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La Germania rischia una sanzione perché sta esportando a raffica penalizzando Italia, Grecia e dintorni
di Vito Lops29 ottobre 2013
In questo articolo
Media
Argomenti: Unione Europea | Germania
(Corbis)
Il troppo stroppia, sia quando si chiama deficit che quando si chiama surplus. Che poi, all'interno di una stessa area valutaria, sono due facce della stessa medaglia. I trattati europei parlano chiaro: il surplus delle partite correnti di un Paese europeo non può superare il 6% sulla media degli ultimi tre anni mentre il deficit (non quello di bilancio pubblico ma sempre delle partite correnti) non può andare più giù del 4%.
Ebbene, questa tabella offre uno spaccato di quanto sia divisa e squilibrata oggi l'Eurozona. Talmente squilibrata che la Germania ha sforato la soglia limite del 6% mentre i Paesi dell'area periferica sono per molti trimestri in territorio negativo. E considerando che la Germania genera il 52% del Pil sulla base delle esportazioni e che la maggior parte di queste è indirizzata proprio verso i partner/competitor europei questo vuol dire che il gioco a somma zero che dovrebbe essere in teoria quello del commercio all'interno di un'area valutaria perfetta si trasforma per molti Paesi in un gioco a somma negativa (considerando anche gli effetti negativi dell'austerity che viene praticata più sui Paesi importatori rispetto a chi riesce a "vincere" sugli altri esportando di più).
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La Germania esporta più del consentito / Lo squilibrio tedesco
grafici
Surplus/deficit commerciale in rapporto al Pil
È come se tutti i Paesi facessero parte di uno stesso lago diviso in 17 parti con qualcosa che si è inceppato nella diga e che in uno di questi Paesi finisca più acqua, sottratta agli altri Paesi che anno dopo anno si avvicinano pericolosamente alla siccità.
Metafore a parte, all'Eurozona sta accadendo qualcosa di simile. Vediamo perché.
twitter.com/vitolops
di Vito Lops29 ottobre 2013
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Argomenti: Unione Europea | Germania
(Corbis)
Il troppo stroppia, sia quando si chiama deficit che quando si chiama surplus. Che poi, all'interno di una stessa area valutaria, sono due facce della stessa medaglia. I trattati europei parlano chiaro: il surplus delle partite correnti di un Paese europeo non può superare il 6% sulla media degli ultimi tre anni mentre il deficit (non quello di bilancio pubblico ma sempre delle partite correnti) non può andare più giù del 4%.
Ebbene, questa tabella offre uno spaccato di quanto sia divisa e squilibrata oggi l'Eurozona. Talmente squilibrata che la Germania ha sforato la soglia limite del 6% mentre i Paesi dell'area periferica sono per molti trimestri in territorio negativo. E considerando che la Germania genera il 52% del Pil sulla base delle esportazioni e che la maggior parte di queste è indirizzata proprio verso i partner/competitor europei questo vuol dire che il gioco a somma zero che dovrebbe essere in teoria quello del commercio all'interno di un'area valutaria perfetta si trasforma per molti Paesi in un gioco a somma negativa (considerando anche gli effetti negativi dell'austerity che viene praticata più sui Paesi importatori rispetto a chi riesce a "vincere" sugli altri esportando di più).
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