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Marche, marito e moglie si uccidono
e il fratello della donna si getta in mare


Secondo gli inquirenti: «Il gesto per difficoltà economica»

Una famiglia sterminata. Prima marito e moglie che si sono impiccati in casa. Poi il fratello della donna si è gettato in mare. Tragedia a Civitanova Marche. I corpi della coppia sono stati trovati dai vicini di casa che hanno avvisato i carabinieri. Poi il cognato ha deciso di farla finita. Secondo gli inquirenti si è trattato di un suicidio a causa delle difficoltà economiche.

LA COPPIA- Secondo un prima ricostruzione i due si sarebbero impiccati. L'uomo, era un esodato di 62 anni e lei, una pensionata di 68, entrambi senza più un lavoro. Troppo poco per le spese quotidiane e l'affitto di casa. I due non avevano figli. Sempre secondo quanto si apprende, la coppia avrebbe lasciato sull'auto di una vicina di casa un foglio con su scritto «Scusaci per quello che abbiamo fatto». Sulla morte della coppia stanno indagando i carabinieri, che al momento tengono uno strettissimo riserbo.

IL FRATELLO- Intanto anche il fratello della donna si è tolto la vita. Il corpo dell'uomo è stato ripescato nelle acque antistanti il molo sud del porto di Civitanova: anche lui è un pensionato, 73 anni, con un passato da operaio nel settore calzaturiero. Viveva nell'abitazione adiacente a quella della coppia. Secondo quanto si è appreso, quando l'uomo è arrivato sul luogo del duplice suicidio, non avrebbe retto al dolore.

Redazione Online



VOI SAPETE CHI E IL MANDANTE?


 
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vedo che hai capito benissimo Natale54........ma nessuno si espone...se fossimo tutti uniti non sarebbe così.Grazie per il tuo intervento.


Suicidi di Civitanova, Boldrini contestata
«Faceva meglio a non venire»


Dure parole della sorella di Maria Dionisi che si è tolta la vita con il marito e il fratello


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Laura Boldrini (De Rose)
La presidente della Camera, Laura Boldrini, al suo arrivo al Comune di Civitanova Marche dove si è svolta una riunione aperta in memoria di Romeo Dionisi, Anna Maria Sopranzi e il fratello di lei Giuseppe, morti suicidi perché non riuscivano ad arrivare a fine mese, è stata contestata da alcune persone. Qualcuno tra la folla l'ha però anche applaudita. CRITICHE - Critiche alla Boldrini sono arrivate anche dai familiari delle vittime. «Faceva meglio a non venire». Questa infatti è la frase che la sorella di Dionisi, una delle vittime, ha pronunciato all'arrivo della Boldrini. Uno sfogo, quello dei parenti, confermato da più fonti. I conoscenti intanto ripetono che nessuno aveva capito il loro dramma: «li ha uccisi la dignità». Lo sfogo della sorella di Romeo Dionisi contro Laura Boldrini è stato rivolto al personale del servizio di sicurezza della Camera che stava facendo un sopralluogo in vista della visita della presidente.

LA REPLICA - «Bisogna dare più misure di protezione sociale in un momento in cui la crisi è pesante» ha spiegato successivamente la presidente della Camera. «Ero nelle Marche quando ho saputo e non potevo non venire. È una tragedia che ha sconvolto il Paese».

Redazione Online6 aprile 2013 | 13:44

«li ha uccisi la dignità»?forse è un opinione di chi ha fatto l'articolo:ma di fondo vi è la vigliaccheria e la paura di dire che è omicidio di Stato.

Noi cittadini non abbiamo fatto questa crisi ma chi è stato al potere politico ,allora perchè dobbiamo pagare NOI?
Questo è abuso di potere.
 
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ora se foste persone curiose andreste a vedere" cause fluoro su acque potabili"oppure i nazisti immeteva fluoro su acque potabili".
se ne avete voglia ovvio....
 
L'unica cosa che deve fare il sistema, o stato che dir si voglia, è rimuovere le cause che originano tragedie come questa di Civitanova. Stop, tutto il resto sono baggianate e aria fritta di cui non ce ne può fregar di meno. Se il sistema crea i mostri, a pagarne le conseguenze sia lo stesso, non certo i popoli e le nazioni.
 
già e come?Forse con mia sorella ghigliottina se si innamorano ....perdono la ..........testa.?


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Già, siamo Italiani, ma il peggio è che poi la ghigliottina ce l'hanno loro...anche la più nobile rivoluzione diventa conservazione. E' un dilemma apparentemente senza soluzione, ahinoi.
 
la soluzione l'avevano in mano abbiamo dato il voto a gente sbagliata i soliti noti PL e PDL .Sono loro che ci hanno ridotti così



La nuova stangata di Natale
resizer.jsp

[h=1]Tares, Iva e aumento dell'Imu Fisco record: pressione al 52%
[/h] Prima del voto tutti volevano abolire l'imposta sugli immobili, che invece crescerà. Con le nuove gabelle, a dicembre sborseremo 14,7 miliardi


di Sandro Iacometti

Che le tasse fossero aumentate lo avevamo capito un po’ tutti. Soprattutto quando, alla fine dello scorso anno, siamo stati costretti a girare la nostra tredicesima quasi per intero nelle casse del fisco. Ma la percentuale snocciolata ieri dall’Istat era difficile da immaginare. Nel quarto trimestre del 2012 la pressione fiscale ha raggiunto il livello monstre del 52%. Il che significa, considerato il sommerso, che gli italiani hanno dovuto versare all’erario una quota superiore al 60% dei redditi. Si tratta di un record assoluto. Provocato, inutile dirlo, dalla concentrazione negli ultimi mesi dell’anno dalla raffica devastante di tasse introdotta dal governo Monti per far quadrare i conti. A pesare di più sulle tasche degli italiani è stata l’ultima rata dell’Imu, che da sola, grazie al conguaglio finale con le aliquote maggiorate dai Comuni, ha prodotto un flusso di risorse verso il ministero dell’Economia di 13,5 miliardi costituendo la quasi totalità dell’avanzo di 14,1 miliardi registrato a dicembre dal settore statale.
Complessivamente, la bomba natalizia si è aggiunta agli altri balzelli disseminati durante tutto il 2012 e ha portato la pressione fiscale totale al 44%, l’1,4% in più rispetto al 2011. Ma le cattive notizie non sono affatto finite. Tutto infatti lascia prevedere che il 2013 sarà ancora peggio. E la mazzata arriverà, ancora una volta, sotto Natale, giusto in tempo per mangiarsi tutta la tredicesima. Oltre all’Iva, che senza interventi legislativi, balzerà dal 21 al 22% il prossimo luglio, il peso maggiore arriverà dalla tassazione sulla casa, in barba alle promesse elettorali di tutte le formazione politiche, che prevedevano la riduzione o l’abolizione delle patrimoniali sulle abitazioni.
La novità del 2013 sarà la Tares, che, tanto per essere chiari, peserà più dell’Imu sulla prima casa. Il balzello si inizierà a pagare a maggio in tre rate (maggio, settembre e dicembre) e in media costerà ai contribuenti 305 euro a fronte dei 225 euro medi dell’imposta sull’abitazione. Secondo uno studio della Uil per le famiglie la nuova tassa sui rifiuti porterà aumenti medi di circa 80 euro rispetto ai 225 euro medi pagati nel 2012 con la vecchia Tarsu o Tia. L’aumento si aggiunge a quello già verificatosi rispetto al 2011 (+ 2,4%) e agli ultimi 5 anni (+ 14,3%). Se per le famiglie l’aumento medio della Tares sarà del 37,5%, il gettito complessivo dei Comuni e dello Stato crescerà del 23,8%, passando da 7,6 miliardi del 2012, 9,4 miliardi di quest’anno. La stangata sulla casa, tra Imu (abitazione principale e altri immobili) e Tares, dunque, peserà quest’anno 916 euro medi, mentre il gettito complessivo ammonterà a 33,1 miliardi. In questo scenario, la trovata del governo di posticipare a dicembre la maggiorazione della parte dei servizi indivisibili dei Comuni (30 centesimi al mq per tutti che possono diventare 40 centesimi), non farà che rendere devastante l’ingorgo fiscale. Alla fine dell’anno, infatti, spiega il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, tra saldo Tares e Imu (abitazione principale e altri immobili), il peso per le famiglie sarà di oltre 14,7 miliardi (11,8 miliardi Imu e 3,9 miliardi Tares). Per le famiglie, il saldo di fine anno significherà un esborso medio pro capite di 426 euro, che si aggiungono ai 490 euro pagati nel corso dell’anno, con gli anticipi.

Il tutto ad invarianza di aliquote. E qui potrebbe arrivare un’altra spiacevole sorpresa. In base alla manovra salva Italia, infatti, comuni dovrebbero approvare le aliquote Imu entro il 23 aprile. La legge di stabilità ha però rinviato al 30 giugno l’approvazione dei bilanci preventivi. In tutto questo, mancano ancora i dati definitivi del gettito 2012 ad aliquote standard, necessari per determinare le risorse da versare o ricevere nel fondo di solidarietà per il 2013. Il rischio più che concreto è che, per non sbagliare e prevenire brutte sorprese, considerato il caos, i comuni alzino ulteriormente l’Imu, sferrando il colpo finale ai contribuenti.

i serpenti cambiano pelle ma non le prede:::Noi


 
[h=1]Strage di Stato[/h] [h=2]Uomini e donne si tolgono la vita non solo per disperazione, ma anche per un eccesso di dignità. Preferiscono la morte al disonore di non poter fare fronte agli impegni col fisco


Ancora suicidi. Uomini e donne che si tolgono la vita: non solo per disperazione, ma anche per un eccesso di dignità. Preferiscono la morte al disonore di non poter fare fronte agli impegni coi fornitori e col fisco.


Già, il fisco. Si deve sapere che la pressione fiscale, nell'ultimo trimestre 2012, per effetto dell'Imu è salita al 52 per cento. I cittadini che riescono a sopportarla sono eroi, quelli che non ce la fanno scelgono il martirio, anzi, vi sono indotti.
Qualcuno in passato, avendo forse le idee annebbiate, disse incautamente che le «tasse sono belle». Trascurò di precisare che semmai sono necessarie e, in una certa misura, giuste. Ma se superano il 50 per cento del reddito, molti cittadini si rivolgono a Caronte pur di non trattare con i funzionari di Iniquitalia. Significa che le imposte e la pena capitale sono sorelle.
Urge intervenire per ridurle entro limiti umani. A chi tocca farlo? Agli amministratori della cosa pubblica, allo Stato, che non è un ente astratto, ma è rappresentato dai signori della politica eletti di volta in volta per guidarlo nell'interesse collettivo. È del tutto evidente che essi, almeno nell'ultimo trentennio, hanno fallito. Ne conosciamo i volti e i nomi. Sono personaggi noti, alcuni stanno ancora lì a menare il torrone, lottano con accanimento per conservare il potere di dissanguarci. Lungi dal vergognarsi, si danno arie da grandi economisti, se la tirano da esperti di conti, concionano, litigano tra loro per accaparrarsi poltrone. Se invece di essere responsabili di ministeri lo fossero di aziende private, sarebbero a marcire in galera.
La nostra non è un'esagerazione ispirata al più vieto qualunquismo (di cui populismo è diventato un sinonimo). È una riflessione suggerita dalla realtà sotto gli occhi di ogni italiano. Qualsiasi impresa, piccina o grandissima, se ha il bilancio eternamente in passivo, se incassa meno di quanto spenda, e non ha i soldi per pagare i creditori, salta per aria, e il titolare porta i libri in tribunale e chiede il concordato. Se lo ottiene, dimostrando di avere i requisiti, se la cava (si fa per dire). Altrimenti il giudice dichiara fallimento, e spesso non finisce qui.
Talora scatta la bancarotta, un reato grave. Talaltra scatta di peggio: bancarotta fraudolenta, reato gravissimo punito con l'arresto e, quindi, il carcere. Sarebbe il caso dello Stato. Il quale ha debiti per circa 100 miliardi con varie ditte. È insolvente da anni. Ha costretto artigiani e industriali a chiudere bottega. Discrimina i creditori: alcuni li paga, altri no e li fa sospirare. Per esempio: versa regolarmente i compensi ai dipendenti, ai consulenti, agli onorevoli e ai senatori, dispensa contributi a fondo perduto, ma non salda le fatture relative a servizi e forniture che, secondo la legge, andrebbero liquidate entro 60 giorni.
Non è consentito dal codice privilegiare un creditore e penalizzarne un altro. Lo Stato se ne frega: chi fa le leggi è il primo a non rispettarle, ma pretende - a suon di sanzioni - che i cittadini le rispettino alla lettera. Ecco perché abbiamo parlato di bancarotta fraudolenta. Ancora un esempio: i folli rimborsi elettorali ai partiti vengono versati sull'unghia, pronta cassa. Viceversa le spettanze degli imprenditori sono congelate. Perché? Lo Stato non ha soldi. Non li ha per le aziende fornitrici, ma ne ha tanti per rimborsare ai partiti spese che non hanno neppure sostenuto, e per le quali non esiste l'obbligo di esibire alcun giustificativo.
Se oltre che a Berlino ci fosse un giudice anche a Roma, gli amministratori pubblici dovrebbero essere inquisiti e, volendo adottare nei loro confronti le stesse norme applicate rigorosamente ai titolari d'impresa, subire l'orrenda detenzione cautelare, cui si ricorre quando si tema la reiterazione del reato, l'inquinamento delle prove e la fuga dell'indagato.
Perché due pesi e due misure? Perché i ministri hanno licenza di commettere impunemente bancarotta fraudolenta mentre l'amministratore delegato di una società per azioni lo ammanettano immediatamente, poi si vedrà? Un motivo ci sarà. Forse i «padroni» dei dicasteri, a differenza del ragionier Rossi, maneggiano i nostri quattrini, notoriamente considerati come quelli delle puttane.





[/h]cosa cambia tra strage di stato e omicidio di stato....strage è molto più grave....ma sono sempre persone o numeri?



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[h=2]vanno recuperati i 20 miliardi sottratti alla banca»[/h] [h=1]Grillo: «Mps, Rossi si è buttato (o lo hanno buttato?), ma non sarà l'ultima vittima»[/h] [h=3]Il leader del M5s: «E' calata una cappa, la vox populi senese dà per certo che Rossi non sarà l'ultima vittima»[/h]
Un ritorno alla campagna elettorale. Questo sembra essere il senso dell'ultimo messaggio contenuto nel blog di Beppe Grillo. «Da quando, David Rossi si è buttato (lo hanno buttato?) dalla finestra di un ufficio dell'Mps dopo una lunga telefonata, sulla città è calata una cappa che si taglia con il coltello. Qualcuno si chiede chi sarà il prossimo, la vox populi senese dà per certo che Rossi non sarà l'ultima vittima» scrive il leader del Movimento 5 Stelle.

SILENZIO - Grillo denuncia inoltre il «silenzio» calato sulla vicenda del Monte dei Paschi di Siena che a suo avviso «deve essere nazionalizzata». Va inoltre avviata, dice sul suo blog, una azione «per il recupero dei venti miliardi sottratti alla banca» e annuncia: «il MoVimento 5 Stelle parteciperà alle elezioni comunali» nella città.

Redazione Online


ora se i Senesi non son grulli sanno cosa fare speriamo......
 
Doppio suicidio nelle marche (BHE VERAMENTE TRIPLO SUICIDIO SONO STATI IN TRE NON DUE)

La Boldrini contestata ai funerali: "faceva meglio a non venire"


Non è stata accolta bene la presidente della Camera Laura Boldrini a Civitanova Marche dove si terranno i funerali dei due coniugi, Romeo Dionisi e Annamaria Sopranzi, che si sono suicidati, insieme, a causa dei gravi problemi economici che li opprimevano. Il lutto cittadino però non blocca la polemica. Una tragedia che trova il proprio capro espiatorio nella classe politica odierna. Pochi applausi e molta contestazione soprattutto nei confronti dell'ex portavoce delle Nazioni Unite, secondo alcune indiscrezioni pare che la sorella del defunto Dionisi abbia commentato con parole dure la vista del presidente: "Faceva meglio a non venire". La Boldrini non ha rilasciato interviste ma solo un "Ci tenevo ad essere qui, è una tragedia immensa".




Le morti della crisi. Oltre 500 suicidi nel 2012 per motivi economici


ROMA - Secondo quanto diffuso da Comitas, l`associazione delle microimprese italiane, il numero complessivo dei suicidi in Italia non è in aumento rispetto agli anni passati, anzi è in diminuzione. Tuttavia ad aumentare sono i suicidi che hanno alla base una motivazione di tipo economico. Un dato allarmante che preoccupa l'associazione.


Le cifre ufficiali - si legge in una nota - non evidenziano che nel 2012 sono stati «più di 500 i suicidi legati a fallimenti, perdita del lavoro, o difficoltà economiche di varia natura che hanno portato a compiere un gesto così tragico. Circa duemila suicidi sono genericamente attribuiti a motivazioni psichiche e varie; da un approfondimento su cento di questi è chiaramente emerso che, almeno per il 18% dei casi, la causa economica
scatenante e connessa non è stata conclamata anche per pudore delle famiglie. Da qui si può affermare che i suicidi economici potrebbero addirittura superare i 500 casi nel 2012».
Un dato, prosegue Comitas, «particolarmente preoccupante e che non fa ben sperare per il 2013, anno che si preannuncia durissimo per migliaia di piccole e micro attività italiane». Da notare, afferma l'associazione delle microimprese, come il fenomeno sia prettamente maschile: pur aumentando in Italia il numero delle donne imprenditrici, i casi di suicidio per motivi economici sono un quinto e prevalentemente legati a donne sole che perdono il lavoro; «questo - sostiene Comitas - dimostra che le donne hanno maggiore forza e capacità nel reggere lo stato di vergogna» prodotto dai fallimenti economici.
Comitas ha rilevato che «il 22% delle aziende che falliscono potrebbe essere salvato in un mercato pulito, cioè corretto, dove i pagamenti dei debitori e le sentenze dei giudici avessero tempi certi e accettabili». Diventa «fondamentale quindi la creazione di uno sportello ad hoc, presso la Prefettura o la Camera di Commercio, dove un imprenditore possa rivolgersi per cercare una soluzione prima di sentirsi abbandonato dal mondo e compiere gesti estremi o giungere al suicidio».
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QUINDI CARA SIGNORA NON SONO I PRIMI TRE SUICIDI......

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[h=1]Crisi, in Italia suicidi in aumento, uno al giorno tra i disoccupati.
[/h]


(ASCA) - Roma, 3 gen - Suicidi in aumento, soprattutto tra gli uomini, con un caso al giorno tra i disoccupati. E' quanto emerge dall'indagine dell'Eures Ricerche Economiche e Sociali, ''Il suicidio in Italia ai tempi della crisi. Caratteristiche, evoluzioni e tendenze". In Italia, si legge nell'indagine, sono stati 2.986 i suicidi commessi nel corso del 2009 (ultimo anno censito), con un aumento del 5,6% rispetto all'anno precedente (2.828 i casi nel 2008), invertendo la dinamica decrescente dell'ultimo biennio. L'incremento registrato investe sia la componente femminile della popolazione (+1,6%, con 643 casi rispetto ai 631 del 2008), sia soprattutto la componente maschile (+5,6%, passando da 2.197 a 2.343). Cio' che sembra caratterizzare il fenomeno suicidario nel 2009 e' la sua forte interdipendenza con la crisi economico-occupazionale: sono stati infatti 357 i suicidi compiuti da disoccupati nel 2009, con una crescita del 37,3% rispetto ai 260 casi del 2008 (sono stati 270 nel 2007, 275 nel 2006 e 281 nel 2005), generalmente compiuti da persone espulse dal mercato del lavoro (272 in valori assoluti, pari al 76%, a fronte di 85 casi di persone in cerca di prima occupazione). Un ulteriore indicatore del rapporto diretto tra il fenomeno suicidario e la crisi e' rappresentato dal numero dei suicidi per ragioni economiche (al di la' di quanto sia effettivamente possibile stabilire una lettura univoca del ''movente''), che raggiungono proprio nel 2009 il valore piu' alto degli ultimi decenni (198 casi, con una crescita del 32% rispetto ai 150 casi del 2008 e del 67,8% rispetto ai 118 casi del 2007). In ogni caso, il suicidio si conferma un fenomeno decisamente piu' diffuso tra le fasce della popolazione anziana: negli ultimi cinque anni (2005-2009) si contano infatti in Italia 8,9 suicidi ogni 100 mila over64 (16,3 tra gli uomini e 3,6 tra le donne), a fronte di 6,1 nella fascia 45-64 anni (9,5 tra gli uomini e 2,8 tra le donne), di 4,4 suicidi ogni 100 mila 25-44enni (6,7 e 2,0), di 2,8 tra i 18-24enni (4,6 tra gli uomini e 0,9 tra le donne) e di 0,3 tra i minori (0,4 e 0,2). Sul fronte territoriale invece oltre la meta' dei suicidi sono compiuti in una regione del Nord (1.600 casi nel 2009, pari al 53,6% del totale), a fronte del 18,8% al Centro (561 casi) e del 27,6% al Sud (825 casi). Anche in termini relativi il Nord conferma i valori piu' alti, con 5,8 suicidi ogni 100 mila abitanti, a fronte dei 4,8 del Centro e dei 4 del Sud. Ma e' proprio il Meridione a registrare nel 2009 la crescita piu' consistente del fenomeno, con un incremento pari a +11% (sono stati 743 i suicidi nel 2008), a fronte di un +4,5% nel Centro e di un +3,4% nel Nord. In Europa e' la Lituania, con 31,3 suicidi ogni 100 mila abitanti tra il 2005 e il 2009, il Paese con il piu' alto tasso di suicidi in Europa. Anche Ungheria (21,9), Lettonia (20,3) e Slovenia (19,8) presentano indici molto superiori alla media europea (pari a 10,3). Segue la Finlandia che, nell'Europa ''a 15'', presenta l'incidenza piu' elevata (18,2 suicidi ogni 100 mila abitanti), il Belgio (17,6), l'Estonia (17,3), la Croazia (15,5), la Francia (15,2) e la Svizzera (15). L'Italia, con una media di 5 suicidi per 100 mila abitanti, registra il terzo valore piu' basso tra i Paesi europei, preceduta dalla sola Grecia (2,9) e da Cipro (3,1). Fonte: http://www.asca.it/news-Crisi__in_Italia_suicidi_in_aumento__1_al_giorno...



COME SI VEDE E UNA GUERRA SILENZIOSA AL RISPARMIO SENZA SPARARE UN COLPO....UNA BUONA IDEA NON TROVATE?
 
BRUTTI POST VERO?MA E LA REALTA'MA E ANCHE UN PO COLPA TUA CHE HAI VOTATO I SOLITI NOTI.TROVATEMI VOI QUALCHE COSA DI POSITIVO UNA COSA CI SAREBBE ,QUANDO VAI PER STRADA SALUTA TUTTI CON UN BUONGIORNO ED UN SORRISO,NON TI PREOCCUPARE TI PRENDERANNO PER PAZZO ,TU NON FARCI CASO POI DIVENTERA UN CONTAGIO E FARAI FELICE TE STESSO ED IL TUO PROSSIMO IN QUANTO GLI ALTRI SIAMO NOI.ED IL MONDO SARA PIU BELLO ANCHE CON LA PIOGGIA E LA NEBBIA.PERCHE NON CI PROVI....HA GIA TROPPA FATICA E VERGOGNA....VERGOGNA DI COSA? DI DIRE BUONGIORNO?BHE ALLORA FATELO IN COMPAGNIA ,LA COMPAGNIA DA LA FORZA.




 
L'istigazione o aiuto al suicidio è un reato previsto dal Codice Penale italiano tramite l'articolo 580, che recita:


« Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1) e 2) dell'articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta è minore degli anni quattordici o comunque è priva della capacità di intendere e di volere, si applicano le disposizioni relative all'omicidio »



Il suicidio nell'ordinamento penale italiano

Il suicidio non è previsto come delitto nel codice penale italiano[SUP][1][/SUP]. Le ragioni sono di vario ordine. Prima di tutto ragioni pratiche, di inefficacia della pena[SUP][2][/SUP]. In secondo luogo per motivi di costituzionalità: la vita è un diritto, non un dovere. In terzo luogo per ragioni di opportunità di politica criminale, non cagionando il suicidio alcuna lesione se non all'autore. Ma il fatto che l'ordinamento rinunci a prevedere un delitto a carico del soggetto attivo/passivo, non significa che rimanga indifferente a tale comportamento, punendo comportamenti che sono ad esso satellitari[SUP][3][/SUP].



Soggetto attivo è chiunque, quindi si tratta di un reato comune. La condotta può assumere tre modalità:

  • partecipazione psichica, nella duplice forma di: determinare altri al suicidio, ossia fa sorgere nel soggetto un proposito prima inesistente; oppure di rafforzare un intento che già c'era.
  • partecipazione materiale: agevolazione nell'esecuzione, in qualsiasi modo (fornendo il mezzo; offrendo un luogo idoneo...).
Anche se più difficile da immaginare, la condotta può assumere la forma omissiva[SUP][4][/SUP].
L'evento consiste:

  • nel suicidio del soggetto istigato o agevolato (in tal caso la pena è dagli anni 5 a 12 anni di reclusione)
  • nel tentativo del suicidio con conseguente lesione personale grave o gravissima. Non basta quindi una lesione lievissima e nemmeno lieve come conseguenza del tentativo. (in tal caso la pena è da 1 a 5 anni)
Quindi un comportamento istigatorio che non abbia alcuna conseguenza sulla vittima, non integra la fattispecie. Oggetto giuridico è la vita.



Elemento soggettivo

Il delitto è sorretto da dolo, ed in particolare da dolo generico. Il soggetto attivo deve avere quindi coscienza e volontà di determinare l'altrui suicidio. Non è punita l'istigazione colposa.
Perfezionamento

Nel momento dell'atto suicidario o del suo tentativo. Non è configurabile un tentativo di istigazione.
Aggravanti

Il reato è aggravato se il soggetto passivo è

  • minore di anni 18
  • persona inferma di mente o in condizioni di deficienza psichica per un'altra infermità o per abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti
Istigazione del minore di 14 anni o di incapace

L'ultima parte dell'articolo contiene una clausola di salvaguardia. L'istigazione di infraquattordicenne o di incapace è equiparata ad una condotta di omicidio.
Rapporto con altri reati

Il delitto di istigazione o aiuto al suicidio si pone in termini tangenziali con il delitto di omicidio del consenziente, nel senso che sono fattispecie alternative, l'integrazione dell'una esclude l'integrazione della seconda, però le condotte possono assomigliarsi, in modo da rendere difficoltosa la distinzione in concreto. Il criterio fornito dalla giurisprudenza è la qualità della condotta partecipativa[SUP][5][/SUP]. Nel caso di omicidio del consenziente, la condotta del soggetto attivo si concreta nell'esecuzione dell'evento morte, mentre il soggetto passivo partecipa con il proprio consenso; nel delitto di istigazione il soggetto attivo non partecipa in alcun modo all'esecuzione materiale, che deve essere posta in essere completamente dal soggetto passivo (ad es. in caso di suicidio con barbiturici, metterli a disposizione del suicidario è istigazione; portarli alla sua bocca, perché magari infermo, è omicidio).
Note


  • ^ La rilevanza giuridica del suicidio nella storia occidentale è varia. Nel diritto romano si distinguevano varie tipologie di suicidio (per tedio; quello dei soldati, sempre punito o comunque ritenuto ignominioso; quello posto in essere in attesa di giudizio, che poteva avere conseguenze sugli eredi (v. Arrigo Manfredini, Il suicidio. Studi di diritto romano). Nel Medioevo il suicidio fu quasi sempre previsto come crimine (v. Concilio di Orléans (533), Auxerre (578), Toledo (693)...che introdussero pene destinate al (corpo del) suicida o ai suoi eredi, così come la scomunica del tentato suicida. Solo durante l'Illuminismo si iniziò a depenalizzare il suicidio.
  • ^ c'è addirittura chi sostiene che la minaccia della pena per l'autore del suicidio potrebbe rafforzare il suo intento, inducendo a programmare l'evento in modo da essere sicuro del successo (v. Mantovani Diritto penale. Parte speciale. p. 121)
  • ^ oltre alla fattispecie in esame, ricordiamo il delitto di omicidio del consenziente (art. 579 c.p.); le l. 47/1948 (art. 14) e 223/1990 (art. 30) che incriminano pubblicazioni e trasmissioni televisive destinate ad adolescenti che abbiano contenuti idonei ad istigare il suicidio; art. 114 T.U.L.P.S., che vieta la pubblicazione di ritratti di suicidi
  • ^ ad esempio un comportamento patologicamente anaffettivo di un genitore, che con la totale indifferenza nei confronti del figlio lo istiga al suicidio. Ovvero non impedire il suicidio per inedia di un paziente psichiatrico. Ma si tratta più che altro di casi di scuola
  • ^ Cass. pen 6.2.1998 n. 3147


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    Estrazione Simbolotto
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