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IT-Alert: cos'è, come funziona e come può essere usato l'allarme

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Ha preso il via la sperimentazione del nuovo allarme nazionale, chiamato IT-Alert: scopriamo come funziona e come potrebbe essere utilizzato

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Una notifica sullo smartphone per segnalare gravi emergenze o catastrofi: IT-Alert è il nuovo sistema di allarme nazionale adottato dalla Protezione Civile per comunicare con la popolazione in caso accada qualche evento di portata drammatica. E quale mezzo migliore se non il cellulare, che ormai tutti (ma proprio tutti) abbiamo sempre a portata di mano? Scopriamo che cos’è IT-Alert, come funziona e in che modo potrà essere utilizzato, quando sarà finita la fase di test alla quale il servizio è attualmente sottoposto.

IT-ALERT: COS’È E COME FUNZIONA

Il Servizio Nazionale della Protezione Civile ha da poco dato il via alla sperimentazione di un nuovo servizio di pubblica utilità, volto a mettere in allerta la popolazione in caso di gravi emergenze imminenti o in corso. Si tratta di IT-Alert, un sistema in grado di generare automaticamente una notifica di allarme su tutti i dispositivi agganciati alle celle di telefonia mobile presenti nell’area considerata in pericolo.

L’allarme nazionale non andrà a sostituire le attuali forme di comunicazione utilizzate per informare la popolazione, bensì le integrerà “con lo scopo di favorire l’adozione delle misure di autoprotezione in rapporto alla specifica tipologia di rischio e al contesto di riferimento” – si legge sul sito ufficiale. L’obiettivo è infatti quello di generare una notifica dal suono diverso da quello impostato normalmente sullo smartphone, la quale conterrà informazioni utili sulle possibili situazioni di pericolo e su come affrontarle.
In poche parole, nel caso in cui scatti una grave emergenza (o sia previsto il suo arrivo), i cellulari di coloro che si trovano nella zona a rischio riceveranno un messaggio da IT-Alert con tutte le prime istruzioni da seguire per proteggersi. Il suono d’allarme non può essere interrotto, se non leggendo la notifica: è questo il sistema adottato per far sì che le informazioni fondamentali raggiungano il maggior numero di persone.
Il sistema è attualmente in fase sperimentale, per verificarne il funzionamento: si è partiti dalla Toscana, per poi passare alla Sardegna, alla Sicilia, alla Campania e all’Emilia Romagna. In queste regioni, tutti i cittadini hanno ricevuto – o riceveranno – contemporaneamente una notifica d’allarme. L’unica cosa da fare, per il momento, consiste nel leggere il messaggio e compilare un questionario per permettere alla Protezione Civile di individuare eventuali punti deboli e fornire così un servizio migliore.

COME VERRÀ UTILIZZATO IT-ALERT

Per il momento, IT-Alert verrà utilizzato solo dal Dipartimento della Protezione Civile, ma in futuro tutte le componenti del Servizio Nazionale di Protezione Civile verranno integrate nel sistema. L’allarme nazionale, inoltre, è attualmente previsto solo per alcune tipologie di eventi: sono esclusi “quelli a elevata incertezza, fortemente localizzati o con un margine assai breve di prevedibilità o di evoluzione”, per evidenti limiti di attendibilità.
Quando diventerà completamente operativo, il sistema verrà impiegato per sei situazioni di emergenza, come evidenziato dalla Direttiva del 7 febbraio 2023: maremoto generato da un sisma, collasso di una grande diga, attività vulcanica (relativamente al Vesuvio, ai Campi Flegrei, al Vulcano e allo Stromboli), incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica, incidenti rilevanti in stabilimenti industriali e precipitazioni intense.

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DA NON FARE
per il momento, consiste nel leggere il messaggio"
e "compilare un questionario .

6 SCHEDATO SII LIBERO.
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L’hanno messa di nascosto nei nostri smartphone”. IT-Alert, come trovarla e come disinstallarla(FOTO)

di Tommaso Croco498Views

Pubblicato il 01/07/2023 11:02 - Aggiornato il 06/07/2023 09:46
Un sistema che continua a far discutere e che ha scatenato polemiche a non finire in rete. Con alcuni utenti che hanno rabbiosamente denunciato di essere “spiati” a propria insaputa attraverso il telefonino. Di cosa stiamo parlando? Di IT-Alert, app che è stata sperimentata già in Toscana e che ora è protagonista di una nuova fase di test in Sicilia e Sardegna. Una sorta di meccanismo di “allarme pubblico” che, come spiegato da Quotidiano.net, funziona così: “Su tutti i telefonini presenti sull’isola arriverà una notifica di avviso, accompagnata da un suono ben riconoscibile e differente dalle classiche suonerie”. Non tutti, però, hanno gradito questa novità, con particolare timore per eventuali violazioni della privacy. (Continua a leggere dopo al foto)
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Il sistema IT-Alert è programmato per attivarsi “in caso di gravi emergenze o di eventi catastrofici imminenti”. Quando il sistema sarà operativo, quindi, sarà impiegato per tipologie di rischio ben definite nel campo della protezione civile: il crollo di una diga, un terremoto, un maremoto, un incidente in una struttura nucleare e via dicendo. (Continua a leggere dopo la foto)
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it-alert come disinstallarla


In questa fase di sperimentazione sarà il Dipartimento della Protezione Civile, incaricato anche della gestione dei messaggi test, a gestire il sistema. Progressivamente poi tutte le componenti del Servizio nazionale ne acquisiranno gli accessi. A far discutere è il fatto che, per le notifiche, non è necessario scaricare alcuna app: qualsiasi dispositivo connesso alle celle delle reti degli operatori di telefonia mobile potrà ricevere il messaggio, grazie alla tecnologia cell-broadcast. (Continua a leggere dopo la foto)
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La partecipazione al test, sebbene passiva, non è facoltativa. È infatti possibile disattivare It-Alert entrando nel sottomenù “notifiche” del proprio telefonino e disattivando la possibilità di ricevere avvisi di emergenza dal programma, spostando su “off” l’apposita barra. In rete, tanti utenti si sono chiesti se il sistema non sia in realtà un modo per analizzare la posizione e le attività dei singoli cittadini.
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ed elimina la tua posizione.
 
Ultima modifica:
ciao Alien , il mio cellulare non ha squillato .... poco male
quello di mio marito si , ma soltanto lo squillo niente di più
 
Ciao franca ovviamente ne hai uno un pò datato si lo so è solo una "prova" anche il mio non ha suonato avrà 6/7 anni.
prima o poi arriverà il questionario per schedare le persone se puoi non compilarlo, poi fai quello che vuoi. E come firmare il modello che offrono per fare il "siero magico" Un abbraccio.




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SALUTE

L’aspartame sarà dichiarato cancerogeno”. In quali prodotti si trova e come riconoscerlo in etichetta

di Antonio Oliverio293Views

Pubblicato il 04/07/2023 17:26 - Aggiornato il 04/07/2023 17:51
Una dieta eccessivamente ricca di zuccheri non è salutare e questo si sa, ma, come si dice, il rimedio è peggio del male: stiamo parlando dell’aspartame, l’edulcorante più diffuso in ambito alimentare, quello che quotidianamente milioni di persone versano nel caffè, per fare solo un esempio, potrebbe essere cancerogeno. In realtà, vi è chi lo sostiene da tempo, ma la notizia ha ora i crismi dell’ufficialità o poco ci manca, dal momento che dovrebbe presto essere classificato come “possibile cancerogeno per l’uomo” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo anticipa la Reuters sul proprio sito, citando “fonti anonime”, secondo le quali la notizia dovrebbe essere ufficializzata soltanto il 14 luglio, accompagnata da una valutazione sulla rivista Lancet Oncology. Trapelata l’indiscrezione, la IARC – ha confermato a The Guardian un portavoce dell’agenzia di ricerca – ha valutato il potenziale effetto cancerogeno dell’aspartame e “il comitato congiunto FAO/OMS di esperti sugli additivi alimentari aggiornerà il suo esercizio di valutazione del rischio sull’aspartame, compresa la revisione dell’assunzione giornaliera accettabile e la valutazione dell’esposizione alimentare per l’aspartame”. (Continua a leggere dopo la foto)
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aspartame possibile cancerogeno



Dove troviamo l’aspartame, praticamente dappertutto.

Il risultato di entrambe le valutazioni sarà reso disponibile nello stesso momento, appunto il 14 luglio 2023. Già in passato, l’aspartame era finito al centro dei dibattiti. Nel 2022, ricorda ancora The Guardian, uno studio osservazionale condotto in Francia su oltre 100mila adulti aveva affermato che chi consuma quantità elevate di dolcificanti artificiali (aspartame compreso) presenta un rischio di cancro leggermente più alto rispetto al resto della popolazione. Tecnicamente, l’aspartame è un dipeptide composto da acido aspartico e fenilalanina, duecento volte più dolce dello zucchero, pur se dal potere calorico molto basso, scoperto nel 1965 dal chimico chimico James Schlatter. Non è soltanto il sucralosio, dolcificante artificiale che ritroviamo in diversi prodotti, ad essere cancerogeno, dunque. Oramai la prova costume è iniziata da settimane e chissà in quanti avranno assunto l’aspartame nella speranza di apparire più snelli, ma a che costo? Peraltro, pur non volendo, di fatto noi tutti lo assumiamo regolarmente, essendo presente in una lunga teoria di prodotti, come edulcorante per addolcire cibi e bevande o come surrogato nelle chewingum “senza zucchero”, nelle merendine, nei gelati e nei cibi industriali dietetici. È possibile riconoscerlo, nelle etichette dei prodotti alimentari, anche attraverso la sigla E 951. (Continua a leggere dopo la foto)
>>>Test sull’acqua effervescente naturale, la classifica di Altroconsumo
aspartame possibile cancerogeno



I livelli di classificazione delle sostanze

Ma la classificazione di “possibile cancerogeno per l’uomo” come si interpreta? Occorre sapere che la Iarc ha quattro diversi livelli di classificazione delle sostanze che prende in considerazione in sede di ricerca sul cancro: nel Gruppo 1 ritroviamo sostanze cancerogene per l’uomo; nel Gruppo 2A: probabili cancerogeni”, per cui ci sono prove limitate della correlazione tra queste e il cancro negli uomini; Gruppo 2B: “possibili cancerogeni”, per cui la correlazione tra queste e cancro è “dubbia”; Gruppo 3: non classificabili come cancerogeni, per cui non esistono prove sufficienti di cancerogenicità. Attualmente i limiti giornalieri indicati individuano un rischio solo ad un consumo giornaliero tra le 12 e 36 bibite dietetiche al giorno, per un individuo di 60 chilogrammi. Le prossime decisioni di IARC e OMS potrebbero comunque introdurre nuove normative e provvedimenti riguardo il consumo di questo dolcificante artificiale. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> L’accordo Ue sull’Identità digitale. Ecco come saremo tutti ‘schedati’
aspartame possibile cancerogeno



Coldiretti: se è cancerogeno salta il Nutriscore

A questo punto, Coldiretti, come leggiamo su Fortune Italia, è stata lesta a individuare tutte le contraddizioni del famigerato Nutriscore che vuole imporre l’Unione europea: “se l’aspartame venisse dichiarato cancerogeno, sarebbe necessario abbandonare definitivamente l’idea di introdurre il Nutriscore a livello di Unione Europea”, è scritto in una nota. Difatti, il Nutriscore classifica negativamente i cibi con zuccheri naturali, rappresentandoli con il colore rosso, mentre promuove con il colore verde le bevande gassate contenenti aspartame, di cui non si conosce neanche la ricetta completa. E non occorre fare nomi.

Un dibattito ventennale

Il dibattito intorno all’aspartame, invero, va avanti da oltre vent’anni. Come leggiamo su L’Indipendente, nasce da due studi sui topi dei primi anni Duemila, svolti dall’Agenzia per la protezione ambientale della California e dall’Istituto Ramazzini di Bologna. Ebbene, esposti (anche a bassi dosaggi) si è registrato un numero anomalo di tumori del cervello e leucemie.


te lo danno da 20 anni visto ci vogliono tutti molto bene da "MORIRE"

TUTTI CO***............USI POLITICI,MEDICI , ECC.ECC.

COSA FARE ? FARE TUTTO DA SE PER CHI PUò E STA IN "CAMPAGNA" PANE,VINO,VERDURE FRUTTA ECC.
 

Ci schederanno tutti! C’è l’accordo sull’Identità digitale europea, come funzionerà il “Green pass dei documenti”

di Antonio Oliverio193Views

Pubblicato il 03/07/2023 22:01 - Aggiornato il 03/07/2023 22:02
Sarà una sorta di Green pass universale, una sinistra evoluzione del famigerato certificato verde, che in un certo senso ha fatto da apripista alla “Identità digitale europea” funzionale, a sua volta, al “Portafoglio digitale europeo”, come vedremo in seguito, ovvero l’ultimo progetto perverso della Unione europea: è stato infine raggiunto un accordo politico “provvisorio” tra il Consiglio e il Parlamento Ue sugli elementi fondanti di un nuovo quadro per l’Identità digitale europea (eID), di cui già per tempo ci eravamo occupati, per illustrarne gli allarmanti sviluppi che potrebbe comportare, anzitutto come potentissimo strumento di controllo sociale. I lavori tecnici per completare il testo giuridico di riferimento dell’eID proseguiranno, ora, conformemente all’accordo politico provvisorio raggiunto e il testo definitivo, dunque, verrà formalmente presentato ai rappresentanti degli Stati membri. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Emanuela Orlandi e il caso Moro, lo scoop del Corriere


accordo ue identità digitale



Il progetto e gli obiettivi per il 2025

È già dal 2021 che la Commissione europea sta predisponendo un quadro per un’identità digitale europea, da completare entro il 2025. Ora, il nuovo regolamento punta a garantire alle persone e alle imprese l’accesso universale a un’identificazione e un’autenticazione elettroniche “sicure e affidabili”, almeno così dicono, mediante un portafoglio digitale personale sul proprio smartphone. L’idea è di sostituire l’uso della carta d’identità e la firma elettronica con valore legale, conservando e gestendo non solo i dati relativi alla propria identità e i documenti ufficiali in formato elettronico, ma anche ogni altro documento, come le prescrizioni mediche o i titoli di studio. Il portafoglio, inoltre, sarebbe un mezzo di identificazione elettronica a sé stante, come leggiamo su L’Indipendente. Gli Stati membri designeranno organismi pubblici e privati accreditati per certificare il portafoglio come previsto dal Regolamento sulla cybersicurezza. E se la nostra password venisse, in qualche modo, comunque violata? Sono tante le incognite che suscita un tale provvedimento. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Arriva il portafogli digitale: l’app IO conterrà tutti i nostri dati. Il piano
accordo ue identità digitale



Come funzionerà l’Identità digitale

L’obiettivo è quello di creare uno strumento europeo di identità digitale armonizzato, denominato Portafoglio europeo di identità digitale (European Digital Identity Wallet – EUDI Wallet). Ad esempio, lo Spid italiano e gli strumenti analoghi degli altri Paesi europei confluirebbero nella nostra identità digitale. L’Identità digitale europea potrà essere utilizzata, tra le altre cose, per usufruire di servizi pubblici, aprire un conto in banca, presentare la dichiarazione dei redditi, iscriversi a un’università su tutto il territorio dell’Unione, noleggiare un’auto mostrando la patente digitale, fare il check-in in albergo. (Continua a leggere dopo la foto)
>>>
“Non servirà più il bancomat”. Ecco in quali banche e come funzionerà: “Intrappolati nella rete unica”
accordo ue identità digitale



I rischi evidenziati persino dal Wef

Il pericolo insito in tutto ciò, ovvero la raccolta di dati sensibili da parte di terzi, è stato denunciato persino dal World economic forum di Davos, i paladini del Grande Reset, nel recente rapporto Reimagining Digital ID, potendo inoltre comportare “l’identificazione, la sorveglianza e la persecuzione di individui o gruppi”, in pieno stile cinese, nonché l’esclusione sociale dell’individuo che non ne sia, per qualche ragione, in possesso e dunque non potrebbe accedere a taluni servizi, specie con il contestuale, annunciato, avvento dell’euro digitale. Inoltre, in merito alla diffusione di dati sensibili, con il rischio che cadano in mani sbagliate, si nota come il sistema digitale possa consentire a terze parti di rintracciare e sfruttare i dati delle persone.

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Le norme Ue affossano la pesca italiana, la denuncia di Italmercati.



NON COMPILARE NESSUN DOCUMENTO CHE TI CHIEDONO ON LINE

NON SARA MAI PIU COME "PRIMA"

E LA GENTE CONTINUA A VIVERE COME SE NULLA FOSSE"SUCCESSO"
 

Non servirà più il bancomat”. Ecco in quali banche e come funzionerà: “Intrappolati nella rete unica”

di Gabriele Angelini1.4kViews

Pubblicato il 09/06/2023 09:18 - Aggiornato il 21/06/2023 14:08
tessera sanitaria ritirare bancomat

Mentre nel mondo ora si discute di Green pass universale, ossia un lascia passare sanitario come quello per il Covid permanente ed esteso a tutta la popolazione, si continua a ragionare su questo nuovo e strettissimo rapporto tra potere e sanità, tra controllo dei dati e salute. E allora è normale che poi viene quanto meno da drizzare le antenne se arriva la notizia per cui da ora in poi sarà possibile ritirare al bancomat con la tessera sanitaria. Ma come? Già, è proprio così. Comodo, per carità. Diranno in tanti. È capitato a tutti di ritrovarsi in una emergenza, o semplicemente alla cassa, e accorgersi di non avere né contanti né carte di credito. E allora ecco qua che in quelle situazioni, ora, basta avere con sé la tessera sanitaria. Quella che raccoglie tutti i nostri dati, volendo, più intimi. (Continua a leggere dopo la foto)
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La tessera sanitaria finora la utilizzavamo per accedere al Servizio Sanitario Nazionale, quando acquistiamo farmaci o prenotiamo visite, ad esempio. Adesso, però, potrà essere utilizzata anche per i pagamenti digitali e ritirare contanti al bancomat. Per ora, in Italia, il servizio di prelievo è disponibile per tutte le carte di debito emesse da Intesa Sanpaolo, ISPB e Fideuram. Come si legge sul sito dell’istituto bancario, grazie all’accordo con Intesa Sanpaolo, si potranno prelevare contanti dove è più comodo in tutti i punti convenzionati Mooney abilitati. Negli esercizi convenzionati Mooney abilitati al servizio puoi prelevare contanti se sei titolare di una carta di debito emessa da Intesa Sanpaolo, ISPB e Fideuram. (Continua a leggere dopo la foto)
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Tessera sanitaria per ritirare al bancomat, come funziona

Ma come funziona? Ci sono differenze rispetto al bancomat per ritirare contanti? No, prelevare è semplicissimo: inserisci la tessera sanitaria o il codice fiscale nel POS degli esercizi convenzionati e scegli l’importo da prelevare. Fino al 31 dicembre 2023 è prevista una commissione pari a 1,50 euro per singola operazione. Dal 1° gennaio 2024 la commissione sarà pari a 2,00 euro. Per ora, dunque, il colosso bancario che ha il servizio attivo è IntesaSanpaolo, ma nel giro di poco – come anticipa Affari Italiani – si accoderanno anche tutti gli altri. Una questione sorge ora spontanea: sanno tutto di noi, e quindi a questo punto non serve più nemmeno il bancomat dal momento che siamo ormai in questa rete digitale in cui ogni nostro aspetto – incluso quanto abbiamo sul conto corrente – è conosciuto. In più, così gli Istituti bancari saranno ancora più a conoscenza dei nostri dati sanitari… Il tutto peggiorerà con la riforma Psd3 sui pagamenti digitali che l’Europa presenterà il 28 giugno.
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