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Roby
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Fare la spesa è più caro stangata sugli alimentari
MENTRE Prodi assicura che ci sarà una riduzione della pressione fiscale, sulle famiglie già si abbatte una sventagliata di rincari tali che anche Bruxelles è intervenuta dicendo che sono del tutto ingiustificati. Le denunce delle associazioni dei consumatori si sono fatte sentire nella commissione europea. Al centro delle polemiche gli aumenti che hanno interessato soprattutto i generi alimentari (+2,4%). Il fatto più clamoroso è quello del pane, che ha guidato gli aumenti di tutto il comparto con un +4% rispetto allo scorso anno. In alcune città da settembre il costo del pane salirà a circa 2 euro il chilo da da 1,50 a 1,80 euro al chilo. Ad agosto, anche alberghi e ristoranti non hanno risparmiato rincari ben superiori al tasso medio di crescita dei prezzi. Per i primi, in particolare, l'aumento è stato quasi il triplo dell'inflazione generale, con un +4,3%. Buone notizie sono invece arrivate dall'energia, capitolo che solitamente spinge l'inflazione al rialzo, ma che, questa volta, ha contribuito a raffreddare il carovita. Il settore ha registrato un calo dello 0,5% rispetto a luglio e del 2,1% rispetto ad agosto dello scorso anno. A scendere sono stati in modo significativo i prezzi dei carburanti, soprattutto nel confronto annuale. I listini della verde hanno perso il 4,2% in dodici mesi e ben il 2% tra luglio e agosto di quest'anno. Non a caso proprio nella prima metà del mese alcune compagnie, con l'Agip in prima fila, hanno limato al ribasso i prezzi dei distributori anche per le sollecitazioni arrivate dal ministero dello Sviluppo economico. Meno significativi sono invece i dati che arrivano dal gasolio, i cui prezzi sono diminuiti su agosto 2006 (-2,8%) ma non rispetto a luglio (+0,9%). Questo ha indotto la Confcommercio a dire che gli allarmi lanciati in questi giorni sono smentiti dalle statistiche. Anche Confesercenti attribuisce i rincari di alberghi e ristoranti ai rinnovi dei contratti del turismo e coglie l'occasione per sottolineare l'atteggiamento «virtuoso» della distribuzione. Ma i consumatori non ci stanno e rilanciano le loro denunce, chiedendo anzi l'apertura di un tavolo con il premier Romano Prodi per verificare l'andamento dei prezzi. Secondo Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, infatti, sono le stesse associazioni della grande distribuzione da aver dichiarato rincari per gli alimentari che vanno dal 5% al 30%, soprattutto per pasta, farina e pane. La Coldiretti ha organizzato una manifestazione per domenica prossima a Torino con tanto di mucche in piazza contro l’aumento del latte alla distribuzione. «Il prezzo del latte in Italia aumenta di oltre 4 volte dalla stalla alla tavola dove raggiunge il valore di oltre 1,4 euro al litro, tra i più alti in Europa, mentre la remunerazione del lavoro svolto dalle mucche resta a livelli insostenibili di 0,32 centesimi pari a circa quanto si paga un litro di acqua minerale». La polemica sul caro prezzi è arrivata anche a Bruxelles per le denunce provenineti non solo dall’Italia ma anche da Francia, Germania e Olanda. Per la commissaria all'agricoltura Mariann Fischer Boel «gli aumenti dei prezzi per il latte nei supermercati in alcuni stati membri non sono giustificati dalla situazione legata all'approvvigionamento del prodotto sul mercato europeo». Quanto al prezzo del pane precisa: «C'è stata una minor offerta di cereali sul mercato, ma considerando che il contributo della materia prima sul prezzo finale è relativamente piccolo, spero - dice - che i supermercati e i negozianti si comporteranno in modo responsabile». Nella produzione di pane, ricorda il suo portavoce, Michael Mann, il costo della cereali è di circa il 5%, ossia cinque centesimi per ogni euro. La commissaria europea «condivide» però la preoccupazione degli allevatori che nel mondo saranno confrontati, a breve o a medio termine, a prezzi più elevati dei mangimi. «Respinge» invec
MENTRE Prodi assicura che ci sarà una riduzione della pressione fiscale, sulle famiglie già si abbatte una sventagliata di rincari tali che anche Bruxelles è intervenuta dicendo che sono del tutto ingiustificati. Le denunce delle associazioni dei consumatori si sono fatte sentire nella commissione europea. Al centro delle polemiche gli aumenti che hanno interessato soprattutto i generi alimentari (+2,4%). Il fatto più clamoroso è quello del pane, che ha guidato gli aumenti di tutto il comparto con un +4% rispetto allo scorso anno. In alcune città da settembre il costo del pane salirà a circa 2 euro il chilo da da 1,50 a 1,80 euro al chilo. Ad agosto, anche alberghi e ristoranti non hanno risparmiato rincari ben superiori al tasso medio di crescita dei prezzi. Per i primi, in particolare, l'aumento è stato quasi il triplo dell'inflazione generale, con un +4,3%. Buone notizie sono invece arrivate dall'energia, capitolo che solitamente spinge l'inflazione al rialzo, ma che, questa volta, ha contribuito a raffreddare il carovita. Il settore ha registrato un calo dello 0,5% rispetto a luglio e del 2,1% rispetto ad agosto dello scorso anno. A scendere sono stati in modo significativo i prezzi dei carburanti, soprattutto nel confronto annuale. I listini della verde hanno perso il 4,2% in dodici mesi e ben il 2% tra luglio e agosto di quest'anno. Non a caso proprio nella prima metà del mese alcune compagnie, con l'Agip in prima fila, hanno limato al ribasso i prezzi dei distributori anche per le sollecitazioni arrivate dal ministero dello Sviluppo economico. Meno significativi sono invece i dati che arrivano dal gasolio, i cui prezzi sono diminuiti su agosto 2006 (-2,8%) ma non rispetto a luglio (+0,9%). Questo ha indotto la Confcommercio a dire che gli allarmi lanciati in questi giorni sono smentiti dalle statistiche. Anche Confesercenti attribuisce i rincari di alberghi e ristoranti ai rinnovi dei contratti del turismo e coglie l'occasione per sottolineare l'atteggiamento «virtuoso» della distribuzione. Ma i consumatori non ci stanno e rilanciano le loro denunce, chiedendo anzi l'apertura di un tavolo con il premier Romano Prodi per verificare l'andamento dei prezzi. Secondo Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, infatti, sono le stesse associazioni della grande distribuzione da aver dichiarato rincari per gli alimentari che vanno dal 5% al 30%, soprattutto per pasta, farina e pane. La Coldiretti ha organizzato una manifestazione per domenica prossima a Torino con tanto di mucche in piazza contro l’aumento del latte alla distribuzione. «Il prezzo del latte in Italia aumenta di oltre 4 volte dalla stalla alla tavola dove raggiunge il valore di oltre 1,4 euro al litro, tra i più alti in Europa, mentre la remunerazione del lavoro svolto dalle mucche resta a livelli insostenibili di 0,32 centesimi pari a circa quanto si paga un litro di acqua minerale». La polemica sul caro prezzi è arrivata anche a Bruxelles per le denunce provenineti non solo dall’Italia ma anche da Francia, Germania e Olanda. Per la commissaria all'agricoltura Mariann Fischer Boel «gli aumenti dei prezzi per il latte nei supermercati in alcuni stati membri non sono giustificati dalla situazione legata all'approvvigionamento del prodotto sul mercato europeo». Quanto al prezzo del pane precisa: «C'è stata una minor offerta di cereali sul mercato, ma considerando che il contributo della materia prima sul prezzo finale è relativamente piccolo, spero - dice - che i supermercati e i negozianti si comporteranno in modo responsabile». Nella produzione di pane, ricorda il suo portavoce, Michael Mann, il costo della cereali è di circa il 5%, ossia cinque centesimi per ogni euro. La commissaria europea «condivide» però la preoccupazione degli allevatori che nel mondo saranno confrontati, a breve o a medio termine, a prezzi più elevati dei mangimi. «Respinge» invec