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Esquilino, residenti esasperati: «via gli immigrati da qui». Gli antifascisti: è razzismo
CRONACA, NEWS

11 ottobre – «Non vogliamo la Tasi e via gli immigrati da qui». Un piccolo gruppo di residenti dell’Esquilino e alcuni attivisti di Militia Christi, hanno protestato nei pressi di piazza Vittorio su via dello Statuto, contro la «tassa comunale sui servizi indivisibili» e contro l’immigrazione.
I manifestanti hanno fatto presenti le risse quotidiane tra immigrati, di cui l’ultima è quella a piazza Pepe, dove quindici africani hanno seminato il panico lanciando bottiglie di vetro per strada nelle prime ore del pomeriggio. Tra le testimonianze c’è anche una donna che racconta di essere stata accoltellata davanti la porta di casa da un ragazzo ubriaco. Per il comitato, il degrado si può fermare a partire dalla soppressione dei centri d’accoglienza e ci tengono a saperne di più sulla residenza virtuale «via Modesta Valente» assegnata agli stranieri senza documenti e alle persone senza fisse dimora.
 
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Durante l’evasione il detenuto tunisino ha stuprato un’altra donna
CRONACA, NEWS
giovedì, 16, ottobre, 2014

Ritrovato a Selvazzano a 24 ore dalla fuga, lo stupratore tunisino di 28 anni, evaso mercoledì mattina dalla casa circondariale di Pordenone dopo avere steso un agente di polizia penitenziaria. 24 ore gli sarebbero però bastate a perpetrare l’ennesima violenza sessuale.
IL RITROVAMENTO A PADOVA. Le ricerche erano state estese a tutto il Nordest. Giovedì mattina, intorno alle 9, un agente fuori servizio ha notato un’auto con all’interno un uomo addormentato sui sedili. Subito si è insospettito e ha chiamato in ausilio alcuni colleghi, poco distanti. La pattuglia ha effettuato alcune verifiche sulla macchina, una Peugeot 306, risultata rubata la sera precedente ad una donna di Pordenone. Quel volto, agli agenti, è risultato subito familiare. Prima di essere arrestato, infatti, la foto segnaletica del 28enne era stata inviata a tutte le forze dell’ordine per facilitare le ricerche del criminale.

LO STUPRO. Una volta accertato che si trattasse proprio del detenuto evaso mercoledì, il tunisino è stato accompagnato in questura. Uno scenario raccapricciante quello che si è presentato agli agenti di polizia. Dietro il furto dell’auto impiegata per la fuga, una drammatica vicenda, l’ennesima violenza, subìta questa volta da una giovane di 28 anni, residente a Pordenone. La ragazza, giovedì mattina intorno alle 7, aveva chiamato il 112 per denunciare di essere stata derubata della propria automobile. Dal racconto fatto ai poliziotti, l’uomo le avrebbe teso un’imboscata all’esterno di una palestra a Cordenons, in provincia di Pordenone. Una volta uscita, l’avrebbe costretta a salire sulla Peugeot. Un viaggio disperato fino a Scorzè, nel Veneziano, durante il quale la donna sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali. Lì, l’avrebbe finalmente fatta scendere dall’auto, proseguendo la fuga da solo, fino a Padova.

LE INDAGINI. Il detenuto è stato arrestato per evasione. Ancora in questura a Padova anche l’automobile rubata. Sono in corso gli accertamenti sul mezzo per confermare la versione della giovane friulana, che al momento si trova in ospedale a Mirano. In queste ore, i carabinieri del nucleo investigativo lagunare stanno ascoltando la ragazza per ricostruire nei dettagli la vicenda. Oltre all’auto, la questura di Padova ha posto sotto sequestro anche gli abiti del tunisino, e una corda che aveva allacciata in vita, per trovare tracce biologiche che provino la violenza sessuale. Il particolare della corda potrebbe essere rilevante ai fini delle indagini. In passato, infatti, l’aggressore aveva legato le proprie vittime con una sciarpa per bloccarle e abusarne.

L’ARRESTO E L’EVASIONE. L’uomo era stato identificato e arrestato dopo che il 14 febbraio scorso aveva rapinato, sequestrato e tentato di violentare un’infermiera in via San Massimo. In seguito, gli erano stati attribuiti altri due episodi di violenza ai danni di due prostitute. Rinchiuso nel carcere di Pordenone, ne era fuggito mercoledì mattina, mettendo fuori gioco un agente addetto all’apertura porte con un colpo alla nuca. Nella stanza, loro due soli. Il tunisino stava pulendo la portineria. Un piano probabilmente studiato nei dettagli, visto che l’uomo è riuscito ad azionare giusto i pulsanti per aprire il portone di ingresso della casa circondariale e l’inferriata esterna. Giovedì mattina, il ritrovamento, nel Padovano.
 
«Venite in Italia, qui si ruba facile. Lì ti mettono in galera» sgominata gang di romeni
CRONACA, NEWS
sabato, 18, ottobre, 2014

Roma, «Vieni qui, sei in Italia e non in Romania. Qui si ruba». E poi: «Se ti prendono in Romania, ti danno sette o otto anni per una tuta da ginnastica, in Italia è diverso. Aspetta le prime piogge e raggiungimi, ti dico io dove rubare».
Un articolo di Mara Azzarelli sul messaggero ci racconta la vicenda della gang delle rapine in villa che preparava le razzie nei quartieri bene di Roma sud, nel triangolo tra l’Eur, Casapalocco e l’Axa.

La banda, sgomitata dalla polizia di Ostia dopo un’indagine ribattezzata “Romania Express”, si era specializzata anche nella ricettazione della refurtiva, che veniva inviata in Romania con autotrasportatori che viaggiavano regolarmente in autostrada. Il capo dell’organizzazione criminale è stato rintracciato e arrestato giovedì sera. Quello che ha lasciato sbalorditi gli investigatori erano i toni delle telefonate che il boss della banda faceva con i ragazzi da reclutare, diversi dei quali agganciati davanti alle sedi della Caritas.

«Lascia perdere la Romania, li ti mettono in galera. Vieni in Italia: qui sì che si ruba facile» diceva. «Porta lo spray al peperoncino – consigliava – con quello qui addormenti i cani e entri anche nella casa di Berlusconi». Sempre stando alle intercettazioni il giro dei furti permetteva alla banda bottini da capogiro. «Fallo venire a settembre – spiegava a un parente nel corso di una telefonata al paese d’origine – In quel periodo con le prime piogge e le giornate più corte si fanno anche 15 o 16mila euro».
 
Milano: donna violentata da un tunisino, dieci ore di sevizie
CRONACA, NEWS
mercoledì, 22, ottobre, 2014

MILANO – Conosceva quell’uomo che da lì a poco sarebbe diventato il suo aguzzino. Aveva scambiato con lui qualche parola nel corso degli ultimi mesi. Così quel tragico otto ottobre, quando tutto sembrava andarle male, si è fidata di lui. Ha accettato la sua compagnia, ha accettato di seguirlo a casa sua, “dove ci sono anche i miei bimbi”, le aveva giurato lui. Ma quando si è trovata in quella casa, l’orrore è diventato realtà: violenze, sevizie, una notte di paura. Poi, la fuga, la denuncia e alla fine l’arresto.
Un uomo di trentadue anni, di nazionalità tunisina, è stato fermato dalla polizia con l’accusa di violenza sessuale e sequestro di persona dopo aver tenuto in ostaggio e stuprato una donna per una notte intera.
Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, l’otto ottobre scorso, la donna, in un periodo di gravi difficoltà, è seduta a un bar di via Imbonati, a Milano. Piange, si dispera: i problemi che da mesi l’affliggono sembrano non avere fine. Proprio al tavolino di quel bar incontra il suo aggressore. L’uomo si presenta con modi gentili – conosce già di vista la vittima – e si offre di ospitarla in casa per una notte, dicendo alla donna che nella stessa abitazione ci sono anche i suoi figli.
Lei accetta, lo segue: e si trova in un appartamento vuoto, abbandonato. E’ qui che l’uomo impugna un coltello, una lama da venti centimetri, e la costringe a spogliarsi e ad accontentare i suoi desideri sessuali. Per evitare che la donna scappi, il trentaduenne blocca la porta con una trave di legno e ingabbia la sua vittima nella casa degli orrori.
Soltanto dopo dieci ore di violenze e sevizie, la donna riesce a fuggire. Si precipita in strada, incrocia una pattuglia della polizia locale e denuncia tutto. L’uomo viene identificato, ha già precedenti penali, e arrestato. In casa sua il coltello e la trave di legno usati in quella notte di follia. (da MilanoToday)
 
Islam, 15enne marocchina minacciata dalla madre “sei troppo moderna, ti ammazzo”
CRONACA, NEWS
mercoledì, 22, ottobre, 2014

“Ti riporto in Marocco o ti ammazzo con le mie mani se non la smetti di frequentare quelle tue amiche”. Secondo la ricostruzione dei carabinieri e’ quanto si e’ sentita ripetere una quindicenne dalla sua mamma, una donna marocchina, che, insieme al marito, pretende di educarla secondo i rigidi dettami della religione islamica.
La famiglia vive in un comune dell’entroterra fanese: la ragazza e’ nata in Marocco e da 6 anni risiede in Italia e si e’ perfettamente integrata nella citta’ in cui vive; la mamma non parla l’italiano, non guarda la televisione, non si e’ inserita nel contesto sociale e gli atteggiamenti della figlia le appaiono incomprensibili. Il padre talvolta assiste silenzioso alle scenate, altre approva l’operato della madre.
Sarebbe tutta colpa delle amiche, che per la donna sono “prostitute e drogate”. All’ennesima minaccia, la quindicenne scappa di casa e chiede aiuto all’amica, presso la quale trova ospitalita’ e conforto. Quindi, insieme, decidono di parlare con la municipale e, vista la delicatezza del caso, con i carabinieri.
I militari scoprono che le minacce durano da tempo e che la ragazza si produce autolesioni con una lametta sul braccio: e’ piena di tagli, alcuni recenti, altri cicatrizzati, segno di un malessere che perdura da tempo. Una ricostruzione che ha portato alla denuncia dei genitori per abuso di mezzi di coercizione e disciplina. Contemporaneamente, con l’intervento di psicologi e assistenti sociali, e’ in atto un tentativo di avvicinamento graduale della figlia ai genitori, ora apparentemente disponibili a rimettere in discussione i loro comportamenti.
 
Anziana rapinata e violentata nel suo letto, preso albanese: è il figlio della colf
CRONACA, NEWS
giovedì, 23, ottobre, 2014

Notte di terrore per una 80enne riminese, ex magistrato, che si è ritrovata davanti un uomo che l’ha picchiata e violentata pur di riuscire a portarle via gioielli e contanti. La drammatica rapina è avvenuta nella notte tra il 9 e il 10 giugno di quest’anno, verso le 4, quando uno sconosciuto si è arrampicato su una grondaia per raggiungere il primo piano del condominio e, dopo aver forzato la porta finestra, è riuscito a entrare nell’appartamento. L’uomo si è subito diretto nella camera da letto dell’anziana coppia aggredendo la donna con schiaffi e pugni per farsi indicare dove nascondeva gli oggetti di valore. Per convincere l’80enne, oramai in preda al terrore, a rivelare il nascondiglio non ha esitato a minacciarla di morte e di stupro, mentre le palpeggiava il seno, urlandole delle frasi ben precise.
Secondo quanto ha poi riferito la donna agli inquirenti, infatti, il rapinatore sembrava ben conoscere la sua situazione familiare, tanto da sapere dell’invalidità del marito e del lavoro che la signora svolgeva in Tribunale. “Io ho già fatto 5 anni di galera, ingiustamente, per colpa di una giudice p… come te”, le ha urlato in faccia il malvivente quella notte per poi impossessarsi di gioielli per 30mila euro e contanti per 800 e fuggire sempre dalla finestra dopo quasi un’ora di sevizie.
Quando, all’alba, l’80enne ha trovato il coraggio di chiamare la polizia per denunciare l’accaduto, il personale della Mobile ha immediatamente cercato elementi utili per le indagini soffermandosi proprio sul racconto della donna e, in particolare, sulle affermazioni del rapinatore che sembrava conoscere troppo bene la situazione familiare della sua vittima. Un ulteriore indizio è arrivato sempre dal racconto della vittima che ha specificato più volte agli investigatori come il malvivente fosse straniero con un accento albanese. Le indagini di routine hanno quindi iniziato a puntare a un contesto familiare e, in particolare, alla donna che si occupava delle pulizie nella casa dell’anziana coppia. La signora, di origini albanesi, aveva anche un figlio, E.S. di 24 anni, il cui telefono è stato immediatamente messo sotto controllo ed è a questo punto che il giovane ha iniziato a fare tutta una serie di passi falsi.
 
Truffa all’Inps: Assegni sociali a stranieri non residenti, danno per 4,5 milioni
CRONACA, NEWS
giovedì, 23, ottobre, 2014

Scoperta dalla Guardia di Finanza una truffa all’Inps costata all’erario ben 4,5 milioni di euro: 325 stranieri non residenti in Italia, tutti denunciati, hanno percepito sino ad oggi l’assegno sociale, quello che lo Stato versa agli over 65 in difficolta’ economiche. La truffa e’stata scoperta al termine di un’operazione coordinata dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza e che ha visto in azione i Comandi del Corpo di 75 provincie. Dal blocco delle erogazioni l’Inps potra’ avere un risparmio di circa 2 milioni di euro all’anno.
L’operazione e’ frutto della collaborazione fra la Guardia di Finanza e l’INPS, da qualche mese rafforzata con le firma di un apposito protocollo d’intesa. L’indagine e’ stata avviata da un’analisi dei dati relativi ai beneficiari dell’importo messo a disposizione dell’Inps. I controlli hanno riguardato la posizione di cittadini stranieri immigrati over 65,in particolari situazioni di disagio economico. L’assegno sociale, infatti, e’ uno strumento assistenziale, del valore di circa 450 euro mensili, che viene corrisposto ai cittadini italiani e agli stranieri stabilmente residenti Italia in possesso dei requisiti.
 
Mille clandestini sbarcano in Sicilia: “Scappiamo anche da Ebola”
CRONACA, NEWS
giovedì, 23, ottobre, 2014

Oltre mille migranti sono sbarcati tra il 22 e il 23 ottobre in Sicilia, tra Messina, Catania e Augusta dove 507 migranti siriani e subsahariani sono stati soccorsi in tre differenti operazioni dalle navi della Marina Militare. Tredici i casi di scabbia accertati da Medici Senza Frontiere e tanta paura anche nei migranti per il rischio Ebola, oggi una causa in più per fuggire come racconta questo ragazzo nigeriano che preferisce non farsi riprendere in volto
“In Nigeria abbiamo tutti paura dell’Ebola, è un grande disagio per noi. Io vengo dal Nord della Nigeria, ma quando è cominciato l’allarme nel Sud del Paese, molti miei amici si sono trasferiti a Nord. Io ho lasciato la Nigeria due mesi fa e sono stato due settimane nel deserto del Sahara prima di raggiungere la Libia, ora sono felice di essere qui e ringrazio gli italiani che ci hanno salvati”.
 
ora sono felice di essere qui e ringrazio gli italiani che ci hanno salvati”............E CHI SALVA GLI iTALIANI DALLA CRISI ?:p
 
Immigrati con scabbia a Cremona, Poliziotti protestano. Assessore: governo allo sbando
CRONACA, NEWS
venerdì, 24, ottobre, 2014

Casi di scabbia sono stati registrati tra gli immigrati, arrivati ieri sera a Cremona. La notizia e’ arrivata dal sindacato di polizia Sap, secondo cui gli agenti hanno sospeso le procedure di identificazione in segno di protesta perche’ sembrerebbe che i sintomi della malattia fossero gia’ emersi in Calabria.
“Questo episodio e’ la conferma definitiva di come il governo italiano sia totalmente allo sbando nel gestire, o meglio non gestire, la questione relativa all’immigrazione”, lamenta l’assessore lombardo alla Sicurezza, Simona Bordonali. “A queste persone – ha sostenuto – e’ stata diagnosticata la scabbia a Vibo Valentia, ma nessuno ha impedito loro di spostarsi tranquillamente sul territorio nazionale. Non posso far altro che esprimere la mia totale solidarieta’ e vicinanza ai poliziotti che si sono rifiutati di foto segnalare questi clandestini malati – ha concluso -.
E’ impensabile che il governo metta a rischio la salute degli agenti delle Forze dell’ordine in nome di una accoglienza incondizionata e ormai senza limiti”. (AGI)
 
Cie di Bari: protesta degli immigrati, bruciati materassi
CRONACA, NEWS
venerdì, 24, ottobre, 2014

Notte di tensione all’interno del Centro di identificazione ed espulsione, in cui un gruppo di immigrati ha dato vita ad una protesta bruciando alcuni materassi. La notizia è stata diffusa dall’Ansa e ripresa dalle edizioni online di alcuni quotidiani locali.
Secondo quanto riferito all’agenzia di stampa dagli stessi immigrati, la rivolta sarebbe nata per protesta contro il maltrattamento subito da un cittadino albanese di 31 anni, da una decina di giorni rinchiuso nel Cie, che sarebbe stato “preso con la forza dalle forze dell’ordine” per “essere portato in una stanza e picchiato”.
Secondo quanto riferito dalla polizia, la protesta sarebbe partita quando un gruppo di cittadini albanesi ha sentito le urla del connazionale che era stato raggiunto da un ordine di rimpatrio. Ma stando al racconto degli immigrati, invece, prima di essere rimpatriato l’uomo sarebbe stato picchiato.
Gli immigrati sono poi tornati a denunciare la situazione insostenibile all’interno del Cie, annunciando l’inizio, da questa mattina di uno sciopero della fame, per chiedere che vengano rispettati i loro diritti.
baritoday.it
 
L’ONU vuole un «rimpiazzo» in Italia: 26 milioni di immigrati entro il 2050
CRONACA, NEWS
venerdì, 24, ottobre, 2014

Nel 2050 un terzo della popolazione italiana sarà composta da immigrati. Stranieri sbarcati nel Belpaese per lavorare e figli e nipoti dei migranti che in questi giorni il Mediterraneo sta rovesciando sulle nostre coste.
Nello studio «Replacement Migration: is it a solution to declining and ageing populations?», redatto dal Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu vengono analizzati i movimenti migratori a partire dal 1995 e, attraverso modelli matematici, vengono prospettati diversi scenari che disegnano per l’Italia la “necessità” di far entrare tra i 35.088.000 e i 119.684.000 di immigrati per “rimpiazzare” i lavoratori italiani. Visto che tra 36 anni gli over 65 saranno il 35% della popolazione e presupposto che il tasso di natalità per donna resti fermo a 1,2 bambini (negli Anni Cinquanta la media era 2,3).
Se c’è chi chiede se per far fronte ad un declino economico e sociale inevitabile non sarebbe meglio promuovere politiche a favore delle famiglie per supportare chi vuole far figli, dall’altra le Nazioni Unite stanno studiando come “sostituire” ai lavoratori italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli quelli provenienti dal Terzo Mondo per non far crollare l’economia e il sistema pensionistico.

Nel 2050, secondo il dossier, saremo in 41.197.000, solo 194mila in più di quanti eravano 64 anni fa. Il livello demografico più alto dal dopoguerra l’Italia l’ha toccato nel 1995, con 57.338.000 residenti registrati. Da allora una lenta e progressiva discesa, accompagnata dal calo della natalità e dal costante invecchiamento della popolazione. Fenomeno che condividiamo con quasi tutti i paesi europei. Ad esempio la Francia, che nel 1901 vedeva nascere per ogni matrimonio 7,8 figli. Mezzo secolo dopo era già scesa a 2,7 per poi attestarsi a 1.7. In Germania per ogni coppia ci sono 1,30 bambini e in Gran Bretagna 1,78. Nell’Unione Europea la media è di 1,5 nascite per ogni donna. Troppo poco per mantenere gli attuali livelli di sviluppo. Meno nascite, alla lunga, significano meno lavoratori attivi che, quindi, non ce la faranno a sostenere con i contributi il peso delle pensioni. Come evitare che la «macchina» s’inceppi? Che milioni di anziani si ritrovino senza indennità? Come mantenere stabili le entrate per i tributi da tradurre in welfare, soldi da spendere per sanità, trasporti e servizi pubblici? Le soluzioni potrebbero essere molte.

Le Nazioni Unite intravedono come via principale quello di «rimpiazzare» (come riportato nel titolo del dossier) l’Europa e l’Occidente che invecchia con una massiccia iniezione di immigrati da Asia, Africa e Oceania. Lo studio prende in considerazione quelli in età lavorativa, tra i 15 e i 64 anni, che dopo lo sbarco molto probabilmente si stabiliranno dalle Alpi alla Sicilia. Vivranno con noi, si sposeranno, faranno figli e nipoti. Così che, anno dopo anno, l’Italia degli italiani si trasformerà in un «melting pot», un’insieme di razze, culture, religioni dove tra quarant’anni a stento saremo ancora maggioranza.

Ventiseimilioni di immigrati e i loro discendenti risiederanno a Roma, Milano, Napoli e nei mille Comuni della Penisola nel 2050. Ora sono 4,4 milioni contro i 7,8 presenti in Germania. Il primo ministro inglese David Cameron ha annunciato misure restrittive per gli stranieri in materia di accesso ai sussidi di disoccupazione e alle liste d’attesa per le case popolari.
Londra nello scenario più «spinto» dovrà farsi carico di altri 59 milioni di migranti nei prossimi 36 anni, per sostituire i lavoratori che andranno in pensione e quelli che moriranno. Dovranno sostituire pure i connazionali che verranno seppelliti all’ombra dell’Union Jack, che di fatto sono nati nel Regno Unito e lì resteranno. Così accadrà in Italia e nei 27 Stati dell’Ue.

«In Francia, Germania e Gran Bretagna – scrive il Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu – il numero di immigrati necessari per mantenere costante sia la popolazione totale che la popolazione in età lavorativa varia irregolarmente nel tempo a causa di strutture di età specifiche . Questi numeri sono paragonabili al numero di immigrati ricevuto nel corso degli ultimi dieci anni. In Germania e in Italia, invece, lo scenario porterebbe tra il 30 e il 40 per cento la popolazione popolazione immigrata nel 2050, che è molto più alta di quella attuale».
L’immigrazione, come testimoniano i dati della Guardia Costiera e della Marina Militare che hanno soccorso 150mila stranieri con l’Operazione Mare Nostrum, non segue modelli stabili di crescita ma esponenziali. Di tutti gli sbarchi segnalati negli ultimi vent’anni nel Mediterraneo il 45% è avvenuto nel 2014. E il 48% di chi non ce l’ha fatta, è morto tra le onde quest’anno. Chi è riuscito ad entrare in Italia, dopo mesi, anni di clandestinità pare riesca a trovare lavoro più facilmente degli italiani. Il 60,1% degli stranieri presenti nel Belpaese risulta occupato contro il 59,5% di lombardi, veneti, romagnoli, pugliesi e piemontesi. L’arrivo di nuovi migranti da Tunisia, Egitto, Siria, Cina, Afghanistan, Pakistan, Nigeria, Somalia, Marocco propugnato dalle Nazioni Unite potrebbe essere interpretato da più di qualcuno come uno schiaffo a quel 40,5% di italiani, nella stragrande maggioranza giovani, che non ha lavoro. Milioni di «invisibili» di cui non viene fatta menzione nel dossier. Come se la disoccupazione non esistesse.

L’obiettivo che sembra preoccupare gli statisti che nel Palazzo di Vetro a New York disegnano scenari appare esclusivamente quello di far raggiungere all’Europa, sempre nel 2050, il rapporto di due lavoratori per ogni pensionato. Come modello vengono indicati gli Usa dove il rapporto è 2,8 occupati per ogni cittadino «a riposo». Nell’Ue la media è di 1,45.
«L’immigrazione di rimpiazzo è tra le possibili politiche di risposta da considerare», insiste l’Onu, «per mantenere adeguati livelli di crescita». Schede zeppe di dati, analisi, grafici, tabelle. C’è di tutto nel dossier. Nemmeno una parola però, neppure un cenno, agli italiani e agli europei che ora sono senza lavoro e ci resteranno con l’arrivo di milioni di stranieri. Come se la crisi non esistesse. L’immigrazione di massa è destinata a rivoluzionare la realtà sociale, a (s)travolgere l’Europa che conosciamo, ma anche di questo non c’è traccia. Solo numeri e aride statistiche. Basta che i conti tornino.
Alessandra Zavatta (il tempo)
 
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