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Il semi-digiuno

Alien.

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[h=6]RISULTATI PROMETTENTI[/h] [h=1]Il semi-digiuno «riprogramma»
il pancreas, che torna a produrre
[/h] [h=2]Uno studio su topolini e cellule umane dimostra che la dieta «mima-digiuno» ripara
le cellule dell’organo che sintetizzano insulina, tanto da renderle di nuovo attive
[/h] di Elena Meli
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EMBARGO GIOVEDì ORE 18 - Il digiuno (controllato) come strada per combattere il diabete? Forse, se saranno confermati i buoni risultati ottenuti sui topolini e sulle cellule umane con una dieta «mima-digiuno» che sembra in grado di riparare le cellule del pancreas addette alla produzione di insulina: le cellule verrebbero di fatto “riprogrammate” e tornerebbero così a sintetizzare buone quantità di ormone, stando ai dati appena pubblicati sulla rivista Cell.
[h=5]Il digiuno intermittente: perché può fare bene e cosa non sbagliare[/h]
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[h=5]La dieta «mima-digiuno»[/h]
L’alimentazione a cui sono stati sottoposti i topolini dell’esperimento è la dieta «mima-digiuno» messa a punto da Valter Longo, ricercatore italiano ora a capo del Longevity Institute dell’Università della Southern California; nata come metodo per ridurre lo stress e proteggere le cellule durante la chemioterapia, consiste nel seguire una dieta a basso contenuto di grassi e zuccheri per cinque giorni per poi tornare a un’alimentazione normale. Gli studi condotti finora mostrano che a livello fisiologico questo tipo di dieta mima gli effetti di un digiuno ben più estremo e soprattutto che funziona come una sorta di “riavvio” dell’organismo, durante il quale vengono prodotte nuove cellule e si rallenta l’invecchiamento grazie alla riduzione dell’espressione di tre geni-chiave coinvolti nello stress e nell’invecchiamento stesso, IGF-1, TOR e PKA. Il calo drastico di questi geni, secondo la teoria di Longo, riporta le cellule in una sorta di condizione embrionale: «Le cellule si mettono in “stand-by” durante il digiuno e poi, quando si torna a mangiare normalmente, possono dar luogo a molte tipologie cellulari diverse fra cui le beta-cellule, quelle del pancreas che producono insulina», dice Longo.

[h=5]Lo studio sui topi...[/h]
Longo ha usato due diversi modelli di diabete per studiare gli effetti della dieta: in un caso i topolini avevano una mutazione genetica che provoca resistenza all’insulina e perdita della secrezione dell’ormone (quindi un modello di diabete di tipo 2), nell’altro erano stati trattati con una sostanza chimica in grado di uccidere le beta-cellule (un modello per il diabete di tipo 1). Tutti e due i gruppi sono stati sottoposti a tre cicli di dieta e i risultati sono stati ottimi, visto che in entrambi i modelli si sono differenziate nuove cellule in grado di produrre insulina e di garantire un buon equilibrio della glicemia.

[h=5]...e sulle cellule di diabetici[/h]
Un dato confermato anche dagli esperimenti su cellule pancreatiche umane di soggetti sani o con diabete di tipo 1: se sottoposte alla dieta mima-digiuno in provetta, la produzione di insulina da parte di queste cellule viene stimolata efficacemente. «Ciò dimostra da un lato la possibilità di riprogrammare le cellule solo con la dieta, senza alterare il genoma, dall’altro il potenziale utilizzo dell’alimentazione per far fare retromarcia ai sintomi del diabete – dice Longo –. Le implicazioni poi vanno oltre il diabete: gli effetti della dieta mima- digiuno andranno studiati in altri sistemi cellulari, questo meccanismo probabilmente è sempre stato presente e ora che lo abbiamo scoperto dobbiamo capire il modo per utilizzarlo e migliorare la salute».

[h=5]Rallenta l’invecchiamento[/h]
È presto per dire se tutto questo funzioni anche nell’uomo, di certo il gruppo di Longo è molto attivo sull’argomento: a metà febbraio ha pubblicato su Science Translational Medicine uno studio di fase due su volontari in cui ha dimostrato che tre cicli di dieta mima-digiuno riducono il rischio di diabete, cancro e malattie cardiovascolari abbassando i livelli di IGF-1 e la glicemia, oltre ad avere effetti positivi su parametri come peso, colesterolo, trigliceridi e una marcatore di infiammazione come la proteina C-reattiva.
 

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