Direi che è impossibile comprendere la rappresentatività delle opere chagalliane senza approfondire quelle che sono le origini particolari dell'artista.
Chagall porta in occidente degli elementi "puri" degli ebrei della fascia che andava dalla Lituania fino all'Ucraina. Fascia che è stata completamente annientata dalle truppe di Hitler durante gli anni 1941-43. Vorrei ricordare che questi ebrei-russi rappresentarono il maggior carico destinato ai campi di sterminio.
Cultura della fascia, dicevo, che, oltre a Chagall, comprese notissimi personaggi del mondo dell'arte, uno fra tutto Berenson, molti attori che si rifuggiarono poi a Hollywood etc.
Chagall porta nei suoi dipinti, innanzi tutto, l'enorme spirito umoristico di quella fascia ebraica (la maggior parte di storielle sugli ebrei viene da lì, e puoi ritrovarla, per esempio, in Charlie Chaplin, fino nei racconti introduttivi alle canzoni di Moni Ovadia, se ti è capitato di assistere a un suo concerto).
Elementi come: il rabbino, la morte del Cristo, il funerale... vengono affrontati con questa vena umoristica, che destrutturalizza la tetra e genuflessiva ortodossia, pur non scivolando mai nella bestemmia. Un prendersi gioco, leggero, delle cose tragiche della vita, che non alimenta nello spettatore un sentimento di fastidio, anzi.
Questi elementi, spesso tragici, vengono immessi in una specie di lievito onirico. Il colore è usato in senso espressionistico, proprio per dar risalto, per creare questo effetto da fiaba visiva, che è poi la più palese caratteristica delle sue opere.
Già, se non erro, nel 1910, egli si recherà a Parigi, portando con sé una valigia carica di fiabe (bozzetti) e sarà accolto da artisti come Apollinaire e Breton.
E' stranoto il fatto che la sua arte colorerà le strade della Russa, durante il primo anniversario della rivoluzione d'Ottobre e, a proposito di ciò, resterà nota la reazione dei capi comunisti alla vista di queste strane figure: cosa c'entra una mucca con Marx? chiedono i compagni rossi. Questo per dire che l'arte è stata spesso più rivoluzionaria delle presunte rivoluzioni rigeneratrice che non comprendendola, perché costruite sulla strateggia politica che ha colori ingrigiti (anche quando è rossa, verde, azzurra), non accettandola, hanno finito per tingersi loro di quel velo ridicolo che oggi - certo non tutti, ma almeno una parte di noi - conoscono. L'arte, quando è arte, è pura, istintiva e a volte persino ingenua come l'idea che ha il bambino ancora non fagocitato dal tempo cronologico. Egli rappresenta la differenza tra Kronos e Kairos, prediliggendo decisamente quest'ultimo.
Ti saluto
"Gli ultimi saranno ultimi se i primi sono irraggiungibili"