è una cosa vecchia ormai:
Lotto truccato
ancora arresti
--------------------------------------------------------------------------------
MILANO - Undici. E' salito a undici il numero delle persone arrestate nello scandalo del lotto truccato. Prima Claudio Olmi, 51 anni, di Cinisello, impiegato all'Intendenza di finanza di Milano e marito di Maddalena Vilella, e poi Ettore Schingo, 37 anni, "quello che raccoglieva le giocate e giocatore di professione"". La posizione di Olmi, arrestato in casa di alcuni suoi parenti a Brescia dopo il fermo della moglie nei giorni scorsi, è molto complessa: su due conti correnti intestati al padre - imprenditore - in due banche di Cinisello Balsamo sono già stati bloccati circa tre miliardi di lire e sono in corso altri accertamenti su operazioni molto sospette. Nel frattempo, in mattinata al commissariato di Cinisello sono giunte altre due segnalazioni da istituti bancari: una persona che si ritiene coinvolta nello scandalo avrebbe tentato di movimentare del denaro; un'altra segnalazione è giunta dal commissariato di Vasto in provincia di Chieti, e riguarda una banca della zona. Non è stato ancora chiarito se si tratti di una segnalazione nuova o di quella di cui si è già avuta notizia ieri.
A ordinare l'arresto di Olmi e Schingo - il primo giocatore finito in manette - è stata la procura di Monza, su richiesta del pubblico ministero Walter Mapelli. La seconda persona arrestata, che è amico del vigile urbano Curatoli, è accusato di associazione per delinquere e di concorso in truffa ai danni dello Stato.
Intanto, a proposito di numeri, si è scoperto che la Dea Bendata del Lotto a Milano ha cominciato a vederci benone diciassette anni fa. Questa è una delle ultime, sconsolanti rivelazioni che viene dall'indagine della procura di Monza sui trucchetti che addomesticavano l'estrazione settimanale attesa da milioni di persone che aspettavano con speranza e fiducia.
Finora si pensava che l'imbroglio datasse dal 1994, quando entra in servizio Giuseppe "Diabolik" Aliberti, astuto impiegato di terzo livello dell'Intendenza di Finanza di Milano, oggi reo confesso e anzi "pentito". I più pessimisti - basandosi, peraltro, su elementi concreti dell'indagine - si erano convinti che il marcio fosse iniziato già qualche anno prima. Ma ora si scopre che almeno dal 1982 le estrazioni sulla ruota di Milano erano nelle mani degli imbroglioni. Diciassette anni. I bambini che furono gli ignari strumenti dei primi pasticci sono ormai uomini fatti.
E la quantità di soldi rubati allo Stato grazie ai suoi funzionari dell'Intendenza di Finanza di Milano diventa incalcolabile, l'inchiesta si allarga a dismisura ma sarà quasi impossibile ricostruire l'elenco delle giocate addomesticate e individuare gli scommettitori "miracolati". Ma ancora più desolante è la seconda notizia che filtra dalle indagini. Possibile che in diciassette anni nessuno si sia accorto di quel che accadeva ogni sabato a Milano? Impossibile. E infatti nel 1988 qualcosa accadde, il meccanismo si inceppò e lo scandalo rischiò di emergere. Ma il ministero delle Finanze riuscì a tenere tutto all' interno, un funzionario dell'Intendenza di Finanza di Milano - indicato come il principale protagonista della faccenda - venne trasferito a Livorno, dove il Lotto non ha ruote. Ma il meccanismo dell'imbroglio non era stato toccato. E nel giro di pochi anni - ammesso che vi sia mai stata una tregua - a Milano tornarono a venire estratte le palline "giuste". Come gli investigatori siano arrivati a retrodatare al 1982 l' inizio della Grande Truffa è - per il momento - un segreto: anche se si rafforza l'ipotesi che, oltre a "Diabolik" Aliberti, altri personaggi legati all'Intendenza di Finanza di Milano abbiano deciso di vuotare il sacco e collaborare alle indagini. Di certo c'è che già nel corso degli interrogatori dei giorni scorsi, ad alcuni dei funzionari dell'Intendenza finiti in manette, il giudice preliminare Giuseppe Airò ha chiesto cosa facessero nel 1982, e se avessero conosciuto il funzionario che nel 1988 il ministe