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O l'euro cambia o si esce"

Alien.

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Il colloquio con Ferrara
[h=2]Berlusconi sta con Libero:
"Dobbiamo sfidare la Merkel
O l'euro cambia o si esce"
[/h][h=3]"Il governo deve andare in Europa e convincere la Germania a rimettere in modo l'economia". Altrimenti ognuno per conto suo[/h]




Cambiare l'Europa, oppure uscire dall'euro. E' categorico, Silvio Berlusconi: mercoledì aveva già spiegato che il compito del governo Letta nelle prossime settimane sarà andare in Europa e imporre una linea meno rigorista, senza piegarsi ai diktat di Berlino. Oggi, in un colloquio con il direttore Giuliano Ferrara per il Foglio in edicola venerdì 7 giugno, e anticipato in parte sul sito del quotidiano d'opinione, va nel dettaglio. E a giudicare dall'anteprima, sono tanti i punti di contatto con la campagna/dibattito lanciata domenica scorsa da Libero con l'editoriale del direttore Maurizio Belpietro. Per tutta la settimana, il nosto quotidiano ha ricoradto che l'euro, così come concepito fino ad oggi, crea più problemi di quanti ne risolva. Soprattutto al nostro Paese. Finora parlarne, magari proponendo un'uscita ordinata dalla moneta unica, è stato un tabù. Ma la folle idea sembra sempre meno folle, alla luce della crisi che sta mettendo in ginocchio l'Europa.









 
[h=1]In 13 anni di euro la Germania ci ha fregato duemila miliardi[/h] [h=2]Grazie al cambio favorevole i tedeschi hanno rovesciato il tavolo dell’import-export: dal 1998 a oggi hanno incassato un bottino pari al nostro debito pubblico[/h]


04/06/2013

resizer.jsp








Il conto, un po’ brutale, fa impressione e sfiora i 2mila miliardi di euro. Stiamo parlando dell’avanzo della bilancia commerciale tedesca, calcolato nel periodo che va dal 1999 al 2012: in 14 anni di euro la Germania ha portato a casa un bottino incredibile. La differenza tra le esportazioni e le importazioni - indicatore che fino all’arrivo della moneta unica era in profondo rosso dalle parti di Berlino - ha assicurato all’economia tedesca un avanzo pari a 1.873,3 miliardi di euro. Facendo un raffronto tra la bilancia commerciale tedesca e quella italiana, salta fuori la «sconfitta» secca per il nostro Paese. Che con l’euro, nonostante l’export abbia tenuto botta (pure sotto i colpi della profonda recessione), ha invertito la rotta positiva assicurata dalla lira e ora segna un deficit. Ora l’Italia deve fare i conti con un disavanzo, calcolato nel periodo 1999-2012, di 351,5 miliardi di euro.

L’errore è all’origine. È il 1998. Si deve decidere il tasso di cambio delle valute europee: Berlino impone il valore del marco a tutto il Vecchio continente e - proprio grazie al cambio favorevole, insieme coi restrittivi parametri di Maastricht sui conti pubblici tarati su misura per la Germania - riesce in pochissimo tempo a rovesciare il tavolo dell’import-export.


CI HA FREGATO O CI SIAMO FATTI FREGARE.....?
 

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