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[h=1]Inchiesta petrolio: spunta una lettera della Guidi alla Boldrini[/h] [h=2][/h] Sotto al lente dei magistrati una missiva spedita dall'ex ministro Guidi alla presidente della Camera per chiedere una velocizzazzione delle operazioni in Aula



Claudio Cartaldo - Mar, 05/04/2016 - 11:28









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I magistrati di Potenza che indagano sull'impianto di Tempa Rossa hanno tra le mani anche una lettera che l'ex ministro Federica Guidi inviò alla presidente della Camera, Laura Boldrini.
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Il filone dell'inchiesta che riguarda i fondi per un programma navale voluto dal capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi. Secondo i pm, i soldi necessari a portarlo avanti sarebbero arrivati grazie alla mediazione di Gianluigi Gemelli, che tra le altre cose è il fidanzato dell'ex ministro Guidi.
Gemelli avrebbe ottenuto commesse per la sua società (che si occupa di manutenziuone degli impianti petrolchimici) nel porto di Augusta, a Siracusa. In cambio, De Giorgi avrebbe ottenuto lo sblocco dei fondi (5,4 miliardi di euro) per il "suo" programma navale. Ebbene, dopo gli schemi inviati dalla Guidi al presidente del Senato Pietro Grasso (dove definiva "urgente" il parere preliminare delle commissioni parlamentari sulla vicenda), ora spunta anche una missiva inviata dalla Guidi a Laura Boldrini. Il motivo è sempre quellodi velocizzare le operazioni sugli stanziamenti in favore della flotta italiana.
"Sullo schema del decreto è stato acquisito il formale assenso del ministero della Difesa e del ministero dell' Economia e finanze - si legge nella misiva, riportata da Libero - Ritengo opportuno rappresentare che lo stesso 'Programma navale' è già stato sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari (…) e che in tale sede sono stati effettuati anche approfondimenti e valutazioni per quanto riguarda i profili finanziari connessi alla sua attuazione. Mi preme segnalare, infine, l' urgenza del parere, che dovrebbe essere, a questo punto, facilitato (…) e concludersi al più presto con la stipula dei contratti e gli impegni formali di spesa".








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[h=1]In 48 ore quattro donne massacrate da immigrati. La Lega: "Boldrini, dove sei?"[/h] [h=2][/h] Il Nord Italia sconvolto da una scia di sangue. Raffica di omicidi ad opera di immigrati. La Lega contro la Boldrini: "Perché non condanna questi uomini?"



Sergio Rame - Mar, 05/04/2016 - 15:30









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Una scia di sangue sconvolge l'Italia. Nelle ultime quaranntott'ore si sono verificati una serie di gravissimi episodi di violenza domestica.
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Tutti gli autori di questi efferati omicidi sono immigrati che dimostrano di non aver la minima considerazione per le donne. La Lega Nord ha subito alzato le barricate. "Laura Boldrini - ha tuonato il deputato del Carroccio, Paolo Grimoldi - non hai nulla da dire?".
In Val d’Aosta un marocchino ha fracassato la testa a martellate alla propria moglie. Ad Asti un nigeriano, già ai domiciliari per traffico internazionale di stupefacenti, ha prima ferito con un coltello e poi gettato dal balcone la convivente. Nella Bergamasca, invece, un immigrato boliviano, pregiudicato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, ha aggredito la moglie e i figli, colpendoli e poi minacciandoli con un coltello. Sempre nella bergamasca un clandestino brasiliano, pure lui pregiudicato, durante il litigio con il convivente transessuale, ha dato fuoco all'appartamento: spento l’incendio è stato arrestato per incendio doloso aggravato.
"Perché al posto di pensare all’accordo europeo sull’immigrazione la presidente Boldrini, che ha parlato di egoismo e miopia perché semplicemente sta cercando di trovare una soluzione a un'immigrazione diventata invasione - chiede Grimoldi - non guarda in casa nostra e non spende una parola di sincera solidarietà per queste donne aggredite, ferite e umiliate dai loro uomini, e non condanna apertamente, e non chiede pene esemplari, per questi uomini che hanno esportato qui una mentalità intrisa di violenza e sottomissione verso il sesso femminile?".


ma cavoli sta aspettando la lettera dalla Guidi....uno alla vlta per piacere......
 
[h=1]Carabiniere perquisisce 4 rom. Il giudice vuole mandarlo in galera[/h] [h=2][/h] Un maresciallo die carabinieri è finito sotto indagine per aver "perquisito arbitrariamente" quattro nomadi presunti borseggiatori



Claudio Cartaldo - Mar, 05/04/2016 - 13:12




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Da una parte un uomo che cerca di fare il suo lavoro: quello di difendere i cittadini. Dall'altra quattro rom, sospettati dai carabinieri di aver borseggiato dei passeggeri su un autobus a Rimini.
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Nel mezzo, la giustiza. Che, ovviamente, se la prende col militare che ha cercato di fare il suo lavoro. Il pm ha messo sotto indagine il carabiniere per aver perquisito i rom "in maniera arbitraria". E ora rischia un anno di reclusione, secondo l'articolo 609 del codice penale.
La vicenda, riportata dal Resto del Carlino, risale a qualche mese fa. Quando a Rimini era in corso la fiera della gelateria e della pasticceria. Insieme ai turisti e ai visitatori, arrivano anche i borseggiatori. Per questo le forze dell'ordine non mancano di organizzare un sistema di prevenzione degno di nota, con agenti sparsi ovunque. Soprattutto nei bus. In uno di questi, salgono i quattro rom e insieme a loro alcuni carabinieri in borghese. Essendo noti alle forze dell'ordine, quando i nomadi lasciano l'autobus i carabinieri decidono di perquisirli. I rom vengono portati in questura per accertamenti.
I carabinieri sospettano che i quattro rom abbiano messo a segno alcuni colpi. Ma dalle perquisizioni non risulta, così vengono tranquillamente lasciati andare. Peccato che dopo qualche giorno arriva la mazzata per il maresciallo dei carabinieri: la Procura lo mette sotto indagine per "perquisizione arbitraria". "Il magistrato non è stato avvertito prima - scrive il Carlino - e senza il suo via libera, nessuno poteva mettere la mani addosso ai quattro presunti borseggiatori".
E così il maresciallo rischia un anno di galera.
 
[h=1]Nuova grana per Fassino, è nei guai per il business delle case ai rom[/h] [h=2][/h] La procura di Torino ha aperto un'inchiesta sui 5 milioni spesi per dare una sistemazione ai nomadi e in parte finiti nelle tasche di un geometra, il «re della casbah»



Luca Fazzo - Lun, 27/04/2015 - 08:10




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Meglio avere a che fare con Matteo Renzi, col rischio di finire rottamato insieme al vecchio politburo del Pd, o rintanarsi a Torino e doversi misurare con un bel tomo specializzato nell'affittare stamberghe inabitabili a prezzi esorbitanti, sempre in bilico sul codice penale, e rischiare di prendersi prima o poi un avviso di garanzia? Chissà se Piero Fassino, sindaco di Torino, la sera prima di addormentarsi si interroga sulla scelta fatta nel 2010, quando abbandonò la politica nazionale per dedicarsi a tempo pieno alla sua città.
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