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OMEOPATIA

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CHI COMANDA IN EUROPA ?


[h=1]Ora la Germania si compra tutti gli aeroporti della Grecia[/h] [h=2][/h]
La società tedesca AviAlliance vince il rinnovo delle quote del maggiore aeroporto di Grecia fino al 2046. E nel 2015 un'altra società aveva acquistato i diritti di altri 14 scali regionali

Ivan Francese - Ven, 02/06/2017 - 16:43
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Che molto del destino economico della Grecia dipendesse dalla Germania lo avevamo capito ormai da tempo.
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E l'ultima tappa di un processo articolato si concretizza nella presa d'acciaio dei tedeschi su tutti i maggiori aeroporti della repubblica ellenica.

Dopo l'acquisto dei diritti di gestione di 14 aeroporti regionali nel 2015 da parte della società tedesca Fraport, ora è la società aeroportuale tedesca AviAlliance a vincere il rinnovo della concessione per vent'anni dell'aeroporto di Atene. La società tedesca entra con il 40% delle quote (insieme al gruppo greco Copelouzos, al 5%) della società aeroportuale di Atene, l'Aia.

La AviAlliance, che possiede al 49% l'aeroporto di Amburgo e al 60% quello di Dusseldorf, gestirà fino al 2046 per una somma di 600 miliioni di euro. Una cifra molto importante in vista della scadenza di luglio, quando Atene dovrà pagare 7 miliardi di euro di crediti.

Con l'ingresso di AviAlliance nella gestione dell'Eleftherion Venizelos, i tedeschi gestiscono ormai gli aeroporti delle due maggiori città della Grecia, Atene e Salonicco, oltre a una serie di scali turistici strategici come quelli di Creta, Corfù e Rodi.

A
 
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QUESTO è DA ASCOLTARE E DA RIFLETTERE
 
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L'UOMO CHE VEDETE SI CHIAMA MAURO SACCARDI.È IL TABACCAIO CHE HA AFFRONTATO UN RAPINATORE ARMATO DI COLTELLO.PUR ESSENDO STATO FERITO DA DIVERSI FENDENTI È RIUSCITO A BLOCCARE IL RAPINATORE E A CONSEGNARLO ALLA POLIZIA.ONORE A QUEST'UOMO. .
 
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>>Di seguito l'articolo (tradotto in italiano) che il giornale britannico The Times ha dedicato al "Costituzione coast to coast tour" di Alessandro Di Battista<<<

In un Paese in cui i politici sono più spesso insultati che riveriti, c’è un parlamentare che quest’estate sta ricevendo un’accoglienza da rockstar, accoglienza che i suoi rivali possono solo sognare, durante il suo tour in motorino in giro per le località di vacanza.
Quando Alessandro Di Battista, 37 anni, membro di spicco del movimento anti-establishment M5S, è entrato in moto a Desenzano del Garda, centinaia di studenti, genitori, pensionati hanno iniziato a cantare il suo nome e urlare “onestà, onesta”, mentre una donna ha persino urlato: “Sei meraviglioso”.
Il benvenuto riservato alla nuova stella M5S in tante piazze stracolme è sufficiente a far venire gli incubi a Matteo Renzi. Di Battista porta avanti il suo tour per condannare il Sì al referendum che Renzi ha programmato per novembre, allo scopo di togliere al Senato i suoi poteri. Il primo ministro ha minacciato le dimissioni se non passeranno le sue riforme, secondo cui il potere legislativo dovrebbe restare alla Camera, in modo da ottimizzare l’attività dell'inerte governo italiano.

Gli analisti di mercato temono che se Renzi andasse via, lo stallo politico, combinato con l’enorme debito, la crisi del settore bancario e l’economia stagnante, riporterebbe l’Europa vicina a una dissoluzione in stile Grecia. Molti parlamentari M5S e anche Di Battista vogliono invece che l’Italia lasci l’euro e torni alla lira. Il referendum, in bilico secondo i sondaggi, potrebbe scoppiare in faccia a Renzi e Di Battista dall’altra parte sta accendendo la miccia, grazie ai 150mila italiani che spera di intercettare nelle 26 località toccate in questo mese. Senza dimenticare le centinaia di migliaia di persone che lo raggiungono sulla sua pagina Facebook con 1,1 milioni di fan.

Scendendo dal motorino con jeans e polo, Di Battista ha dimostrato velocemente che ha lo stesso carisma oratorio del fondatore M5S, Beppe Grillo, che ha fatto un passo indietro rispetto ai riflettori nel momento in cui sono emersi i nuovi leader, tra cui lo stesso Di Battista. Descrivendo Renzi come un buffone, egli ha svelato modi e ragioni per cui è possibile accelerare il processo legislativo senza privare gli taliani del loro diritto a scegliere i senatori. “I politici lavorano soltanto martedì e mercoledì, basterebbe farli lavorare dal lunedì al venerdì come facciamo tutti noi. Quando dibattono sulle leggi contro la corruzione ci mettono anni, invece in 20 giorni si votano il finanziamento ai partiti”.

Rimangono dubbi certi temi eccentrici del M5S, come quando Di Battista sostiene con forza retorica che i massoni e JpMorgan hanno tramato per far cancellare il Senato e paralizzare la democrazia italiana. Tuttavia il M5S ha rubato la scena a Renzi. Tra la folla presente al Lago di Garda c’è pure Valentina Barbieri, 19 anni, studentessa di arte: “Di Battista parla in modo chiaro e onesto, per far capire anche ai giovani. Un caso molto raro tra i nostri politici”.

Altri presenti di mezza età dichiarano di essersi allontanati dalla Lega e avvicinati al M5S, segno di una capacità di attrazione che investe tutto lo spettro politico.
“Gli italiani non ne possono più dell’arroganza di Renzi”, ha detto Di Battista al The Times mentre si univa ad attivisti locali per una pizza dopo gli incontri. Ha spiegato infine di non avere paura che una vittoria del no possa spingere i mercati a mettere di nuovo l’Europa sull’orlo del precipizio: “In Italia chiudono 100mila imprese all’anno. La crisi economica c’è già e non possiamo essere ricattati dai mercati”.
 
Morta in sala operatoria
La Procura indaga 7 medici


Nei guai non solo i sanitari dell’intervento, anche chi la seguiva


ROVIGO Sette i medici dell’ospedale del capoluogo indagati per il decesso di martedì mattina dell’imprenditrice agricola Alessandra Braga, una 42enne di Cavarzere (Venezia) che non ha superato un intervento di routine e non urgente alla tiroide. Indagati per omicidio colposo tre chirurghi, due anestesisti e altrettanti cardiologi. Si tratta non solo dei professionisti che hanno realizzato l’intervento martedì mattina nel reparto di Otorinolaringoiatria del «Santa Maria della misericordia », ma anche i medici che hanno seguito la donna dopo l’operazione che aveva avuto nell’aprile 2016 sempre all’ospedale di Rovigo per un’insufficienza acuta al cuore.

Allora era emersa la patologia alla tiroide, tenuta sotto osservazione perché dopo l’intervento di 13 mesi fa Alessandra Braga per un anno aveva dovuto assumere dei farmaci antitrombotici. Una risposta sulle cause del decesso è attesa dall’autopsia della 42enne imprenditrice agricola che potrebbe essere eseguita già domani.

Per ora, i familiari della Braga non hanno presentato un esposto formale in Procura, ma si apprestano a farlo. Riguardo all’inchiesta avviata dalla Procura rodigina Antonio Compostella, direttore generale dell’Usl 5, parla di «atto dovuto che comunque permetterà ai nostri medici di interloquire, nel corso dell’autopsia, con le dovute osservazioni attraverso i loro consulenti ». Prima di procedere a qualsivoglia provvedimento disciplinare nei confronti dei sette medici indagati, Compostella dichiara di voler attendere il risultato dell’indagine interna dell’Usl 5 sul decesso di martedì mattina.

Risultato che potrebbe arrivare già oggi. «Se verrà confermato - spiega Compostella - quanto emerso dai nostri primi accertamenti ovvero che martedì mattina è avvenuto un fatto imponderabile e imprevisto, non sarà necessario procedere con eventuali provvedimenti di natura disciplinare». Alessandra Braga, stando al resoconto fornito dallo stesso direttore generale dell’Usl 5, martedì mattina in ospedale a Rovigo ha affrontato un intervento alla tiroide routinario. Uno di quelli che vengono eseguiti in media una volta a settimana all’ospedale rodigino. L’anestesia è stata eseguita senza problemi. Anche l’intervento chirurgico alla tiroide di cui necessitava la 42enne di Cavarzere si è risolto in un’ora circa come da prassi. Al momento di suturare la ferita il cuore della donna, che è sempre stata intubata, ha improvvisamente diminuito i battiti in maniera drastica. Sono così partite le manovre di rianimazione, con massaggio cardiaco e somministrazione dei farmaci, durate circa un’ora. Alle 11.10, col cuore ormai fermo, è stato dichiarato il decesso.

11 maggio 2017


http://corrieredelveneto.corriere.it...67816215.shtml


COME SI VEDE NON SOLO ERRORI IN OMEOPATIA O NO ?

ALLORA ?

BELLO PARLARE DI VACCINI ,OMEOPATIA MA PER DISTRARRE CHI "BEVE" PER NON FAR NULLA SU LAVORO,ASSISTENZA SANITARIA,TAGLI,FORZE DELL'ORDINE,GIOVANI,BANCHE CHE TI MANDANO SUL LASTRICO E TI "TOLGONO"I TUOI RISPARMI CON INGANNO ECC.GUARDA DI NON UBRIACARTI.:p
 
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[h=6]SANITÀ[/h] [h=1]Indagine interna al Cardarelli
Scoperte decine di falsi referti,
tre medici finiscono nei guai[/h] [h=2]Radiografie e relazioni non coincidenti nel reparto di ortopedia[/h] di Raffaele Nespoli114
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Referti contraffatti e prestazioni mediche a pagamento. A portare allo scoperto una cricca del malaffare è un’indagine avviata dalla direzione strategica del Cardarelli sulla base di segnalazioni ricevute nei mesi scorsi da parte di alcuni pazienti. Così, dopo una serie di verifiche incrociate e un’indagine interna supportata anche dal primario di radiologia del pronto soccorso, la direzione generale dell’ospedale ha individuato la responsabilità di un ortopedico e di almeno due radiologi. Medici ai quali ieri sono stati trasmessi i provvedimenti di contestazione dei fatti emersi e di avvio di un’istruttoria per un procedimento disciplinare. Tutto nasce dalla segnalazione di una paziente alla quale sarebbero stati richiesti soldi per una visita di controllo post operatoria realizzata in una delle ortopedie. Una tariffa di 150 euro, anzi 140 visto lo sconto per non aver chiesto ricevuta fiscale.





Tornata a casa, contrariata per quanto accaduto, la donna ha pensato di informare la direzione generale dell’ospedale. Forse anche con il timore che la sua segnalazione si sarebbe persa tra mille altre carte. Quella segnalazione invece dev’essere stata presa in grande considerazione del direttore generale Ciro Verdoliva, che del resto al suo insediamento aveva da subito chiarito di voler «valorizzare le eccellenze e tagliare i rami secchi». Iniziati i controlli e le verifiche la faccenda si è rivelata più articolata di quanto si potesse credere. Scoperchiato il vaso di Pandora sono spuntati anche diversi referti radiologici contraffatti. In pratica sono state trovate delle discordanze tra i referti radiologici e le relative immagini radiografiche. Accertamenti richiesti dallo stesso ortopedico coinvolto nella segnalazione della paziente e firmati sempre da medici del cardarelli.

Lecito credere che l’intervento della direzione generale abbia acceso i riflettori su un giro di malaffare che negli anni avrebbe portato ad un danno importante per le casse dell’azienda e probabilmente anche per qualche compagnia assicurativa. Su piste simili si sono mosse le indagini che hanno coinvolto il Loreto Mare, dove i carabinieri del Nas – solo qualche settimana fa - hanno sequestrato l’archivio radiologico. Per non parlare dello scandalo dei furbetti del cartellino che ha visto coinvolti più di 90 dipendenti dello stesso nosocomio. Sempre su impulso della direzione strategica del Cardarelli a gennaio il Nas aveva scoperto con le mani nella marmellata, anzi sugli stupefacenti, un anestesista. Il medico è poi stato deferito al consiglio di disciplina dell’ospedale e l’istruttoria è arrivata ormai alle battute finali. In quell’occasione Verdoliva aveva sottolineato il grande lavoro congiunto e tempestivo tra procura di Napoli e Carabinieri del Nas.

Fondamentale «perché – aveva detto – perché fa capire a tutti i “furbetti” che siamo vigili e che ci sono gli strumenti per approfondire quei comportamenti presumibilmente deviati che mortificano il grande impegno che migliaia di professionisti svolgono ogni giorno al servizio dei pazienti per una sanità migliore». Questa nuova vicenda dimostra invece che di “furbetti” pronti a delinquere sulla salute dei pazienti ce ne sono ancora tanti e che al Cardarelli l’attenzione è sempre altissima. Nessun dubbio che anche questa volta la Procura sarà informata. Anzi, conoscendo la determinazione nel debellare il malaffare da parte della direzione generale, forse c’è già attenzione al caso.

15 aprile 2017 | 18:16
 
[h=1]Morta dopo l’operazione, sette medici indagati[/h]
La paziente, del 1941, è stata prima in ortopedia a Vipiteno e poi trasferita d’urgenza a chirurgia vascolare a Bolzanodi Mario Bertoldi[h=1]Tags[/h]
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BOLZANO. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di accusa di omicidio colposo a seguito del decesso di una donna altoatesina sottoposta ad intervento chirurgico nel novembre scorso all’ospedale di Vipiteno e poi deceduta dopo essere stata trasportata in condizioni molto gravi all’ospedale di Bolzano dopo un problema vascolare sorto durante l’intervento. Le indagini sono ancora alla fase preliminare ma la magistratura ha disposto l’iscrizione sul registro degli indagati di sette medici ospedalieri, quattro dell’ospedale di Bolzano e tre in servizio all’ospedale di Vipiteno.

La vittima è una donna altoatesina di 75 anni sottoposta ad un intervento chirurgico nel reparto di ortopedia dello’ospedale di Vipiteno per la stabilizzazione di due vertebre. In sostanza alla donna avrebbero dovuto essere applicate alcune placche per la stabilizzazione di due vertebre che rendevano molto problematico alla paziente camminare e muoversi.

Anche il più semplice degli interventi chirurgici può ovviamente nascondere delle insidie. In questo caso, comunque, non si può dire che si trattasse di un intervento semplicissimo. La fissazione di alcune placche è un intervento chirurgico che punta a ottenere la stabilizzazione della colonna vertebrale ed eventualmente a risolvere la compressione delle strutture nervose quando presenti.

Per ottenere questi risultati si ricorre all'uso di mezzi di sintesi: si tratta di elementi realizzati in materiali di avanguardia utilizzati per ristabilire il giusto allineamento delle vertebre interessate. L'intervento in alcuni casi è guidato da un neuronavigatore, una sorta di "Gps" che grazie ad una mappa anatomica molto precisa guida la mano del chirurgo. Prima e durante l'intervento, infatti, viene eseguita una mappatura dettagliata delle strutture coinvolte. Per il momento non si sa come sia stato effettuato l’intervento. Resta il fatto che proprio durante l’intervento è stata provocata una lesione vascolare che in un primo tempo è stata affrontata dagli stessi chirurghi di Vipiteno.

La situazione ha però ben presto evidenziato situazioni problematiche. Le condizioni della paziente sarebbero peggiorate in poche ore, al punto che i sanitari la mattina successiva ne hanno disposto il trasferimento d’urgenza all’ospedale di Bolzano ove la donna è stata affidata al reparto di chirurgia vascolare ove la paziente è poi stata sottoposta a tre interventi che però non hanno avuto esito positivo. Anzi la donna, le cui condizioni generali di salute non sarebbero state buone, dall’ultimo intervento non si è più ripresa ed è deceduta.

A denunciare possibili responsabilità colpose da parte dei chirurghi ed altri medici intervenuti non è stata la famiglia della paziente ma la direzione sanitaria dell’Asl che ha ritenuto necessario segnalare la vicenda alla Procura della Repubblica. L’inchiesta è partita a novembre. I funerali della paziente deceduta non si sono ancora svolti perché è molto probabile che la Procura chieda al giudice delle indagini preliminari di disporre l’autopsia e una perizia necroscopica con incidente probatorio il cui esito, probabilmente, deciderà l’esito del procedimento. In questo contesto la Procura ha iscritto

sul registro degli indagati sette medici, cioè tutti coloro che sono intervenuti a livello sanitario nella drammatica vicenda. Si tratta di un atto dovuto che permetterà a tutti gli indagati di nominarsi un avvocato e di avere titolo di seguire l’esame autoptico con propri consulenti.


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