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Frate Indovino

SANTA VERONICA GIULIANI vergine
Veronica Giuliani (XVII sec.) è una delle più grandi figure mistiche della storia. A diciassette anni ella riuscì a entrare nel Monastero delle Cappuccine di Città di Castello (Perugia). Fece un cammino di penitenze e privazioni e Dio le elargì numerose grazie, doni, privilegi, visioni, estasi, carismi singolari, a lei sua "diletta". A causa dei fenomeni mistici che in lei si verificarono, fu controllata severamente dalle autorità della Chiesa, con punizioni, obbedienze difficili, castighi, ma ella conservava sempre una tranquillità indescrivibile e un umore gioioso. Gesù fece di suor Veronica la sua sposa mistica. In modo misterioso, ella riuscì a sperimentare tutti i martìri e gli oltraggi della Passione del Cristo, venendo così soddisfatta nella sua ardente brama di patire per Lui. Alla sua morte, avvenuta dopo trentatré giorni di malattia, le fu fatta l’autopsia e nel suo cuore verginale furono trovati scolpiti gli emblemi della passione (il cuore era stato passato da parte a parte) così come li aveva descritti e persino disegnati per ordine del confessore nel suo diario spirituale.FB_IMG_1752040645343.jpg
 
SAN BENEDETTO DA NORCIA abate Patrono d’Europa
Benedetto nacque intorno all’anno 480 d.C. Fu mandato a Roma per la sua formazione negli studi. Ma, il giovane Benedetto rimase disgustato dallo stile di vita dissoluto di molti suoi compagni: egli voleva piacere a Dio solo. Così, si fece eremita sul Monte Subiaco, dove trascorse un periodo di solitudine col Signore, tempo di maturazione per lui. Egli era convinto che solo dopo aver riappacificato la propria anima avrebbe potuto dire agli altri una parola utile per le loro situazioni di bisogno ed essere un creatore di pace intorno a sé. Quando Benedetto entrò in una nuova fase spirituale, si stabilì a Montecassino, dove fondò un monastero e compose la Regola per l’Ordine da lui fondato, figlia della sua continua contemplazione di Dio. La Regola si occupa della vita del monaco, simbiosi feconda tra azione e contemplazione, “affinché in tutto venga glorificato Dio”. La vita monastica è scuola di servizio del Signore e in essa hanno un ruolo determinante la lettura meditata della parola di Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi del lavoro in un clima intenso di carità fraterna e di servizio reciproco. Benedetto raccolse molti discepoli, la sua Regola fiorì ed è considerata forza illuminante per lo sviluppo della civiltà europea. A causa di ciò fu proclamato Patrono d’Europa.FB_IMG_1752214879005.jpg
 
(13 luglio)
Enrico era figlio del duca Enrico II di Baviera, nacque a Bamberga nel 973, in una famiglia cristiana e ricevette una profonda formazione religiosa. Fu educato dallo stesso vescovo san Wolfgang. Enrico fu erede del padre e del cugino Ottone III, ricevendo la corona di Germania prima e d’Italia successivamente. Nel frattempo, il fratello Bruno ricevette l’incarico di vescovo di Augusta e una delle sorelle scelse la vita monastica. Nel 1014, papa Benedetto VIII consacrò Enrico imperatore del Sacro Romano Impero. Egli fu sempre accanto al papa e, per il suo zelo religioso, attuò una riforma che coinvolgeva tutta la Chiesa: combatté la simonia, cioè l’acquisto delle cariche religiose e riaffermò il celibato dei sacerdoti. Inoltre, nel 1022, partecipò col papa al Concilio di Pavia, in cui furono emanati sette canoni contro il concubinato dei sacerdoti e la difesa dei patrimoni ecclesiastici. La sua fede lo condusse oltre: infatti, esortò per l’introduzione della recita del Credo durante la celebrazione della Messa domenicale. Bello e intenso fu il rapporto con la moglie Cunegonda, anche lei canonizzata. Non ebbero figli, ma mai Enrico pensò di ripudiarla, secondo le usanze del tempo, né ebbe figli illegittimi. Enrico testimoniò il riconoscimento del valore del Sacramento del Matrimonio e dell’amore per la moglie.FB_IMG_1752385391208.jpg
 
SAN CAMILLO DE LELLIS religioso
Camillo (1550-1614) nacque in Abruzzo da nobile famiglia. Al seguito del padre, che era un ufficiale al servizio della Spagna, intraprese la vita militare e si diede poi al gioco. Fu così che perse tutti i suoi averi e fu costretto a chiedere l’elemosina. Una crisi spirituale profonda cambiò la sua vita. Costretto a un ricovero in ospedale a Roma, osservò lo stato di abbandono dei malati, a causa del personale indifferente e insufficiente. Egli stesso si mise a servire i sofferenti ed ebbe l’ispirazione di convocare un gruppo di amici che, consacratisi a Cristo Crocifisso, si dedicassero totalmente alle prestazioni verso gli ammalati. Essi formeranno la Compagnia dei Ministri degli Infermi con il permesso di portare l’abito nero di cui elemento distintivo e privilegio è una croce di panno rosso sul petto. Nel frattempo, Camillo studiò e venne ordinato sacerdote, continuando a occuparsi dell’assistenza ai malati e ai poveri.FB_IMG_1752470060473.jpg
 
SAN BONAVENTURA vescovo dottore della Chiesa
San Bonaventura si chiamava Giovanni di Fidanza e nacque a Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel 1217. Egli stesso narra che da bambino si ammalò gravemente, ma fu risanato da san Francesco in persona il quale, facendo su di lui un segno di Croce, pronunciò queste parole: “Bona ventura”. Fu guarito e da allora fu chiamato Bonaventura. Entrò nell’Ordine francescano. San Bonaventura affermò chiaramente che Dio è l’essere assoluto, eterno, provvidente e illuminante, perché la vita, la sapienza, la bontà di Dio sono la luce stessa di Dio impressa nelle cose al momento della creazione. Egli, cioè riconosce uno stretto legame tra Creatore e realtà creata. Infatti, san Bonaventura è convinto che solo così si possa spiegare il continuo intervento provvidente di Dio nel creato. L’uomo arriva a Dio partendo dalle sue cose della sua vita quotidiana. Scrisse numerose opere di carattere teologico e mistico, tra queste importante fu la “Legenda maior”, biografia ufficiale di san Francesco. In lui pienezza di fede, di pietà, di lavoro, di azione, fu tutto permeato dell’amore di Dio. Cose che lo aiutarono a conservare la vita spirituale insieme ad altre virtù: la purezza, l’umiltà, la speranza, la carità. Una grande potenza d’amore semplice e affettuosa, un senso d’equilibrio morale lo distinsero in mezzo ai suoi frati. Tutto questo, oltre alla profonda capacità di rinuncia di se stesso fa di lui un santo.FB_IMG_1752558072710.jpg
 

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