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Alien.

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Germana Carillo INFORMARSI EVENTI & INIZIATIVE 03-06-2019 [h=1]Boicotta la plastica per una settimana. Anche in Italia parte la sfida per comprare solo alimenti sfusi e non imballati[/h]
frutta_imball.jpg

Pronti? Comincia oggi la settimana senza imballaggi in plastica, l’iniziativa lanciata da Zero Waste Spain per dire no alla plastica monouso e agli alimenti avvolti in confezioni di plastica, sostenuta e ripresa anche in Italia attraverso una vera e propria sfida social. A colpi di hashtag #boicotalplastic, infatti, l'associazione Slowfood invita tutti a postare le proprie foto di acquisti senza imballaggio.

A dispetto di chi diceva fosse solo una bufala, impegniamoci piuttosto da oggi fino al 9 giugno (e anche oltre!) a non acquistare prodotti alimentari che siano imballati nella plastica.

Questo è l’appello che vogliamo cogliere in pieno e che arriva da Zero Waste sezione spagnola, organizzatrice della settimana che ci sfida ad orientarci definitivamente verso gli alimenti sfusi e comunque senza imballaggi.

Speriamo prenda piede, proprio come è accaduto qualche mese fa con la fantastica “Trash Challenge”, la sfida che invitava gli adolescenti di tutto il mondo a scegliere un luogo sporco e a ripulirlo dai rifiuti.
“Mostriamo a Gdo e industria alimentare che sappiamo e possiamo vivere anche senza plastiche e soprattutto che non vogliamo contribuire alla formazione delle isole di plastiche che asfissiano i nostri mari. Dagli anni Cinquanta a oggi, 6,3 degli oltre 8 miliardi di tonnellate di plastica prodotta, pari a 120.436 Titanic, sono diventati spazzatura. E sappiamo che con questo ritmo nel 2050 la quantità di plastica supererà quella dei pesci. Una preoccupazione che pare non turbare i sonni di chi governa una Gdo che sempre più propone alimenti inutilmente imballati in giri di cellofan che sembrano doverci proteggere da non si sa quali agenti patogeni. Anche perché, la frutta ha la buccia, insomma basta lavarla o pelarla”, sostengono a gran voce da Slow Food.


Noi siamo pronti, e voi? Già nella nostra campagna social #svestilafrutta avevamo denunciato l'inutilità di mettere frutta e verdura in vaschette di plastica e imballarle. Da oggi fino almeno al 9 giugno facciamo sentire la nostra voce soprattutto alla grande distribuzione: acquistiamo prodotti sfusi!

Leggi anche:

Germana Carillo
 
Scusa Alien ma io in ogni caso non so quale sarà il futuro di mio figlio.......35 anni disoccupato.
Se la situazione persiste quando non ci sarò piu che cosa farà?
 
Alien.;n2174889 ha scritto:
Germana Carillo INFORMARSI EVENTI & INIZIATIVE 03-06-2019 [h=1]Boicotta la plastica per una settimana. Anche in Italia parte la sfida per comprare solo alimenti sfusi e non imballati[/h]
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Pronti? Comincia oggi la settimana senza imballaggi in plastica, l’iniziativa lanciata da Zero Waste Spain per dire no alla plastica monouso e agli alimenti avvolti in confezioni di plastica, sostenuta e ripresa anche in Italia attraverso una vera e propria sfida social. A colpi di hashtag #boicotalplastic, infatti, l'associazione Slowfood invita tutti a postare le proprie foto di acquisti senza imballaggio.

A dispetto di chi diceva fosse solo una bufala, impegniamoci piuttosto da oggi fino al 9 giugno (e anche oltre!) a non acquistare prodotti alimentari che siano imballati nella plastica.

Questo è l’appello che vogliamo cogliere in pieno e che arriva da Zero Waste sezione spagnola, organizzatrice della settimana che ci sfida ad orientarci definitivamente verso gli alimenti sfusi e comunque senza imballaggi.

Speriamo prenda piede, proprio come è accaduto qualche mese fa con la fantastica “Trash Challenge”, la sfida che invitava gli adolescenti di tutto il mondo a scegliere un luogo sporco e a ripulirlo dai rifiuti.
“Mostriamo a Gdo e industria alimentare che sappiamo e possiamo vivere anche senza plastiche e soprattutto che non vogliamo contribuire alla formazione delle isole di plastiche che asfissiano i nostri mari. Dagli anni Cinquanta a oggi, 6,3 degli oltre 8 miliardi di tonnellate di plastica prodotta, pari a 120.436 Titanic, sono diventati spazzatura. E sappiamo che con questo ritmo nel 2050 la quantità di plastica supererà quella dei pesci. Una preoccupazione che pare non turbare i sonni di chi governa una Gdo che sempre più propone alimenti inutilmente imballati in giri di cellofan che sembrano doverci proteggere da non si sa quali agenti patogeni. Anche perché, la frutta ha la buccia, insomma basta lavarla o pelarla”, sostengono a gran voce da Slow Food.


Noi siamo pronti, e voi? Già nella nostra campagna social #svestilafrutta avevamo denunciato l'inutilità di mettere frutta e verdura in vaschette di plastica e imballarle. Da oggi fino almeno al 9 giugno facciamo sentire la nostra voce soprattutto alla grande distribuzione: acquistiamo prodotti sfusi!

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Germana Carillo

Scusa Alien ma io in ogni caso non so quale sarà il futuro di mio figlio.......35 anni disoccupato.
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17 maggio 2018 [h=1]L’esercito dei disoccupati 40enni scartati dalle aziende, a cui nessuno pensa[/h] [h=2]«I disoccupati over 40 in termini numerici sono il 30% in più dei giovani disoccupati. È fenomeno che si va via via allargando, ma nessuno se ne occupa». Lo dice Giuseppe Zaffarano, presidente dell’Associazione Lavoro Over 40[/h] (Pixabay)
Stefania (nome di fantasia) a 40 anni è andata a fare uno stage in un’azienda, che alla fine non l’ha assunta. Hanno preso un ragazzino molto più giovane di lei, perché con gli incentivi costava meno. «I disoccupati over 40 in termini numerici sono il 30% in più dei giovani disoccupati. È fenomeno vecchio, che si va via via allargando, ma nessuno se ne occupa», denuncia Giuseppe Zaffarano, presidente dell’Associazione Lavoro Over 40, che con i suoi sportelli dal 2004 supporta i lavoratori senior che nessuno vuole più. È il bacino di popolazione senza lavoro più ampio, vista l’età media italiana di 45 anni e la scarsa natalità.

Zaffarano ha vissuto sulla propria pelle l’uscita dal mondo del lavoro in età avanzata, e sa bene cosa significa. «La nostra è una guerra contro la discriminazione per età», dice. Dai 35 anni in su, si contano oggi oltre 1,5 milioni di disoccupati, di cui 1 milione concentrato solo nella fascia 35-49 anni, la fascia in cui in termini percentuali è più aumentata la disoccupazione, registrano un +3,4% in un anno. «Con la crisi e la legge Fornero, che ha spostato in avanti l’età pensionabile, la disoccupazione in età matura è esplosa», dice Zaffarano.



Agli sportelli dell’Associazione Lavoro Over 40, presenti in Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Umbria e Liguria, si rivolgono ogni anno circa 400 persone in condizioni disperate, dopo aver tentato tutti i canali per reinserirsi nel mondo del lavoro. «Arriva gente disoccupata anche da cinque o sei anni», racconta Loredana Stincardini, volontaria dello sportello di Perugia. «Perdi il lavoro a 34-35 anni e già sei troppo vecchio per molte aziende. In tanti in questa fascia d’età sono disoccupati di lungo periodo». Secondo i dati forniti dall’associazione, il 31% è disoccupato da due a cinque anni, il 32% da oltre cinque anni. «I trentenni man mano diventano quarantenni, e restano sempre nella stessa condizione», spiega Stincardini. E più si avanti con l’età, più la situazione peggiora. Chi ha perso il lavoro tra i 46-55 anni, nel 60% dei casi è disoccupato da più di due anni. Con ricadute personali disastrose. «Alcuni finiscono per depauperare le ricchezze personali,
in tanti finiscono seduti attorno ai tavoli delle mense della Caritas», raccontano.

Il 77% dei lavoratori senior si è visto rifiutato perché “costa più dei giovani” e perché “gli incentivi economici per persone mature” sono “carenti”. Il 31% è disoccupato da due a cinque anni, il 32% da oltre cinque anni
Tra sgravi e competenze “più fresche”, le aziende preferiscono i più giovani. Il 77% dei lavoratori senior si è visto rifiutato perché “costa più dei giovani” e perché “gli incentivi economici per persone mature” sono “carenti”. Gli unici sgravi usati sono quelli per i lavoratori over 50 disoccupati da più di due anni: al di sotto di questa sogli d’età, si trova poco. «Senza sgravi alle assunzioni, molti finiscono così per fare al massimo qualche lavoro in nero», dice Stincardini. «Sono persone che hanno molta esperienza, con professionalità specifiche, che però andrebbero riqualificate per nuovi lavori. Servono corsi di aggiornamento e formazione. C’è chi è rimasto per 15-20 anni nella stessa azienda e che viene da un mondo in cui il lavoro si trovava nei centri per l’impiego, ma oggi non è così».

Accompagnati alla porta dal datore di lavoro, intorno a loro trovano il deserto. Il 94% dice di aver avuto un’esperienza “pessima” con i centri per l’impiego. E l’87% racconta lo stesso delle agenzie private. Eppure oltre la metà (56%) sarebbe disposto a fare “qualunque lavoro che permetta di vivere” e il 39% è pronto anche a trasferirsi in Italia o all’estero. E alla fine in tanti (57%) tentano la via del lavoro autonomo. Si ricorre all’idea di farsi un’impresa propria, insomma, più per costrizione che per voglia. E il 21% ci ha provato, ma senza successo.

«Si parla sempre di disoccupazione giovanile rappresentandola come unico problema da affrontare nel mondo del lavoro», dice Zaffarano. «È certamente un grave problema, ma non bisogna trascurare le altre classi di disoccupati». Molti di questi disoccupati sono genitori, anche se magari per ragioni economiche si sono fermati solo al primo figlio. «La disoccupazione in età matura ha ricadute più ampie», spiega Zaffarano, «perché riguarda una generazione "cerniera" tra i giovani e gli anziani. Senza la serenità del lavoro, il disoccupato maturo non può aiutare i figli negli studi e nei primi passi nel mondo del lavoro, costringendoli ad accettare qualsiasi lavoro. E le conseguenze ricadono anche sugli anziani, spesso mantenuti dai figli stessi».

In occasione delle ultime elezioni, l’associazione Lavoro Over 40 ha contattato tutti i 1.200 candidati uninominali, più i 400 candidati delle regionali di Lazio e Lombardia, chiedendo loro di portare avanti la questione dei disoccupati maturi. Su 1.600 quanti hanno si sono interessati al tema? Solo 180, poco più del 10 per cento.
 
Alien.;n2174952 ha scritto:
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17 maggio 2018 [h=1]L’esercito dei disoccupati 40enni scartati dalle aziende, a cui nessuno pensa[/h] [h=2]«I disoccupati over 40 in termini numerici sono il 30% in più dei giovani disoccupati. È fenomeno che si va via via allargando, ma nessuno se ne occupa». Lo dice Giuseppe Zaffarano, presidente dell’Associazione Lavoro Over 40[/h] (Pixabay)
Stefania (nome di fantasia) a 40 anni è andata a fare uno stage in un’azienda, che alla fine non l’ha assunta. Hanno preso un ragazzino molto più giovane di lei, perché con gli incentivi costava meno. «I disoccupati over 40 in termini numerici sono il 30% in più dei giovani disoccupati. È fenomeno vecchio, che si va via via allargando, ma nessuno se ne occupa», denuncia Giuseppe Zaffarano, presidente dell’Associazione Lavoro Over 40, che con i suoi sportelli dal 2004 supporta i lavoratori senior che nessuno vuole più. È il bacino di popolazione senza lavoro più ampio, vista l’età media italiana di 45 anni e la scarsa natalità.

Zaffarano ha vissuto sulla propria pelle l’uscita dal mondo del lavoro in età avanzata, e sa bene cosa significa. «La nostra è una guerra contro la discriminazione per età», dice. Dai 35 anni in su, si contano oggi oltre 1,5 milioni di disoccupati, di cui 1 milione concentrato solo nella fascia 35-49 anni, la fascia in cui in termini percentuali è più aumentata la disoccupazione, registrano un +3,4% in un anno. «Con la crisi e la legge Fornero, che ha spostato in avanti l’età pensionabile, la disoccupazione in età matura è esplosa», dice Zaffarano.



Agli sportelli dell’Associazione Lavoro Over 40, presenti in Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Umbria e Liguria, si rivolgono ogni anno circa 400 persone in condizioni disperate, dopo aver tentato tutti i canali per reinserirsi nel mondo del lavoro. «Arriva gente disoccupata anche da cinque o sei anni», racconta Loredana Stincardini, volontaria dello sportello di Perugia. «Perdi il lavoro a 34-35 anni e già sei troppo vecchio per molte aziende. In tanti in questa fascia d’età sono disoccupati di lungo periodo». Secondo i dati forniti dall’associazione, il 31% è disoccupato da due a cinque anni, il 32% da oltre cinque anni. «I trentenni man mano diventano quarantenni, e restano sempre nella stessa condizione», spiega Stincardini. E più si avanti con l’età, più la situazione peggiora. Chi ha perso il lavoro tra i 46-55 anni, nel 60% dei casi è disoccupato da più di due anni. Con ricadute personali disastrose. «Alcuni finiscono per depauperare le ricchezze personali,
in tanti finiscono seduti attorno ai tavoli delle mense della Caritas», raccontano.

Il 77% dei lavoratori senior si è visto rifiutato perché “costa più dei giovani” e perché “gli incentivi economici per persone mature” sono “carenti”. Il 31% è disoccupato da due a cinque anni, il 32% da oltre cinque anni
Tra sgravi e competenze “più fresche”, le aziende preferiscono i più giovani. Il 77% dei lavoratori senior si è visto rifiutato perché “costa più dei giovani” e perché “gli incentivi economici per persone mature” sono “carenti”. Gli unici sgravi usati sono quelli per i lavoratori over 50 disoccupati da più di due anni: al di sotto di questa sogli d’età, si trova poco. «Senza sgravi alle assunzioni, molti finiscono così per fare al massimo qualche lavoro in nero», dice Stincardini. «Sono persone che hanno molta esperienza, con professionalità specifiche, che però andrebbero riqualificate per nuovi lavori. Servono corsi di aggiornamento e formazione. C’è chi è rimasto per 15-20 anni nella stessa azienda e che viene da un mondo in cui il lavoro si trovava nei centri per l’impiego, ma oggi non è così».

Accompagnati alla porta dal datore di lavoro, intorno a loro trovano il deserto. Il 94% dice di aver avuto un’esperienza “pessima” con i centri per l’impiego. E l’87% racconta lo stesso delle agenzie private. Eppure oltre la metà (56%) sarebbe disposto a fare “qualunque lavoro che permetta di vivere” e il 39% è pronto anche a trasferirsi in Italia o all’estero. E alla fine in tanti (57%) tentano la via del lavoro autonomo. Si ricorre all’idea di farsi un’impresa propria, insomma, più per costrizione che per voglia. E il 21% ci ha provato, ma senza successo.

«Si parla sempre di disoccupazione giovanile rappresentandola come unico problema da affrontare nel mondo del lavoro», dice Zaffarano. «È certamente un grave problema, ma non bisogna trascurare le altre classi di disoccupati». Molti di questi disoccupati sono genitori, anche se magari per ragioni economiche si sono fermati solo al primo figlio. «La disoccupazione in età matura ha ricadute più ampie», spiega Zaffarano, «perché riguarda una generazione "cerniera" tra i giovani e gli anziani. Senza la serenità del lavoro, il disoccupato maturo non può aiutare i figli negli studi e nei primi passi nel mondo del lavoro, costringendoli ad accettare qualsiasi lavoro. E le conseguenze ricadono anche sugli anziani, spesso mantenuti dai figli stessi».

In occasione delle ultime elezioni, l’associazione Lavoro Over 40 ha contattato tutti i 1.200 candidati uninominali, più i 400 candidati delle regionali di Lazio e Lombardia, chiedendo loro di portare avanti la questione dei disoccupati maturi. Su 1.600 quanti hanno si sono interessati al tema? Solo 180, poco più del 10 per cento.

Ciao Alien
Sono di Vercelli e sono si iscritto in altri Forum lotto, ma iscrivermi ad un partito e l'ultima cosa che penso, non credo più nella politica, questo per esperienza. Ho lavorato in Enti dove la politica era messa al primo posto a discapito del funzionamento di alcuni uffici dell'Ente stesso.
Volendo avrei potuto come si suol dire calare le braghe e fare come molti fanno, raccomandare mio figlio. Ma è contro i miei principi e la linea del partito che per anni ho votato, ma anche questo ormai è divenuto come gli altri. Ti ringrazio del consiglio ma finchè non cambia la mentalità delle persone e dei partiti non si arriverà a nulla ... purtroppo.
Un saluto
 
Sono nelle tue frequenze di pensiero ma partire con un figlio a "spasso" o "sistemato" sono cose diverse,sono cose da "vomito" ma per un figlio si fa di tutto e quando prenderemo l'ultimo treno dirai ci ho provato.
Conosco molti amici che hanno trovato il posto al figlio solo conoscendo amici che hanno aziende o uffici.
Non ti devi arrendere tuo figlio è il tuo futuro tu continui la vita in lui anche quando non ci sarai......acc...tocchiamoci hahahahah



ronaldo_si_gratta.jpg
UgntQ-SwXJ8UbHHy_pd.jpg
 
Alien.;n2175098 ha scritto:
Sono nelle tue frequenze di pensiero ma partire con un figlio a "spasso" o "sistemato" sono cose diverse,sono cose da "vomito" ma per un figlio si fa di tutto e quando prenderemo l'ultimo treno dirai ci ho provato.
Conosco molti amici che hanno trovato il posto al figlio solo conoscendo amici che hanno aziende o uffici.
Non ti devi arrendere tuo figlio è il tuo futuro tu continui la vita in lui anche quando non ci sarai......acc...tocchiamoci hahahahah



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Grazie Alien per il tuo incoraggiamento. Una bella palpatina ci voleva....parlo della ragazza:(:(
Buona domenica
 

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