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NON SPINGETE CE NE PER TUTTI.

Il più grande segreto della massoneria è che la specie umana si suicida ogni 210 anni, spazzando via il 90% della popolazione come un orologio.
Ce la fanno staccando il sistema di griglia e riscrivendo la storia come se non fosse mai successo.
E come fanno?
Una gigantesca catena di ca.....zo che segue gli ordini.
Ogni link sprovveduto prende gli ordini che gli vengono consegnati e li accarezza in avanti, senza mai sapere il quadro generale. Tirando e tirando fuori il loro pezzettino, pensando di "fare la differenza", quando in realtà, stanno semplicemente facendo una se....ga al sistema verso la prossima estinzione di massa.
Ma questo è solo l'inizio.
Ci sono più segreti, se li vuoi chiamare così.
Assaggiano i morti - raccogliendo il DNA di ogni cadavere per clonarli in seguito.
Ogni anima morta viene giudicata, classificata e inserita - alcuni vengono iniettati con geni designer: geni rossi, geni biondi, geni "super-africani", geni "nativi" - programmi di allevamento umano su steroidi.
E a seconda di quanto piaci al sistema?
Il tuo clone nasce in una macchina pulita e ricca di ossigeno... o spinto in un'incubatrice rotta e affamata di ossigeno a marcire fin dal primo giorno.
C'è una "diversità" forzata di massa - un'esplosione di miscelazione - seguita da una segregazione forzata di massa.
Un ciclo costruito per creare qualcosa, anche se nessuno dei fondelli che strappano i loro piccoli ordini sa cosa o perché.
Il vero kicker?
La maggior parte dei bambini degli anni 1880 non sono "nati" - sono stati clonati. Allevato come bestiame in istituti giganti — fabbriche, collegi, orfanotrofi — nessuna vera famiglia, nessuna vera radice.
E quelli che sopravvivono ai primi round?
Sono osservati. Costantemente.

I gulag tengono d'occhio chiunque faccia troppo rumore, passi troppo oltre le righe o interroghi il grande programma.
Parla troppo forte, rifiuta di accarezzare la tua piccola parte nella catena del cazzo - e ti ributteranno il culo in un istituto.

Sciacquare, resettare, ripeti.
Oh, e se sei "speciale" - se segui i tuoi ordini come un bravo piccolo schiavo muratore - potresti conoscere un centesimo di briciola in più del prossimo ragazzo.
Ma indovina un po'?
Sei ancora il primo a tagliare il blocco.
Letteralmente.
Prima il tuo collo scopa sotto la ghigliottina.
Questo è il segreto più esilarante di tutti:
Pensavi di essere risparmiato e speciale perché il maestro ti ha lanciato qualche briciola di conoscenza.
Pensavi di essere "scelto". "
Ma la tua testa è la prima tagliata.
Perché siamo posseduti.
Siamo una specie di proprietà - ingabbiata all'interno dell'esperimento della mosca della frutta di qualcun altro.

Proprio come noi rompiamo i cavalli, qualcun altro ci ha distrutti.
E la parte più divertente?
Età dopo età, ciclo dopo ciclo, progettiamo le nostre trappole.
Costruiamo le nostre ghigliottina.
Abbaiaamo i nostri ordini.
E ci suicidiamo - ancora e ancora - senza mai capirlo.
L'HO TROVATO SU INTERNET MA SEGUE LA MIA LOGICA.
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SU FACEBOOK CERCATE TARTARIA
 
IO NON ME LO FACCIO.....................

 
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In Italia esiste la storia di un massacro dimenticato, ed esiste un giornalista coraggioso di nome Roberto Beretta. Sono stati 130 i sacerdoti assassinati dai partigiani in questo paese tra il 1944 ed il 1951. Molti degli assassini sono ancora vivi, molti dei preti sono ancora insepolti. Ripeto per meglio chiarire: vi sono ancora dei corpi massacrati e lasciati marcire nelle campagne. Neanche si sono meritati una sepoltura cristiana. Solo perché erano preti.

Questo giornalista ha scavato negli archivi diocesani di quasi mezza Italia scontrandosi molte volte contro l'omertà che ancora regna quando si chiedono informazioni su queste stragi.

Molti, dicevo, sono ancora vivi... ma quasi tutti gli assassini morti hanno lasciato dei parenti che conoscono bene le storie e che non vogliono parlare. Coperti dal partito e dalla paura dei vivi. Il giornalista ben sa che in Italia, forse giustamente, la legge tutela l'onorabilità loro e dei discendenti, meglio dunque tacerli anche se nei paesi dove questi fatti sono accaduti corrono di bocca in bocca.

Andando a spulciare nei dati storici si evince che "né i partigiani democristiani (80.000 in Italia). né i repubblicani, né i socialisti, né i liberali hanno continuato a sparare dopo la guerra. Solo i comunisti, non tutti per fortuna, hanno abbondantemente e impunemente ucciso anche nel dopoguerra e fino al 1951". (Don Mini Martelli in "Diario di un prete romagnolo assassinato").

la domanda che il giornalista, e molti storici si pongono, è questa: esisteva un piano dei comunisti in Italia, nell'immediato dopoguerra, per giungere al potere con le armi? Una specie di rivoluzione popolare come in Russia? Sembrerebbe di sì! Vi sono anche molti storici di sinistra che propendono per questa idea. Infatti prendevano di mira i preti perché erano dalla parte del popolo... e qualche volta erano essi stessi partigiani! Era tale il livore contro di essi che i partigiani uccidevano i loro stessi compagni! E come li uccidevano? Dovreste leggere questo libro per comprenderlo.... massacrati, evirati, denudati, violentati, stuprati, tagliati a pezzi... a qualcuno gli misero del vetro in bocca perché non voleva bestemmiare Dio prima di morire. Poveri uomini... ma non i preti. Poveri assassini che avranno già ricevuto la giusta ricompensa dal Padre!

facendo un calcolo dei morti in guerra e dei morti in parrocchia viene fuori un dato pazzesco: i cappellani militari morti furono 148, i parroci italiani uccisi furono 238 (più 41 viceparroci e 129 tra seminaristi, novizi e religiosi laici). In pratica era più pericoloso stare sotto il campanile del proprio paese che stare sotto le bombe del fronte.

Poveri preti: messi in mezzo sempre... se aiutavano i rossi, allora erano sotto le mira dei neri. Se aiutavano i neri, allora venivano i rossi. In fondo motivi per farli fuori ce ne erano sempre... e se non venivano trovati si utilizzava la vecchia tattica della calunnia: aveva l'amante ed il marito l'ha ucciso! Così si mettevano a tacere tutte le voci e le ricerche dei vari assassini... i quali solitamente se la svignavano all'est coperti dal partito.

Questa è sicuramente una pagina della storia italiana che ancora gronda sangue, per il semplice motivo che questi sono tutti morti dimenticati e di cui nessuno vuole parlare. Io credo che se un paese vuole dichiararsi maturo dovrebbe iniziare a fare luce su questi casi... perché dopo 60 anni questi morti hanno il diritto di riposare con una targa che ricordi il loro sacrificio di amore.

Val d’Aosta


Padre Fernando Ferrarotti – Champorcher giugno 1944

Don Luigi Border – Hòne 5 marzo 1946

Piemonte

TORINO


Don Edmondo De Amicis – Torino 27 aprile 1945

Padre Angelico (Cesare) Romiti – Boschetto Montanaro 7 maggio 1945

Padre Eugenio Squizzato – Corio Canadese 15-16 aprile 1944

Don Giuseppe Amatesi – Coassolo Torinese 16 marzo 1944

ALESSANDRIA

Don Virginio Icardi – Squaneto 4 dicembre 1944

Don Francesco Pellizzari – Tagliolo Monferrato 10 maggio 1945

Don Enrico Percivalle – Variana 13 (15) marzo 1944

ASTI

Don Sebastiano Caviglia – Asti 27 aprile 1945

Don Luigi Solaro – Bottigliera d’Asti 3 aprile 1945

CUNEO

Don Antonio Francesco Zali – Morra San Costanzo 8 giugno 1944

BIELLA

Don Leandro Sangiorgio – Sordevolo 30 aprile 1945

Liguria

GENOVA


Don Attilio Pavese – Alpe Gorreto 6 dicembre 1944

Don Colombo Fasce – Cesino 19 maggio 1945

SAVONA

Don Guido salvi – Castelvecchio di Rocca Barbena marzo 1945

IMPERIA

Don Antonio Padoan – Castelvittorio 8 maggio 1944

Don Andrea Testa – Diano Borello 16 luglio 1944

Lombardia

Don Tullio Calcagno – Milano 29 aprile 1945

Don Pietro Treccani – Provaglio d’Iseo (BS) 5 dicembre 1944

Serafino Lavezzari – San Pietro Casasco (PV) 26 febbraio 1945

Veneto

Don Luigi Bovo – Bertipaglia di Maserà (PD) 25 dicembre 1944

Don Vittorio Barel – Vittorio Veneto (TV) 26 ottobre 1944

Fratel Josef Dorfmann – Posina (VI) 27 aprile 1945

Friuli Venezia Giulia, Istria e Dalmazia

Don Giuseppe gabbana – Trieste 3 marzo 1944

Don Francesco Bonifacio – Villa Gardossi (TS) 11 settembre 1946

Don Angelo Tarticchio – Villa di Rovigno (Istria) 19 settembre 1943

Don Miroslav Bulesic – Mompaderno (Istria) 24 agosto 1947

Don Filip Tercelj – Sturie delle Fusine (Go) 7 gennaio 1946

Don Ludvik Sluga – Circhina (Go) 3 febbraio 1944

Don Lado Piscanc – Circhina (Go) 3 febbraio 1944

Fra Alessandro Sanguanini – Ranziano (Go) 12 ottobre 1944

Don Izidor Zavadlav – Goregna di Salona d’Isonzo (Go) 15 settembre 1946

Don Placido Sancin – San Dorligo della Valle (Ts) 14 settembre 1943

Don Antonio Satej – San Daniele del Carso (Go) 26 settembre 1943

Don Luigi Obit – Poggio San Valentino (Go) 5 gennaio 1944

Don Anton Pisk – Canale d’Isonzo (Go) 28 ottobre 1944

Don Viktor Perkan – Elsane (Istria) 9 maggio 1945

Don Ernest Bandelj – Bria di Gorizia 30 aprile 1945

Don Valentin Pirec – Idria della Baccia (Go) 23 dicembre 1946

Padre Ivan Tul – Corte d’Isola (Istria) giugno 1945

Padre Joze Bric – Montespino (Go) 21 novembre 1945

Don Alojzij Kristan – Mune (Istria) 14 agosto 1947

Don Giovanni Dorbolò – Sgonico (Ts) 1° maggio 1945

Don Giovanni Tul – Trieste 1945

Fratel Pietro Bonsembiante – Trieste 1° maggio 1945

Don Nicola Fantela – Ragusa 25 ottobre 1944

Don Rocco Rogosic – Bencovaz (Dalmazia) 17 maggio 1942

Don Giovanni Manzoni – Rava (Dalmazia) 18 ottobre 1944

Don Antonio Greskovic (Grskovic) – Lussino 3 maggio 1945

Don Casimiro Paich – S.Giovanni di Sterna d’Istria (Go) 29 aprile 1945

Don Domenico Benussi – Albona di Pola 4 maggio 1945

Fra Mariano Blazic – Ragusa 25 ottobre 1944

Padre Pietro Perich – Ragusa 25 ottobre 1944

Don Francesco Grabegna – Losizze (Go) 26 settembre 1943

Rodolfo Trcek – Montenero d’Idria (Go) 1° settembre 1944

Erminio Pavinci – Chersano (Fianona) gennaio 1945

Vladimir Vivoda – Pinguente (Istria) settembre 1944

Bruno Fiotto – Cuscevie maggio 1945

Alojzij Kete – Planina di Aidussina (Go) 19 febbraio 1944

Emil Kete – Sambasso (Go) 12-13 novembre 1944

Gino Vosilla – Fiume 1945

Giovanni Massalin – Fiume 1945

Don Raffaele Busi Dogali – Briboj (Croazia) 15 giugno 1942

Don Giovanni Pettenghi – Gerovo (Croazia) 2 agosto 1942

Padre Agostino Curcio – Dugaresa 7 agosto 1941

Don Aurelio Diaz – Belgrado gennaio 1945

Don Giacomo Lora – 8 settembre 1943

Padre Simone Nardin – Abbazia di Fiume (Istria) aprile 1945

Don Giacomo (Guido) Minghetti – Borovnica giugno 1947

Don Hubert Leiler – Golnik 21 marzo 1942

Don Lambert Ehrlich – Lubiana 26 maggio 1942

Don Franc Kanduc – Logatec (Slovenia) 26 dicembre 1942

Don Ludvik Novak – Cave Auremiane (Ts) 17 novembre 1943

Emilia Romagna

BOLOGNA


Don Domenico Gianni – San Vitale di Reno 24 aprile 1945

Don Achille Filippi – Maiola 25 luglio 1945

Don Alfonso Reggiani – Amola di Piano 5 dicembre 1945

Don Giuseppe Rasori – San Martino in Casola 2 luglio 1946

Don Teobaldo Daporto – Casalfiumanese 10 settembre 1945

Don Giuseppe Galassi – S.Lorenzo in Selva 31 maggio 1945

Don Tiso Galletti – Spazzate Passatelli 9 maggio 1945

Don Corrado Bortolini – Lorenzatico 13 maggio 1945

FERRARA

Don Raffaele Bortolini – Dosso 20 giugno 1945

MODENA

Don Ernesto Talè – Castelluccio di Guiglia 11 dicembre 1944

Don Giuseppe Preci – Montalto di Contese 24 maggio 1945

Don Giovanni Guicciardi – Lama Mocogno 10 giugno 1945

Don Giuseppe Lendini – Crocette di Pavullo 21 luglio 1945

Don Francesco Venturelli – Fossoli 15 gennaio 1946

Don Giuseppe Tarozzi – Riolo di Castelfranco 26 maggio 1945

PARMA

Don Giuseppe Violi – S.Lucia di Medesano 31 marzo 1945

RAVENNA

Don Giovanni Ferruzzi – S.Maria in Fabriago 3 aprile 1945

REGGIO EMILIA

Don Carlo Terenziani – Ventoso di Scandiano 29 aprile 1945

Don Luigi Manfredi – Budrio di Correggio 14 dicembre 1944

Don Aldemiro Corsi – Grassano 21-22 settembre 1944

Don Luigi Ilariucci – Garfagnolo 19 agosto 1944

Don Giuseppe Jemmi – Felina 19 aprile 1945

Don Dante Mattioli – Cogruzzo 11 aprile 1945

Rolando Rivi – Castellarano 13 aprile 1945

Don Umberto Pessina – Correggio 18 giugno 1946

Don Sperindio Bolognesi – Nismozza 25 ottobre 1944

RIMINI

Don Federico Semprini – Rimini 27 dicembre 1943

Toscana

FIRENZE


Don Adolfo Nannini – Sant’Andrea a Cercìna 30 maggio 1944

AREZZO

Don Emidio Spinelli – Campogialli 6 maggio 1944

Don Giuseppe Rocco – S.Sofia in Parecchia 4 maggio 1944

LUCCA

Giuseppe Pierami – Piazza al Serchio 2 novembre 1944

MASSA CARRARA

Don Giuseppe Lorenzelli – Corvarola di Bagnone 27 febbraio 1945

Don Sante Fontana – Comano 16 gennaio 1945

Don Luigi Grandetti – Pieve di Offiano 31 gennaio 1947

Don Pietro Maraglia – Cerignano 26 febbraio 1948

Don Carlo Beghè – Novegigola 2 marzo 1945

PISA

Don Dolfo Dolfi – Volterra 8 settembre 1945

Don Aladino Petri – Caprona 27 giugno 1944

Don Ugo Bardotti – Cevoli 4 febbraio 1951

SIENA

Padre Crisostomo Ceraioli – Montefollonico 19 maggio 1944

Don Duilio Bastreghi – Celiano e Capannone 3 luglio 1944

Umbria

Don Ferdinando Merli – Foligno (PG) 21 febbraio 1944

Don Angelo Merlini – Fiamenga (PG) 21 febbraio 1944

Marche

ANCONA


Don Gildo Vian – Bastia di Fabriano 16 luglio 1944

Don Nazzareno Pettinelli – Santa Lucia a Ostra 11 luglio 1944

MACERATA

Padre Sigismondo Damiani – San Liberato 9 maggio 1944

Don Nicola Polidori – Sefro 9 giugno 1944

PESARO

Don Augusto Galli – Pereto 31 maggio 1946

Abruzzo

Don Vincenzo d’Ovidio – Poggio Umbricchio (TE) 19 maggio 1944

Don Gregorio Ferretti – Collevecchio (TE) 24 maggio 1944

Lazio

Padre Armando Messuri – Marino (Rm) 8 giugno 1944

Calabria

Don Gennaro Amato – Paulonia (RC) 8 marzo 1945




Ma forse perchè vestiti di "nero" erano Fassscisti ?

o erano gli altri ?


MA CHE FINE HA FATTO MUS*/SO*LINI ?



 
hanno bloccato pure AI


 

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