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Ondata di licenziamenti, da Meta a HP e Google: i colossi tech tagliano posti di lavoro

Crisi globale del settore, con le big tech che continuano a tagliare posti di lavoro e il trend dei licenziamenti che sembra destinato a durare per tutto il 2025

Foto di Federica Petrucci
Federica Petrucci
Editor esperta di economia e attualità


Pubblicato: 10 Marzo 2025 08:22

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Ondata di licenziamenti, da Meta a HP e Google: i colossi tech tagliano posti di lavoro

Fonte: 123RFOndata di licenziamenti nel settore tech: cosa sta succedendo?
Il mese di febbraio 2025 si è rivelato uno peggiori per i lavoratori del settore tecnologico, con una vera ondata di licenziamenti che ha coinvolto aziende di primo piano come Meta, HP e Google. Secondo i dati di Layoffs.fyi, un sito web che traccia in tempo reale i licenziamenti nel settore tecnologico in tutto il mondo, 46 aziende hanno licenziato un totale di 15.994 dipendenti, segnando un aumento del 184% rispetto ai 5.641 licenziamenti registrati a gennaio.

Questo trend allarmante solleva una domanda cruciale: perché le multinazionali stanno tagliando così tanti posti di lavoro, soprattutto in un momento storico in cui le nuove tecnologie stanno avanzando?

Indice

La crisi globale del settore, perché le big tech stanno licenziando?

I motivi dietro questa ondata di licenziamenti sono molteplici. Prima di tutto, il contesto macroeconomico attuale è tutt’altro che favorevole. Tassi d’interesse elevati, inflazione e una crescita economica incerta stanno spingendo le multinazionali di tutto il mondo a contenere i costi per proteggere la redditività. E proprio i tagli al personale sono spesso una delle prime misure adottate per bilanciare i conti.


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Ci sono poi due fattori che hanno accelerato questa dinamica. Il primo di questi è la stabilizzazione del mercato dei servizi online dopo la pandemia. Durante il boom digitale causato dall’emergenza sanitaria, infatti, molte aziende tecnologiche hanno ampliato il loro organico per far fronte all’aumento della domanda. Ora che il mercato si è stabilizzato, queste stesse aziende stanno rivedendo le proprie dimensioni, tagliando posti di lavoro per adattarsi a una realtà meno espansiva.

Un altro fattore chiave è l’adozione sempre più diffusa dell’intelligenza artificiale e dell’automazione. Molti ruoli – soprattutto nei settori del customer service, delle risorse umane e del marketing – stanno diventando meno indispensabili e,
di conseguenza, sostituiti da soluzioni tecnologiche più efficienti e meno costose.

Inoltre, con l’incertezza nei mercati finanziari e le oscillazioni del valore delle azioni, molte big tech stanno cercando di ottimizzare le risorse per garantire solidità e competitività nel lungo periodo.

Quanti dipendenti hanno licenziato Meta, Hp e Google

Tra le big tech che negli ultimi mesi hanno annunciato nuove ondate di licenziamenti ci sono Meta, HP e Google.

A inizio febbraio, Meta ha licenziato circa
3.600 dipendenti, pari al 5% della sua forza lavoro. L’azienda ha giustificato il taglio come parte di una strategia di “gestione delle performance”, dichiarando di voler eliminare i lavoratori meno produttivi. Tuttavia, diverse testimonianze interne hanno rivelato che anche dipendenti con valutazioni eccellenti sono stati colpiti.

Il ceo Mark Zuckerberg aveva già anticipato a gennaio l’intenzione di alzare gli standard di performance e ridurre il tempo necessario per allontanare chi non risponde alle aspettative. Ma l’approccio, ribattezzato dagli addetti ai lavori year of efficiency, sembra più che altro una strategia di riduzione dei costi sotto una veste meritocratica.

Anche HP si è unita alla lista delle aziende tech che hanno deciso di ridurre il personale. Il 27 febbraio, il colosso dell’hardware ha annunciato
2.000 licenziamenti come parte del piano di ristrutturazione “Future Now”, avviato nel 2022. L’obiettivo è chiaro: risparmiare 300 milioni di dollari entro ottobre 2025, con un totale di 9.000 posti di lavoro eliminati e un costo di ristrutturazione stimato in 1,2 miliardi di dollari.

Ciò che rende il caso HP particolare è che l’azienda non sta attraversando una crisi finanziaria immediata. Anzi, nel primo trimestre del 2025 ha registrato una crescita nella domanda di pc basati sull’AI, segno che il mercato sta rispondendo positivamente alle nuove tecnologie. Questo suggerisce che i licenziamenti non sono solo una misura di emergenza, ma fanno parte di un piano più ampio di ottimizzazione aziendale e riallocazione delle risorse verso segmenti più redditizi.

Google intanto ha annunciato un nuovo round di licenziamenti, con 200 dipendenti colpiti, per lo più nei reparti Marketing e Vendite. L’azienda ha spiegato che l’obiettivo è semplificare le strutture organizzative per migliorare l’efficienza.

A giustificare la decisione è stato Omid Kordestani, vicepresidente delegato alle vendite di Google, che ha dichiarato:

Abbiamo creato sovrapposizioni organizzative che non solo duplicano gli sforzi, ma rallentano la gestione delle decisioni e riducono l’efficienza del nostro team.
Il riferimento è chiaro: negli anni di forte espansione, Google ha assunto più personale del necessario, basandosi su previsioni di crescita che ora richiedono un ripensamento. Questo nuovo taglio si aggiunge a quelli di gennaio e febbraio, che avevano colpito rispettivamente i recruiter e il personale del progetto radio, ormai chiuso.

La strategia dei colossi tech per difendersi dalla crisi

Anche se il numero dei licenziamenti è relativamente basso, la scelta indica una tendenza ben precisa: le big tech stanno ripensando le proprie strategie, riducendo i costi e migliorando l’efficienza per mantenere la redditività in un contesto economico incerto.

Secondo gli esperti, questa ondata di licenziamenti sembra destinata a proseguire almeno fino alla metà del 2025, ma sul futuro i pareri sono divisi. Da un lato, c’è chi ritiene che il peggio sia ormai passato, dall’altro c’è chi vede nei cambiamenti economici e tecnologici un motivo per aspettarsi ulteriori tagli.

Una cosa è certa: il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente e l’avanzata dell’intelligenza artificiale, nonché la richiesta di competenze digitali sempre più specializzate, stanno ridisegnando il settore tech.

Tag: Facebook Google Licenziamenti
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