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Consigliera leghista schiaffeggiata al campo rom
03 novembre 2014

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"Siamo stati aggrediti al campo nomadi di via Erbosa a Bologna". La denuncia arriva dal profilo Facebook del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che ha postato il video di un alterco fra alcuni esponenti bolognesi del Carroccio ed alcuni abitanti del campo rom bolognese. "A questa gente che aggredisce e insulta i leghisti la sinistra emiliana (a spese di tutti gli italiani) offre gratis acqua, luce e gas! Altro che integrazione! Un voto alla Lega è un voto per chiudere e sgomberare tutti i campi rom" scrive Salvini.

Il caso - Nel video si vede la consigliera comunale Lucia Borgonzoni discutere animatamente con una giovane che poi le rifila uno schiaffone, durante una visita che una delegazione della Lega ha fatto al campo, che il prossimo sabato mattina sarà visitato anche da Salvini. Poco dopo, un'amica o parente della nomade rifila alla consigliera uno spintone, facendola quasi cadere. Il deputato leghista Guido Guidesi ha predisposto un’interrogazione al ministro Alfano per chiedere "l’immediata chiusura di quel campo nomadi" e "la restituzione dei fondi pubblici fino ad oggi stanziati" per l’area di accoglienza. La Borgonzoni, dopo aver sporto denuncia nei confronti della donna che l’ha aggredita, avanzerà la richiesta di chiusura del campo anche al Comune di Bologna.

il video:
http://www.liberoquotidiano.it/video/11716272/Consigliera-leghista-schiaffeggiata-al-campo-rom.html
 
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Tentano di rapire una bambina, arrestati Rom
lunedì, 3, novembre, 2014


Hanno tentato di rapire una bambina di 12 anni per darla in sposa al loro figlio. Una coppia di rom, lei 43 anni e lui 49 anni, sono stati arrestati dai carabinieri per tentato sequestro di persona.
Due nomadi, moglie e marito, sono stati arrestati dai carabinieri di Cirie’, in provincia di Torino, poiche’ ritenuti responsabili di tentato sequestro di una minorenne. Il fatto risale al 23 ottobre, quando una donna Rom di 32 anni ha denunciato ai carabinieri che due persone, un uomo e una donna, a bordo di un’Opel Astra, hanno tentato di rapire la figlia di 12 anni. La ragazzina era nel cortile e la coppia si e’ avvicinata a lei e ha tentato di trascinarla all’interno dell’auto. La bimba ha urlato e i suoi genitori sono accorsi a salvarla.
La donna ha raccontato che il tentato rapimento della figlia, a suo avviso, era da attribuire alla volonta’ della coppia di dare la giovane in sposa a uno dei loro figli. Nell’ambiente Rom, secondo quanti riferito dalla donna, e’ consuetudine organizzare i matrimoni dei figli in eta’ adolescenziale. (AGI) .
 
Nomadi cercano di occupare una casa, la polizia le salva dal linciaggio
lunedì, 3, novembre, 2014


Via Giambellino 146, periferia di Milano. Gli agenti che reggono una scala appoggiata al balcone e due giovani rom che scendono, tra le urla degli inquilini del caseggiato popolare. Solo una volta salite nel taxi fatto arrivare dalla polizia, le due ragazze hanno avuto la certezza di aver evitato il linciaggio.
Si è chiusa così, in un’atmosfera tesissima, l’ennesima occupazione di alloggi delle case popolari. Un’episodio, quello dell’altra sera, che ha scatenato una rivolta. Una scena simile a quelle che ultimamente scuotono i quartieri Aler, da San Siro a Lorenteggio, da Molise a Corvetto, ma che poteva avere un finale drammatico. Gli inquilini non hanno smesso un attimo di urlare e di scaraventare oggetti contro l’appartamento invaso, al punto che le occupanti, due ragazze rom incinta, si sono sentite in pericolo e hanno avvertito la polizia, chiedendo aiuto per uscire.

La prima telefonata alle forze dell’ordine (e al pronto intervento Aler) è stata effettuata dagli inquilini intorno alle 20.30. La gente si era accorta che un alloggio sfitto del primo piano era stato invaso da due sconosciute che si erano introdotte in casa dal balcone e, esasperata, aveva allertato chi di dovere. Gli agenti, giunti sul posto, insieme agli ispettori dell’Aler, hanno identificato le occupanti e cercato di convincerle ad uscire. Al rifiuto delle donne, non hanno potuto procedere con lo sgombero, causa lo stato di gravidanza di entrambe.
Non appena le volanti si sono allontanate, è espolosa la rabbia. Gli inquilini si sono sentiti in balia degli occupanti e hanno iniziato a tirare sassi e altri oggetti contro l’appartamento invaso, gridando e incalzando le nomadi affinché uscissero. Non c’è stato un attimo di tregua. E le due donne, alle 23, sfinite, hanno chiamato la polizia implorando aiuto. Ormai l’obiettivo era di uscire da quella che per loro era diventata una prigione assediata da inquilini inferociti.

I poliziotti, giunti nuovamente nel caseggiato di via Giambellino, a quel punto le hanno aiutate a scendere dal balcone utilizzando una scala e tenendole lontane dalla folla, che ormai mirava al linciaggio. Alla fine le donne si sono allontanate a bordo di un taxi, mentre gli inquilini cantavano vittoria.
Anche in via Odazio 6, poco distante, gli inquilini sono sempre in guardia. La porta-finestra di un alloggio nella scala D al piano rialzato è stata sfondata per tre volte in tre settimane, ma i vicini hanno sempre sventato le occupazioni. Maria Palomares suona un fischietto quando sente la lastra di protezione crollare, chiedendo così rinforzi. E in un caso gli inquilini hanno vegliato l’appartamento per una notte intera con in mano mazze da baseball e bastoni, senza paura.
Marianna Vazzana per il giorno
 
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Roma: nomade nasconde la refurtiva nella coperta della figlia piccola
lunedì, 3, novembre, 2014


Case Rosse: borseggio sul bus 40 in via Cerchiara. Hanno preso di mira una passeggera del bus 40 derubandola del tablet. A bloccare due donne, domiciliate presso il campo rom di via di Salone, gli agenti del Reparto Volanti della Questura di Roma, che hanno bloccato le borseggiatrici in via di Cerchiara, zona Case Rosse.
REFURTIVA ADDOSSO ALLA FIGLIA PICCOLA – Le due, dopo aver adocchiato il ‘pc portatile’ contenuto nella borsa di una passeggera, lo hanno asportato dopo aver spintonato la proprietaria. La donna si è però subito accorta di quanto accaduto, notando il suo tablet occultato sotto la coperta con la quale la giovane avvolgeva la figlia piccola.
COLLABORAZIONE DELL’AUTISTA – Grazie anche alla collaborazione dell’autista del mezzo pubblico, le due sono state bloccate e prese in consegna dagli agenti del Reparto Volanti diretti dal dottor Eugenio Ferraro. Condotte presso il Commissariato Casilino, sono state denunciate per tentato furto con destrezza.
romatoday.it
 
Sardegna: a scuola arrivano le bidelle Rom, mamme in rivolta
sabato, 1, novembre, 2014

Cagliari, Nella scuola lavorano due bidelle rom e i genitori degli alunni si ribellano: “I nostri bambini non frequenteranno mai istituti dove lavorano due che provengono da un campo nomadi”, hanno protestato indignate una quarantina di mamme. Succede a Monserrato, centro di 22mila abitanti limitrofo a Cagliari, dove decine di cittadini si sono rivolti al sindaco Gianni Argiolas per chiedere spiegazioni contestando la presenza delle due donne anche perche’ “non era inserita nel Piano di offerta formativa…”.

Il caso, riportato dal quotidiano L’Unione Sarda, vede come protagoniste Vasvja Severovic – vedova con sei figli, fotografata sorridente affianco a una lavagna – e l’amica Sena Halilovic. Le due donne sono state inserite in un progetto di formazione professionale e integrazione finanziato con risorse europee ottenute dalla Fondazione Anna Ruggiu che le ha proposte al Comune per un percorso di lavorativo per l’inserimento sociale.
“Essendo al corrente delle carenze di organico nelle scuole elementari e medie”, ha spiegato all’Agi il primo cittadino di Monserrato, “ho chiesto al preside di far lavorare le due donne per un mese. Ma oltre che nelle scuole, verranno impiegate in altri settori dell’amministrazione per far conoscere loro il mondo del lavoro ai fini della loro integrazione“.

Contro questa scelta si sono schierate decine di mamme, solo una minoranza delle quali – ha voluto sottolineare il primo cittadino – hanno riproposto i peggiori stereotipi razzisti: “Non le vogliamo perche’ sono sporche, puzzano, fanno paura ai bambini e si vestono in modo strano con quelle gonne lunghe…”. Il sindaco assicura che si tratta di pochi casi che, pero’, “vanno sicuramente condannati”.
Nel frattempo il progetto – che coinvolge anche il centro limitrofo di Selargius dove viene ospitato un altro campo rom – va avanti cosi’ come le due donne nonostante lo sconcerto: “Rubare ovviamente non si puo’, chiedere l’elemosina non sta bene e se lavoriamo e’ ancora peggio”, commenta sconsolata Vasvja Severovic rivolgendosi alla giornalista del quotidiano di Cagliari che l’ha intervistata. (AGI) .
 
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L'Europa vuole che diamo le case gratis ai rom
06 novembre 2014


L'Europa vuole che diamo le case gratis ai rom
Ieri al presidente della Commissione europea, un signore che essendo stato nominato in tenera età ministro del Lavoro del Lussemburgo non ha di fatto mai lavorato, è saltata la mosca al naso. Colpa di Matteo Renzi, il quale ha il vizio di non tener la bocca chiusa e parla un po’ di tutto, Europa compresa. Ma che cosa ha detto il nostro presidente del Consiglio di tanto grave da fare irritare Jean-Claude Juncker? Niente di sconvolgente: semplicemente che a Bruxelles ci sono schiere di burocrati i quali pensano che la vita debba regolarsi in base ai loro parametri. Una volta tanto, quello del nostro premier è un giudizio condivisibile, ma al numero uno dell’Unione europea - un uomo che deve la poltrona al sostegno riservatogli dalla Cancelliera di ferro: e qui si capisce tutto - le critiche non sono piaciute e dunque dall’alto del suo incarico l’ex primo ministro del Lussemburgo ha replicato a Matteo Renzi, dicendo che l’Europa i problemi tende a risolverli, non a crearli.

Sarà, ma l’esperienza ci insegna che invece molti dei guai lamentati dai Paesi del Vecchio Continente sono frutto di scelte e decisioni sbagliate imposte proprio da Bruxelles. La rigidità con cui la Ue applica il rigore spesso fa a botte con il buon senso e non di rado produce effetti contrari a quelli che si vorrebbero ottenere. Basti come esempio il caso italiano. Nel 2011, in piena crisi economica, l’Europa voleva rassicurare i mercati, spingendo l’Italia a fare le riforme di cui parlava da anni, ma come risultato, fatto fuori Silvio Berlusconi, è arrivato Mario Monti, uno che ha fatto cadere il Prodotto interno lordo, alzato le tasse e provocato una crescita del rapporto debito/Pil. Se si avesse voluto peggiorare la situazione dei conti pubblici e anche quella dei conti privati delle famiglie diciamo che non c’era di meglio da fare, perché non solo l’obiettivo è stato centrato ma poco c’è mancato che il colpo affondasse l’intera Italia.

Tuttavia, oltre che nelle questioni di stretta competenza economica, anche in altri settori la Ue dimostra di essere guidata da una banda di burocrati. Prendete il caso degli sbarchi di clandestini. A parole Bruxelles ci sollecita ad accogliere chi scappa dai Paesi in guerra, imponendoci di aprire le porte di casa nostra a chiunque arrivi a bordo di una carretta del mare e dunque pure a chi semplicemente vuole entrare in Italia anche senza essere vittima di conflitti. Ma poi nei fatti se ne lava le mani, perché si guarda bene dal far accogliere i profughi da altri Stati, anzi lascia che siano respinti alla frontiera, sostenendo che l’asilo l’hanno richiesto da noi. Una presa in giro a cui si devono i gruppi di extracomunitari accampati in alcune delle principali città italiane. Juncker dice che la Ue risolve i problemi e non li crea? Difficile spiegarlo agli abitanti della periferia di Roma che vedono bande di extracomunitari accolti per ragioni di emergenza ma che l’emergenza la provocano fra i nativi. Ancor più difficile far credere che l’Europa sia d’aiuto ai residenti di quei quartieri di Milano che sono costretti a lottare contro le occupazioni abusive di alloggi popolari.

Ma se ci fosse bisogno di capire ancor meglio le follie dei signori di Bruxelles, basterebbe dare uno sguardo a una delle ultime iniziative della Ue. Da un lato gli euroburocrati ci chiedono di essere rigorosi nei conti, di risparmiare e di ridurre il debito pubblico, dall’altro la stessa Unione minaccia di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia perché il nostro Paese non regala le case ai rom. In una lettera inviata a Palazzo Chigi, le teste d’uovo di Juncker lamentano la condizione abitativa dei nomadi. In particolare sembra non gradiscano i tipi di alloggio forniti ai rom nei pressi di Roma, giudicati troppo lontani dal centro. E poi ai cervelloni non piace che ci sia un recinzione e pure le telecamere. «Dispositivi di alloggio di questo tipo risultano limitare gravemente i diritti fondamentali degli interessati», ammonisce Bruxelles, «isolandoli completamente dal mondo circostante e privandoli di adeguate possibilità di occupazione e istruzione».

Come Alice nel paese delle meraviglie, i funzionari di Juncker si stupiscono che non vengano offerte ai rom «adeguate possibilità di occupazione», quasi non sapessero che in Italia c’è una disoccupazione al 13 per cento, che raggiunge il 40 fra i giovani. E come delle belle addormentate nel bosco si domandano perché non si offrano alloggi più adeguati in zone centrali e dotati di ogni confort, senza ricordarsi che di case popolari non ne esistono a sufficienza neppure per gli italiani. Alla fine, viene il sospetto che abbia ragione Juncker e che lassù, alla guida dell’Europa, non ci sia una banda di burocrati, ma una banda di fessi e basta, i quali puntano i loro numeri come una pistola. O forse sono proprio loro i pistola che vivono nel mondo delle favole.

di Maurizio Belpietro
 
Sfruttamento della prostituzione con percosse e minacce, 5 romeni arrestati
giovedì, 6, novembre, 2014

Dopo due anni di indagine i carabinieri della stazione e della Compagnia di Rho (Milano) hanno arrestato cinque cittadini romeni accusati di far parte di una banda che sfruttava una ventina di prostitute a Milano, Rho, Vanzago e Pregnana Milanese.
I cinque destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono stati rintracciati grazie ad un imponente operazione di controllo del campo nomadi di via Silla a Rho.
Sempre secondo quanto riferito dai carabinieri, le giovani prostitute reclutate in Romania erano costrette con minacce e percosse a vendersi e a consegnare a fine giornata quanto guadagnavano agli arrestati che avrebbero incassato così circa 200mila euro al mese.
Nella maggior parte dei casi le donne raggiungevano l’Italia a bordo di normali bus di linea, che settimanalmente facevano capolinea alla stazione di Molino Dorino a Milano. Nell’operazione sono stati impegnati 80 militari in totale.
 

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