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[h=3]"Le abbiamo sfondato la vagina"...e poi le risate. Le intercettazioni CHOC che inchiodano i medici[/h]
22.04.2016




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Non si placa l'orrore emerso dalle indagini sugli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria e sui medici e operatori sanitari dei reparti di neonatologia, ginecologia e anestesia, che ieri hanno portato all'arresto di quattro ginecologi e all'interdizione dall'esercizio della professione per dodici mesi di altre sette persone. Come se non bastassero le accuse, ora arrivano le intercettazioni (pubblicate dal Dispaccio) a rendere ancora più raccapricciante la vicenda e qualificare la vera natura dei medici coinvolti; in primis il primario facente funzioni Alessandro Tripodi, nipote dell'avvocato Giorgio De Stefano, considerato uomo forte dell'omonimo clan di ‘ndrangheta. Tripoldi, sempre stando agli ascolti riportati nel pezzo firmato da Claudio Cordova, se la ride beatamente quando ricorda i clamorosi errori commessi dai suoi colleghi nei confronti delle pazienti. Va ricordato che il medico è agli arresti domiciliari.

Medici arrestati
Tra le accuse nei suoi confronti quella di aver organizzato, a sua insaputa, l'aborto della sorella perché sospettava che il feto avesse anomalie cromosomiche. Ai domiciliari ci son pure l’ex primario Pasquale Vadalà e i ginecologi Daniela Manuzio e Filippo Saccà. Sono stati interdetti dall’esercizio della professione medica anche i ginecologi Salvatore Timpano, Francesca Stiriti, Antonella Musella, gli anestesisti Luigi Grasso e Annibale Maria Musitano, il responsabile dell’ambulatorio di neonatologia Maria Concetta Maio e l’ostetrica Pina Grazia Gangemi. Nel registro degli indagati sono stati invece scritti i nomi dei medici ginecologi Massimo Sorace, Roberto Rosario Pennisi, l’ostetrica Giovanna Tamiro e Antonia Stilo.

Le intercettazioni


Tripodi racconta ridendo di essere scappato dall'ospedale con una scusa, quando al primario Vadalà è morto un neonato. Il primo decide di spegnere il cellulare nel timore che il secondo lo facesse rientrare in reparto dopo il drammatico evento. Questa che segue è la conversazione di Tripoldi con la moglie:

TRIPODI: "ehi… eh niente, gli è morto un bambino quà… A VADALÀ E ALLA MANUZIO …omissis… ho chiuso il cellulare apposta, cretina, perché sennò mi chiamava in continuazione Vadalà eh…omissis.. e infatti me ne sono andato subito (ma fuia subutu) (n.d.r. ride)…".

In un'altra conversazione, con un linguaggio quantomeno pittoresco, parla con spregio delle sofferenza della paziente. L’interlocutore è Daniela Manuzio, anch’essa agli arresti:

TRIPODI: minchia non sai che è successo, stanotte l'ira di Dio;

MANUZIO: eh? e di chi?;

TRIPODI: allora, quella lì, eh, di Timpano, che gli ha sfondato la vagina;

MANUZIO: eh;

TRIPODI: eh, allora, lo sai, ha la vescica aperta, (RIDE……RIDE…..RIDE);

MANUZIO: eh;

TRIPODI: allora dal drenaggio esce urina .. te la ricordi a [Omissis]? Era oro…..mi ha chiamato Pina Gangemi…dottore vedete se potete venire che qua c'è l'ira di Dio…ride….ride che oggi……….2 litri di urina dal drenaggio (ride)…..in pratica…sono andato…. la vescica era aperta….l'hanno suturata in triplice stato…..".

In una altre delle intercettazione pubblicata da Il Dispiaccio, Tripoldi racconta alla collega Francesca Stiriti di come alcuni colleghi, durante un intervento per un carcinoma dell'endometrio, si siano ritrovati "con l'utero in mano".

TRIPODI: ma, si sono messi l'altro giorno a fare un'isterectomia

STIRITI: come come?

TRIPODI: si sono messi l'altro giorno a fare un'isterectomia per via vaginale, per un carcinoma dell'endometrio

STIRITI: eh

TRIPODI: e gli è rimasto l'utero nelle mani (ride)

STIRITI: gli è restato l'utero nelle mani?

TRIPODI: Allora! stava morendo la paziente, scioccata
La chiosa della ginecologa è esemplificativa dello stato di poca professionalità dei medici degli Ospedali Riuniti: “Che scempio, poverino chi ci capita” dice la Stiriti.

Un sistema "per salvarsi il culo"
Il gip Antonino Laganà parla di “bollettino di guerra” nell’ordinanza di custodia cautelare da cui emerge il sistema adottato dai medici per “salvarsi il culo”. Al centro dell’inchiesta dalle Fiamme Gialle, denominate inequivocabilmente’ Mala Sanitas’, ci sono anche le irreversibili lesioni di un altro piccolo paziente dichiarato invalido al 100%. A conferma della tesi accusatoria, il gip evidenzia un’altra intercettazione di Tripodi: “Vabbè loro cercheranno di occultare il fatto che non sono riusciti ad intubarlo.
Speriamo che non abbia danni. Mah, comunque cazzi loro!


Noi sicuramente non c’entriamo niente“. Una vicenda tenuta nascosta, sottolinea sempre l’accusa, persino alla madre del piccolo (che oggi ha 5 anni). La donna, sentita dal pm durante l’inchiesta, ha addirittura avuto parole di gratitudine nei confronti del reparto di neonatologia: “Ha ricevuto le cure necessarie e, a mio avviso, i medici di quel Reparto sono stati bravissimi, a differenza di quelli di ostetricia che, a mio avviso, mi hanno trascurata”.



IL PROBLEMA è CHE CI STIAMO ABITUANDO A TUTTO...SIAMO SENZA MEMORIA.
 

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