, di una famiglia di zingari. Riuscirò più ad averlo?” racconta Capitanelli sul Corriere Adriatico. La notizia non ha beneficiato di grande visibilità mediatica. Oltre al Corriere Adriatico, ne ha parlato solo il Secolo d’Italia.
Tanto basta per aspettare fiduciosi una smentita. E se non dovesse arrivare, perlomeno una soluzione consona ad una situazione che, oltre a rappresentare al momento una mostruosità giuridica, rischia di creare un pericoloso precedente. Se così non fosse, saremmo di fronte a qualcosa di peggio del politicamente corretto:
la piena accettazione dell’illegalità e il totale ribaltamento dei valori.