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I trentenni pensino a lavorare e non a quanto prenderanno di pensione

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[h=1]"I trentenni pensino a lavorare e non a quanto prenderanno di pensione"[/h] [h=2][/h] Dopo aver messo i pensionati in ginocchio, la Fornero sferza i giovani: "L'allarme deve essere sul lavoro non sulle pensioni". E li insulta: "Fatico a immaginare un trentenne che pensa già alla pensione"



Sergio Rame - Mer, 09/12/2015 - 12:23









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Non contenta dei danni fatti, Elsa Fornero attacca i trentenni. Se da una parte smorza i torni dell'allarme lanciato la scorsa settimana dal presidente dell'Inps Tito Boeri, che ha evidenziato come gli attuali trentenni rischino di lasciare il lavoro con assegni molto bassi, dall'altra l'ex ministro del Welfare tira le orecchie ai giovani spronandoli di andare a lavorare.
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"I trentenni pensino a lavorare - spiega la Fornero ai microfoni di Radio Cusano Campus - e non a quanto prenderanno di pensione" .
"Mi sembra che ci sia molto rischio nella piega che ha preso questa discussione - tuona l'ex ministro portato al governo da Mario Monti - rischio e anche un po' di terrorismo psicologico e davvero non ce n'è bisogno". Secondo la Fornero, che ai pensionato ha già tirato brutti scherzi, propone di rimettere al centro della discussione il lavoro: "Non basta una legge per dare alle persone delle pensioni generose. Bisogna fare in modo che i giovani entrino presto nel mondo del lavoro con forme contrattuali il più dignitose possibile. Dobbiamo aiutare le persone a trovare lavoro e poi dire a chi non ce l'ha fatta che avrà comunque una pensione adeguata a carico della fiscalità generale".
Anche sul tema delle pensioni la Fornero si sente in dovere di dire la sua. "C'è allarmismo ingiustificato - incalza ai microfoni di Radio Cusano Campus - l'allarme deve essere sul lavoro non sulle pensioni che i lavoratori prenderanno tra quarant'anni. Fatico a immaginare un trentenne che pensa già alla pensione. La pensione non può essere la prima preoccupazione. La mia risposta a questo terrorismo psicologico - conclude - è quella di ricordare che le pensioni non ci saranno soltanto se non ci sarà stato il lavoro".
 
[h=1]Ora Boeri terrorizza i giovani: "Andate in pensione a 75 anni"[/h] [h=2][/h] Nell'ipotesi di un tasso di crescita del pil dell'1%, i 30enni di oggi dovranno lavorare fino a 75 anni. Con prestazioni del 25% più basse



Sergio Rame - Mar, 01/12/2015 - 14:19









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La bomba è stata lanciata. E getterà sicuramente il panico tra tutti i trentenni di oggi. Intervenendo al convegno Pensioni e povertà oggi e domani, il presidente dell'Inps Tito Boeri ha minacciato che nel 2050, "nell'ipotesi di un tasso di crescita del pil dell'1%, molti dovranno lavorare anche fino a 75 anni".
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Non solo. Quando poi andranno in pensione, avranno prestazioni mediamente del 25% più basse.
Non è la prima volta che Boeri getta bombe del genere contro il governo. Che, poi, deve correre ai ripari per assicurare lavoratori e pensionati. Ma il presidente dell'Inps continua a dipingere il futuro previdenziale degli italiani con tinte a dir poco fosche. "Avremo problemi seri di adeguatezza, che non potrebbero che aumentare nel caso di una crescita economica minore - spiega - questo aprirà anche un problema molto serio di povertà per chi perderà il lavoro prima dei 70 anni. Occorre perciò affrontare molto seriamente il problema di introdurre strumenti forti di contrasto alla povertà". Secondo le simulazioni dell'Inps, chi è nato nel 1980 riscuoterà mediamente una pensione nel 2050 pari a 1.593 euro, contro l'importo medio di 1.703 euro percepito mediamente oggi da chi è nato nel 1945. "Occorre tuttavia tenere conto - ha spiegato Boeri - del fatto che chi è in pensione attualmente sta ricevendo la pensione per un periodo molto più lungo rispetto a chi la riceverà in futuro". Perciò l'istituto ha calcolato "un importo medio comparabile" che è pari a 2.106 euro.
Ma i problemi dei pensionati non sono solo proiettati solo nel futuro. "Con le regole del contributivo le persone che non raggiungono un certo ammontare di prestazione prima dell'età pensionabile rischiano di non avere alcun reddito - spiega Boeri - si apre perciò il tema di una assistenza di base che protegga queste persone contro il rischio povertà. Èun problema molto serio che riguarda i giovani. Parliamo della generazione 1980, persone che avranno 70 anni nel 2050". "Col sistema contributivo - aggiunge il numero uno dell'Inps - i buchi contributivi incidono pensantemente, soprattutto quelli che avvengono nelle fasi precoci della carriera". Perciò, fa poi notare, "se l'economia italiana non cresce almeno dell'1% all'anno e non c'è non un processo di maggiore stabilizzazione del lavoro iniziando con prospettive di carriera più lunghe, senza tutte le interruzioni che contraddistinguono spesso con i contratti termporanei o precari, ci potrebbero essere problemi molto seri in futuro".
 
BASTA POSTO FISSO. LA FIGLIA DELLA FORNERO NE HA 2

3 Feb 2012 · 55 Commenti
di REDAZIONE
Mario Monti, intervistato durante la sua presenza a Matrix, ha detto che “i giovani devono abituarsi all’idea che il posto fisso non è più auspicabile”. Secondo Monti, i tempi son cambiati e – anche per evitare la monotonia del posto fisso – i lavori devono cambiare, seppur in condizioni adeguate.
Parole che hanno fatto discutere e dibattere, non senza le solite battute e qualche presa di posizione demagogica. Le parole del presidente del Consiglio hanno scatenato la rabbia di chi un lavoro lo cerca con affanno e che non convince i più, tanto più perché pronunciata da chi un “posto fisso” ce l’ha.
La cosa divertente è che, tra alcuni giovani, c’è chi il posto fisso ce l’ha, ma addirittura doppio. Chi? La figlia del ministro del Lavoro Elsa Fornero, che, a 32 anni anni, di posti ne ha ben due. Apprendiamo dal sito del Popolo viola che Silvia Deaglio è ricercatrice in genetica medica, professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino, proprio lo stesso ateneo in cui insegnano, alla facoltà di Economia, il padre Mario (Deaglio, editorialista de “la Stampa”) e la madre neoministro. Scrivono quelli del Popolo viola: “Il secondo impiego, invece, è quello di responsabile unità di ricerca, ruolo assegnatole dalla HuGeF, fondazione che ha come mission la ricerca di eccellenza e la formazione avanzata nel campo della genetica, genomica e proteomica umana”.
Per la cronaca, la HuGeF è un’istituzione creata e finanziata dalla Compagnia di San Paolo, lo stesso ente del quale il ministro Fornero è stato vicepresidente dal 2008 al 2010. Elsa Fornero, la ministra piangente, è stata anche vicepresidente della banca Intesa, carica lasciata solo dopo la nomina ministeriale.
Probabilmente, la figlia della ministra non ha molto tempo per annoiarsi, ma anche lei fa parte della tradizione italiana di quelli che “tengono famiglia”.
 
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