[h=1]Milano, 25 anziane italiane cacciate dal residence: la struttura è occupata dalle clandestine[/h]
luglio 20, 2016
Le 25 anziane di via Agordat a Milano nella loro residenza si sono sempre sentite a casa. Fino a due settimane fa. Quando nella sala comune si sono presentate delle donne di colore, con indosso delle tute grigie. Sono state accolte, cinque per stanza, e assistite. I volti visibilmente turbati. Ora quelle turbate sono le signore anziane.
Le nuove ospiti, tutte migranti, si sono ambientate fin troppo bene: indossano abiti colorati, mangiano, dormono, hanno occupato il giardino della residenza, parlano tutto il giorno al cellulare. E di pomeriggio fanno lunghi giri in via Padova, in uno dei quartieri più difficili e degradati della città. Non solo, da quando ci sono loro, è aumentato anche il giro di uomini che bazzicano attorno a quella che fino a poco tempo fa era una quieta residenza.
Oltre al danno, la beffa. A quanto pare, le vecchiette sono state intimate dai gestori della struttura a lasciare la residenza. Una specie di sfratto forzato che si manifesta con un mobbing inaspettato. Le anziane non hanno più i loro spazi, hanno dovuto lasciare liberi due piani della residenza. Gli organizzatori hanno fatto capire che non possono più occuparsi di loro, c’è un’emergenza profughi in corso e devono fare spazio alle nuove arrivate. E questo, per parecchie famiglie, significa un problema: trovare un’altra residenza per anziani nel cuore dell’estate è praticamente impossibile, considerando le liste d’attesa (e i costi). Ma la vocazione della onlus Arca, che gestisce la residenza milanese, è chiaramente quella di occuparsi di accoglienza. L’associazione già gestisce l’hub a pochi metri dalla stazione Centrale, dove ogni settimana arrivano decine di migranti. E proprio per preparare i pasti per i profughi utilizza la cucina della residenza per anziane (che per stare lì pagano 1.500 euro a testa). Lo fa esattamente da quando ha rilevato la struttura dalle ex proprietarie, le Suore del Crocefisso. Che, nel contratto avevano cercato anche qualche garanzia per le anziane ospiti, e si erano assicurate che ognuna di loro fosse lasciata nella sua stanza..
luglio 20, 2016
Milano – Abitano lì da anni e ognuna ha arredato la stanzetta con gli oggetti più preziosi della sua vita: quadri, foto, copriletto ricamati.Le 25 anziane di via Agordat a Milano nella loro residenza si sono sempre sentite a casa. Fino a due settimane fa. Quando nella sala comune si sono presentate delle donne di colore, con indosso delle tute grigie. Sono state accolte, cinque per stanza, e assistite. I volti visibilmente turbati. Ora quelle turbate sono le signore anziane.
Le nuove ospiti, tutte migranti, si sono ambientate fin troppo bene: indossano abiti colorati, mangiano, dormono, hanno occupato il giardino della residenza, parlano tutto il giorno al cellulare. E di pomeriggio fanno lunghi giri in via Padova, in uno dei quartieri più difficili e degradati della città. Non solo, da quando ci sono loro, è aumentato anche il giro di uomini che bazzicano attorno a quella che fino a poco tempo fa era una quieta residenza.
Oltre al danno, la beffa. A quanto pare, le vecchiette sono state intimate dai gestori della struttura a lasciare la residenza. Una specie di sfratto forzato che si manifesta con un mobbing inaspettato. Le anziane non hanno più i loro spazi, hanno dovuto lasciare liberi due piani della residenza. Gli organizzatori hanno fatto capire che non possono più occuparsi di loro, c’è un’emergenza profughi in corso e devono fare spazio alle nuove arrivate. E questo, per parecchie famiglie, significa un problema: trovare un’altra residenza per anziani nel cuore dell’estate è praticamente impossibile, considerando le liste d’attesa (e i costi). Ma la vocazione della onlus Arca, che gestisce la residenza milanese, è chiaramente quella di occuparsi di accoglienza. L’associazione già gestisce l’hub a pochi metri dalla stazione Centrale, dove ogni settimana arrivano decine di migranti. E proprio per preparare i pasti per i profughi utilizza la cucina della residenza per anziane (che per stare lì pagano 1.500 euro a testa). Lo fa esattamente da quando ha rilevato la struttura dalle ex proprietarie, le Suore del Crocefisso. Che, nel contratto avevano cercato anche qualche garanzia per le anziane ospiti, e si erano assicurate che ognuna di loro fosse lasciata nella sua stanza..
IL GIORNALE