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La denuncia choc: "Quelle suore stuprate dai preti e costrette ad abortire"

6 Marzo 2023 - 11:19
La pedofilia non è l'unica piaga nella Chiesa: emerge lo scandalo degli abusi sessuali ai danni delle religiose
Avatar di Nico SpuntoniNico Spuntoni
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La denuncia choc: Quelle suore stuprate dai preti e costrette ad abortire



Quando si parla di abusi nella Chiesa si pensa automaticamente a quelli di cui sono vittime i minori. Ma c'è un'altra piaga, anche più sottovalutata e di cui si parla meno: la violenza contro le suore. Pochi giorni fa, Papa Francesco ha dicharato in un videomessaggio che "la Chiesa non può cercare di nascondere la tragedia degli abusi, di qualunque tipo siano". Un tentativo di far emergere il fenomeno di cui sono vittime le religiose è stato fatto da una suora, la togolese Mary Lembo che sul tema ha scritto una tesi di dottorato presso l'istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana e di cui ha parlato in un'intervista concessa a Giovanni Panettierie su Quotidiano Nazionale.

La denuncia

L'indagine di suor Lembo è partita dallo studio di dodici casi di aggressioni in Africa e ha fotografato il modus operandi dei preti violentatori. Al giornalista, la religiosa-psicoterapeuta ha raccontato che in genere lo stupratore "cerca di conquistare la fiducia della suora, la fa sentire importante" con l'obiettivo di "farla sentire completamente in debito verso di lui".
Tra i racconti choc ascoltati da suor Mary nella sua indagine sugli abusi in Africa, quello di "una suora violentata a più riprese da un sacerdote che le ha impedito di usare qualsiasi tipo di contraccettivo". Dopo essere rimasta incinta più volte, la vittima è stata costretta dal prete ad abortire ed ha infine lasciato l'abito.

I precedenti

Non è la prima volta che una donna apre lo squarcio sugli abusi commessi ai danni di religiose per mano di religiosi. La prima voce ad alzarsi fu quella di suor Rita Mboshu Kongo, teologa congolese stimata dal Papa, che nel 2015 denunciò in un seminario in Vaticano la condizione di molte suore africane talmente povere e bisognose da finire vittime dei "loro benefattori (che) le "sottomettono e sfruttano il loro corpo" fino a quando non rimangono incinte e vengono cacciate dai conventi. Alla rivista spagnola Vida Nueva, suor Mboshu aveva spiegato che "alcuni sacerdoti arrivano perfino ad utilizzare falsi argomenti teologici per giustificare il loro comportamento".

Scandalo pubblico

Lo scandalo divenne pubblico nel 2019 quando l'inserto dedicato al mondo femminile Donne Chiesa Mondo de L'Osservatore Romano raccolse diverse testimonianze di religiose che denunciavano non solo abusi sessuali, ma anche psicologici e spirituali. Il clamore fu tale che intervenne anche il Papa, ammettendo sul volo di ritorno da Abu Dhabi che "dentro la Chiesa ci sono stati anche dei chierici che hanno fatto questo; in alcune culture è un po’ più forte che in altre". In quell'occasione, Francesco aveva riconosciuto anche il lavoro fatto dal suo predecessore per combattere questo male dicendo che Benedetto XVI era stato "un uomo che ha avuto il coraggio di fare tante cose su questo" facendo pulizia all'interno di un'organizzazione religiosa in cui c'era questa "corruzione (...)sessuale".
Poco tempo dopo il clamore provocato da quell'inchiesta, all'interno della redazione dell'inserto del giornale della Santa Sede c'era stata una rivoluzione con l'addio della direttrice, Lucetta Scaraffia che ha lamentato un tentativo di commissariamento da parte dei vertici della comunicazione vaticana. "Per la verità davamo fastidio già prima. (...) Poi, certo con il racconto degli abusi abbiamo dato loro la prova che avevano ragione a diffidare", aveva protestato la docente in un'intervista concessa a Il Corriere della Sera all'indomani del cambio di direzione.

Il caso Rupnik

Di recente il nome di un religioso importante è finito accusato da più suore ed ex suore di abusi in periodi diversi. Si tratta di padre Marko Rupnik, artista famoso per i suoi mosaici, su cui la Compagnia di Gesù ha raccolto un dossier con tredici testimonianze femminili giudicate "credibili" dal delegato padre Johan Verschueren. Rupnik è già stato giudicato colpevole dall'allora Congregazione per la dottrina della fede nel 2020 per aver assolto cinque anni prima una donna che aveva peccato contro il sesto comandamento proprio con lui.
Contro il gesuita, poi, sono arrivate nei mesi scorsi accuse pesanti come quella di una suora che ha raccontato al quotidiano Domani di aver iniziato a frequentare il suo atelier negli anni Ottanta e di aver subito da lui abusi sessuali, psicologici e spirituali fino al punto di avere dal
gesuita "giustificazioni teologiche del sesso" e "un rapporto esclusivamente pornografico" .
 

Video. Violenze ed abusi nel convento-lager. Il racconto di un ex suora​





Convento

Una lettera d’obbedienza scritta con il sangue. Si tratta di uno dei documenti inediti che appartengono alle indagini in corso presso la Procura di Avellino circa i soprusi, le violenze e l’incoraggiamento alla prostituzione da parte di Padre Manelli, responsabile dell‘Istituto Religioso Frati dell’Immacolata, con sede principale a Frigento (AV) e commissionato dallo Stato Pontificio.
Nel video-inchiesta del CorriereTV, la suora intervistata, racconta i 12 anni di sevizie e violenza psicologica, sistematicamente, subiti nell’istituto, il quale, tra l’altro è al centro di ulteriori indagini che riguardano truffa aggravata e falso ideologico da parte di alcune associazioni legate ad esso.
“Ti devi fare santa” era la frase che il Padre avrebbe usato, in tutti questi anni, per persuadere le adepte alle penitenze. Sacrifici che avrebbero dovuto portare le sorelle tra le braccia di Dio; una delle suore interrogate, straniera e residente attualmente all’estero, parla di frustate con la “disciplina”, un arnese che alle estremità possiede punte di ferro, chiodi o semplici punte. “Se non facevi così, ti criticavano che non amavi Gesù (…)” racconta la donna.C’erano schizzi di sangue sulle pareti…sul pavimento…”, continua a spiegare in collegamento telefonico, sottolineando che anche lei stessa si sarebbe frustata poiché così le avrebbero detto di fare.
Quest’ultima è anche una delle sorelle che sarebbe stata marchiata a fuoco, proprio sul torace, sul quale, dalla foto inviata al Corriere, si legge chiaramente l’acronimo religioso IHS.
Le prime indagini hanno portato le autorità a sequestrare circa 30 milioni di euro, in seguito dissequestrati ed, attualmente, sottoposti ad analisi per il ricorso in Cassazione.
Dal suo canto, Padre Stefano Manelli, difeso dal legale Enrico Trucillo, si dichiara innocente: il difensore dell’uomo indagato parla del suo assistito come di un perseguitato, paragonabile ad alcuni santi come San Pio e San Francesco.
Non sono della stessa opinione le suore che raccontano, invece, i loro incontri, organizzati dal prete, con i “benefattori”: La sorella che testimonia nel video, dichiara, infatti che la Madre Superiora le avrebbe raccomandato di essere “accondiscendente” con l’uomo che avrebbe incontrato. Tuttavia, la donna rispose quasi con la fuga alle avance sessuali ricevute, subendo, in secondo momento, l’ira e le minacce della Superiora, la quale avrebbe incolpato la donna di aver fatto perdere all’istituto un gran benefattore.
La suora sarebbe stata, in seguito all’accaduto, allontanata dall’istituto.
Già sarebbe accaduto, tempi prima, un episodio simile, secondo la donna intervistata e la vittima antecedente sarebbe stata mandata alla clausura: la clausura, spiega la suora, è “il posto di chi deve stare zitto.”
Ma, in aggiunta: sevizie, pranzi con cibo scaduto, continue flagellazioni. E, accanto a questo, un giro di soldi molto ampio e ambiguo: “mi sentivo un esattore delle tasse”, inoltre, spiega la donna in confessione.
Alcune delle testimoni dichiarano che avrebbero ricevuto molestie anche dallo stesso Padre Manelli, il quale, con insistenza, durante le preghiere, avrebbe avvicinato la mano della donna alle sue parti intime.
L’intera questione, tuttavia, è in corso di indagini. Non esistono (ancora) vittime e carnefici, condannati e abusati. Esistono parole, tremori e storie raccontate, nei particolari, dalle donne che hanno denunciato.
Il video del Corriere del Mezzogiorno:
 

Confessioni di una (ex) suora: “Il convento, un inferno”​

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Aumenta il numero delle suore che dicono addio al convento dopo aver preso i voti. Ne abbiamo intervistata una, su Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG. Ecco il racconto a 360 gradi di questa ex suora. Dall’ingresso in convento (“Sono stata plagiata”) alla decisione di uscirne (“Hanno tentato di ostacolarmi in tutti i modi”. Ecco le confessioni della ex suora che chiameremo Rosa.

CONFESSIONI DI UNA EX SUORA SULLA SUA VITA IN CONVENTO. ASCOLTA L’INTERVISTA CLICCANDO QUI

Confessioni di una ex suora. Rosa, il nome è di fantasia, racconta la sua storia: “Sono cresciuta con i nonni, perché i miei genitori lavoravano in Svizzera. Quando avevo 12 anni mia madre è tornata in Italia e ha deciso di riprendermi con lei. Sono stati sei anni lunghissimi. A 18 anni ho scelto di entrare in convento. Il primo contatto con la religione? Di pomeriggio, negli anni in cui vivevo con mia madre, andavo da una sarta dove ho conosciuto una suora. Avevo circa 13 anni. Questa suora mi faceva il lavaggio del cervello, mi ripeteva in continuazione che sarei dovuta andare in convento, che avrei dovuto conoscerle, perché la vita da suora era molto bella”.




Confessioni di una ex suora. Poi, nella vita di Rosa, la svolta:A 18 anni dopo una violenta litigata con mia madre sono scappata di casa. Mia madre mi maltrattava. La suora, saputo della situazione, mi ha cercato e ha trovato dove ero nascosta. Da lì ha ricominciato a venirmi dietro, a invitarmi a vedere come vivevano le suore, da lì in poi ho iniziato ad andare in convento. I primi mesi andavo solo il fine settimana, poi dopo aver terminato le superiori sono entrata e ho fatto l’anno di discernimento, un percorso in cui si entra nella vita delle suore, si inizia il cammino spirituale e il cammino di vita spirituale con le suore. Le mie amiche mi dicevano di lasciar perdere, nessuno ci credeva, tutti mi dicevano che sarebbe stato un passo sbagliato, ma ormai la suora mi aveva fatto il lavaggio del cervello”.
Confessioni di una ex suora. Rosa sulla vita in convento:
“La mattina c’è la preghiera collettiva, il pomeriggio la preghiera individuale. Ognuno ha il suo da fare. Passato l’anno di discernimento, io mi sono convinta di avere la vocazione. Col passare degli anni ho iniziato a sentirmi sempre più triste, una tristezza che sentivo dentro, un vuoto che aumentava giorno dopo giorno. Dopo aver preso i voti semplici ho iniziato a manifestare la volontà di tornare sui miei passi, ma in quel momento sono iniziate le pressioni. Ho detto alla mia superiora che forse non avevo la vocazione, che forse sarebbe stato il caso di andarmene. Lei ha proseguito il lavaggio del cervello, mi dicevano che io non vedevo il cammino, che loro erano la mia luce. Sono stata plagiata. La vita in convento per una ragazza tra i 18 e i 20 anni è molto complicata. Con il passare degli anni poi, ha iniziato a pesarmi anche la mancanza di affettività. Omosessualità in convento? Queste cose si nascondono…Io non ho avuto esperienze in questo senso. Avevo tante amiche suore in convento che come me sognavano di andarsene. Nella mia comunità ce ne erano almeno 4, ma alla fine sono stata l’unica ad uscire”.
Confessioni di una ex suora. Rosa prosegue nel suo racconto
: “Mi hanno mandato in missione in Brasile, gestivo un istituto di 300 bambini. Dopo un anno, però, ho richiesto di nuovo di uscire dalla congregazione. Non ce la facevo più. Io stavo bene nel lavoro, ma non mi ritrovavo più nella vita religiosa. In quel momento ho detto basta, ma per tre anni non mi hanno fatto uscire dal convento. Quando io dicevo che me ne volevo andare, mi rispondevano sempre che dovevo aspettare sei mesi. E’ andata avanti per tre anni questa storia. Mi hanno fatto ritornare in Italia e mi hanno fatto iniziare un cammino con uno psicologo, che è durato un altro anno. Mi hanno detto che sarebbe servito a farmi capire che avevo la vocazione. Lo psicologo ha cercato di compiere un’opera di convincimento su di me riguardo alla mia vocazione. Per fortuna non sono riusciti a farmi cambiare idea, nonostante tutte le pressioni. Dopo tre anni sono riuscita a tornare a casa. Sono rimasta in convento sedici anni. La superiora mi ha costretto ad andare a casa col vestito da suora, aveva speranza che tornassi in convento”.
Confessioni di una ex suora. Rosa sulla sua nuova vita: Uscire dal convento è stato un salto nel buio, mi sono ritrovata senza casa, senza lavoro, avevo solo un vestito da suora con me. E’ come creare un’altra identità, una nuova vita, da zero. Mi sono ritrovata da sola, dopo sedici anni di convento. Ho reagito, ho cercato un lavoro, per questo ora sono a Roma. Adesso faccio la domestica, Ora quando mi capita di entrare in chiesa sento il vuoto”.
 

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