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[h=1]Pietro Spirito, l'amico del Pd che vuole tutti i porti aperti[/h] [h=2][/h]
Vicino al Pd e all'ex ministro delle Infrastrutture Delrio, Spirito è passato dai 100.000 euro per il part time all'Atac ai 230.000 attuali

Giorgia Baroncini - Mar, 08/01/2019 - 10:46
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Invoca gli attracchi dei migranti sotto il Vesuvio e si schiera contro Matteo Salvini.
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È il profilo del presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito, delineato da La Verità. Il quotidiano ha anche spiegato come Spirito sia passato dalla carica di direttore investimenti dell'Atac, l'azienda dei trasporti pubblici del comune di Roma, con un contratto part time da 100.000 euro ai 230.000 euro attuali.

Vicino al Pd e all'ex ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, Spirito si batte per l'apertura dei porti. È stato il primo presidente di un'Autorità portuale in Italia a criticare apertamente il ministro Matteo Salvini: "Non si parla più per decisioni amministrative, ma per slogan o, peggio ancora, per tweet", ha scritto in un articolo su Repubblica Napoli.

"L'Italia sinora si è meritatamente e meritoriamente distinta in questi anni per il costante impegno della guardia costiera e della flotta mercantile, che hanno svolto un ruolo decisivo a salvaguardia delle vite umane", ha dichiarato Spirito che ha anche richiamato le parole di papa Francesco e il "problema di coscienza".
[h=2]La risposta di Toninelli[/h]
"Nessuna Autorità di sistema portuale italiana può arrogarsi prerogative che travalicano le sue funzioni amministrative. Darò mandato alle strutture del mio ministero di valutare eventuali accertamenti di natura disciplinare", ha tuonato il ministro Danilo Toninelli.
 
[h=1]Quel vescovo che accusa i sindaci obiettori e pro migranti[/h] [h=2][/h]
Monsignor Negri, ex arcivescovo di Ferrara, si è detto contrariato dai sindaci che utilizzano l'obiezione di coscienza per contrastare il Dl sicurezza

Giuseppe Aloisi - Mar, 08/01/2019 - 12:22
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C'è un vescovo a cui l'obiezione di coscienza nei confronti del Dl sicurezza non sembra interessare.
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Anzi, monsignor Negri, dalle pagine de La Stampa, ha fatto intendere di essere contrario a quei sindaci che hanno utilizzato un istituto tipico della materia bioetica per contrapporsi alla legge promossa da Matteo Salvini.

Negri è conosciuto per essere un conservatore. Qualcuno direbbe che è conosciuto per essere un cattolico. L'ex arcivescovo di Ferrara, dalle pagine de IlGiornale.it, aveva sollevato qualche preoccupazione sulla nascita del governo gialloverde. Fare uso dell'obiezione di coscienza per non applicare un atto derivante dalla politica, però, che è quello che alcuni sindaci hanno annunciato, sarebbe del tutto sbagliato. L'ecclesiastico lo ha chiarito dichiarando quanto segue: "La Costituzione italiana e una prassi consolidata fanno sì che non si possa tirare fuori l’obiezione di coscienza di fronte a tutto in chiave politica, soprattutto in particolare di fronte a disposizioni amministrative di un governo e magari dagli stessi che l’hanno finora negata proprio lì dove era invece legittima e doverosa. Il diritto all’obiezione va difeso quando sono messi in crisi principi fondamentali".

La prassi promossa da questi primi cittadini, insomma, nasconde pure un'altra problematica: se l'obiezione di coscienza viene chiamata in causa per questa tipologia di questioni, a cosa bisognerà fare appello quando e se si tratterà di discutere di diritti assoluti? Negri, che parte da questo presupposto, rincara la dose: "Quei sindaci che usano dell’obiezione di coscienza - volutamente come strumento politico - nei confronti di legittimi interventi di autorità superiori o pari, abusano del concetto".

L'intervista prosegue per il tramite di un parere parzialmente discostato dalla linea del cardinal Bagnasco, che era intervenuto sull'argomento: "Conosco e stimo sinceramente Bagnasco - ha dichiarato il monsignore - , dico solo che io non mi sarei spinto così lontano in quella “strada” così tecnica. Il tema della sicurezza è un problema del dialogo fra le forze laiche che partecipano alla vita sociale". Insomma, in una fase in cui la Chiesa cattolica sembra guardare con interesse a quelle esperienze amministrative che hanno fatto dell'accoglienza dei migranti un caposaldo, un vescovo, almeno uno, sembra pensarla in modo diametralmente opposto.

 
[h=1]Molestie, botte e vomito sui sedili: nigeriani ubriachi scatenano il caos sul treno[/h] [h=2][/h]
Provvidenziale l’intervento delle forze dell’ordine, allertate dal capotreno. All’arrivo dei poliziotti, uno degli stranieri è riuscito a scappare, mentre altri due hanno opposto resistenza aggredendoli con calci e pugni

Federico Garau - Mar, 08/01/2019 - 10:53
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Momenti di tensione domenica sera su un treno diretto a Firenze, dove un gruppo di giovani nigeriani ha letteralmente scatenato il caos prima di essere fermato dalle autorità.


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Stando a quanto riferito dai quotidiani locali, si tratta di cinque africani sui vent’anni che, appena saliti sul mezzo, hanno cominciato ad avere comportamenti molesti.

In evidente stato di ebbrezza gli stranieri, rigorosamente sprovvisti di titolo di viaggio, si sono rifiutati di scendere dal convoglio come richiesto del capotreno. Non solo. Hanno molestato i passaggeri con le loro intemperanze, arrivando addirittura a vomitare sui sedili.


Nigeriani ubriachi e senza biglietto molestano passeggeri, fermati
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Provvidenziale l’intervento di quattro pattuglie della polizia di Stato, allertate dal capotreno. Gli agenti sono saliti alla fermata della stazione di Pistoia ed hanno raggiunto i facinorosi.

Si è immediatamente originato un certo trambusto, e nel disordine creatosi uno degli africani è riuscito a fuggire ed a far perdere le proprie tracce.

Altri due soggetti, invece, si sono scagliati contro gli uomini in divisa, prendendoli a calci e a pugni.

Alla fine, tuttavia, i poliziotti hanno fatto scattare le manette ai polsi degli stranieri, che sono stati condotti negli uffici della questura, insieme agli altri due compagni.

Dopo le regolari procedure di identificazione, i nigeriani che avevano attaccato gli agenti sono stati arrestati con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Gli altri due, che avevano seguito le forze dell’ordine senza mostrare ostilità, hanno solo ricevuto una denuncia per interruzione di pubblico servizio ed ubriachezza violenta.


Tre dei poliziotti intervenuti sul treno hanno riportato alcune ferite, fortunatamente non gravi, in seguito alla colluttazione originatasi con i nigeriani. Hanno pertanto avuto necessità di ricorrere alle cure del pronto soccorso, dove sono stati loro assegnati 6 giorni di prognosi.

Per quanto riguarda gli africani arrestati, nella giornata di ieri sono stati processati tramite giudizio direttissimo. Per loro una condanna a 18 mesi di reclusione.​​​​​​​

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