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"Il vero pericolo è la giustizia che invade la politica"

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Il politologo Orsina critica le toghe: "Intervenire su un tema che riguarda la sovranità è grave"

Antonio Signorini - Lun, 27/08/2018 - 09:12
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Roma - Giovanni Orsina, politologo e storico liberale, è convinto che le implicazioni del caso Diciotti siano più ampie di quanto si pensi.
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Non è in gioco solo la destinazione dei 177 migranti e la vita del governo. L'intervento dei giudici che hanno indagato Matteo Salvini surriscalderà un clima già teso e di sfiducia verso le istituzioni. Poi aggraverà una tendenza già fortissima, l'invasione da parte della giustizia di prerogative della politica.

La novità è Salvini indagato. La mossa dei giudici farà cambiare idea ai sostenitori di questo governo?

«Io penso proprio di no, penso che la gente" starà col leader leghista, che in questo caso vedrà la magistratura come una parte dell'establishment che si oppone a questo governo e alla politica di Salvini. A me questo spaventa molto. Vedo montare una tensione sempre maggiore tra l'opinione pubblica, diciamo il popolo, e le istituzioni. Per carità, Salvini è corresponsabile. Questa tensione la genera e la cavalca, nessuno è innocente, ma tutte queste dinamiche messe insieme stanno incattivendo oltre misura il dibattito».

Non è solo colpa di Salvini?

«Si possono fare mille ragionamenti in punto di diritto sul blocco della nave Diciotti, ragionamenti che saranno certamente fondati e giustificati. Ma non si può non vedere, e invece gli oppositori di Salvini paiono proprio non vederlo, che il mondo non è fatto solo di diritto. C'è un problema di sovranità che va affrontato».

In gioco c'è qualcosa di più che del governo e dell'accoglienza dei migranti?

«Sì. Il governo dei confini ha a che vedere con le prerogative della politica».

Ma ci sono norme da rispettare alle quali devono obbedire anche i governi?

«E certo, ci mancherebbe proprio! Detto questo, negli ultimi trent'anni il diritto si è espanso e dilatato fino a invadere una serie di campi che non sono i suoi. Vale per il diritto nazionale, per le corti costituzionali che decidono sulle leggi elettorali, ad esempio, le più politiche delle leggi. E ora vediamo che vale anche per il diritto internazionale. Che per altro, a quel che ne so, non è sempre così chiaro e univoco proprio perché va a incidere sulla sovranitài».

Tocca quindi al governo decidere chi può entrare in Italia e chi no?

«L'amministrazione delle frontiere è una prerogativa della politica, un tema che tocca la sovranità nel suo punto più delicato».

Si potrebbe obiettare che l'espansione del diritto, anche a scapito della politica, non sia un male...

«Benissimo, posso anche essere d'accordo, ma allora aboliamo i governi. E liberiamo del tutto i flussi migratori. Se ragioniamo in punto di diritto, infatti, i migranti non possiamo fermarli in Africa, perché finiscono nei campi libici, e questo porta alla violazione drammatica dei loro diritti fondamentali. Poi non possiamo lasciarli in acqua, perché il diritto internazionale del mare impone che chi è in pericolo sia salvato. Poi non possiamo rimandarli in Libia, perché la Corte dei diritti dell'uomo dice che non è un porto sicuro. E infine non possiamo tenerli sulle navi, altrimenti è un sequestro. Insomma: se mettiamo tutti gli argomenti giuridici in fila, non abbiamo altra scelta che farli arrivare in Italia. Da qui, se i migranti non hanno diritto all'asilo, li rimpatrieremo. Salvo il fatto che rimpatriarli è in moltissimi casi impossibile perché mancano accordi con gli stati di provenienza.
Ah, dimenticavo: non possiamo imporli ai partner europei, perché non abbiamo appigli giuridici per farlo».

L'intervento della magistratura peggiora il clima?

«Sì, lo peggiora. Inevitabilmente, l'opinione pubblica si sta già chiedendo perché per il crollo del ponte di Genova non ci sia nessun indagato, mentre il caso della nave Diciotti è finito con un ministro indagato. Il Pubblico ministero avrà le sue ragioni e non essendo un giurista mi guardo bene dal contestarle. Da osservatore della vita pubblica, però, sono preoccupato dal fatto che un atto squisitamente politico come quello di Salvini finisca sotto lo scrutinio del potere giudiziario. Di nuovo: di questo passo, il Viminale tanto varrà chiuderlo».
  • OVVIAMENTE DIO NON VA TOCCATO ANCHE SE ERRA ?
 
VUOLE DARE PSICOFARMACI AI BIMBI GAY ?
"Per i bimbi gay tante cose da fare con la psichiatria". Bufera sul Papa


Le dichiarazioni di Papa Francesco sui bambini gay fa scattare la polemica delle associazioni omosessuali: "Parole gravi"

Franco Grilli - Lun, 27/08/2018 - 14:22
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Papa Francesco oggi, parlando di omossessualità, ha invitato le famiglie a non "cacciare" un figlio che si dichiara gay.
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Ma poi le sue dichiarazioni hanno scatenato la reazione delle associazioni omosessuali. Soprattutto per quelle parole sul "problema da affrontare a livello psicologico".

"Cosa direi a un papà che mi chiedesse cosa fare con il figio o la figlia che si dichiara omosessuale? Prima di pregare, poi di non condannare, di dialogare, di capire e fare spazio al figlio e alla figlia perchè si esprima", ha detto Papa Francesco sull'aero che lo riportava a Roma dopo la Festa della Famiglia vissuta a Dublino, dove per la prima volta ci sono coppie gay sposate. "Sempre - ha sottolineato Francesco - ci sono stati gli omosessuali e dicono i sociologi che crescono questi fenomeni nei tempi di cambiamento sociale".

Per il pontefice la questione va affrontata anche in base all'età in cui "si manifesta questa inquietudine del figlio". "Una cosa - ha detto Francesco - è quando si manifesta da bambino che ci sono tante cose da fare con la psichiatria, per vedere come sono le cose. Un'altra cosa è quando si manifesta dopo 20 anni o cose del genere". E poi ha però aggiunto che, in ogni caso, "mai dirò che il silenzio sia una soluzione: tu sei mio figlio così come sei". Perché "ogni ragazzo, e anche quelli omosessuali, hanno diritto a una famiglia. Il figlio gay ha diritto a una famiglia, prioma di tutto la sua. Non cacciarlo mai via dalla famiglia".

Immediato è arrivata la replica della associazioni gay. "Le parole di papa Bergoglio sono gravi soprattutto perchè dette in un momento drammatico della Chiesa che dimostra come il clero ha spesso abusato e approfittato delle bambine e dei bambini", ha detto Imma Battaglia, leader del movimento Lgbt in Italia. "Q
uesta dichiarazione è lo specchio di una chiesa stordita, confusa dalla crisi che sta affrontando. Chiedere scusa non è sufficiente. È anacronistico e dimostrato dalla psichiatria internazionale che se un figlio è gay, è gay e basta, inutile affidarlo a una struttura che vuole indagare il suo comportamento".


Avete visto la foto ed gli occhi di Francesco cosa vi dicono ?
 
Ultima modifica:
NON SE N'È ACCORTO [h=1]Roberto Saviano, l'ultimo imbarazzante disastro sul modello Riace: il pm lo sbugiarda[/h]
27 Agosto 2018

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Nel suo tour, sempre più dal vago sapore elettorale, Roberto Saviano ha scoperto che esiste il comune di Riace, in Calabria, "un miracolo di accoglienza", un modello da seguire dove gli immigrati vengono integrati con il sorriso.

Da ridere ci sarebbe, se solo Saviano leggesse le carte dei funzionari della prefettura di Reggio Calabria e dei magistrati della procura di Locri, che propsio sul sistema Riace hanno sollevato più di un dubbio.

Leggi anche: "A Saviano la scorta, all'eroe dei carabinieri la tolgono", Salvini raccoglie l'appello: cosa vuole fare

Dalla prefettura di Reggio Calabria per esempio avevano qualche dubbio sull'attivazione delle convenzioni tra il comune di Riace e diversi enti, per buona parte a chiamata diretta, quindi, riporta il Giornale, con "criteri di selezione ampiamente e assolutamente personali e discrezionali", in modo non proprio conforme "ai principi di imparzialità e trasparenza". Per non parlare dei casi di immigrati ospitati a Riace ben oltre la quantità massima consentita e senza le necessarie "pezze d'appoggio" burocratiche.

Saviano tutto questo lo omette nel suo straziante appello per il comune calabrese, invitando anche a fare donazioni in denaro.
Intanto il sindaco osannato dalla sinistra, Mimmo Lucano, è indagato dalla procura di Locri per il modo in cui ha gestito quel famoso modello di accoglienza. Il primo cittadino è accusato di abuso d'ufficio, concussione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nel corso delle indagini sono emerse anche stranezze nel rapporto tra il comune e le coop, visto che qualcuna avrebbe ricevuto le liquidazoni per la gestione del progetti Sprar 2017-2019 ben prima della scadenza delle domande. Ma per Saviano va tutto bene.
 

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