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Nel primo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo italiano, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0.5% rispetto a quello precedente ed è cresciuto dell’1,8% in termini tendenziali. Lo ha comunicato l’Istat diffondendo la stima preliminare del Pil nei primi tre mesi dell’anno che hanno avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2022. «La stima preliminare, che ha come sempre natura provvisoria, riflette dal lato dell’offerta una crescita sia del comparto industriale, sia di quello dei servizi, mentre il settore primario registra una stazionarietà», ha spiegato l’Istituto nazionale di statistica. «Dal lato della domanda il contributo alla crescita del Pil risulta positivo sia per la componente nazionale, sia per la componente estera», ha aggiunto. Tempestiva la reazione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che sottolinea come «l’ambizione responsabile» paghi. «Alle illazioni rispondono i fatti», ha detto commentando i dati. Non è dello stesso parere, invece, il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massiliamo Dona, che – commentando anch’egli le stime Istat – ha definito lo 0,5% un «Dato misero». Secondo Dona, «il Governo si accontenta a fine anno di avere una crescita del Pil dell’1%, con appena 0,1 punti percentuali in più tra lo scenario tendenziale e quello programmatico, considerato che la variazione acquisita per il 2023 è già pari allo 0,8%, la meta non può non essere raggiunta neanche nello scenario peggiore possibile immaginabile. Si tratta, però, di un compitino facile facile, senza pretese, che sarebbe in grado di svolgere anche lo scolaro più asino della classe», ha concluso.Le stime sono state diffuse dagli uffici di statistica dei tre Paesi europei. Per quanto riguarda il prodotto interno lordo italiano, Il primo trimestre del 2023 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto a quello precedente e una giornata lavorativa in più rispetto ai primi tre mesi del 2022