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Rossetto e kalashnikov. Le donne terrore dell'Isis
Sfilano fiere e armate di Kalashnikon: sono le donne peshmerga al termine del corso di arruolamento nel Kurdistan iracheno. Tutte pronte a combattere lo Stato Islamico
"Le nostre donne e i nostri uomini combattono insieme lo Stato Islamico". Così sono state esaltate le forze curde che ogni giorno combattono i tagliagole dello Stato Islamico.
Parole pronunciate da Massoud Barzani, il presidente del curdistan iracheno. I jihadisti le temono. Per gli uomini del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi essere vittima di una donna peshmerga è una vergona senza eguali. Il presidente è intervenuto scuola di polizia del distretto di Zakho del Duhok, nel Governatorato della provincia del Kurdistan iracheno durantee la cerimonia che sancisce la fine dell'arruolamento. Davanti a lui sfilano un nuovo gruppo di donne soldato. Kalashnikov in mano e sguardo fiero. Tutte pronte e unite a combattere i jihadisti. Barzani ha concluso la cerimonia onorando le forze e sottolineando come "il nome peshmerga è oggi conosciuto in tutto il mondo perché essi hanno distrutto la leggenda dello Stato Islamico".
[h=1]L'accusa choc degli islamici: "I cristiani contaminano l'acqua"[/h] [h=2][/h] Nelle scuole del Pakistan si insegna ai bambini islamici che i cristiani sono pericolosi perché contaminano l'acqua
I cristiani contaminano l'acqua. È questo quello che viene insegnate nelle scuole dei paesi islamici, il Pakistan in particolare.
"L'odio in Pakistan è così radicato che tanti musulmani pensano che i cristiani contaminino l'acqua potabile, tanto da bere in pozzi separati", ha detto al FoglioWilson Chowdhry, presidente della British Pakistani Christian Association (BPCA). "Musulmani che sono istruiti nelle madrasse, perché è più conveniente - continua - Questo consente all'imam del luogo di coltivare l'odio attraverso una linea 'dura' dell'islam, che è quella che va per la maggiore nelle moschee del paese. In Pakistan, i cristiani sono considerati spie dell'occidente, ed è per questo che non è affatto sorprendente che si siano verificati proprio qui tre enormi attentati negli ultimi quattro anni". Per questo la strage di Lahore del giorno di Pasqua non deve stupire. E forse non deve stupire nemmeno l'odio che una parte dei musulmani prova nei confronti dell'occidente a tradizione cristiana. È la guerra santa. Anche in questo. Anche nel disegnare i cristiani come pericolosi, come potenziali "virus" da debellare. I cristiani in Pakistan vengono "demonizzati e ridicolizzati" ogni giorno. Non c'è molta speranza per loro. "Questo continuo inculcare odio verso le minoranze dalla culla alla tomba - continua Chowdhry - ha creato una società che facilmente si è votata all'estremismo. Ciò che è accaduto domenica segue semplicemente il corso naturale degli eventi. Odio inevitabile? Sì, se si insegna ai bambini che i cristiani non dovrebbero esistere e che bisogna spazzarli via quando saranno più grandi". Difficile cambiare questa mentalità nei confronti dei cristiani, se a scuola si impara che bere dallo stesso pozzo di un seguace di Cristo rischia di farti morire. La vita dei cristiani in Pakistan è atroce. Sono i martiri di questo millennio, e forse a volte rimangono troppo nell'ombra. Muoiono per la loro fede. "Negli ultimi quattro anni, tre attacchi dinamitardi hanno portato alla morte di più di duecento cristiani, con feriti stimabili a oltre cinquecento. E poi Shama e Shazad, i coniugi bruciati vivi in una fornace di mattoni, l'uccisione di cristiani a Karachi. Anche lo Stato è coinvolto, implicato nell'omicidio di innocenti uomini cristiani, impiccati o assassinati in modo brutale dalla polizia. Le chiese sono spesso costrette a firmare contratti con notabili musulmani locali in riunioni in cui i cristiani si trovano in inferiorità numerica (riunioni presidiate dalla polizia)." Non solo. "ll contributo dei cristiani alle sorti del Paese è escluso dai programmi di studio, ed essi sono costantemente ridicolizzati nel tentativo di minarne la fede. Nel 2013, la ong musulmana Movement of Solidarity and Peace ha riferito che settecento ragazze cristiane erano state rapite, violentate e costrette a un matrimonio islamico". “E' un processo che demoralizza la comunità cristiana e il mondo rimane in silenzio". E cosa fa l'Europa per i cristiani perseguitati? Nulla, o quasi. "I governi comunitari sono ancora impegnati a farsi carico di enormi quantità di richiedenti asilo dalla Siria e dall'Iraq, molti dei quali sono tra coloro che hanno seviziato e ucciso migranti cristiani nei campi profughi. La loro ideologia potrebbe non essere così distante da quella dello Stato islamico, come invece sostengono i governi europei. L'assalto alle donne in Germania ne è una dimostrazione. Più di 130 mila musulmani britannici credono che Mumtaz Qadri sia un eroe, e hanno già firmato una petizione che chiede la condanna del governo pakistano. Un negoziante musulmano di Glasgow è stato ammazzato dopo che aveva augurato ai cristiani una Buona Pasqua. Ucciso da musulmani che hanno condannato il suo amore per le persone di altre fedi". Una polarizzazione che si ripete in occidente, nelle nostre città e nelle nostre case. "Un numero allarmante di europei musulmani si sta unendo alla causa del Califfato. Se mi si chiede cosa pensi della questione, personalmente direi che i britannici e gli altri europei dovrebbero revocare la cittadinanza per quanti tradiscono l'accoglienza ricevuta". Ma l'Ue fa l'esatto opposto. Fa entrare potenziali terroristi e lascia da soli i cristiani del mondo: "I paesi europei - conclude Chowdhry - dovrebbero dare priorità ai richiedenti asilo cristiani".
La persecuzione dei cristiani può sembrare un concetto datato, memoria di secoli ed epoche andate. O un concetto di parte.
Soprattutto se a parlarne è un'organizzazione cattolica. Soprattutto se a venir messi sotto accusa sono i paesi islamici. Ma i numeri non sono opinioni. E neppure i fatti. Su numeri, dati e fatti, raccolti in 196 paesi, si basa il «Rapporto sulla Libertà religiosa nel mondo». Secondo il dossier, realizzato dall'«Aiuto alla Chiesa che soffre», un'organizzazione di Diritto pontificio, i cristiani restano la comunità più esposta a discriminazioni e persecuzioni. «Per quanto non siamo l'unico gruppo religioso a dover pagare il prezzo della propria fede - spiega il documento - le diverse denominazioni cristiane sono quelle che oggi soffrono maggiormente a causa di limitazioni alla libertà religiosa». Molte nazioni islamiche confermano la sinistra fama di angoli bui della libertà religiosa. Arabia Saudita e Pakistan, per citare due paesi relegati agli ultimi posti della classifica, emergono come luoghi di sopraffazione e discriminazione. Luoghi dove il credo dominante minaccia i diritti dei cristiani e quelli di tutte le altre minoranze confessionali. «I cristiani restano il gruppo religioso più discriminato nel mondo visto che il 75% dei casi concernenti la libertà religiosa finisce con il riguardarli - sottolinea Marc Fromage, direttore della sezione francese della “Chiesa che Soffre”». «Su 131 paesi di cultura cristiana - ribadisce Fromage - non ne esiste uno solo in cui la legislazione sulla libertà religiosa lasci a desiderare. In cambio su 49 paesi di cultura musulmana almeno 17 non tollerano altre religioni e impongono un controllo forzato a cristiani e non musulmani, 19 riconoscono teoricamente la libertà religiosa, ma non l'applicano in pratica». Per capire il senso di queste affermazioni basta leggersi le schede dedicate a questi due angoli bui. «Gli arresti e le irruzioni della polizia nelle case cristiane durante gli incontri di preghiera - riferisce la sezione sull'Arabia Saudita - sono all'ordine del giorno. Nel marzo 2012 una fatwa del Gran Muftì dell'Arabia Saudita, indicava come necessaria la distruzione di tutte le chiese nella Penisola arabica». La fotografia offerta dalla “Chiesa che Soffre” diventa ancora più preoccupante se si leggono le traduzioni di alcuni passi tratti dai libri di testo delle scuole pubbliche saudite. «Ebrei e cristiani sono nemici dei credenti e non possono avere l'approvazione dei musulmani» - raccomanda un libro per gli studenti delle superiori pubblicato dal Ministero dell'Istruzione di Riad. «Le scimmie sono gli ebrei, il popolo del Sabbah, i suini sono i cristiani, gli infedeli della comunione di Gesù» - insegna un altro libro di terza media saudita. L'istigazione all'odio contro gli esponenti delle altre comunità religiose trova piena realizzazione in Pakistan. Lì a gennaio viene assassinato il governatore del Punjab, Salman Taseer. La sua unica colpa è aver fatto visita in carcere ad Asia Bibi, una cristiana accusata di aver offeso Maometto e condannata a morte in base alla legge sulla blasfemia. La legge «nera» sulla blasfemia solo nel 2011 porta 161 persone davanti al giudice. Ma quella legge non limita i suoi effetti all'aula dei tribunali. Almeno nove esecuzioni sommarie ed extra giudiziali vengono portate a compimento ispirandosi e traendo giustificazione da quella legge. In quella stessa cornice di violenza e fanatismo s'inserisce l'uccisione di Shahbaz Bhatti, il ministro per le Minoranze, di fede cattolica ucciso il due marzo scorso. A tutto ciò s'aggiungono gli attacchi indiscriminati contro i non cristiani. «Ogni anno scrive il rapporto - circa 700 ragazze cristiane e almeno 250 indù vengono rapite, stuprate e costrette a convertirsi». La propagazione e la radicalizzazione dell'islam nei Balcani inizia a creare situazioni preoccupanti anche in Europa. In alcune aree della Bosnia-Erzegovina «gli ingenti investimenti compiuti da Stati come l'Iran e l'Arabia Saudita» stanno dando vita a comunità islamiche sempre più fanatiche. «In Albania - stando al rapporto - intimorisce la diffusione di un Islam più intollerante, rappresentato da giovani imam formati in Turchia e in Arabia Saudita».
il papa cosa fa pregate ci voglioni i martiri
«Ogni anno scrive il rapporto - circa 700 ragazze cristiane e almeno 250 indù vengono rapite, stuprate e costrette a convertirsi»