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LA DANIMARCA

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Danimarca: la destra vince le elezioni politiche, socialdemocratici ko




Le opposizioni danesi hanno vinto le elezioni politiche. Il centrodestra di Lars Lokke Rasmussen e del Partito del popolo si e’ conquistato il primo posto, ha riferito il canale radiofonico di Stato. Suoi sono 90 seggi nel parlamento mentre 85 sono andati al centrosinistra del primo ministro uscente Helle Thorning-Schmidt.

Helle Thornng-Schmidt ha ammesso la sconfitta e affermato che si dimettera’ dalla guida del partito socialdemocratico. In realta’ la formazione di un governo risulta complicata. All’interno della coalizione di Rasmussen, infatti, i rapporti di forza sembrano giocare a favore del Partito del popolo oltre il 21% dei voti) che, per mantenere la propria identita’ maturata nell’antipolitica potrebbe non entrare nel governo ma fare come tra il 2001 e il 2011, quando sostenne il governo dall’esterno.
“Non abbiamo paura di far parte del governo se cio’ ci consentira’ di esercitare grande influenza politica”, ha spiegato il capo Kristian Thulesen Dahl, ma” non e’ sicuro che ci faranno determinate concessioni”.
 
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“La Danimarca è la terra dei danesi: se non vi piace, andatevene”




17, luglio, 2013

“La Danimarca è la terra dei danesi e tutti sono benvenuti e possono diventare parte della comunità, ma a quei musulmani che costantemente lavorano contro di noi, che costantemente ci criticano, sono sempre insoddisfatti, commettono delitti d’onore, incitano a partire per la guerra santa in Siria, sminuiscono i nostri valori, la nostra bandiera e le nostre abitudini io dico: andatevene e trovate un altro posto dove vivere. Nessuno è obbligato a restare”.

Queste parole di rara chiarezza e coraggio sono state pronunciate dalla mite ma decisa Inge Stoiberg , portavoce di “Venstre” il partito liberale danese di ispirazione moderata il cui ex leader, Anders Fogh Rasmussen, già primo ministro a Copenhagen è oggi segretario generale della NATO.

Non stiamo quindi parlando di scalmanati o di estremisti, ma di un partito di grande moderazione tra i già calmi danesi. Eppure la pazienza ha un limite e dopo i ripetuti (e inascoltati) allarmi lanciati dalla polizia che non riesce più ad arginare la violenza di alcune gang di cosiddetti “giovani”, la Stoiberg ha deciso di dare la sveglia al governo di sinistra che dal 2011 governa il paese ed è andata dritta al punto senza nascondersi dietro alle parole o alle definizioni di comodo come “giovani problematici”.

La Stojberg pone chiaramente il problema: o dichiariamo che tutti i principi su cui si basa la socialdemocrazia e lo stato sociale tipico della Scandinavia sono sbagliati oppure, se li riteniamo validi, non possiamo permettere che qualcuno si ritenga in diritto di non rispettarli in nome di una diversità religiosa.

Partendo da un sondaggio che mostra come il 64% degli islamici in Danimarca pensi che la libertà di espressione debba essere limitata la rappresentante liberale dice:

“I musulmani che non vogliono adattarsi ai valori danesi dovrebbero chiedersi perchè sono venuti in Danimarca. Noi li abbiamo accettati e adesso è il loro turno di dimostrare il necessario rispetto per la nostra società e i valori fondamentali su cui è costruita”.

In un recente dibattito ad esempio Stojberg aveva condannatola pratica dei matrimoni arrangiati dalle famiglie dei minorenni, denunciato alcuni insegnanti musulmani che rifiutano di relazionarsi con le colleghe e le allieve, e criticato le richieste delle famiglie tese a segregare le ragazze nelle ore di educazione fisica..

“
Non dovremmo mai arrivare al punto in cui per tentare di essere tolleranti
- afferma- noi finiamo per accettare azioni e valori che non condividiamo semplicemente perchè i portatori di quei valori sono una minoranza”.
Naturalmente i rappresentanti islamici hanno detto che le critiche sono infondate e la sinistra, fortemente imbarazzata, ha replicato che non si può generalizzare e che comunque i valori del popolo danese sono difesi in maniera salda dal governo.


Evidentemente sempre più danesi non la pensano così visto che gli ultimi sondaggi danno il partito socialdemocratico al potere al 17,2% sorpassato dal Dansk Folkeparti (DFP) col 17,4%. E’ una piccola rivoluzione visto che il DFP, a differenza dei liberali di cui fa parte la sopracitata Stojberg, è un partito decisamente schierato a destra, a fortissima connotazione identitaria e fortemente critico nei confronti dell’immigrazione islamica.

D’altra parte, pur nel silenzio della stampa che censura quasi tutte le informazioni scomode, le notizie sui continui crimini compiuti dalle bande di “giovani” nelle periferie sono di dominio pubblico e la recentissima decisione dei giudici di non espellere un pedofilo somalo che ha violentato tre bambine ha fatto talmente tanto scandalo da finire comunque sulle prime pagine della stampa. I rotocalchi hanno spiegato che i giudici non ritenevano giusto espellere il pedofilo perchè l’espulsione avrebbe interrotto il suo percorso di “integrazione” in Danimarca e i commenti dei lettori sono stati tanti e tali che le edizioni on-line dei massmedia sono state costrette a chiudere subito lo spazio riservato alla posta elettronica.

Il fatto che la destra identitaria sia passata dal 12% del 2011 al 17, 4% dopo due anni di governo della sinistra immigrazionista non è forse un caso dunque e, viste la parole chiare e decise della liberale Stojberg, il portavoce del DFP ha lanciato attraverso i giornali una proposta ai liberali:un’alleanza politica finalizzata all’approvazione di leggi per impedire ulteriore immigrazione dai paesi musulmani.
“
Pensiamo
- ha detto-
che liberali e partito del popolo danese(DFP) debbano unirsi alle prossime elezioni con l’obiettivo di ridurre l’immigrazione musulmana ad una cifra vicino allo zero. E’ la soluzione più efficace per assicurare che la Danimarca rimanga quel che è dal punto di vista sociale e culturale”.
 
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