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Milano, polizia si ribella

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[h=1]Milano, polizia si ribella: "Noi derisi e umiliati: non possiamo difenderci"[/h] [h=2][/h]
Il segretario del Sap meneghino sull'aggressione ai poliziotti in Stazione Centrale a Milano: "La marcia pro-migranti? La facciano per noi"

Giuseppe De Lorenzo - Ven, 19/05/2017 - 17:51
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In Italia "sicurezza" fa rima con "poteva andare peggio". Nel senso che se i poliziotti non perdono la vita arrestando un malvivente, lo dobbiamo soprattutto al Fato.
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Non certo ad equipaggiamenti di ultima generazione, pattuglie sovra-dimensionate, durezza della repressione al crimine e via dicendo. No: solo tanta fortuna e molto fegato di chi, nonostante tutto, non scappa di fronte ai malintenzionati. Il caso dello straniero che ieri sera a Milano ha accoltellato due agenti e un militare è solo l'ultimo lampante esempio di come siano costrette ad operare le nostre forze dell'ordine.

Lo avete visto il video? L'immigrato simpatizzante dell'Isis sventola il coltello come se fosse una bandiera e i tre servitori dello Stato tentano di bloccarlo. A mani nude. "
Ci sentiamo abbandonati, derisi, umiliati", dice con la voce colma di dispiacere Massimiliano Pirola, segretario provinciale del Sap-Milano e per anni sulle volanti alla caccia di banditi. "Ci hanno tolto la dignità di fare i poliziotti. Non c'è più rispetto. Siamo costretti a lavorare con i caschi marci, senza leggi chiare né mezzi adeguati".

Per fare un esempio, ieri sera i due agenti della Polfer non avevano sotto la camicia alcuna protezione. Il coltello di Ismail Hosni ha sfiorato il torace di uno dei due, andandosi poi a conficcare nel braccio. Pochi centimetri e avremmo raccontato un'altra storia. La fortuna, appunto. "I giubbotti non sono in dotazione, se non a poche squadre - spiega Pirola - Un guanto anti-taglio costa 3 euro dai cinesi, ma non ci danno neppure quello". Per non parlare delle armi. Al momento la polizia italiana non ha uno strumento di offesa che sia una via di mezzo tra le mani e la pistola. Gli spray al peperoncino sono stati introdotti da poco, ma ce ne sono pochi e hanno controindicazioni importanti. "Non possiamo usarli al chiuso - dice Pirola - e c'è il rischio di auto-contaminazione. Senza contare che in questo momento in parecchi uffici sono assenti". Basterebbe introdurre reti contenitive oppure i Taser, ma lo Stato continua a tagliare sulla sicurezza. E così si verificano incidenti, caserme in condizioni "pietose" e uffici con sole quattro persone a lavorarci.

Verità sconcertanti. E non ci vuole molto per capire contro chi puntare il dito. Pirola calibra bene le parole: "La colpa è di chi non ci dà le tutele necessarie, di chi non fornisce gli strumenti giusti, di chi preferisce approvare il reato di tortura invece di punire chi aggredisce i poliziotti".

Ogni anno 6mila agenti vengono feriti in manifestazioni, controlli e normali attività sul territorio. E cosa ci guadagnano? Poco (in stipendio) e molto (in critiche e attacchi). "Il nostro ruolo non è riconosciuto. Sono sempre tutti pronti a criticarci.
E davanti a un giudice vale più la parola di un bandito che la nostra". Querele, processi infiniti, condanne farsa. Il ritornello ormai lo conosciamo. "Non possono prendersela sempre con noi", sentenzia amareggiato il segretario del Sap.

Tra pericoli, mancanza di materiali e attacchi continui, la polizia finisce col sentirsi
"abbandonata". "Siamo in difficoltà. Chi ce lo fa fare?", dice Pirola che nel 2002 sventò un attacco terroristico di matrice islamista nella metro meneghina. "Lo facciamo perché la nostra è una malattia. Non indietreggiamo mai. Faremo sempre il nostro dovere, qualsiasi cosa accada. Ma per una volta, invece di organizzare marce in favore dei migranti, sarebbe bello se ne facessero una per noi poliziotti".

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Migranti, Sala non molla: "Sì alla marcia" Il centrodestra: "Annullarla"


Il sindaco di Milano non demorde: "Domani guido la marcia pro migranti". Ma da Forza Italia a Salvini si moltiplicano gli appelli ad annullarla dopo l'aggressione ai poliziotti in Centrale

Chiara Sarra - Ven, 19/05/2017 - 12:48
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"Il criminale che ha accoltellato gli uomini delle forze dell'ordine è figlio di madre italiana e di padre nordafricano ed è italiano a tutti gli effetti".


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Con questa spiegazione Giuseppe Sala non molla.

"A qualcuno fa comodo buttare questo atto criminoso sul conto dei migranti", dice sulla sua pagina Facebook il sindaco di Milano, che non intende fare passi indietro riguardo alla marcia per i migranti prevista per domani proprio nel capoluogo lombardo: "Domani guiderò la marcia Insieme senza muri, per una Milano sicura e accogliente. Invito tutti a una presenza pacifica che aiuti la riflessione su una tematica così rilevante".

Cadono nel vuoto, quindi, gli appelli ad annullare la manifestazione in nome della sicurezza della città: "Sono certamente consapevole del fatto che la sicurezza è un elemento fondamentale nella vita di una città metropolitana come la nostra", spiega Sala, "Su questo non arretreremo mai di un solo passo e ringrazio le forze dell'ordine per l'enorme lavoro che stanno facendo. Resto comunque convinto che l'accoglienza sia un dovere della nostra città e di chiunque possa alleviare le sofferenze di chi è in difficoltà serie e chiede aiuto. Infine, vedo alcuni che chiedono l'annullamento della marcia e ripenso a quanti erano in coda per rubare un selfie con il Papa nel corso della sua visita a Milano, salvo dimenticarsi all'istante l'insegnamento del Santo Padre. Forse un po' di coerenza non guasterebbe".

Ma la fermezza del sindaco non basta. "Chi marcia per i migranti e si lamenta per i blitz in piazza Duca d'Aosta, stasera ha avuto la dimostrazione che Milano necessita di sicurezza e legalità", aveva detto già ieri sera Maria Stella Gelmini (Forza Italia).
Stamattina le fa eco la Lega Nord, prima con Roberto Maroni - che chiede di "annullare la marcia pro-immigrazione in segno di rispetto per le forze dell'ordine e per chi garantisce la nostra sicurezza ed è esposto, purtroppo, come si vede, a rischi per la propria vita e per la propria incolumità" - e poi con Matteo Salvini, secondo cui a chi marcerà domani "gli italiani interessano poco".



"Su questo non arretreremo mai di un solo passo e ringrazio le forze dell'ordine per l'enorme lavoro che stanno facendo. E SE....LE FORZE DI POLIZIA FACESSERO SCIOPERO ?LI LICENZIANO TUTTI HAHAHAHHA
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Ultima modifica:
[h=1]Se pure la Svizzera ora finanzia l'invasione d'Italia[/h] [h=2][/h]
Il Moas fornisce a "ilGiornale" l'elenco dei sostenitori e spunta pure un ufficio del ministero degi Esteri elvetico

Giuseppe Marino - Ven, 19/05/2017 - 16:06
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Un nuovo sorprendente tassello aiuta a chiarire la storia di Moas, la più attiva e la più discussa tra le organizzazioni non governative della cosiddetta «flotta solidale». Un gruppo di navi che, com'è ormai assodato, va incontro ai barconi dei migranti a ridosso delle coste libiche, li carica a bordo e li trasporta nei porti italiani
 
[h=1]Nasce una flotta anti-Ong: "Così faremo il blocco navale"[/h] [h=2][/h]
Generazione Identitaria raccoglie fondi per comprare le navi da usare contro le Ong: "Difenderemo la nostra terra"

Giuseppe De Lorenzo - Ven, 19/05/2017 - 08:17
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Difesa. Grande invasione. Patria. Sembra sentirli i ragazzi di Generazione Identitaria, movimento patriottico europeo, mentre preparano le loro incursioni e studiano come portare avanti le loro battaglie.

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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/se-pure-svizzera-ora-finanzia-linvasione-ditalia-1399007.html
 
[h=1]"Aperitivo con droga" della Croce Rossa. E la rete si scatena[/h] [h=2][/h]
La Croce Rossa di Stradella ha organizzato e promosso su facebook un "aperitivo con droga" e il nome insolito dell'evento ha fatto scatenare la rete

Angelo Scarano - Ven, 19/05/2017 - 18:26
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La Croce Rossa di Stradella ha organizzato e promosso su facebook un piccolo evento gratuito nel paesino lombardo, dal nome aluanto bizzaro "Aperitivo con Droga".
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Sul social network la rete si è scatenata con memorabili commenti. L'evento è dedicato ai disturbi da dipendenza degli adolescenti: un paio d'ore di confronto con psicologi e medici esperti dell'argomento."Siete tutti invitati ad un aperitivo interattivo per conoscere meglio i disturbi di dipendenza. Psicologi, farmacisti e volontari approfondiranno il tema, con particolare attenzione alle patologie in adolescenza e al territorio locale" si legge nella presentazione dell'iniziativa.

Ma quel titolo così particolare non è passato inosservato: la pagina ha ricevuto centinaia di commenti - per lo più ironici - per chiedere lumi sull'iniziativa.

"La distribuite voi o la portiamo da casa?", o ancora: "Quota fissa o dobbiamo pagare?", e così via. A ogni commento, molti corredati da foto dei cani della Finanza o frasi ironiche, il social media manager risponde con precisione. Un esempio? Eccolo qui: "Ci sono le spade?" commenta un ragazzo. "La Croce rossa è contro le armi" chiosa il gestore della pagina.

Gli effetti della particolare scelta del nome dell'evento sono facili da immaginare: quasi 2000 persone hanno promesso la partecipazione, e altre 5000 si dicono "interessate".
 

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