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Ecco a cosa serviva il Green pass. Arriva il “portafoglio digitale europeo” e indovinate come lo useranno?
di Antonio Oliverio
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Pubblicato il 09/01/2023 21:15 - Aggiornato il 30/05/2023 10:03
Presto in arrivo, sugli schermi dei nostri smartphone, e-Wallet, l’app del cosiddetto Portafoglio elettronico europeo. Se il Green pass è stato un formidabile strumento di controllo sociale, quella che in un certo senso ne è l’evoluzione appare ancora più sinistra: la nostra identità digitale, dunque la nostra intera vita, sarebbe così a portata di clic. Sembra un incubo orwelliano. Con un solo clic, ad esempio, da remoto si potrebbero monitorare tutte le nostre attività: un modello pervasivo in stile cinese.
E se lo si usasse per silenziare i dissidenti, bloccarne pagamenti e vita sociale? La Commissione europea, come si ricorderà, già negli scorsi mesi aveva proposto un quadro per un’identità digitale europea da completare entro il 2025. Il progetto sta ora prendendo il largo, come si legge (con toni entusiastici) sul Corriere della sera. La Commissione ha assegnato gare per 63 milioni di euro per sviluppare un wallet su cui conservare i nostri documenti di identità, sulla falsariga delle app del green pass, che ha funzionato da test e da apripista. La prima gara vale 26 milioni di euro e riguarda la creazione vera e propria della app; la seconda, che mette in palio 37 milioni, invece copre le applicazioni del sistema comune di identità digitale. I Portafogli europei dell’identità digitale, oltre a sostituire l’uso della carta d’identità e la firma elettronica con valore legale, consentirebbero di conservare e di gestire non solo i dati relativi alla propria identità e i documenti ufficiali in formato elettronico, ma anche ogni altro documento, come le prescrizioni mediche o i titoli di studio. L’eco del Piano Colao è fortissima. I risvolti pratici, in fondo, non sono così urgenti da sacrificare la nostra legittima istanza alla privacy. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Il “Green pass dei documenti” è realtà. Ecco la prima città italiana che utilizzerà il nuovo sistema di schedatura
>>>“Ecco come censurano i post”. Le incredibili rivelazioni su cosa succedeva durante la pandemia

app portafoglio elettronico europeo
L’applicazione mobile consente di salvare, consultare e condividere, tramite uno smartphone, i dati dei documenti di identificazione disponibili nell’app, e dunque sarà disponibile per i cittadini, i residenti e le imprese dell’UE che desiderano identificarsi o confermare alcune informazioni personali, e potrà essere utilizzata per servizi pubblici e privati online e offline in tutti i 27 Paesi. Il portafoglio sarebbe un mezzo di identificazione elettronica a sé stante. Uno scenario da Grande Fratello. Il Corriere ci informa che si sta avviando una sperimentazione su una serie di tanti progetti pilota ai quali parteciperà l’Italia. (Continua a leggere dopo la foto)


Uno Spid comunitario, dunque, ma chi di noi non ha mai avuto problemi con lo Spid? E se la nostra password venisse violata? Anche se, bontà loro, per ora si dice che l’identità digitale europea non sarà obbligatoria: chi vorrà, potrà continuare a usare i sistemi di identificazione e autenticazione tradizionali che andranno parimenti accettati.

QUESTO è COME IL WAX UNA VOLTA FATTO NON POTRAI MAI TORNARE INDIETRO-
 

Nessuno vuol più vaccinarsi”. Il sondaggio che seppellisce Speranza, Conte e tutto il “circo” del siero

di Gabriele Angelini825Views

Pubblicato il 24/05/2023 12:43
vaccini fiducia italiani sondaggio

Mentre di giorno in giorno emergono nuove inquietanti inchieste su cosa è successo durante il Covid e su come sia stata gestita a livello politico la partita dei vaccini, gli italiani si allontanano sempre più dalla fiducia nei confronti di quelle punture imposte a colpi di dpcm e sospensione della democrazia. Forse ce lo siamo scordato, ma c’è stato un periodo in cui se non ti vaccinavi ti veniva tolto il lavoro. E molte persone ne stanno ancora pagando le conseguenze. C’è di buono che tutti gli ultimi studi e le ultime analisi stanno dando pian piano loro ragione. E si spera pertanto che un giorno qualcuno pagherà per questo. Intanto a far riflettere ancora meglio su queste tematiche arriva l’indagine ‘Covid-19, 3 anni dopo: quali impatti sulla salute e sulle prestazioni e il ruolo delle vaccinazioni‘, condotta da The European House – Ambrosetti e il Ceis – Centre for Economic and International Studies – dell’Università di Roma Tor Vergata. E cosa emerge dal sondaggio? (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Vergogna! Ecco le prove”. Vaccini, Giordano furioso:
come hanno nascosto gli esiti fatali (VIDEO)


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Partiamo da una semplice domanda: quanta fiducia hanno ora nei vaccini gli italiani dopo le politiche Covid? Resterete sorpresi, me nemmeno troppo. I dati del sondaggio non fanno altro che certificare il fallimento delle politiche che hanno obbligato ad un NON vaccino senza nemmeno assumersi le responsabilità degli eventuali effetti collaterali. E così, come scrive Repubblica pubblicando i dati della ricerca, “cala la fiducia nel vaccino”. Ad esempio, pensando ad eventuali dosi booster “solo il 42% si dice propenso ad un ulteriore richiamo”. Non è un caso, infatti, che la folle quinta dose (terza dose di richiamo) è stata iniettata ad appena il 16% dei 3 milioni eleggibili. Una parte assai esigua della popolazione, quindi. Ma in tutto questo, badate bene, non c’entra solo che la paura è passata e che l’Oms abbia dichiarato la fine della pandemia. No, c’è più che altro che le persone hanno iniziato a capire. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Noi, guariti dal Covid grazie alle cure vietate da Speranza”: a Fuori dal Coro la verità sulla pandemia (VIDEO)

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C’entra il fatto che grazie alla inchieste indipendenti, al lavoro dei magistrati, dei giornalisti e della controinformazione, è stata interrotta la narrazione a senso unico. E così molti nodi sono venuti al pettine. Un’ampia parte dell’indagine è dedicata alla fiducia degli italiani nei vaccini. Il sondaggio rivela che dell’89% del campione che si è vaccinato contro il Covid, il 67% ha dichiarato di aver effettuato anche la terza dose mentre solo il 15% riferisce di aver effettuato anche la quarta; pensando a eventuali dosi booster solo il 42% si dice propenso a un ulteriore richiamo mentre il 9% si dice ancora indeciso. E ancora: la percentuale di cittadini che ritiene i vaccini uno strumento sanitario sicuro ed efficace per contrastare le malattie infettive è scesa dal 92% al 76%, mentre la percentuale di cittadini in disaccordo con quest’affermazione sia cresciuta di 11 punti percentuali, dal 6% al 17%”. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Quello che ha fatto Speranza è scandaloso”. Vaccini, scoop di “Fuori dal coro”. I documenti esclusivi (VIDEO)
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Vaccini, cala la fiducia degli italiani: cosa dice il sondaggio

Il sondaggio sulla fiducia nei vaccini rivela anche che il 47% degli italiani che hanno contratto il virus ha seguito una terapia domiciliare per curarsi. Ah, le terapie domiciliari! Quelle che se fossero state obbligate fin dall’inizio, al posto della “tachipirina e vigile attesa” di Speranza forse avrebbero salvato migliaia di vite. Altro dato interessante? Nell’ultimo anno, se si esclude la vaccinazione anti-Covid, il 34% degli over 65 del campione ha dichiarato di non aver eseguito nessun’altra vaccinazione nonostante fossero raccomandate dal Ministero della Salute. La fiducia, insomma, è sotto le scarpe. E questo certifica il fallimento di certe politiche. Infine: il livello di fiducia nei confronti di tutti i vaccini dopo l’esperienza della pandemia risulta aumentato solo per il 15% del campione.
 

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