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LA FAVOLA

Alien.

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Guy FAU
LA FAVOLA
DI
GESÙ CRISTO
«Se il fatto della rivelazione non è reale, o almeno non ha nulla di soprannaturale, le religioni non sono altro che delle creazioni interamente umane, e tutto si riduce allora a trovare la ragione delle diverse finzioni dello spirito umano».
ERNEST RENAN.
INTRODUZIONE
ALLA RICERCA DELLA VERITÀ


Il 2 luglio 1766, per non aver salutato una processione e forse aver danneggiato un crocifisso di legno (la sentenza dichiara che ne era «veementemente sospettoso», che è una confessione dell'assenza di prove), il Cavaliere de la Barre fu crudelmente torturato, poi giustiziato in luogo pubblico. Sulla sua schiena, in conformità alla decisione dei giudici, un cartello denunciava i suoi crimini: «Empio, bestemmiatore, sacrilego esecrabile ed abominevole». Ancora non si aveva osato menzionare il crimine più grave: egli possedeva il «Dizionario filosofico» di Voltaire, che venne solennemente bruciato con il suo corpo decapitato.

E questo, in pieno secolo dei Lumi!

Quasi cento anni dopo, il 15 gennaio 1862, il corso di Renan alla Sorbona fu sospeso per ordine della polizia, a causa di oltraggio a Cristo. Venne soppresso il mese successivo. Almeno, questa volta, non si potè arrivare a bruciare l'autore.

Questi interventi dell'autorità, in un'area che doveva ospitare solo la libera discussione, testimoniano abbastanza gli impedimenti che, in un passato relativamente recente, erano apportati alle ricerche concernenti le origini cristiane.

Siamo al giorno d'oggi più liberi di intraprendere tali ricerche, e di farne conoscere le conclusioni? Certamente, in apparenza, tutti godono di una piena libertà. È vero che non si incorre più nel rogo (e ammetto che avrei esitato a correre questo rischio). Ma la voce degli storici razionalisti ha poche chance di farsi ascoltare.

La Chiesa non può più far bruciare coloro che la ostacolano, e neppure le loro opere. Ma dispone di molti mezzi per reprimere le obiezioni, sempre più serie, che si oppongono ai suoi dogmi, alla sua versione romanzata dei fatti. Con riluttanza, essa è scesa a compromessi con coloro che si limitano a negare la divinità di Gesù, obiettando loro che la fede trascende la ragione. Non può cavarsela a buon mercato con gli storici che dimostrano l'inesistenza stessa di Gesù come uomo: così, finge di ignorarli e di trattarli con disprezzo. Ma non si confutano affatto gli argomenti con il silenzio!
In un testo sovietico, pubblicato nel 1958: «L'origine del Cristianesimo», Lenzman rileva «la stagnazione della letteratura borghese postbellica dedicata alle origini cristiane». Dopo aver sottolineato che la Chiesa romana è corsa ai ripari, perfino tra i protestanti, in presenza del pericolo che minaccia la fede, nota l'efficacia dei metodi di insabbiamento. Secondo lui, con la sola eccezione degli scritti di Alfaric,«attualmente la scuola mitologica non ha dei continuatori in Occidente, benché le conclusioni critiche enunciate dai suoi rappresentanti non abbiano perso nulla del loro valore».

Lenzman è male informato, almeno in Francia. L'esistenza di un circolo Ernest-Renan, le cui pubblicazioni sono accessibili a tutti coloro che desiderano aderirvi, testimonia che la voce dei razionalisti non si è affatto spenta; e opere come «Jésus-Christ a-t-il existé?» di Las Vergnas (1958), o «La passion de Jésus fait d'histoire ou objet de croyance» di Marc Stéphane (1959), dimostrano che la scuola rimane in vita.

La difficoltà comincia allorché si tratta di raggiungere il pubblico. Un'opera di questo tipo è certa di non trovare posto in nessuna grande collezione, la stampa non ne parla. [1] E Georges Ory constata con amarezza: «Ai nostri giorni, purtroppo!, né Renan né Voltaire avrebbero potuto pubblicare» [2]


La Chiesa cattolica dispone del benevolo appoggio delle autorità pubbliche, e dei poteri finanziari che controllano la stampa e l'editoria. Ha delle risorse finanziarie considerevoli, un personale numeroso e dedicato. Oltre alle sue pubblicazioni, profitta grandemente per la sua propaganda (a spese perfino dei contribuenti non credenti) della radio e della televisione. Soprattutto, beneficia di una lunga tradizione, e della forza d'inerzia inerente ad ogni posizione difensiva. Cosa sorprende del fatto che i suoi dogmi siano largamente diffusi, perfino se questa imponente cattedrale non è costruita che sull'argilla?

I razionalisti, per contro, sono isolati, non hanno affatto dei mezzi finanziari, non dispongono affatto di grandi settimanali; non hanno affatto il prestigio di riti spettacolari. Le loro opere, spesso accademiche, sono stampate per un piccolo numero di copie. Questa sproporzione nei mezzi basterebbe a spiegare che il grande pubblico, così informato delle pie leggende, ignora financo l'esistenza dei contraddittori.

Queste considerazioni giustificano la pubblicazione del presente studio: nella misura dei suoi mezzi, ciascuno deve sforzarsi di aggiungere una pietra all'edificio, di far conoscere le conclusioni di coloro che, essendosi liberati dall'influenza dei dogmi, hanno cercato di informarsi per rispondere oggettivamente a questi difficili interrogativi: Gesù è realmente esistito o non è che un mito? E se non è affatto esistito, come si spiegano la nascita e la diffusione del cristianesimo?

Tali problemi restano estranei al grande pubblico, sia per indifferenza, sia perché il loro studio esige degli sforzi. Il tema impone l'esame e la discussione di numerosi testi, che gli stessi cattolici non leggono. Si deve concludere che la materia sia riservata a dei rari specialisti, che leggono il greco e l'ebraico?

La principale preoccupazione di questo libro sarà di mettere questi problemi alla portata di qualsiasi lettore di cultura media, senza domandargli uno sforzo eccezionale. Ma il soggetto stesso non permette affatto di escludere i riferimenti ai testi, la loro discussione e una grande abitudine dell'analisi critica che, a differenza del «buon senso» di Cartesio, non è proprio la cosa del mondo meglio condivisa.

NOTE

[1] Questo è ben inteso, quello che è successo per la prima edizione di questo libro; di tutta la grande stampa parigina, solo la «Canard enchâiné» (che io ringrazio) ha avuto il coraggio di parlarne.

[2] Bulletin du Cercle Ernest Renan, dicembre 1961.
Pubblicato da G. Ferri a mercoledì, agosto 07, 2019
 

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Gesù non è mai esistito storicamente


Il cristianesimo era in origine una religione mistico-rivelatoria. Dopo la Guerra ebraica, nella lotta teologica darwiniana tra Cristi e sette rivali, lo scopo del primo vangelo sarà di affermare che la crocifissione celeste del salvatore per mano degli Arconti (1 Cor 2:8), che terminava il regno di fatalità astrale, trasposta in una crocifissione romana, fu predetta del Messia atteso dagli ebrei. Sorse così il credo che Gesù esistette sulla Terra. La conseguenza è che Gesù non è mai esistito.
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