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INTERNET;e' DANNOSA X LA VITA DI COPPIA?

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Roby

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Da alcuni giorni mi interrogo se Internet unisce o divide le coppie, le crea o le distrugge. Queste domande nascono a seguito di alcune episodi riportati dai mass media. Sempre più spesso ascolto e leggo notizie di uomini e donne che usano il web per vendicarsi dei propri ex-fidanzati, diffondendo foto compromettenti o video privati. Ma allo stesso tempo aumentano i siti di incontri, per tutti coloro che cercano l’anima gemella. La mia confusione aumenta se penso che si può tradire anche platonicamente il partner, creandosi un’identità diversa su Second Life.

Al momento, il top degli strumenti tecnologi online “rovina famiglie” sembra essere Facebook. Può apparire dal nulla una ex fidanzata che cerca il tuo uomo, un ex amore a cui non hai mai rivelato i tuoi sentimenti o puoi incrociare amanti che avresti voluto tenere segreti.

Come possiamo proteggerci da questo groviglio di sentimenti?
 
questo succede perchè si sono persi i veri valori,se non vuoi tradire non tradisci punto se invece vuoi soddisfare un piacere e quindi tradisci vuol dire che quello che provi per la tua donna o per il tuo uomo non è AMORE. spero di essere stata chiara, buona serata Santa
 
Il ritorno dalle vacanze è fonte di stress per milioni di italiani che con ansia vivono il ritorno all'attività lavorativa: anche durante i giorni di vacanza, tuttavia, i problemi non mancano, e anzi sembrano aumentare all'interno delle coppie, sia che si tratti di soggetti sposati che di semplici fidanzati.

Il Codacons ha svolto un'indagine a campione su circa 500 coppie sparse su tutto il territorio, di età compresa tra i 20 e i 50 anni, per verificare quante relazioni finiscano al ritorno dalle ferie, e quante invece riscontrino problemi durante il periodo delle vacanze.

Il risultato è sorprendente: in base alla ricerca dell'associazione, infatti, emerge che circa 1 coppia su 5 tra quelle interpellate, ha ammesso di essere scoppiata o addirittura in procinto si lasciarsi al ritorno dalle vacanze estive appena concluse, ossia ha momentaneamente interrotto o seriamente compromesso il rapporto sentimentale a causa delle incomprensioni e dei litigi che hanno caratterizzato la villeggiatura.

Dal campione preso in esame, emerge inoltre che ben 1 coppia su 2 ha visto aumentare il numero di litigi, discussioni e incomprensioni nei giorni trascorsi in vacanza, rispetto ad altri periodi dell'anno, pur senza portare ad una rottura del rapporto.

Non solo perchè almeno 1 soggetto su 3 ha ammesso di aver preso maggiormente in considerazione la possibilità di tradire il proprio partner rispetto agli altri mesi dell'anno.

Interessante il dato secondo cui il 75% delle relazioni finite riguarda rapporti intrapresi da meno di un anno.
 
Inverto la domanda: perché dovremmo proteggerci? Il punto non è limitare la tecnologia, ma aumentare la cultura del rispetto reciproco. Se io sono tentato da una lei è perché non amo più la mia donna. Devo essere onesto con lei e affrontarla. Allora il problema sta nella misura del mio coraggio e della mia onestà, piuttosto che della ex che si ripresenta.

C'è però un pericolo ben più grande che è quello degli amori nati da una relazione virtuale, dietro ai quali si cela l'incapacità di iniziare una relazione di amicizia o di amore come si faceva un tempo. I futuristi furono i primi a iniziare un rapporto errato con la tecnologia: uccidiamo il chiaro di Luna! Oggi l'astro argentato non ispira più nessuno.

Spesso, sento dire per strada.. "ci si sente su facebook!"... ma perché non vi parlate di presenza? Dico io. C'è una paura della visicità, degli sguardi diretti che non è nuovissima, solo che si è passato da mezzi di socializzazione come la droga o l'alcool, senza i quali sembrava impossibile fare nuove conquiste, a sistemi virtuali come le agenzie per incontri, le chat, i forum, i socialnetwork. In più, internet permette di concentrarsi sul detto, evitando distrazioni del mondo esterno, come l'amico che interrompe la discussione proprio sul più bello. Ma ricordiamoci che vietare non è quasi mai la soluzione. Bisogna educare a un diverso uso, a un diverso approccio al mezzo comunicativo. La tecnologia è nata per ampliare non per sostituire.



"Gli ultimi saranno ultimi se i primi sono irraggiungibili"
 
L'espressione Internet Addiction Disorder è stata introdotta nel 1995 dal dottor Ivan Goldberg. Da allora si è scritto molto a tale proposito, ma non si è ancora giunti ad una definizione univoca del fenomeno.
In inglese, ad esempio, esistono due termini per definire la dipendenza: 'dependence', per riferirsi ad una dipendenza da sostanza chimica e 'addiction', quando tale condizione non è presente.
In italiano si usa, invece, solo il termine dipendenza, ma per definire tale fenomeno sono state utilizzate anche altre espressioni: uso distorto, abuso, trance dissociativa.



Una definizione del fenomeno non univoca implica, di conseguenza, un disaccordo sui criteri diagnostici, prognostici e terapeutici.

Gli studi effettuati in America, in numero maggiore, rispetto a quelli italiani, risentono di alcuni limiti fondamentali: l'esiguità dei campioni, a causa del numero ridotto di presunti casi di dipendenza da Internet, gli errori metodologici, e, in certi casi, il ricorso a tecniche di indagine on line, particolarmente soggette a distorsioni.

Tale patologia non è stata ancora introdotta nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder (DSM IV). Alcuni studiosi ritengono che dovrebbe essere collocata tra i "Disturbi del Controllo degli impulsi non classificati altrove", come il gioco patologico d'azzardo.

Resta da chiarire, inoltre, se lo IAD è un disturbo che ha un'origine ed una sussistenza indipendente, oppure se è la conseguenza di altre patologie pregresse o concomitanti.

In Italia si è cominciato a parlare di dipendenza da Internet nel 1997, quando è stata introdotta l'espressione 'Internet Related Psychopathology', secondo la convinzione che l'Internet Addiction Disorder consta di diverse forme di dipendenza:

* da gioco d'azzardo patologico on line
* da cyber-relazioni
* da cybersesso
* da MUDs (giochi di ruolo on line)
* da eccesso di informazioni.

Le fasi che conducono alla vera e propria patologia, con le relative caratteristiche, sono:

1. Fase Tossicofilica: caratterizzata dall'incremento delle ore di collegamento, con conseguente perdita di ore di sonno, da controlli ripetuti di e-mail, siti preferiti, elevata frequenza di chat e gruppi di discussione, idee e fantasie ricorrenti su Internet, quando si è off line, accompagnati da malessere generale;
2. Fase Tossicomanica: con collegamenti estremamente prolungati, al punto da compromettere la propria vita socio-affettiva, relazionale e lavorativa o di studio.

I soggetti maggiormente a rischio hanno un'età compresa tra 15 e 40 anni, con un elevato livello di conoscenza degli strumenti informatici, isolati per ragioni lavorative (es. turni notturni) o geografiche, con problemi psicologici, psichiatrici o familiari preesistenti.

Il tipo di personalità predisposto a sviluppare tale disturbo è caratterizzato da tratti ossessivo-compulsivi, inibito socialmente, tendente al ritiro, per il quale la Rete rappresenta un modo per fuggire dalla realtà.

L'abuso di Internet sarebbe determinato da un senso di vuoto, da un vissuto di solitudine e dalla difficoltà di investire la realtà off line. In alcuni casi estremi, la partecipazione alla realtà on line è finalizzata alla negazione di quella concreta, quotidiana, avvertita come minacciosa.
Questa dinamica, in un certo senso, è simile a quella che si verifica nel caso della dipendenza da sostanze.
La realtà on line offre il vantaggio di fornire gratificazioni immediate, per la sua disponibilità pressoché continua.
Inoltre, l'universo virtuale rappresenta una fonte di attrazione per coloro che sono predisposti allo sviluppo anche di altre forme di dipendenza comportamentali o da sostanze.
Infine, è stata rilevata di frequente anche tra i cosiddetti 'sensation seekers', cioè coloro che ricercano continuamente nuovi stimoli, per raggiungere un livello ottimale di attivazione.

Si è visto che i più predisposti a sviluppare una dipendenza da Internet, spesso, hanno difficoltà relazionali. Questo è facilmente intuibil
 
Concordo con Cavellini oggi ci si nasconde dietro tecnologia virtuale,ma dov'è finito il romanticismo? Bisogna porsi la domanda "conosci il significato della parola AMORE?" se ami non tradisci!
 
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