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[h=1]Il primo "appartamento del Papa" finisce a un imam egiziano[/h] [h=2][/h]
Consegnato il primo dei 55 appartamenti sistemati dalla diocesi di Milano con i fondi dell'8xmille. Il primo dato a un imam egiziano. E scoppia la polemica

Sergio Rame - Sab, 15/04/2017 - 11:33
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Il primo "appartamento di Papa Francesco" è stato consegnato a Reda Afify, un imam considerato "moderato".
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All'egiziano padre di tre figli, che vive in Italia da quindici anni e lavora come direttore di McDonald's, beneficerà di un bilocale di una cinquantina di metri quadri nel quartiere Niguarda. Come racconta Avvenire, "l'appartamento rientra nel primo lotto dei 55 appartamenti ristrutturati dalla Caritas Ambrosiana per la visita di papa Francesco. A beneficiarne un immigrato egiziano".

Reda Afify ha firmato il contratto d'affitto il Giovedì Santo. Ci vivà a partire da giugno pagando un affitto di 300 euro al mese. "Sono molto grato di questo dono che viene dal Signore", ha commentato l'egiziano. Dopo di lui, toccherà agli altri. Dalla Caritas Ambrosiana assicurano che entro l'estate verranno assegnati tutti i 55 "appartamenti del Papa". Intanto, però, infiamma la polemica. Perché a molti non è sfuggito che il primo a firmare un contratto sia stato un immigrato e per di più musulmano. "
Possibile che non esistessero italiani che avevano bisogno", si lamentano ai microfoni di Avvenire.

"I prossimi tre che firmeranno il contratto sono proprio italiani. E lo faranno all'inizio della prossima settimana", si affrettano a replicare dalla Caritas nel tentativo di spegnere qualsiasi polemica. "Siamo stati felici di poter consegnare il primo appartamento il Giovedì santo, un giorno così carico di significato e che dimostra come la Chiesa sia capace di annunciare il Vangelo non solo attraverso la parola ma anche con gesti concreti", ha spiegato ad Avvenire il direttore della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti.

Gli "appartamenti del Papa" sono stati stralciati dall'elenco di "Edilizia residenziale pubblica" e sono assegnati dal Comune di Milano alla Fondazione San Carlo. Da qui il progetto sostenuto dall'arcivescovo di Milano Angelo Scola attingendo ai fondi dell'8 per mille alla Chiesa cattolica. "Gli assegnatari sono stati selezioni dalla Caritas - spiega Avvenire - l'idea era quella di aiutare a trovare una casa chi non avesse i requisiti per accedere agli alloggi popolari perché titolare di un Isee più altro rispetto a quanto previsto dall’Aler, ma, allo stesso tempo, non fosse in grado di pagare un affitto secondo canoni di mercato".
 

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