Alien.
Advanced Premium Member
[h=6]errorismo[/h]
[h=1]Ragazza britannica fuggita in Siria sposa un combattente dell’Isis[/h] [h=2]Amira Abase una delle tre studentesse scappate dalla Gran Bretagna lo scorso febbraio ha sposato il jihadista Abdullah Elmir, chiamato Ginger per i suoi capelli rossi[/h] [h=3]di Redazione Online[/h]
Le tre ragazze britanniche riprese dalle telecamere di sicurezza dell’aeroporto di Gatwick (Ap)
shadow
4
307
37
0
Dopo le ipotesi degli scorsi mesi di Scotland Yard, ora non ci sono più dubbi. Amira Abase, una delle tre ragazze britanniche fuggite in Siria per unirsi alla Jihad, ha sposato uno dei più conosciuti terroristi dello Stato Islamico. Lui si chiama Abdullah Elmir, ma viene soprannominato Ginger Jihadi per i suoi lunghi capelli rossi. A riferire del matrimonio è stato proprio Abdullah con un messaggio al The Mail on Sunday . Al giornale britannico ha rivolto anche un agghiacciante messaggio minatorio: la campagna assassina dell’Isis non si fermerà fino a quando la bandiera nera non sventolerà su Buckingham Palace. Secondo il ragazzo infatti i suoi «fratelli in Gran Bretagna avrebbero voglia di attaccare Londra». La polizia sta indagando sulla portata della minaccia di Abdullah su cui, per motivi di sicurezza, il giornale sta evitando di diffondere ulteriori particolari.
[h=5]La vita di prima[/h] Amira, nata in Etiopia, aveva 15 anni quando, lo scorso febbraio, è partita dalla Gran Bretagna dove viveva dall’età di 11 anni e, attraverso la Turchia, ha raggiunto la Siria insieme a due compagne di scuola, Shamima Begum e Kadiza Sultana. Abdullah invece, 18 anni, si è unito all’Isis un anno fa da Sydney, la città in cui è nato e dove lavorava come macellaio. Compare in diversi video di propaganda dello Stato Islamico e in occasione dell’attacco alla spiaggia tunisina, aveva scritto: «Allah benedica l’uomo che ha macellato gli infedeli e gli garantisca il più alto livello in paradiso». Gli ex compagni di scuola lo ricordano come un ragazzo riservato, mentre la famiglia finora non ha commentato nulla riguardo al figlio. Solo un parente l’avrebbe descritto come un «idiota» che si è fatto fare il lavaggio di cervello dall’Isis.
[h=5]Spose che reclutano spose[/h] La lettera di Abdullah è la risposta a un’inchiesta pubblicata nelle scorse settimane del The Mail on Sunday: Amira, attraverso Kik, un’applicazione di messaggistica istantanea, aveva cercato di convincere una reporter sotto copertura a convertirsi e a diventare la seconda moglie di un combattente occidentale. Dalla descrizione dell’uomo, «un ragazzo metà libanese e metà australiano», pare si stesse riferendo proprio ad Abdullah. Sempre durante la conversazione anche Amira aveva commentato il massacro sulla spiaggia di Sousse con un «lol», un espressione che si traduce con una risata a crepapelle.
[h=1]Ragazza britannica fuggita in Siria sposa un combattente dell’Isis[/h] [h=2]Amira Abase una delle tre studentesse scappate dalla Gran Bretagna lo scorso febbraio ha sposato il jihadista Abdullah Elmir, chiamato Ginger per i suoi capelli rossi[/h] [h=3]di Redazione Online[/h]

shadow
4
307
37
0
Dopo le ipotesi degli scorsi mesi di Scotland Yard, ora non ci sono più dubbi. Amira Abase, una delle tre ragazze britanniche fuggite in Siria per unirsi alla Jihad, ha sposato uno dei più conosciuti terroristi dello Stato Islamico. Lui si chiama Abdullah Elmir, ma viene soprannominato Ginger Jihadi per i suoi lunghi capelli rossi. A riferire del matrimonio è stato proprio Abdullah con un messaggio al The Mail on Sunday . Al giornale britannico ha rivolto anche un agghiacciante messaggio minatorio: la campagna assassina dell’Isis non si fermerà fino a quando la bandiera nera non sventolerà su Buckingham Palace. Secondo il ragazzo infatti i suoi «fratelli in Gran Bretagna avrebbero voglia di attaccare Londra». La polizia sta indagando sulla portata della minaccia di Abdullah su cui, per motivi di sicurezza, il giornale sta evitando di diffondere ulteriori particolari.
[h=5]La vita di prima[/h] Amira, nata in Etiopia, aveva 15 anni quando, lo scorso febbraio, è partita dalla Gran Bretagna dove viveva dall’età di 11 anni e, attraverso la Turchia, ha raggiunto la Siria insieme a due compagne di scuola, Shamima Begum e Kadiza Sultana. Abdullah invece, 18 anni, si è unito all’Isis un anno fa da Sydney, la città in cui è nato e dove lavorava come macellaio. Compare in diversi video di propaganda dello Stato Islamico e in occasione dell’attacco alla spiaggia tunisina, aveva scritto: «Allah benedica l’uomo che ha macellato gli infedeli e gli garantisca il più alto livello in paradiso». Gli ex compagni di scuola lo ricordano come un ragazzo riservato, mentre la famiglia finora non ha commentato nulla riguardo al figlio. Solo un parente l’avrebbe descritto come un «idiota» che si è fatto fare il lavaggio di cervello dall’Isis.
[h=5]Spose che reclutano spose[/h] La lettera di Abdullah è la risposta a un’inchiesta pubblicata nelle scorse settimane del The Mail on Sunday: Amira, attraverso Kik, un’applicazione di messaggistica istantanea, aveva cercato di convincere una reporter sotto copertura a convertirsi e a diventare la seconda moglie di un combattente occidentale. Dalla descrizione dell’uomo, «un ragazzo metà libanese e metà australiano», pare si stesse riferendo proprio ad Abdullah. Sempre durante la conversazione anche Amira aveva commentato il massacro sulla spiaggia di Sousse con un «lol», un espressione che si traduce con una risata a crepapelle.