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Un migrante su due non è un rifugiato: i numeri "smascherano" i buonisti

25 Febbraio 2023 - 11:30
I dati diffusi dal Cir certificano come anche nel 2022 oltre il 50% dei richiedenti asilo vede respinta la propria domanda
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Un migrante su due non è un rifugiato: i numeri smascherano i buonisti



Così come gli sbarchi, nel 2022 in Italia sono aumentate anche le richieste di asilo. A certificarlo sono stati i dati del Cir, Consiglio Italiano per i Rifugiati. Un trend però è rimasto stabile: più della metà delle domande esaminate sono state respinte. Una situazione già verificata lo scorso anno e che potrebbe incidere e non poco sulle future politiche migratorie.

I numeri del Cir

Secondo il Cir, al nostro Paese sono pervenute complessivamente 77.195 richieste di asilo. Una cifra in aumento rispetto al 2021, quando invece negli uffici competenti le richieste presentate si sono fermate a 56.388.
I dati tuttavia sono più bassi rispetto ad altri Paesi europei. In Germania il dato parla infatti di 217.735 domande presentate, in Francia invece si è arrivati a quota 137.505, mentre in Spagna le richieste sono state 116.140.
Complessivamente, si legge ancora tra i dati diffusi dal Cir, nel 2022 in Italia si è arrivato a prendere in esame 52.625 domande. Più della metà delle richieste hanno avuto come risposta un esito negativo. I dinieghi infatti sono stati 27.385, pari al 53% del totale. Tra chi ha avuto invece via libera alla richiesta di asilo, nel 12% dei casi si è trattato del riconoscimento dello status di rifugiato, nel 13% del riconoscimento della protezione sussidiaria, infine nel 21% dei casi è stata assegnata la protezione speciale.
Rispetto al 2021, il riconoscimento della protezione internazionale è calato del 9% e i respingimenti delle domande invece hanno registrato un incremento del 4%.

Il nodo dei rimpatri

Il Cir ha inoltre confermato lo sforamento di quota centomila per quanto riguarda gli sbarchi lungo le nostre coste. I dati descritti inoltre non tengono conto dell'ingresso di 173.589 rifugiati dall'Ucraina.

"Oltre 100mila sbarchi": i numeri dell'assalto alle coste italiane

Complessivamente dunque, l'arrivo di profughi regolari o irregolari in Italia nel 2022 ha registrato un forte aumento. Il dato politico più rilevante riguarda quello relativo ai dinieghi delle domande di asilo.
Più della metà delle persone che ha fatto richiesta di protezione, si è visto recapitare una risposta negativa. Circostanza che apre la strada a due considerazioni. In primis, il trend sui dinieghi certifica il fatto che la maggior parte di chi presenta domande di asilo non ha i requisiti per rimanere in Italia. Detta in altri termini, più della metà dei richiedenti asilo non proviene da situazioni che necessitano di una protezione internazionale.
L'altra questione ha a che fare con i rimpatri. Perché al respingimento della domanda, spesso non fa seguito un ritorno nel Paese di origine del richiedente asilo. L'esecutivo di Giorgia Meloni ha posto la questione dei rimpatri al centro delle politiche migratorie.

Rimpatri e stretta sulle Ong: la svolta in Europa sui migranti

E anche in Europa, sono diversi i governi che da mesi chiedono maggiore attenzione sui rimpatri. Il rischio è infatti dato dalla possibilità che buona parte dei richiedenti asilo a cui viene respinta la domanda, contribuisca poi a far aumentare la quota di irregolari presenti in un determinato territorio
 

Si spezza barcone di migranti: decine di morti, molti sono bambini

26 Febbraio 2023 - 11:03
I cadaveri sono stati trovati questa mattina sulla spiaggia di Steccato di Cutro, nel Crotonese. Piantedosi: "Tragedia immane, bisogna fermare le filiere dell'immigrazione irregolare"
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Si spezza barcone di migranti: decine di morti, molti sono bambini



Sale a oltre 50 il bilancio, ancora provvisorio, dei morti durante uno sbarco di migranti avvenuto all’alba davanti alla spiaggia di “Steccato” di Cutro, a venti chilometri da Crotone. Ormai, alla luce di questi terribili numeri, si può parlare di una vera e propria tragedia sulle coste calabresi. L’ennesima tragedia marittima che si consuma vicino alle coste italiane. Tra le vittime, secondo alcune stime, figurerebbero una ventina di bambini di età diversa, compresi due gemellini di pochi anni, i cui corpi sono stati recuperati in mare.
Secondo la testimonianza di un responsabile della Croce rossa italiana presente sul luogo, i cadaveri finora recuperati continuerebbero a salire. Il bilancio delle vittime, come spesso accade in questi casi, è destinato certamente ad aggravarsi. L'ipotesi più acccreditata, sia dagli investigatori che dai soccoritori, dà il senso di una tragedia enorme: si teme possano essere più di 100 le vittime del naufragio. La Prefettura di Crotone ha attivato il Centro coordinamento dei soccorsi riunito presso la sede dell'ufficio territoriale di governo. Le salme delle vittime, fin qui recuperate, verranno trasferite al PalaMilone, il palazzetto sportivo della città di Crotone.

La ricostruzione dei fatti

L’imbarcazione, che era partita quattro giorni fa dal porto di Izmir dalla Turchia, secondo quanto si apprende, sarebbe finita contro gli scogli a causa del mare agitato. Il barcone ospitava in tutto circa 250 migranti in arrivo da Iran, Pakistan e Afghanistan e, a causa del mare agitato, non ha retto al moto ondoso. Il vecchio barcone (si sarebbe tratto di un peschereccio) si è spezzato in due e le persone a bordo, secondo le prime ricostruzioni, sono finite in mare morendo annegate. Secondo alcune fonti, i migranti “non hanno fatto in tempo a chiedere aiuto” e alcuni dei sopravvissuti avrebbero raggiunto la costa con i propri mezzi. A fare scattare l'allarme è stata una telefonata giunta verso le 4 di mattina al reparto operativo areonavale della Guardia di finanza di Vibo Valentia.
Tra le vittime di questo terribile naufragio c’è anche un neonato di pochi mesi: il suo cadavere, secondo la drammatica testimonianza di un vigile del fuoco, è tra i corpi finora recuperati da soccorritori e forze di polizia. Tra le altre vittime accertate ci sono, purtroppo, anche un bambino di 7 anni e un altro di 3 anni.

I soccorsi

Sul posto, subito dopo il terribile naufragio, si sono recati i carabinieri, la polizia, i vigili del fuoco, 118 ed istituzioni civili locali. L’obiettivo è quello di continuare i soccorsi in mare e salvare più persone possibile. Sul posto per i soccorsi sono intervenuti anche la Capitaneria di porto e la Guardia di finanza. Nell’area del naufragio sono attivi, tra l’altro, due motovedette e un elicottero della Guardia Costiera. Durante la mattinata, mentre la costa veniva pattigliata da una motovedetta della Capitaneria di Porto, un elicottero della Guardia Costiera ha sorovolato la zona. Al momento sono 80 le persone tratte in salvo mentre continuano le ricerche di altri sopravvissuti. Ventuno di loro sono stati trasportati al pronto soccorso dell'ospedale di Crotone. Fonti della prefettura parlano di almeno altri 70 dispersi.

Fermato il sospetto scafista

È stata sottoposta a fermo dai carabinieri e dalla guardia di finanza la persona sospettata di essere lo scafista del barcone naufragato a Cutro. Si tratta di un cittadino turco la cui posizione è ora al vaglio della magistratura. Secondo quanto si è appreso, tra i relitti sarebbe stato trovato anche il documento di un altro soggetto che al momento non è stato rintracciato e che potrebbe essere fuggito o figurare tra i dispersi o le vittime.

L'intervento di Piantedosi

Non tarda ad arrivare l’intervento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che si è detto estremamente addolorato del naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi. “È una tragedia immane – ribadisce il titolare del Viminale – che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati”. Le parole d’ordine del ministro Piantedosi sono due: contrasto all’immigrazione irregolare e “fermare le partenze” a monte.

La reazione di Occhiuto

In mattinata, subito dopo la tragedia, è arrivata la nota, sentita ed emozionata del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. “Un barcone che trasportava migranti – spiega il governatore – si è spezzato, a causa del mare in tempesta, davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a una trentina di chilometri da Crotone. Decine e decine di morti annegati, tra di loro anche bambini, tanti i dispersi. La Calabria è in lutto per questa immane tragedia”. Da qui, il suo grido di allarme lanciato all’Europa: “I calabresi hanno accolto questi migranti senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile. Cos’ha fatto l’Unione Europea in tutti questi anni? Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità?”. Domande che, oggi più che mai, necessitano di una risposta chiara e netta di Bruxelles.

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